Connect with us

Mood Your Say

Giulia Vazzoler, la pianista influencer tra musica pop e progetti umanitari

Published

on

Giovane e bella, pianista professionista, formazione classica, laurea in filosofia, specializzazione in musica e arti performative, un master, super preparata, influencer su IG (@giulia.vazzoler), e ora la si può ascoltare sulle più importanti piattaforme digitali con “Calma” di Pedro Capò” pubblicato da pochi giorni  e “Shallowdi Lady Gaga e Bradley Cooper, trascrizioni per pianoforte solo, preludio di un progetto discografico molto più ampio che uscirà nei prossimi mesi.
E’ questa, in breve, Giulia Vazzoler, globe trotter della musica con alle spalle varie esperienze internazionali che l’hanno vista impegnata anche in progetti umanitari per UNHCR.

Tra i pianisti della sua generazione, Giulia risalta oltre che per il suo talento anche per la poliedricità e per l’eclettismo che la caratterizza.  Con una solida formazione classica alle spalle, si diploma in pianoforte al Conservatorio e si specializza come maestro collaboratore per opera lirica. Dotata di una grande tecnica esecutoria ha vinto svariati premi in concorsi nazionali ed internazionali e ha all’attivo centinaia di concerti in Italia, Europa, Medio Oriente USA e Africa.

Benché Giulia sia una pianista classica, non deve sorprendere l’ampiezza dei suoi interessi musicali che spaziano dalla musica contemporanea fino al pop. È una donna moderna che vive e percepisce il suo tempo e che integra i suoi interessi nei linguaggi musicali filtrandoli, facendoli suoi e interpretandoli in modo singolare. “Quando eseguo un brano di musica, in particolare quella classica, creo nella mia mente una storia, di solito è una storia che riguarda me. Questa storia, che vive solo nella mia mente, io la seguo e la vivo durante l’esecuzione del brano. Questo mi aiuta a mantenere la tensione musicale sempre alta e mi permette di eseguirle il brano con altrettanta passione. Nel tempo, la storia legata a quel brano cambia, perché nel frattempo sono cambiata io e quindi quello stesso brano avrà il sapore e la tensione della nuova storia che io vivo in quel momento”.

GIULIA INFLUENCER
Il profilo Instagram di Giulia Vazzoler The Italian Pianogirl (@giulia.vazzoler) è seguitissimo.
Ad oggi conta quasi 100.000 follower reali che seguono i suoi movimenti e le sue attività artistiche commentando puntualmente i suoi seguitissimi post. Instagram è la sua finestra sul mondo dalla quale racconta per immagini la sua vita professionale. Il suo profilo è così seguito da aver sollevato l’interesse di brand di cosmetica, eyewear, abbigliamento (Nologo Eyewear, L’Occitane, GK Hair, Darphin…) che le affidano i loro prodotti per una promozione glam ed efficace.

POP PIANO TRANSCRIPTION
Il 16 Agosto è uscita la versione per Piano Solo di Calma, di Pedro Calò, un brano frizzante, un reggaeton da ballare bordo piscina trascritto in modo estremamente virtuosistico, dove emerge tutta la notevole tecnica pianistica di Giulia. “Calma” è il secondo singolo pubblicato da Giulia dopo “Shallow” di Lady Gaga e Bradley Cooper e fa parte di un più complesso progetto musicale di 15 brani pop trasposti per piano solo che uscirà completo nei prossimi mesi.
“Calma” è accompagnato dal Video Ufficiale “Giulia – The Italian Pianogirl “Calma” (Pedro Capó, Farruko) – Piano Version” ed è disponibile da oggi su tutte le maggiori piattaforme digitali.

God save the pop!  L’idea le è venuta durante una delle sue numerose esibizioni, notando il successo che avevano fra il pubblico le sue trascrizioni al pianoforte di brani pop. Giulia ha provato ad affiancare al repertorio classico anche le canzoni che ad oggi si sentono di più in radio e che sono la colonna sonora delle nostre giornate. Ancora non esisteva la versione solo per pianoforte di molti di questi brani e musicalmente ne risultava una bomba: con questo mix di classico e contemporaneo Giulia è riuscita a reinventare il repertorio tradizionale del pianista classico tanto da avvicinare i giovani all’ascolto del pianoforte e coinvolgendo pubblico di tutte le generazioni.

Giulia quindi ha scelto alcuni dei brani più sentiti e significativi di questo 2019 e in collaborazione con Elena Crolle, che ne ha curato l’arrangiamento, ha dato vita a un progetto discografico che trasporta le canzoni pop sui tasti del pianoforte, creando un mix di freschezza musicale sostenuta da un solido virtuosismo pianistico.  Et Voila: il primo singolo uscito su YouTube (e disponibile sulle maggiori piattaforme digitali) è Shallow, reso famoso da Lady Gaga e Bradley Cooper nel film “A Star is Born” aggiudicandosi anche l’oscar 2019 per la miglior canzone.
Il Video di Shallow a pochi giorni dalla sua uscita ha realizzato decine di migliaia di visualizzazioni a testimonianza che l’interpretazione per piano solo di musiche pop è una sfida che già si mostra vincente. Il progetto discografico completo vedrà 15 brani pop piano version  tra i quali anticipiamo che ci sarà anche il brano “Soldi” di Mahmood vincitore di Sanremo 2019; inoltre sarà presente anche un brano inedito.

Piano Sky

IL PROGETTO PIANO SKY
Giulia è una delle due pianiste invitate a far parte del progetto Piano Sky. Piano Sky è uno degli eventi musicali più particolari del 2019. Ideato da Cardinali Group di Daniele Bonato, Piano Sky è il progetto musicale che sta avendo grande successo per la sua originalità e per l’incanto che crea: un pianoforte a coda sospeso a 3 metri di altezza – senza alcun tipo di supporto o di sospensione sul pianoforte – viene suonato da una pianista vestita di abiti bianchi, bellissimi e scenici che arrivano fino a terra. L’immagine è quasi onirica ma il risultato è di grande qualità musicale in una ambientazione davvero insolita.
Giulia è una delle due pianiste di Piano Sky. Tra le destinazioni che la vedono protagonista in questo progetto sono già in calendario, oltre che le date italiane, anche Cina e Dubai.

Il MEDIO ORIENTE
Questa è la parte del mondo che più le piace e dove torna sempre volentieri. Ci è arrivata per caso, con un contratto di lavoro come pianista accompagnatore all’Edward Said National Music Conservatory of Palestine, per il quale si divideva tra Betlemme, Gerusalemme, Ramallah e Nablus. Poi si è trasferita in Qatar dove ha diffuso la sua musica e la sua grazia negli Hotel più prestigiosi di Doha. Ecco infine l’esperienza negli Emirati Arabi, a Dubai, sempre in Hotel di lusso dove ha lavorato come piano performer.
In questo periodo di vita mediorientale, ha potuto conoscere e appassionarsi alla cultura araba (tanto da iniziare a studiarne la lingua) e soprattutto alla sua musica. Un brano in particolare ha colpito Giulia, un brano molto famoso e significativo per la cultura araba “Bint el Shalabiya” nell’interpretazione della cantante Fairuz. Tanto l’aveva affascinata che si è spinta a farne un adattamento per pianoforte che ancora, quando c’è l’atmosfera giusta, suona.

Collegio Ozel Cagin, Turchia

I PROGETTI UMANITARI
Il Medio Oriente per Giulia ha rappresentato anche l’impegno per progetti umanitari. Conosciuta per la sua esperienza nei conservatori e nelle scuole di musica in Palestina, è stata invitata da più organizzazioni umanitarie a partecipare, con la sua musica, al recupero e al processo di integrazione dei bambini rifugiati nei campi profughi. Per loro Giulia ha sviluppato progetti musicali in cui lo strumento (il pianoforte) e la sua musica diventavano veicolo di comunicazione e di integrazione interculturale.
Giulia ha lavorato con UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) ma anche con GEGED (Gaziantep Training and Youth Association) e con SGDD-ASAM (Association for Solidarity with Asylum Seekers and Migrants) in Turchia, e nei campi profughi ai confini di Aleppo, in Siria.

 

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading
Advertisement
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

8 − 6 =

Mood Your Say

Serena Gamberoni, da La Scala, al Covent Garden di Londra e il New National Theatre di Tokyo.

Published

on

Oggi parliamo con la bellissima Serena Gamberoni, soprano che ha calcato i palcoscenici di teatri come La Scala, il Covent Garden di Londra e il New national Theatre di Tokyo.

Domanda: Serena, parlaci della tua ultima esperienza alla Scala l’anno scorso dove hai interpretato il ruolo di Olga nell’opera di Umberto Giordano “Fedora”
Risposta:
Questa bellissima produzione fatta al teatro alla scala nell’ultima stagione, vedeva come regista Mario Martone nominato agli oscar durante le nostre prove. Lavorare con un regista cinematografico di così alto calibro è sempre bellissimo, il taglio che dà all’opera è sempre molto moderno. Le scenografie si rifacevano a dei quadri di Magritte che rendevano ancora più speciale la nostra presenza in scena, animando dei quadri che di soliti vediamo statici.

I bellissimi costumi erano di Ursula Patzak, già vincitrice di quattro David di Donatello. Il mio personaggio era Olga appunto, una donna russa molto viziata, amante estrema della vita, sempre sopra le righe, vogliosa di primeggiare e di emergere in ogni momento. Proprio per questo il costume è stato creato per mettere in mostra tutte le curve femminili, nero e lucido, con tutta la schiena nuda e un grandissimo spacco sul davanti. Olga entra in scena e ruba la scena alla vera protagonista dell’Opera Fedora, diventando la padrona di casa del bellissimo quadro L’impero delle luci. Un costume così asciutto ha bisogno di una gestualità attuale tipicamente cinematografica e poco leziosa e più vera. Un costume di questo genere non ti permette di mettere su nemmeno un etto! Quindi ho dovuto stare molto attenta alla dieta in quei giorni…

D.: Ben diverso invece era il costume di scena di Alice, tuo personaggio nell’opera di Verdi “Falstaff” andato in scena a Piacenza e nel Circuito Emiliano, giusto?
R: “Esatto, al contrario di Fedora, FALSTAFF a cura del giovanissimo attore LEONARDO LIDI, è stato un insieme di costumi classici, sognanti. I costumi che sogni fin da piccola, quelli ampi che quando ti muovi per il palcoscenico frusciano a contatto con il legno. Sono i costumi che ti aiutano a riempiere la scena, che hanno bisogno di movimenti lenti perché il costume ti segue e ha bisogno del suo spazio e del suo tempo per prendere vita. Si può giocare a creare una danza in cui il costume diventa il tuo partner e diventa parte di te!

D.: E in ultimo, parlaci della piccola Despina, personaggio piccantino in “Così fan tutte” di Mozart alla Royal Opera House di Londra
R.:
Questa produzione è una delle più difficili che io abbia mai fatto, il mio personaggio ha nel primo atto 7 cambi fra costumi e parrucche, ogni volta che esco di scena è una corsa contro il tempo per trasformarsi e tornare in scena. Si passa dai costumi settecenteschi a quelli di una barista bionda e super truccata con pantaloni neri attillati e camicetta semi trasparente. Forse è la produzione dove mi sono divertita di più, la mia aria era diventata come un numero di musical con tanto di ballerini che mi facevano volare giù da un bancone di un bar!”

D.: Grazie Serena! Dove ti possiamo venire ad ascoltare prossimamente?
R.:
“Ho in programma dei concerti in tour con Andrea Bocelli in estate e tornerò a Tokyo nell’Opera “Così fan tutte”, stavolta nel ruolo di Fiordiligi. Sarà interessante interpretare questa donna decisamente meno leggera di Despina”

Questo slideshow richiede JavaScript.

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Mood Your Say

Ettore Nicoletti protagonista assoluto della pluripremiata web series “Arthur”.

Published

on

L’attore cesenate Ettore Nicoletti è il protagonista assoluto della web series svizzera “Arthur” che ha vinto nel 2016  la Web Series World Cup di Berlino come migliore web serie del mondo con la prima stagione ed ha ottenuto di nuovo lo stesso prestigioso riconoscimento nel 2022 con la sua seconda stagione.

Scritta da Cloe De Souza e con la regia di Nick Rusconi, “Arthur” è una serie svizzera prodotta dalla RSI in cui Ettore interpreta un serial killer che decide di smettere di uccidere. Una black comedy di enorme successo con un tocco di surreale.

Arthur è un antieroe che ammalia il pubblico, che subito sta dalla sua parte, ne sente le emozioni nascoste e i pensieri, capisce come si sente ed empatizza. Il pubblico fa il tifo per lui, vuole che riesca nel suo intento di smettere di uccidere e allo stesso tempo insieme a lui non riesce a resistere alla voglia di vederlo commettere l’ennesimo delitto.

L’amore del pubblico per questo personaggio deriva forse dal fatto che Arthur lotta contro la sua natura, trattenendo i suoi istinti e ogni tanto cedendovi.

Arthur è affascinante e divertente, fissato con la precisione, metodico e maniaco del controllo ma non sa resistere al suo vizio e alla sua impulsività in alcuni momenti.

La serie gioca sul delicato equilibrio tra due componenti, una oscura, seria e drammatica, e una più luminosa e leggera, in un mix molto ben calibrato che conquista credibilità e l’empatia del pubblico.

Oltre ai numerosi riconoscimenti ricevuti dalla serie in tutto il mondo, Ettore ha ottenuto numerosi premi a livello internazionale come miglior attore per il ruolo di Arthur, tra cui recentemente al Bilbao Series Land – Bilbao International Digital Festival, oltre che ai Rome Web Awards , Sicily Web Fest, Bilbao Web Fest , Web Serie Mag France, Maverick Awards.

Arthur”, nata come web series, è poi approdata nelle TV svizzere sul canale RSI e su PlaySuisse ed è in fase di lavorazione lo sbarco su una piattaforma di streaming in Italia. Al momento è possibile vedere su YouTube le prime due stagioni complete, ciascuna composta da 10 episodi della durata di 4-5 minuti ognuno.
( https://www.youtube.com/playlist?list=PLSuaY-S1aMaCq8hZyEDnC1160Hy23dV5n ).

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Mood Your Say

SIMEN JOHAN—the third monograph from a pioneer in digital image-making

Published

on

“Johan’s photographs underscore the importance of the creative act in photography, not as an act in itself, but as a means towards a conceptual and narrative goal.”

— David E. Little, Executive Director of the International Center of Photography

Simen Johan—an award-winning, internationally exhibiting artist, and a pioneer in digital image-making—is publishing his third monograph. Representing 15 years of the artist’s career, and gathered here for the very first time in this deluxe volume, are his uncanny animal portraits, otherworldly landscapes, and psychologically-charged narrative natural scenes.

With a unique creative process that combines candid wildlife photography with digital manipulation, cinematic drama, and a painterly approach, Simen Johan summons a metaphorically dense world into being where human fantasy and nature collide.

Traveling both near and far to photograph his source material, Johan can find inspiration anywhere from the local zoo to the jungles of Costa Rica or the lava fields of Iceland. He then spends countless hours assembling his images captured in these far-flung locations into a unifying whole. The result is an often-unsettling sense of placelessness.

We see in this collection images of pigeons flocking toward light like moths (or angels); stripes on a dazzle of Grévy’s zebras mesh with the fronds of geographically incongruent palms; two hapless caribou glazed with ice, frozen in a scene that is both tranquil and brutal.

Each image reveals poetic and often unexpected relationships that speak to the illusory and multifaceted nature of existence. Tensions between what is revealed and what is concealed, what is alluring and what is menacing, what is fact and what is fiction, both shape and unsettle the scenes. Johan presents us with paradoxical photographic worlds that echo uncanny versions of our own.

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Continue Reading

Trending