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Il sustainable fashion nell’ottica dell’eco-mood a Pitti Filati

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Pitti è in assoluto, l’evento della moda che meglio la contraddistingue a 360 gradi. Forse per questo, parlare di Pitti Filati che si sta svolgendo in questi giorni a Firenze, non è compito facile, essendo l’ area di Pitti Immagine che presenta le aziende storiche dell’eccellenza della filatura su scala internazionale. Come recita il comunicato stampa: “Pitti Filati è un laboratorio di ricerca e allo stesso tempo autorevole osservatorio per le tendenze lifestyle del futuro. In scena l’eccellenza della filatura su scala internazionale al suo pubblico di buyer provenienti da tutto il mondo e designer dei marchi più importanti del fashion business, che arrivano a Firenze in cerca di spunti creativi“. Ed il tutto in Toscana, durante l’estate, quando la sua stessa area geografica accoglie turisti in un clima di piacere e divertimento ma orientata sempre ad un business della moda non mordi e fuggi, fatto di settimane, ma in una sorta di viaggio, originale e sempre diverso. Quasi fosse un viaggio nel cuore della moda stessa.

E così,se si è avuto modo di parlare in precedenti articoli di eco-mood e di sustinable fashion, mai come quest’anno, la piena trasparenza e la tracciabilità del processo, nel rispetto degli animali, dell’ambiente ed in generale dell’essere umano, sta finalmente cominciando a fare la differenza a livello internazionale con progetti concreti di cui si discute e si portano avanti non solo come idee ma realizzando fatti.

Si è svolto a Firenze, giovedì 27 Giugno, un interessante convegno organizzato da Confindustria toscana nord sul tema dove , all’interno delle manifestazioni promosse per Pitti Filati. In esso si è parlato molto anche di tracciabilità e, di nuovo, di come la sua indiscussa protagonista, sia proprio la lana. La lana, come si è avuto modo già di dire, da alcuni anni sta riacquistando un ruolo importante sulle passerelle della moda e rivitalizzando una popolarità che si era un pò sbiadita. Questo anche grazie a quello che si evince proprio negli ultimi anni, ovvero le grandi opportunità sulla sua innovazione a livello di prodotto.
Non solo quindi, come spesso si è detto, nell’ottica di quello che si è chiamato l’eco-mood, ovvero avere più coscienza nell’utilizzo dei materiali di origine animale, ma anche di quello che è proprio la sustainabile fashion, ovvero le sue “referenze ambientali” attraverso la tracciabilità della filiera dei suoi capi e degli animali che la compongono.
Una lana insomma, prodotta nel rispetto del benessere degli animali e come fibra riciclata, il convegno di Confindustria ha voluto dare un chiaro segno dei tempi che cambiano.
Finalmente il sutainable fashion entra appieno nell’ottica dell’eco-mood e lo declina, a modo suo, all’interno della sostenibilità complessiva del sistema moda, che , come lo stesso andrea Cavicchi, presidente della sezione moda della confindustria Toscana nord:” deve essere sempre più legata alla tracciabilità del prodotto e del processo produttivo. Il tema si affronta solo attraverso l’impegno corale di tutti i soggetti coinvolti, affinché gli strumenti di certificazione siano messi a punto insieme a tutte le aziende della filiera produttiva. Ovvero, partendo dalla produzione della materia prima e dal benessere degli animali nelle fattorie, controllando e tracciando tutte le fasi di produzione del tessuto e del filato fino alla realizzazione del capo. Solo così sarà possibile garantire al mercato e ai consumatori una piena sostenibilità del prodotto e del processo produttivo“.

Un convegno unico quindi, quello di Firenze, sulla tracciabilità e dal titolo accattivante di “traceability for the sustainability of the wool: the example of mohair and recycled textiles”, a partire dai suoi organizzatori che, come si è detto, è stato organizzato da Confindustria Toscana Nord, insieme a Textile Exchange, Mohair South Africa e Icea, nell’ambito di Pitti Filati. L’evento, organizzato tra convenuti attivi a livello internazionale e che già collaborano tra loro a progetti comuni che si stanno sempre più intensificando (si veda quello per la realizzazione del nuovo standard rms sul mohair tra la Confindustria toscana nord ed il “tectile exchange” e il “mohair south africa”) hanno offerto non solo spunti sugli standard di certificazione del benessere animale per le fibre (di lana e mohair) ma anche un focus sullo stato attuale dell’intero ciclo. Ne hanno parlato tra gli altri: Hanna Denes di Textile Exchange (organizzazione no profit internazionale attiva sul fronte del la sostenibilità delle produzioni tessili) , Lindsay Humphreys  Executive Director of Mohair South Africa, Paolo Foglia di Textile Certification Manager di ICEA e Doreen Chiang, di Filippa K, brand svedese fortemente impegnato in progetti di sostenibilità nella filiera di produzione del mohair.

Un modo di confrontarsi sul sistema delle certificazioni delle fibre animali RWS; di nuovi standard di certificazione delle fibre di Mohair RMS e concreta sostenibilità nella filiera di produzione del mohair.
Concludendo quindi, una sintesi di ciò che significa a livello internazionale l’eco-mood contemporaneo, nelle sue prospettive di qualificazione delle fibre riciclate ma offrendo anche la presentazione di risultati sempre più evidenti nell’impatto con il pubblico e con i compratori del settore moda sempre più interessati. Come infatti il progetto di sensibilizzazione verso la certificazione delle fibre riciclate portato avanti in collaborazione con Confindustria Toscana Nord sta ben dimostrando.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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Festa della mamma: caccia al regalo perfetto

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Mancano pochissimi giorni alla Festa della Mamma e la redaione di DailyMood.it vuole darvi una mano nella scelta del regalo perfetto.

Ecco per voi qualche consiglio.

In occasione della festa della mamma, Deha propone vestiti e tute trendy e comode, che assecondano i movimenti per esprimere sempre la propria personalità.
Il vestito in jersey è impreziosito dalla trama con aspetto fiammato e dal taglio asimmetrico che dona femminilità e personalità. La vestibilità comoda e rilassata garantisce una sensazione di piacevolezza e libertà di movimento.
La tuta presenta una tintura con effetto vintage che aggiunge un tocco interessante e distintivo.

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Arena, invece, propone costumi con dettagli monogram: un mix & matchy perfetto per essere indossato dalla mamma e dalla figlia, fuori e dentro dall’acqua.
Per le mamme arena propone il bikini a fascia Monogram, un costume che combina la praticità e il comfort di un due pezzi con lo stile sportivo e la praticità di un costume intero. Le spalline sottili e lo slip a vita bassa abbracciano la figura con eleganza durante i momenti di svago. Per le piccole nuotatrici, il brand leader nel settore swimwear, promuove il bikini bralette Monogram: un costume a due pezzi sportivo e chic con una stampa allover con scritte arena e finiture a contrasto.
Al bikini, è possibile abbinare la cuffia in silicone Team Stripe, decorata con bande con logo riprese dai modelli degli anni Settanta, e le flip flop rifinite con sottili cinturini con il logo arena, per uno stile versatile da indossare tutta l’estate.

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Intimo uomo: consigli per la scelta e per l’abbinamento

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Quando si parla di capi di abbigliamento intimo, è naturale pensare alla lingerie femminile, mentre in realtà anche la biancheria intima da uomo è di notevole importanza sia per il benessere e il comfort, sia per creare un look equilibrato e piacevole.

Prima di tutto, occorre considerare che anche nella scelta dell’intimo uomo, essendo a contatto con la pelle, è necessario valutare le doti di comfort e di morbidezza, e accertarsi che non provochi disagio, irritazione o allergia.

Ciò significa che per abbinare l’intimo maschile è bene prestare attenzione al design, al colore, alla propria personalità e alle preferenze, così come a tessuti, fibre e filati, anche perché i capi underwear si indossano per tutta la giornata.

Verificare attentamente la qualità del materiale

Come si è detto, l’intimo uomo richiede materiali e filati della migliore qualità, anallergici, traspiranti e resistenti ai lavaggi frequenti, con un riguardo particolare per gli slip, poiché alcuni tessuti possono facilmente causare infiammazione e fastidio.

Per chi pratica regolarmente uno sport, il consiglio è quello di preferire capi intimi tecnici oppure realizzati in fibre naturali, che garantiscano la totale traspirazione e che siano progettati appositamente per l’attività fisica.

L’intimo maschile di qualità, prodotto con materiali selezionati, offre una piacevole sensazione di benessere e comfort e rappresenta un vantaggio anche economico, in quanto resiste molto a lungo anche con lavaggi frequenti.

Colori e modelli per gli slip da uomo

La scelta tra slip tradizionali e boxer dipende dalle preferenze personali, si può dire però che gli slip classici non subiscono gli effetti della moda e sono perfetti in ogni occasione, anche perché disponibili in un vasto assortimento di colori e modelli.

I tradizionali slip maschili, a vita bassa e non eccessivamente sgambati, rappresentano quindi una scelta sempre valida, sia nel tradizionale colore bianco, sia in altre tinte neutre, come nero o blu, nei rigati e nelle piccole fantasie.

I giovani, e comunque chi veste casual, preferiscono spesso i modelli di slip più fashion, realizzati con colori e fantasie di tendenza e con il caratteristico elastico in vita, ben visibile sotto i jeans a vita bassa, dove è stampato il marchio.

Negli ultimi anni si sono diffusi molto anche i boxer, ispirati ai pantaloncini dei pugili ma più corti e aderenti, scelti e apprezzati soprattutto dagli sportivi, poiché offrono ottime qualità di comfort e di aderenza.

Maglieria intima maschile: come abbinarla  

Anche per l’uomo, la maglieria intima è fondamentale in qualsiasi outfit, soprattutto nei mesi invernali, quando è necessario proteggersi del freddo senza rinunciare al comfort e alla raffinatezza.

Oltre alle tradizionali t-shirt e alle canotte, considerate oggi un capo di tendenza, i capi classici della maglieria intima da uomo sono le lupetto e i dolcevita, che spesso vengono indossati anche come un elemento dell’outfit, sotto alla giacca o alla felpa.

Per i mesi più freddi sono da preferirsi capi intimi in lana, misto lana o cotone caldo e felpato, mentre in primavera o estate i filati più adatti sono il cotone o le fibre elasticizzate come la lycra, adatte anche per lo sport.

 

 

 

 

 

 

 

 

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MARC O’POLO – A denim story, un jeans più sostenibile

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A DENIM STORY
L’obiettivo è produrre jeans più sostenibili.

Dall’acquisto e approvvigionamento delle materie prime, al raffinamento dei nostri processi di tintura e dei metodi di lavaggio. Il nostro viaggio verso un processo di produzione più responsabile. It’s on us!

I processi di tintura e lavaggio nella produzione convenzionale del denim mettono a dura prova l’ambiente con un consumo significativo di acqua, energia e prodotti chimici. Per rendere la produzione di jeans Marc O’Polo più rispettosa dell’ambiente, ci concentriamo su tre pilastri. Questi ruotano attorno all’utilizzo di materiali più sostenibili, all’implementazione di tecnologie di tintura dei filati più responsabili e alla valutazione dell’impatto ambientale delle nostre procedure di lavaggio. Affinché un jeans Marc O’Polo soddisfi gli elevati standard del brand, deve rispettare almeno il terzo pilastro, garantendo così che il punteggio complessivo dei processi di lavaggio sia classificato come “processo a basso impatto”. Più pilastri vengono soddisfatti, più il denim è rispettoso dell’ambiente.

1. MATERIALI PIÙ SOSTENIBILI
Promuoviamo l’uso di materiali più sostenibili come Tencel™ Lyocell, poliestere riciclato, nonché cotone riciclato e organico. Utilizziamo solo cotone biologico certificato e riciclato per i nostri prodotti in denim.

2. METODI DI TINTURA PIÙ RESPONSABILI
Per rendere i processi di tintura più rispettosi dell’ambiente ed efficienti sotto il profilo delle risorse, siamo attivamente alla ricerca di soluzioni che richiedano meno acqua ed energia, riducendo al minimo l’uso di sostanze chimiche. Pertanto, diamo priorità alle tecnologie di tintura avanzate che richiedono un dispendio minore di tali risorse rispetto ai metodi di tintura convenzionali.

3. PROCESSI DI LAVAGGIO PIÙ ECO-FRIENDLY
Misuriamo l’impatto ambientale dei nostri metodi di lavaggio utilizzando il software EIM (Environmental Impact Measurement) di Jeanologia®, che monitora il consumo di acqua, il consumo di energia, l’uso di prodotti chimici e la salute dei lavoratori. Per garantire che il punteggio complessivo dei nostri processi di lavaggio sia classificato come “processo a basso impatto”, adottiamo soluzioni rispettose dell’ambiente come la tecnologia laser e utilizziamo tessuti denim particolarmente adatti a questo scopo. Oltre a ciò, utilizziamo tecniche come il lavaggio con ozono e le tecnologie delle nanobolle Ed infine pietre sintetiche riutilizzabili.

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