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Cine Mood

I luoghi della Mostra del Cinema di Venezia 2015

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IL CINEMA DECLINATO IN UNA CITTA’

Si è tutti un po’ veneziani. Sicuramente durante la Mostra del Cinema, si entra nel mood che rende Venezia un vero e proprio teatro dove si muovono ed interagiscono diversi attori con una connotazione fortemente politica, dove “polis” significa cittadini e visitatori o fan di un attore o un cantante, con un’unica domanda: “dove e come interagire con quello che vedremo”? Intorno al festival, infatti, si svolge quell’atto unico, la drammaturgia e il potere del Festival stesso, ovvero nei luoghi dove si svolgono le proiezioni, dove si tengono gli eventi e dove approdano le star e dove sono alloggiate.

Gli alberghi a cinque stelle del Lido vantano nei giorni del Festival il tutto esaurito ma vi sono anche le feste legate alla manifestazione da non dimenticare; in particolare sul celebre Lungomare Guglielmo Marconi, dove vi è anche il noto Hotel Des Bains set del film Morte a Venezia nel 1971 e dove ha sede la festa di chiusura della mostra.

Migliaia di turisti, spettatori, giornalisti armati di macchine fotografiche senza dimenticare le “glorie” del festival accerchiati dai flash dal Canal Grande, con la sua bellezza straordinaria per un giro in gondola, sino al Cannaregio con la sua vita notturna sorseggiando uno spriz o un calice di vino oppure provando piatti tradizionali lagunari fino al Dorsoduro (che ospita per esempio la Fondazione Gugenheim) per un tour nell’arte all’insegna della seduzione dell’arte. Ecco la vera cornice del Festival.

Nuova-Sala-Grande-(2)-(Foto-ASAC)È di questi giorni l’uscita dell’attesissimo calendario delle proiezioni per il pubblico della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera, che si svolgerà al Lido dal 2 al 12 Settembre e che permetterà di assistere a tutto questo. Molte le curiosità del pubblico da soddisfare non solo nel programma: il cast del film presenzierà o meno alle proiezioni per il pubblico in Sala Grande (di norma quelle del pomeriggio, preserale e delle 22)? Alle proiezioni alla Darsena riservate alla stampa e agli accreditati sarà difficile vedere qualcuno del cast? Inoltre a complicare il quadro generale quest’anno ci sarà anche la presenza del cantante Vasco Rossi e quindi si attendono arrivi anche dei fan per “Il decalogo di Vasco” di Fabio Masi. Come conviveranno amanti del festival e seguaci del Blasco nazionale?

Anche quest’anno, le proiezioni saranno ospitate nelle medesime sale dello scorso. Del nuovo Palazzo del Cinema rimane ancora solo il così detto “buco”. La capienza quindi sarà distribuita tra il Palazzo del Cinema con i suoi 1032 posti, la Sala Volpi e la Sala Pasinetti, la Sala Darsena con i suoi 1250 posti e la tensostruttura del Palabiennale di 1700 posti a sedere, oltre che la Sala Casinò e altre due piccole sale. Da segnalare l’iniziativa “100 anni in un minuto: compleanni speciali dall’archivio luce” ovvero un tributo a personaggi cinematografici nati nel 1915, tra cui grandi dive femminili del passato, italiane e straniere. Solo per citarne alcune: Ingrid Bergman in un cinegiornale che la ritrae nel 1963 con Anthony Quinn sul set di “La vendetta della signora”, Aven Ninchi con Aldo Fabrizi in una scena del film “Papà diventa Mamma” e Edith Piaf che nel 1947 canta alla festa di Beneficienza di Parigi. Il tutto avverrà prima della proiezione dei film della sezione Orizzonti. Il fatto che saranno preceduti da estratti dei cinegiornali dell’archivio storico Istituto Luce degli anni tra il 1947 al 69 crea una certa suggestione. Da segnalare, inoltre, altri nati del 1915, stavolta di sesso maschile, che verranno mostrati sempre nei cinegiornali: Orson Welles alla reggia di Caserta sul set di Waterloo di Sergei Bondarchuk, Frank Sinatra negli studi della Rai di Roma che canta nel 1953 Night and Day, Mario Monicelli che nel 1959 vince il Leone d’oro per La grande guerra e si presenta alla XX Mostra del Cinema di Venezia.

E per gli spettatori occasionali e i frequentatori non accreditati che vogliono però entrare nel mood della Mostra, ecco che il festival stesso crea uno spazio inedito, proprio da quest’anno, per generare una sorta di incontro, a titolo gratuito, tra l’arte cinematografica ed il suo pubblico. Un intrattenimento serale dove i personaggi noti delle proiezioni, nell’arena allestita all’aperto del Casinò, parteciperanno all’incontro/colloquio con i propri beniamini. Attesissimo quello con Vasco Rossi. E per concludere, la grande pre-apertura della mostra di martedì 1 settembre nel centenario dalla nascita di Orson Welles. Con una serie di eventi e concerti, ecco la proiezione di due dei suoi capolavori che hanno visto, in un certo qual modo, proprio la città di Venezia protagonista: Otello del 1951 e il Mercante di Venezia, del 1969. La pre-apertura si terrà in Sala Darsena al Palazzo del cinema, al Lido.

Un modo per sentirsi forse tutti, pubblico e non, davvero un po’ veneziani. Almeno durante il festival.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

Photo Credits: Asac – La Biennale di Venezia

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Cine Mood

Sanctuary: Margaret Qualley, la figlia di Andie MacDowell è diventata grande

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L’avevamo conosciuta vestita da hippie, canotta colorata, shorts e gambe lunghissime. E quei piedi messi con nonchalance sul cruscotto di Brad Pitt in C’era una volta a… Hollywood. Parliamo di Margaret Qualley, attrice in rampa di lancio e figlia d’arte: la madre è Andie MacDowell. È proprio Margaret Qualley il motivo migliore per vedere Sanctuary, il film che la vede protagonista assoluta, e in una veste inedita, in uscita al cinema il 25 maggio. La vedrete come non l’avete mai vista, con i capelli biondi, a caschetto. E anche cattiva, dura, sboccata. Ma sarà solo l’inizio di una serie di trasformazioni.

In Sanctuary Margaret Qualley è Rebecca, una dominatrice, una professionista del sesso. Hal (Christopher Abbott) è il suo cliente. Man mano che la storia procede, e svelano le verità, veniamo a sapere che fa parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune. Non può più permettersi di avere una pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle che tra loro è tutto finito. Ma il suo tentativo di tagliare i legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca ha una reazione inaspettata.

Rebecca, come lavoro, fa la dominatrice. È la donna sicura di sé (o recita quel ruolo?), la donna che non deve chiedere ma solo ordinare. Lo dimostra con il suo abito, un tailleur pantalone, e con la sua postura. Mentre dà gli ordini è seduta su una sedia, a gambe divaricate, proprio come si siederebbe un uomo. Ma il look con cui l’attrice appare in scena, all’inizio, ci colpisce ancora di più. I capelli biondi, lisci, a caschetto, che cadono sul suo volto e lo incorniciano, in qualche modo ne cambiano la fisionomia. Il viso da cerbiatto, nelle prime scene di Sanctuary, è ancora più evidente. I tratti del viso sembrano ancora più perfetti, la pelle levigata, le labbra rosse che lasciano intravvedere il più bel paio di incisivi visti dai tempi di Naomi Watts. L’appellativo per la Watts era di Woody Allen. Chissà che ne pensa di Margaret Qualley… La parrucca, una volta tolta, lascia spazio a quei riccioli neri e a quell’aria da bambina, come direbbe quella canzone, che abbiamo visto in film e serie precedenti. Quando quei capelli se li raccoglie in una coda alta a tratti sembra proprio di guardare sua madre.

Sanctuary non è solo un’altra prova della bellezza di Margaret Qualley, ma è soprattutto una grande prova di bravura. Mentre negli altri film in cui l’abbiamo vista in scena manteneva lo stesso tono per tutta la durata, qui Margaret Qualley è un caleidoscopio. Riesce ad essere ogni cosa: dura, complice, suadente, perfida, urticante.  Guardate, e ascoltate, attentamente il momento in cui pronuncia le parole “giuro fedeltà alla costituzione degli Stati Uniti”: lo fa con un tono di voce sensuale e languido che sembra voler dire tutt’altro. Intonazione, espressività: è il lavoro dell’attore. E in Sanctuary Margaret Qualley dimostra di essere una grande attrice.

Occhi piccoli e brillanti, blu, sorriso disarmante, i capelli ribelli, lunghi e ricci, il fisico slanciato, Margaret Qualley è stata suadente e maliziosa in C’era una volta a… Hollywood, in una breve apparizione che però ha lasciato il segno. È stata tenera, ferita e determinata nella serie Maid (disponibile su Netflix), di cui era protagonista assoluta nella parte di una donna vittima di abusi che lasciava il compagno e provava a farcela da sola con una bambina piccola. Una serie da vedere assolutamente. Ma la Qualley ha lavorato anche nelle serie tv The Leftovers e Fosse/Verdon e nei film The Nice Guys e Un anno con Salinger. È stata legata all’attore Shia LaBeouf e oggi è fidanzata con il musicista Jack Antonoff, leader dei Bleachers. Sanctuary è un altro tassello della sua crescita. È un film forse pretestuoso, troppo cerebrale, forzato. È un film che finisce come una commedia da Guerra dei Sessi anni Quaranta, senza esserlo mai stata. Il motivo per vederlo, però, ce lo avete. È Margaret Qualley.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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La Sirenetta: Halle Bailey, una giovane che perde la voce per ritrovarla

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Il canto delle sirene, come vuole la leggenda, è ammaliante e seducente. Vuole così anche la storia de La Sirenetta, fiaba di Hans Christian Andersen, diventata poi un famoso film d’animazione della Disney, e ora un film live action che arriva al cinema il 24 maggio. La giovane protagonista, Halle Bailey, come racconta il regista Rob Marshall, è stata scelta anche per la sua voce bellissima, proprio come quella di una sirena. La cosa migliore del film è proprio lei, bella, brava e convincente. Anche se, con il doppiaggio in italiano, non abbiamo sentito la sua voce nelle canzoni. Che, ovviamente, sono molto belle anche con la voce italiana.

Ariel (Halle Bailey) è una sirena adolescente con una bellissima voce e continuamente alla ricerca di avventura. È la figlia più piccola di Tritone (Javier Bardem), il Re gli oceani, ed è la più ribelle. Ariel è affascinata dal mondo in superficie, dove vivono gli umani, con cui il popolo del mare non può avere a che fare: è la volontà di Tritone. Ariel allora, con il suo amico, il pesciolino Flounder, colleziona oggetti del mondo degli umani che sono caduto sul fondale del mare e li conserva nella sua grotta segreta. Un giorno, andando contro le regole di suo padre e i consigli di Flounder e Sebastian, il granchio maggiordomo del Re, nuotando arriva in superficie. E si trova a salvare un principe da un naufragio. Ma questo lo sapete già.

Il canto delle sirene, dicevamo. Nella versione italiana de La Sirenetta ovviamente non ascoltiamo la voce angelica – così l’aveva definita il regista Rob Marshall – di Halle Bailey nelle canzoni. È normale, perché la canzoni, quelle note, soprattutto, vanno portata al pubblico in italiano, anche per il ruolo che hanno nella storia. È un peccato però non poter ascoltare la voce della giovane attrice. Che, in ogni caso, è bellissima. Ha un viso molto dolce, espressivo, un’aria ancora innocente, come prevede il personaggio, ma anche un sex appeal notevole. Il suo fisico slanciato, tonico, la rende credibile sia nelle evoluzioni marine come sirena che sulla terraferma, come ad esempio quando balla.

Le polemiche sulla questione dell’etnia speriamo siano ormai superate.  Scegliere una giovane donna di colore per un ruolo così iconico è stata una scelta semplice per Rob Marshall. “Il nostro obiettivo era trovare una persona che fosse incredibilmente entusiasta, brillante, vulnerabile, perspicace, e che avesse moltissima grinta e gioia”, ha dichiarato il regista. “Quando l’ho incontrata per la prima volta, Halle era così giovane e un po’ ultraterrena, e la sua voce era semplicemente angelica. In più, aveva un legame profondo con i temi delle canzoni che cantava”. “Stavamo semplicemente cercando l’attrice più adatta per questo ruolo, punto. Abbiamo provinato tantissime persone di qualsiasi etnia. Non c’erano secondi fini. Come regista, speri sempre di trovare un attore che sia capace di reclamare un ruolo e dire ‘questo ruolo è mio’. Questo è esattamente quello che è successo con Halle”.

Ed è proprio così. Dal primo momento che vediamo Halle Bailey nel ruolo di Ariel, non pensiamo più alla Sirenetta del cartone originale, ma vediamo lei come la Sirenetta in tutto e per tutto. L’attrice in questo ruolo è credibile, è simpatica. L’amore con la nuova Sirenetta scatta subito, alla scena – presa pari pari dal film d’animazione originale – dell’arricciaspiccia, quella in cui, parlando con il gabbiano Scattle, scambia una forchetta per un pettine. Ma ogni polemica sarebbe comunque stata inutile. Una sirena è una creatura fantastica, che appartiene a un mondo come quello del mare. E, come tale, può davvero avere qualsiasi aspetto, qualsiasi tratto. Così, tutto appare naturale quando, al cospetto di Tritone, appaiono le altre sorelle di Ariel, ognuna di un’etnia diversa. Come se il mare riunisse tutte le regioni della Terra in un unico mondo.

Ma Halle Bailey è anche, e soprattutto, una sirena in carne ed ossa. E per questo il suo personaggio è più tangibile, più reale. La sinossi ci dice che Ariel ha 18 anni. E questo nuovo film allarga il target, raggiunge e fa identificare non solo le bambine, ma anche le adolescenti. Ed è un bene. Perché la storia di Ariel è una storia di emancipazione e autodeterminazione femminile. La storia di una ragazza che perde la voce per ritrovare la sua voce. Per essere finalmente ascoltata. L’auspicio è che sia di modello a tante ragazze che provano a far uscire la loro voce: che questa voce possa arrivare forte e chiara.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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TOM CRUISE | MISSION:IMPOSSIBLE – Dead Reckoning – Parte Uno

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Tom Cruise torna al cinema con un nuovo capitolo di Mission:Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno
Questa è la loro missione più pericolosa.
Nelle sale cinematografiche dal 12 luglio.

SINOSSI

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt ( Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’ intera umanità.
Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate.
Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

Photo Credits: Paramount Pictures

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