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Dazed + CK ONE hanno celebrato il lancio di #dazed100 con un party esclusivo a Londra

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Dazed e CK ONE hanno tenuto un party esclusivo per celebrare il lancio di DAZED 100un elenco di personaggi della prossima generazione che influenzeranno la cultura giovanile nel 2017.

L’evento si è tenuto a Londra presso gli spazi di 180 The Strand ed è stato animato da un line-up di DJ tra cui molti dei nuovi DJ dei migliori club di Londra e da ospiti speciali come Sampha, Bala Club, Gaika, James Massiah e BBZ.

Tra gli ospiti presenti, Skepta, Connor Franta, Malaika Firth, Rafferty Law, Edie Campbell, Alice Dellal, Tallulah Harlech, Leomie Anderson, Gilda Ambrosio, Pixie Lott, Oliver Cheshire, Elizabeth Jane Bishop, Katy England, Sang Woo Kim, Rina Sawayama, Anja Konstantinova, Anders Hayward e Liam Hodges.

L’esclusiva collaborazione tra DAZED 100 e Calvin Klein è giunta al secondo anno ed è attualmente visibile live qui. DAZED 100 è una lista interattiva che permette ai lettori di classificare i nomi che plasmeranno il futuro, tra cui attori, attivisti, artisti, stilisti, film-maker, make-up artist, modelli, musicisti, fotografi e stylist del mondo intero. Il pubblico potrà votare i nominati online fino alla mezzanotte di domenica 21 maggio 2017, quando verrà annunciato il vincitore di DAZED100 2017.

Più di due decenni fa, CK ONE lanciò il concetto avveniristico di profumo unisex, che finì per definire gli anni ‘90. Il minimalismo grezzo e l’estetica originale fecero leva sulla cultura giovanile e catturarono la visione d’individualismo dell’epoca. CK ONE è un simbolo d’espressione personale e interpretazione dell’ondata culturale incarnata dalla nuova generazione. Una tribù libera dalle etichette che rifiuta le barriere, le codificazioni e gli stereotipi della società.

CREDITI EDITORIALI: Dazed + CK ONE celebrano DAZED 100 con un party esclusivo a Londra
CREDITI FOTOGRAFICI: © 2017 Antony Jones/Getty Images

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Talia Chetrit Gut – Galleria 10·Corso·Como

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10·Corso·Como presenta Gut, la più ampia mostra personale sino a ora dedicata al lavoro dell’artista statunitense Talia Chetrit.

Talia Chetrit fa un uso schietto eppure ricco di sfumature dell’obiettivo fotografico, attingendo alla storia della fotografia mentre solleva interrogativi intorno ai temi della rappresentazione del sé, della sessualità e delle dinamiche di potere. Le sue immagini – tanto poetiche e provocatorie quanto attentamente elaborate – combinano intensità emotiva e qualità compositive: sono un esercizio critico su cosa significhi guardare un’immagine e su cosa si provi nel mettersi in posa per l’obiettivo, un’indagine sulle implicazioni formali del gesto di inquadrare e sulle dinamiche psicologiche che emergono quando diventiamo il soggetto dell’inquadratura.

Autoritratti, scene familiari, nature morte e fotografia di strada; nessun soggetto è escluso dalla pratica artistica di Chetrit, che si interroga sull’attuale validità dei “generi fotografici”, infondendo nelle immagini il candore della fragilità e il senso della provocazione. Il titolo della mostra suggerisce la molteplicità di significati che la parola “gut” evoca in inglese: oltre al suo significato letterale, la parola incarna metaforicamente idee di coraggio o di sfrontatezza, oppure indica una reazione emotiva viscerale o un istinto. In questo senso il titolo riflette la molteplicità di temi formali ed esistenziali che le opere contengono.

In quest’occasione, l’artista riunisce opere realizzate nell’arco di trent’anni, dal 1994 al 2023, ponendo in dialogo momenti differenti della sua ricerca artistica e della sua vita. Scatti recenti si affiancano a fotografie realizzate a metà degli anni Novanta – come Logo (1996/2017) e Face #1 (1994/2017) – in cui Chetrit, allora adolescente, ritrae le sue amiche d’infanzia. Qui i soggetti mostrano una profonda consapevolezza di essere osservati dall’obiettivo e, nonostante l’età, instaurano con la macchina fotografica un dialogo chiaro e intenzionale, con gesti e posture presi in prestito dalle riviste di moda, dal cinema e dalla televisione. Un’altra opera degli esordi, Murder Picture #3 (1997/2017), raffigura un’amica dell’artista mentre posa come vittima di un omicidio in quello che sembra essere un vagone della metropolitana. C’è dell’audacia e della tenerezza in quest’immagine, che ci mostra le sperimentazioni giovanili di una ragazza appena quindicenne ma in grado di citare un’opera seminale come gli Untitled Film Stills (1977-1980) di Cindy Sherman mentre esplora la fascinazione della nostra società per la violenza e il voyeurismo insito nelle fotografie di cronaca nera.

Ricontestualizzare foto scattate quasi trent’anni fa – quando la fotografia era poco più che una passione amatoriale per l’artista – corrisponde al tentativo di “appiattire il tempo.” Se consideriamo il tempo come il materiale per eccellenza della fotografia, questo gesto assume un doppio significato: da una parte sottolinea come, in quanto esseri umani, noi esistiamo nel tempo; dall’altra evidenzia come manifestiamo i continui mutamenti delle nostre sensibilità attraverso forme storicamente determinate, come la moda.

Il precoce interesse di Chetrit per la rappresentazione e l’auto-espressione dei soggetti femminili prosegue e si consolida in opere successive come gli autoritratti Untitled (Body) del 2018 e Self-portrait (Mesh Layer) del 2019. Un misto di messa in scena, esibizionismo e auto-parodia contraddistingue questi scatti dalla natura inafferrabile, in cui l’artista espone il proprio corpo seminudo. Puntando l’obiettivo su di sé, Chetrit appare nelle sembianze di un mimo improvvisato o mentre posa come musa di se stessa. In queste opere, sospese tra intimità ed eccesso, coesistono auto-riflessione e commento sociale: più l’artista mostra il proprio corpo più acutamente sfida le forme tradizionali di rappresentazione della femminilità, incoraggiando chi guarda a mettere in discussione la propria posizione e i preconcetti su come le donne esistono all’interno della produzione contemporanea di immagini.

Le relazioni famigliari hanno un ruolo centrale nella mostra, che include ritratti di ciascun membro della famiglia dell’artista: la madre – in opere come Mom (Ball) del 2022 e Ash (2021) -, il padre in Dad/Mesh (2021), il compagno e il figlio, che vediamo insieme in Untitled (Family #2) del 2021 o ritratti individualmente, come in Cat Boot Baby (2021) e Back (2016). Con un’ironia a tratti corrosiva, Chetrit smantella gli stereotipi famigliari, facendone emergere contraddizioni e incongruenze, usando il linguaggio della moda per stimolare una riflessione su come leggiamo le immagini. Sebbene Chetrit abbia realizzato campagne fotografiche per marchi di moda come Celine, Phoebe Philo e Acne Studios, nei suoi scatti artistici la moda emerga in filigrana, come uno degli elementi della sua ricerca sulle convenzioni sociali.

Le immagini di Talia Chetrit occupano uno spazio e un tempo difficili da definire: possiedono l’immediatezza di un’istantanea e la qualità un po’ sbiadita di un momento di vita fissato sulla pellicola, eppure di fronte ad esse abbiamo la sensazione di qualcosa che è stato attentamente pianificato, di una tensione verso gli aspetti compositivi e narrativi delle immagini, che l’artista esalta attraverso una precisa coreografia di pose e accessori.

Quella di Chetrit è un’arte della vicinanza estrema e di un’altrettanto radicale distanza. Accanto a fotografie che sono tanto intime quanto provocatorie troviamo anche vedute urbane realizzate con l’uso di un obiettivo telescopico: qui i soggetti, ritratti da lontano, sono anonimi e sfocati mentre l’artista – contrariamente a quanto accade con il resto della sua opera – non mostra alcuna connessione emotiva con lo svolgersi degli eventi, che osserva a distanza.

All’interno di questa gamma di sentimenti che spaziano dall’intimità al distacco, troviamo infine le nature morte, composizioni in cui gli oggetti sono investiti di una sorta di tensione psicologica. Il drammatico gioco di luci e ombre in un’opera come Angels (1995-2022) insinua un’idea antiquata e cinematografica di amore, attrazione e conflitto, come pure Rubber Nipple (2021) evoca il tema della genitorialità al di là di certe semplificazioni: in questa immagine la tettarella, cui il titolo fa riferimento, diventa una presenza misteriosa, un oggetto luminescente immerso nel buio. L’atmosfera malinconica di Studio Chair (2018), infine, suggerisce il legame tra seduzione e assenza.

Il lavoro di Talia Chetrit è ricco di contraddizioni che abbraccia e esplora, giocando con la finzione e, a volte, apparendo ingannevolmente diaristico. Ciascuna di queste opere ci invita a riflettere sulla natura sfaccettata delle relazioni umane e sui modi in cui i rapporti sono plasmati, omologati e perpetuati attraverso il dominio della rappresentazione.

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BAM OPEN AIR DESIGN 2024 – Torna la rassegna dedicata al Design Outdoor tra i prati di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, giunta alla sua quarta edizione

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Dal 2 al 5 ottobre torna BAM Open Air Design, evento ideato da Coima Image in collaborazione con la Fondazione Riccardo Catella, che mette in scena la relazione tra design e architettura nella suggestiva ambientazione dei prati e delle foreste circolari della Biblioteca degli Alberi, in stretto dialogo con il programma culturale di BAM.

Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione persegue la visione di Alida Catella, riconoscendo nei valori di rigenerazione, sostenibilità̀ e bellezza il futuro di ognuno di noi.

BAM Open Air Design 2024, a cura di Coima Image e MoscaPartners, svilupperà il tema di Natural Theatre integrando i principi innovativi del programma culturale di BAM, ideato da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale BAM, Fondazione Riccardo Catella, che da 6 anni offre oltre 300 appuntamenti all’anno sempre gratuiti per la cittadinanza e ispirati al binomio Natura-Cultura.

La Biblioteca Degli Alberi di Milano, cuore verde dell’innovativo quartiere di Portanuova, è per sua stessa essenza palcoscenico naturale, in cui l’intreccio tra molteplici forme d’arte interpreta un racconto corale con il design e la natura.

Un richiamo all’armonia intrinseca tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, che invita a riscoprirne la bellezza naturale e la necessità di un profondo impegno sociale per proteggerlo.

Nell’edizione di ottobre, saranno 12 le aziende leader nel design che parteciperanno alla manifestazione: Artemide, Bencore, Bi.Ci., Eco Contract | Living Ceramics, Florim, Gandia Blasco, Gessi, Kartell, Media, Poliform, Reboot x Garc e Tecnomont.

Ogni azienda esibirà la propria installazione collocata all’interno di uno degli iconici Red Circle, concepiti per accompagnare i visitatori del parco alla scoperta di un percorso espositivo open air, stimolandone l’interazione con i prodotti e l’ambiente.

Il progetto BAM Open Air Design continua a evolversi, mantenendosi fedele ai principi fondatori della sua prima edizione: la sostenibilità, accessibile a tutti, è il valore cardine nella selezione delle nostre aziende partner, tutte impegnate attivamente nella filiera dell’economia circolare. Il parco, aperto e senza barriere, offre a tutti l’opportunità di avvicinarsi al design e all’arte, dimostrando come queste espressioni culturali possano coesistere armoniosamente con la natura. BAM Open Air Design si configura così non solo come un evento, ma come un’esperienza culturale integrata, in cui la creatività dialoga con l’ambiente e promuove una consapevolezza ecologica e sociale” dichiara Alida Catella, CEO di Coima Image e VicePresidente di Fondazione Riccardo Catella.

Siamo molto onorati di lavorare con Alida Catella, per la realizzazione di BAM Open Air Design 2024 e di collaborare con BAM, progetto della Fondazione Riccardo Catella, parco pubblico divenuto punto di riferimento per la città di Milano. Per MoscaPartners questo è il primo progetto interamente dedicato all’outdoor e si sposa appieno con la nostra filosofia di esplorare spazi sempre nuovi, diversi e di interesse per la città di Milano. BAM Open Air Design 2024 è dunque un continuum sintonico con il progetto che abbiamo presentato durante la design week appena conclusasi. Infatti, qui lo spazio aperto e condiviso consente di aprire il mondo del design e del progetto a un pubblico più ampio e trasversale” afferma Caterina Mosca, Founder di MoscaPartners.

Con lo sguardo sempre proiettato verso il futuro, BAM Open Air Design 2024 ha coinvolto due importanti università̀ milanesi, rispettivamente legate al mondo del design e delle discipline artistiche, una relazione che il progetto porta avanti da più anni e che risponde alla continua ricerca di contemporaneità̀ del programma culturale di BAM. Gli studenti IULM e POLIMI sono stati chiamati ad interpretare il concetto di Natural Theatre, alimentando l’interazione tra due universi creativi per stimolare una nuova opportunità̀ di sviluppo per le persone e la comunità̀ di cui fanno parte.

A favorire la contaminazione tra arte, design, teatro, cinema, fotografia e musica, potenziandone il dialogo con la natura, BAM Open Air Design 2024 propone sulla scia di quella che è l’essenza della produzione artistica proposta dal palinsesto del parco che usa format multidisciplinari e diversi linguaggi artistici, attività aperte al pubblico, talk immersivi con ospiti di eccezione, performance teatrali, workshop e momenti di convivialità̀ realizzati in collaborazione con BAM.

BAM Open Air Design mira così a sostenere le azioni collettive a sostegno della comunità̀, abbracciando i principi di sostenibilità̀ e appartenenza nella realtà̀ urbana – alimentando l’impegno di tutti ad offrire il proprio contributo – che ispirano il programma culturale del parco e i valori fondanti della Fondazione Riccardo Catella.

BAM – Biblioteca degli Alberi Milano
Via Gaetano de Castillia 28, Milano
Mezzi pubblici
MM Isola (Lilla), Gioia e Garibaldi (Verde), Repubblica (Gialla)
Stazioni Milano Porta Garibaldi e Milano Centrale
Gratuito e aperto a tutti
Per alcuni appuntamenti è necessaria la prenotazione
Sito web: bam.milano.it
Email: info@bam.milano.it | IG @bam.milano | FB @BAMBibliotecaAlberiMilano

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AIR ACTION VIGORSOL porta a Milano i “SELF-LIBERATION DAYS”: un inno alla libertà di essere se stessi

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Il 5 e il 6 luglio in Piazza Gae Aulenti in Portanuova il brand ha dedicato due giorni alla celebrazione dell’iconico claim “Keep It Fresh” con un’installazione XXL e la partecipazione del famoso street artist Greg Goya.

Air Action Vigorsol, brand leader nel mercato dei chewing gum e sinonimo da sempre di freschezza, ha portato la sua freshness il 5 e 6 luglio Piazza Gae Aulenti in Portanuova con un evento dedicato alla “Self-Liberation”, l’evoluzione del significato del suo iconico claim “Keep it Fresh”, con un manichino di 3 metri di altezza che svettava al centro della Piazza – rappresentante il main character del nuovo spot “ Vigorsol Mannequins”. Nel TVC realizzato da BBH London, lanciato lo scorso giugno, le persone sono raffigurate come manichini, intrappolati negli stereotipi di un mondo omologato in cui, solo assaporando e masticando un chewing gum Air Action Vigorsol per la prima volta, grazie alla sua esplosione di freschezza, il protagonista acquisisce la fiducia necessaria per rivelare chi è davvero e liberarsi dall’ingombrante aspetto da manichino in cui era costretto.

I Self Liberation Days rappresentano il prosieguo della campagna di comunicazione del nuovo posizionamento del brand, che collega l’iconico claim Keep It Fresh al concetto di “Self-Liberation”: un invito, in particolare per i più giovani, a rivelare il vero «io» senza paura di pregiudizi e a liberarsi dagli standard che la società impone.

“Come Air Action Vigorsol vogliamo essere al fianco delle generazioni più giovani accompagnandole nella sfida che le vede più che mai protagoniste: la ricerca di un benessere individuale libero da stereotipi” – commenta Gloria Barbera, Senior Brand Manager di Perfetti Van Melle “Con i Self Liberation Days abbiamo fortemente voluto poter incontrare il nostro core target sul territorio per creare vicinanza e dar loro la giusta freshness per abbracciare il proprio vero io. Air Action Vigorsol non è soltanto un chewing gum, ma una vera e propria affermazione di individualità”

A rendere l’evento ancora più entusiasmante è stato l’esclusivo appuntamento di sabato 6 luglio con l’artista Greg Goya, celebre soprattutto sui social per esplorare il mondo dell’arte urbana creando opere di Fast Art. L’artista ha veicolato e valorizzato attraverso la sua installazione il messaggio chiave del nuovo posizionamento del brand, che si impegna a sostenere in particolare giovani della GenZ esortandoli a rivelarsi per come sono, senza omologazione e senza paura dei pregiudizi altrui. Per l’occasione, Greg Goya ha realizzato un’opera davvero di impatto: oltre 60 maschere – installate su un pannello dell’iconico blu di Air Action Vigorsol – pronte ad accogliere le risposte di tutti i passanti a una domanda davvero d’impatto: “Quale scelta ti ha reso libero?”.

Spinto dal desiderio di comunicare libertà e autenticità, ho scelto di unirmi ad Air Action Vigorsol per dar vita a qualcosa di straordinario.” – ha commentato Greg Goya – “Così è nato il Self Liberation Wall: una parete coperta da decine di maschere sulle quali ho invitato le persone a scrivere quale scelta li ha liberati dagli stereotipi e i limiti che impediva di essere veramente loro stessi, durante il proprio  percorso di vita. L’ispirazione mi è venuta dalle parole di Luigi Pirandello, che scriveva: «Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.» Mi sono chiesto quante di queste maschere avessi incontrato nella mia vita e ho trasformato queste riflessioni in un’opera che invita tutti a gettare via la propria maschera, per sentirsi finalmente liberi“.

Credits Self Liberation Days by Vigorsol

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