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Back to future: il fitness visto come mood. Intervista alla coach Francesca Bufalini

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Galeotta fu l’ America che ,qualche anno fa, lanciò la moda delle “private gym”, ma già negli ultimi anni, appena prima della chiusura per la pandemia, anche in Italia cominciavano ad avere un successo sempre più ampio le palestre “del futuro” focalizzate sulla soddisfazione di clienti sempre più esigenti e con meno tempo a disposizione per allenarsi. Le “e-gym” diventavano realtà anche qui. Una e-gym all’avanguardia, aperta proprio nel 2019 si trova a Pisa, e richiama nella sostanza questa idea già nel nome: “e-fitness twenty” ovvero allenarsi con allenamenti personalizzati tramite coach preparati e lezioni con macchinari simili a navicelle spaziali mettendo al centro il cliente. A partire dai servizi. Sempre più esclusivi.  Entrando nel centro, molto elegante ed accogliente, incontriamo Francesca Bufalini, la titolare. Ed è proprio lei che proverà a rispondere alla domanda “nuovo mood o trend di allenamento”. Può un allenamento basato sulla tecnologia EMS o la criosauna o macchinari “futuribili” -utilizzabili sempre  e solo sotto la supervisione di un trainer tutor, con sessioni di soli 20 minuti (come 2 ore di palestra normale)- soddisfare clienti sempre più esigenti? Sarà un nuovo mood o  un semplice trend?

Facciamocelo raccontare da chi è appunto nel settore del wellness da sempre , vive l’allenamento come stile di vite, con uno sguardo lucido proiettato sempre rivolto al futuro.

Buongiorno Francesca, grazie per aver accettato l’intervista, raccontaci di te e della tua esperienza nel fitness.
Buongiorno a Te Cristina ed a voi di www.dailymood.it e grazie per la esclusiva opportunità che mi date con questa interessante intervista on line, sono lusingata. La mia esperienza nel mondo del fitness e wellness inteso come stile di vita, trae le sue origini molti anni fa, nel lontano 1988, anno in cui appena 15enne in seguito ad un brutto incidente automobilistico, varcavo la soglia di un centro fitness tradizionale ed entravo in sala pesi per recuperare la mia muscolatura fortemente messa ko dopo un periodo forzato di immobilità di ben 6 mesi. Fu amore e prima vista! Probabilmente il mio DNA di figlia di ex atleta agonista ( mio padre è stato un celebre giocatore di pallacanestro labronico) emerse inconsapevolmente! Da quel lontano 1988 di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e siamo arrivati ad oggi, 2021 e di carne al fuoco ne ho messa assai….

Cosa ti ha portato in pochi anni ad investire in un centro totalmente votato alla tecnologia ed abbandonare il mondo delle palestre tradizionali?
Devi sapere, cara Cristina, che io ho insegnato per ben ventotto anni in svariati centri fitness tradizionali italiani e non;  il fitness era la mia grande passione ma la mia seconda occupazione, poiché in seguito alla laurea in giurisprudenza, ho lavorato per ben sedici anni in tre Istituti di Credito toscani. Nel 2016, già over 40enne, madre dei miei tre splendidi figli e secondo il comune pensare “ matura e attempata” ho lasciato il certo per l’incerto, consapevole di voler perseguire il mio sogno e consolidare la mia credibilità di professionista del settore sportivo verso una vera e propria realtà imprenditoriale. Ho ovviamente studiato il mercato , le tendenze, le statistiche europee in merito alle percentuali del fruitore medio del mondo “palestra” convenzionalmente inteso, appurando che solo una ristrettissima forbice compresa tra l’8 e l’11% degli italiani frequenta assiduamente un centro fitness tradizionale. Contemporaneamente ho avuto modo di testare su di me (addirittura nel momento in cui solcavo i palchi da atleta agonista nel body building)  l’efficacia degli allenamenti tecnologici presenti in Twenty Fitness Club e ti confesso che è stato FOLGORANTE! Come San Paolo sulla Via di Damasco è stata una conversione immediata! Mi sono innamorata delle sensazioni testate e soprattutto da imprenditore ho valutato gli ampi margini di guadagno e di profitto. Il resto è vita vissuta degli ultimi due anni, consacrata in un format che ha tenuto testa e la tiene tutt’oggi alla situazione pandemica che ha mietuto vittime numerose in questo settore sportivo, bistrattato e non adeguatamente tutelato dalle nostre istituzioni.

Sei felice di aver portato in una città come Pisa una nuova idea del wellness?
Sono orgogliosa e fiera di avere introdotto una eccellenza italiana nella provincia di Pisa. Ti racconterò questo aneddoto, sicura che ti entusiasmerà, vista la natura della rivista per cui lavori, dematerializzata ma assai fruibile e visibile da moltissimi lettori. Durante la pandemia dello scorso anno, dal mese di gennaio in Italia, tra i possessori di I – Phone Apple ha spopolato Clubhouse, il social della Voce, una novità assoluta perché basato sui contenuti, reali, veri, su ciò che si trasmette parlando in diretta con persone fisicamente collocate in tutto il mondo e contestualmente collegati. Diversamente da Instagram o Facebook, Clubhouse non ha filtri migliorativi o ritocchi: o arrivi con la tua voce ed i tuoi contenuti oppure crolli dopo dieci minuti di spazio vocale che ti viene assegnato. Ebbene, ho conosciuto moltissime persone, ho stretto importanti collaborazioni professionali, ho anche suggellato legami forti e quando il 25 maggio 2021 ho riaperto la mia Boutique Tecnologica, ho ricevuto visite da “amici” di Clubhouse da tutta Italia! Ecco che l’orgoglio è tanto proprio per queste ragioni. Sono riuscita a diffondere in tutta Italia il format Twenty, alla ricerca di un ulteriore coronamento di un secondo sogno: trovare un investitore a cui consegnare una nuova Twenty “chiavi in mano”, format, tecnologie, formazione staff e biennio di gestione, all inclusive!!!!

Tu hai vissuto in America. Come sta cambiando il modo di allenarsi degli italiani alla luce delle private gym?
Il modo di allenarsi in Italia è già cambiato! Ci sono tecnologie veramente avanguardistiche, Twenty è stata l’apripista, nel 2019 in cui ancora le gym tradizionali non erano state annientate dalla pandemia. Esistono oggi innovazioni tecnologiche che sfruttano avatar veri e propri o trainer esistenti all’interno della tecnologia stessa. Prendendo in prestito la tecnica del mirroring dal coaching, esiste una tecnologia fantastica, americana appunto ( e non è un caso) che prevede un maxi schermo ultrapiatto a cui son collegati dei cavi e una miriade di possibili esecuzioni di esercizi, comprensivi di un trainer digitale che guida nelle sessioni di esecuzione. Inoltre in Italia è molto apprezzato in questo momento pandemico, il training “one to one”, che garantisce non solo maggior privacy e sicurezza, con assoluto non assembramento, ma soprattutto la totale riservata ed esclusiva professionalità del trainer per il solo cliente in sessione di allenamento. Non è poca cosa se ad esso si unisce una location esclusiva e moderne concezioni di raggiungimento dell’obbiettivo.

Secondo te  la tecnologia EMS e Vacufit sono un nuovo mood o un trend attualmente? Questa domanda mi fa sorridere, perché è come se io e te fossimo compagne di squadra durante un match di pallavolo e tu mi avessi appena alzato la palla che mi appresto a schiacciare! Le tecnologie EMS TRAINING e VACUGYM sono assolutamente un nuovo mood, direi oramai consacrato ed accertato. Quei famigerati “twenty minutes” da cui ho tratto lo spunto per il mio marchio consentono veramente di ottimizzare il proprio tempo destinato alla propria remise en forme, alla propria performance, al rassodamento e tonificazione, all’esaltazione della massa magra e, traguardo di questo 2021, all’approccio medicale vero e proprio. In soldoni: in venti minuti accelero il mio metabolismo, induco il mio dimagrimento, rassodo e tonifico i miei muscoli e curo il mio mal di schiena, le lombosciatalgie, recupero il pavimento pelvico e i prolassi nei clienti più maturi e , se da poco sono diventata mamma, ho modo di velocizzare i tempi di ripresa dopo un parto cesareo. Non è meraviglioso? Lo so, sembra impossibile ma E’ REALE. Tutto questo è permesso dalla sinergia del lavoro isometrico volontario condotto e guidato dal trainer, con l’impulso di un vero e proprio moderno elettrostimolatore, che induce alla contrazione involontaria muscolare quintuplicando l’efficacia del lavoro isometrico! I venti minuti del miracolo equivalgono a più di un’ora e mezza di allenamento. Due allenamenti settimanali consentono di vedere risultati importanti entro il primo mese di lavoro. La VACUGYM dal canto suo è una vera e propria passeggiata futuristica nello spazio, a bordo di un tapis roulant / navicella spaziale che ospita il cliente al suo interno, per una camminata sottovuoto, contrastando la forza di gravità insieme al calore di raggi infrarossi, che agiranno per consentire un vero e proprio dimagrimento localizzato nelle zone tipicamente più critiche per l’universo femminile: glutei, fianchi, addome, culotte de cheval, cosce e ginocchia. La VACUGYM è la più efficace risposta per la risoluzione delle problematiche legate all’accumulo di grasso e degli inestetismi della cellulite. L’effetto vacuum (sottovuoto) attiva la perdita di grasso e l’eliminazione di tossine (tramite l’incremento della temperatura) e riduce il ristagno dei liquidi in eccesso. Inoltre, ecco anche qui il risvolto medicale, agisce anche sulla circolazione eliminando la sindrome dei piedi freddi e migliorando l’elasticità della pelle.

Mentre la criosauna? Spiegaci cosa è e come funziona. Come la utilizzi nel tuo percorso?
La Criosauna è la punta di diamante della boutique tecnologica, con orgoglio ti comunico che io possiedo l’unica Criosauna in tutta la provincia di Pisa. La tecnologia, veramente miracolosa, si basa sul principio della crioterapia sistemica, considerata il rimedio per sciogliere i grassi (azione metabolica), ringiovanire pelle e tessuti, recuperare più velocemente l’affaticamento muscolare nonché ridurre ed eliminare le infiammazioni. La Criosauna sfrutta le fisiologiche reazione dell’organismo umano alle temperature sotto lo zero (maggiore circolazione, ossigenazione e conseguente attivazione del Sistema Nervoso Centrale) e dona effetti benefici a lungo periodo ( riduce gli stati ansiosi + flusso di sangue – infiammazione articolare + sistema immunitario + attivazione del metabolismo – stress ossidativo delle cellule), tutto ciò tramite l’azione dell’azoto liquido ad una temperatura prossima ai – 180° resa sopportabile grazie all’assenza di umidità. Dal sollievo di contratture muscolari più o meno profonde, alla cura delle infiammazioni articolari, al recupero post traumatico (contusioni, ematomi, abrasioni) fino alla cura e sollievo della psoriasi, l’efficacia della criosauna risulta molteplice. Non da ultimo consideriamo anche l’aspetto fortemente “figo” e attinente alla “legge della scarsità” della tecnologia, quasi sconosciuta ai più e molto blasonata, molti clienti tifosi calciatori mi chiedono della Criosauna in seguito alla notizia che il mio stesso modello è posseduto da Cristiano Ronaldo!!

Bruciare più calorie in meno tempo. Come vengono sollecitati i muscoli con  l’elettrostimolazione in allenamento?
Bella e fondamentale domanda Cristina grazie ! La stimolazione muscolare ottenuta grazie all’ausilio del device MIHA BODYTEC impatta fino a CINQUE volte rispetto una volontaria contrazione!! Ti spiego meglio. L’EMS TRAINING è una attività consentita a tutti i fruitori compresi tra i 16 e 96 anni. Unico divieto assoluto vige per i portatori di un peacemaker. L’attività è sicura e divertente, altamente performante, dimagrante, rassodante e pure medicale, visto che allevia i dolori lombo sciatalgici, il mal di schiena, consente i recuperi dei prolassi e delle prostatiti, come ti accennavo alla risposta 5. Il cliente approccia questo modo innovativo di allenarsi vestito in un modo adeguato, ossia “imbragato” con una divisa particolare, un giubbotto e delle fasce per cosce, braccia e glutei che contengono elettrodi. Così vestito verrà collegato al device principale, dal quale partirà l’impulso elettronico che andrà ad agire e coinvolgere i distretti muscolari volontari (esclusione e totale sicurezza per il miocardio quindi). L’allenamento in EMS TRAINING consiste in una serie di posizioni statico dinamiche assunte grazie alla guida dell’operatore EMS; chi si allena deve solo ricordarsi di contrarre i propri muscoli volontariamente controllando la inspirazione e la espirazione. Ebbene, durante questa contrazione volontaria subentra sovrapponendosi anche la contrazione involontaria garantita dall’impulso elettronico derivante dal device stesso. Questo gioco di contrazione muscolare volontaria e involontaria fa sì che questi venti minuti equivalgano a ben più di un’ora e trenta di ginnastica convenzionale! Pazzesco. Innovativo e sconvolgente.

Tu sei anche Coach.  Addirittura hai una saletta in cui segui i tuoi clienti per le anamesi offrendo loro un caffe’ ed un momento di relax nel segno del mood del benessere. Non pare però che allenarsi con te sia meno faticoso di altri metodi di allenamento. Dove risiede quindi il tuo segreto? Nel raggiungerli in poco tempo? L’accellerazione del metabolismo? O la tua capacità di intuire le esigenze di chi si affida a te per ritrovare la forma fisica?
Mi lusinghi e stuzzichi al contempo Cristina. Effettivamente per chi non provi le mie tecnologie, tutto questo può apparire molto bello ma poco efficace, restando ancorati a sensazioni e credenze limitate alla realtà fitness tradizionale. Invece è esattamente il contrario. La tecnologia impatta e performa in maniera imparagonabile rispetto all’allenamento convenzionale. Il format Twenty nasce proprio con l’esigenza di stravolgere i vecchi stili, le tradizioni, in nome di una ottimizzazione in primis del tempo necessario per conseguire dei risultati visibili (già dopo un paio di settimane quanto in cm ma addirittura già dopo una seduta singola quanto a efficacia e doms). Subentra poi l’esigenza della igiene e sicurezza massime garantite dall’altissimo livello di accoglienza e dallo spogliatoio singolo oltre che dall’allenamento sempre rigorosamente one to one. Per quanto riguarda l’accoglienza e l’anamnesi sono il frutto di una ricerca della perfezione nell’approccio empatico al cliente: chi cerca un miglioramento, che sia fisico, o psicologico, o personale ha necessità di creare un rapport con il tecnico, operatore o coach che si trova davanti. Svelarsi davanti ad una buona bevanda calda in inverno o sorseggiare una tisana o una spremuta fresca in estate “scioglie il ghiaccio” e  consente di creare empatia e feeling per consigliare la giusta soluzione e guidare nel percorso da intraprendere.

Concludendo,  secondo te è un nuovo mood o un trend di allenamento”? Può un allenamento come quello che proponi nella tua palestra, basato sulla tecnologia EMS o la criosauna o macchinari “futuribili” -utilizzabili sempre  e solo sotto la supervisione di un trainer tutor, con sessioni di soli 20 minuti (come 2 ore di palestra normale)- soddisfare clienti sempre più esigenti? Sarà un nuovo mood o  un semplice trend?
Con sicurezza e sorridendo ti rispondo senza ombra di dubbio che questo non è un semplice mood, non è un capriccio del momento o un tentativo di trovare alternative in un settore che ha subito gravi conseguenze in questo biennio pandemico. La tecnologia di Twenty dirige l’evoluzione del concetto di allenamento. L’analisi nel tempo del fenomeno di crisi del fitness tradizionale ha portato alla ribalta i gap in cui si sono inserite le tecnologie: innovative, ottimizzanti, impattanti e maggiormente performanti. In continua evoluzione, già io sto pensando a nuovi progetti e implementazioni del format originale, nuove tecnologie, nuove e decisive soluzioni per soddisfare sempre più palati esigenti. Per questo, come sempre recito nei miei post social, invito tu e la redazione a canticchiare il mio ritornello “STAY TUNED…..STAY TWENTY!!”

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

 

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DailyMood.it interviewed Asian-American supermodel, actress and advocate JULIA LEE

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DailyMood.it interviewed Asian-American supermodel, actress and advocate JULIA LEE (@ItsJuliaLee) she has walked numerous international runways, graced covers such as Harper’s Bazaar and L’Officiel and has been the face of some of fashion’s top brands and beauty all over the world to the point of becoming one of the most sought-after models of his generation. Now embarking on a new journey, she is honing her acting skills and moving on to work in television and film, following in the footsteps of some of her contemporary role models such as Cara Delevingne and Emily Ratajkowski.

Born just outside of Philadelphia, Lee is of Chinese and Vietnamese descent. An advocate for better representation of Asian Americans in the media and fashion world (known for their limited selection of Asians in the industry), she is working tirelessly to end stigma and stereotypes and for a more inclusive industry.

DAILYMOO.IT We know that as a young girl you were a talented pianist. What did music represent for you?
JULIA LEE:
When I was young, playing piano felt more like I was living out my mom’s dream than mine. I wanted to play sports. Looking back, I really appreciate the skillsets they embedded in me such as memorization, focus, and consistency. Playing a song 10 times perfect in a row before I could go to bed will do that to you.
During the pandemic, I found myself drawn to the songs of my youth. It brought out a youthful joy from deep inside me to relive my childhood music through a new expression of my grown self. In a way it reminded me of that feeling when anybody could listen to and connect with the playing – which I did not necessarily fully appreciate as a child. Anyone can connect with my expression. There are no words, just sound.

Julia Lee – ©Kezi Ban

DM: Art has many faces, do you feel like an “Artistic” person?
JL: Absolutely. I think everybody is artistic. It’s just about finding a medium to channel ones expression. Growing up, it was through sewing my own belts and making jewelry. Now, it comes out even in simple things like cooking.
I think being artistic means doing something with love and putting passion, fire, and life into it. If I sit in a chair and am naturally posing and expressing myself with my body, that’s artistic. You can literally be artistic with anything and everything you do in life!

DM: How did your modeling career start and what is the best memory you have of this profession?
JL: As a teenager, I was scouted at my local mall for Philly Fashion Week. I was picked as 1 of 10 finalists to walk the show, but my Mom wouldn’t let me participate. After thinking about “what if” for a year, I tried out the next year. When I was picked, I didn’t tell my parents and skipped school to do the fashion show. The REBEL was born!
My favorite memory was shooting for the cover of Harper’s Bazaar Vietnam. I worked with an incredibly talented team including stylist Kevin Parker who heads Philly Fashion Week with Kerry Scott. Philly Fashion Week is where my modeling career started, so it was one of my full circle moments. Vietnam is where my father, who had passed not long ago, was from. I may not have known it in the moment, but the kismet was undeniable. This whole journey of pursuing modeling as a career was not always smooth. My traditional upbringing did not lend itself to the wanderlust career of modeling, and my parents unknowingly made sure I knew that. There were moments where I felt unsure if I was making the right decisions because it felt like everyone close to me wanted me to go on a different path. So getting this cover was an affirmation in my belief in myself, and that chasing my dreams was worth the leap.

DM: What does it mean to you to be an Asian model? Have you found particular difficulties in establishing yourself in the fashion world?
JL: Being an Asian model means that I am being picked or cast by clients with one of the fundamentals reasons being: I am Asian. There was meaning behind picking me: whether that is to effectively market to a certain group (often the “Woke Approval”), or to fill a specific role (the “pretty Asian girl”). Asides from filling checkboxes, being hired as solely a model means that I am being picked because of statistics like my measurements and how I fit the clothes (plus being likable – which helps determine who clients decide to work with).
The biggest difficulty I face is feeling like I’m not being seen. I’ve been told by the industry that I’m too pretty, I’m not Asian enough, that I just don’t fit their standard for how they think Asians should be portrayed (which is looking exotic or traditional). As an Asian American, specifically a mix of Chinese and Vietnamese, I often felt like I didn’t fit in the box that clients, casting directors, and agents wanted to put me in based on seeing my stats like Asian ethnicity, height, hair color, eye color, etc.

DM:  In this regard, we know that you are particularly active in improving the representation of Asian Americans in the media and in the world of models. What does it mean to be “Activists” nowadays?
JL: I think being an activist means taking action towards a cause for the greater good with the intention of making a positive impact. I think it’s about moving through life pushing for a purpose that’s much bigger than oneself. It’s about inspiring others to think about the way they act and make a change collectively.

DM: Are you attracted to the world of the ‘seventh art’? In what kind of film would you like to act?
JL: While I will always cherish my experiences as a model, I’ve been exploring new creative outlets and have been pursuing more acting opportunities. I’m ready to express myself through words, body language, and bring characters to life in a way that modeling doesn’t always allow for.
I would love to play the role of a professional athlete. I admire professional athletes for how committed and in love they are with their sport. I think I could bring my experience playing piano to the table to make for a dynamic leading role. It would certainly be interesting to highlight a female Asian athlete since they are almost entirely overlooked, and severely underrepresented.

DM: What would you recommend to a girl who wants to start your profession?
JL:
Take your time with it. Your career is not over once you hit 18 years old. Be yourself, that’s the best selling point you have rather than trying to fit into what you think the industry wants you to be. The camera does not lie and picks up what’s real – like your emotion and imperfections, so it’s important to make sure you’re bringing your true self forward.

DM: Can you tell us about your future projects?
JL:
I just returned from the British Virgin Islands where I modeled at Summer Sizzle, an international fashion and lifestyle event. I walked for many designers and created some interviews with them that I am really proud of and will be posting on social media soon. It was nice to have intimate moments, getting to know the designers one-on-one, since during fashion shows quality time to just sit down and talk is nearly impossible.    

I plan to go to NYFW and attend and walk some shows. After that, I’m planning a trip for Fall or early Winter to travel to Vietnam and connect with my Vietnamese heritage. In between model bookings and content creation, I’m focusing on my acting and building my brand.

Photo/ Najah Mansur @munglassy

DM: Social Media: how important have they become for a person who does your business?
JL: Very important! I can’t name a casting or audition where I didn’t have to put down my social media handles. It lets clients get to know you a bit better than a 2 minute audition tape. The added colour is invaluable to maximizing the impact of marrying your interior with your exterior.

DM: Do you find it right and correct that often fashion and the choice of models, is influenced by social media?
JL:
Absolutely. I think nowadays, clients want to know more about the model before booking. After all, there’s more to it than being just a pretty face. Today, I think that there is a lot of crossover between models and “influencers” when clients book talent. I think ideally a client should book a model who is experienced with posing & walking, and it’s a plus if they have a social media presence. This industry is competitive and social media brings another layer to it. I think it is a positive when the social media is an additive to the model, but not the defining factor. Think of it as more of a partnership with You than just hiring your looks.

DM:Do you like Italy? Can you leave a greeting to all DailyMood.it readers who will soon read your interview?
JL:
I LOVE Italy! I’ve lived in Milan for a total of 7 months and had life changing experiences. I related to the cultural similarities like the importance of food bringing the family together and even little things like hang-drying clothes. I would love to visit Capri next. My friend recommended La Minerva Capri to stay. I heard it’s a beautiful romantic getaway!

Ciao, sono Giulia. Sono entusiasta di condividere con voi qualcosa su di me e spero di poter venire presto a visitare l’Italia!

Grazie a te Julia dalla Redazione di DailyMood.it

di Emma Mariani

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Venezia 80 dietro l’obiettivo. Intervista a Matteo Mignani

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La redazione di DailyMood.it ha intervistato Matteo Mignani, il fotografo che per tutta la durata del Festival, ci ha accompagnato con i suoi incredibili scatti.

DAILYMOOD.IT: Ciao Matteo, si è appena conclusa l’80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un commento a caldo su questa edizione.
MATTEO MIGNANI: Commento a caldo!
Ancora un Leone assegnato, ancora mille discorsi sentiti su film che non potevo vedere durante in festival! Che voglia di andare al cinema!

DM: Come è la giornata tipo di un fotografo durante la Mostra del Cinema ?
MM: Dipende molto dal tipo di clienti, ma di norma ci si abbronza al mattino sul molo dell’imbarcadero per pizzicare gli arrivi delle star, poi si possono coprire i photocall – il momento più ravvicinato – o salire nelle stanze a raccontare preparazioni e acconciature e quindi, in nero elegante, cominciare a rafficare sul red carpet delle 16, quello delle 18, quello delle 20 e a volte quello di mezzanotte… se non si è a coprire feste varie. Per poi andare a scegliere e inviare tutto il materiale della giornata! (Esatto, non ho menzionato tramonti, cene o aperitivi)
Ripetere per 12 giorni.
DM: Ormai sono anni che sei presente a questo importantissimo evento cinematografico. Cosa è cambiato, secondo te, nel corso degli anni?
MM: Nulla.
Guardo i video dell’istituto Luce degli anni 60 ed è deliziosamente uguale. Cambia solo la tecnologia che ti porta a mandare 500 foto tre volte al dì invece che una manciata di rullini.

DM: Hai promesso di essere sincero, cosa ne pensi di questa sovrappresenza di personaggi, anche distanti dal mondo del cinema, sul red carpet? E quanto incide questo sulla presenza dei grandi BIG del cinema, se secondo te incide.

MM: È tutto nella logica di un evento di questa portata, anzi penso che chi si indigna o si stupisce sia molto miope: ci sta una torre rossa gigante a ingresso carpet con i loghi degli sponsor. Questi hanno biglietti a disposizione e giustamente devono fare contenuti. Con chi pensate li debbano fare?
Non incide, anzi, più sponsor uguale più festival!
Gli attori fanno un altro mestiere e sotto festival hanno programmi serrati di promozione film…


DM: Questa edizione della Mostra del Cinema ci è parsa un po sottotono, sei d’accordo o essendo li presente, l’energia è stata differente?
MM: Sono d’accordo. L’ho notato scattando Jessica Chastain (una delle poche real star)… quando ci stanno i volti veri, quando gli appassionati di cinema urlano e vibrano anche noi sentiamo l’energia, si fa meno fatica, vale la pena stare lì! 
Poi per chi va in sala 3 volte al giorno forse cambia relativamente…

DM: Quale è lo scatto fatto a Venezia, che ti ha reso più orgoglioso?
MM: Eh 20.000 a festival, per 12 anni… 
Ne scelgo due. Uno che ora sta a casa di Saverio Ferragina, la persona ritratta, nonché agente di Giovanna Mezzogiorno colti abbracciati esultanti in un “controcampo” di una premiazione
E poi uno scatto di Philip Seymour Hoffman con uno sguardo indolente e quasi doloroso. Manca.

DM: Ci vuoi raccontare un aneddoto da “dietro l’obiettivo” che ricordi con particolare simpatia?
MM: Beh nella bolgia dei fotografi non c’è pietà e il battutaro è sempre carico.

DM: Non possiamo non parlare di moda… L’outfit maschile che ti è piaciuto di più, e quello femminile.
MM: Il Gucci di Jessica Chastain ha insegnato a tutti come sono fatte le superdonne
E sul maschile ti parlo di Ivan, il coordinatore carpet ahah, un completo lilla fantastico!

DM: Quale è la star che non vorresti mai smettere di fotografare sul red carpet?
MM: Ana D’Armas

DM: Ultima domanda, da fotografo, quanto è importante per te essere presente sul red carpet?
MM: È un lavoro. Non facciamo nulla di importante. È frivolo, è superfluo, è transitorio, è showbiz!


di Emma Mariani per DailyMood.it

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Selene Calloni Williams annuncia una data dello spettacolo “KIintsugi, ripara le ferite dell’anima” al Teatro Orione di Roma il 1 dicembre 2023

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Selene Calloni Williams annuncia una nuova data del suo spettacolo “Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vita, che sbarcherà al Teatro Orione di Roma il prossimo 1 dicembre 2023 alle ore 20.00 dopo il debutto milanese dello scorso maggio, andato sold out in pochi giorni dall’apertura della vendita dei biglietti.

Lo spettacolo, ispirato all’omonimo libro dell’autrice, vede in scena Selene che, in un’inedita rappresentazione teatrale,  accompagnerà il pubblico in pratiche meditative e rituali per riparare le ferite dell’anima, superando ansie, sensi di colpa, rabbia, insoddisfazioni e ritrovare libertà, entusiasmo e gioia di vivere.

Sul palco anche gli attori Michelangelo Chini e Dasha Shumilova che insieme a Selene e accompagnati dalle potenti sonorità dei tamburi taiko racconteranno la commovente storia della guerriera Tomoè.

Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vitaintreccia musica, narrazione e pratica rituale con il coinvolgimento del pubblico. Il kintsugi è l’antichissima pratica giapponese di riparare gli oggetti rotti con l’oro. Rappresenta la possibilità di trasformare le nostre ferite fisiche ed emotive in una eccezionale occasione di crescita e cambiamento.

Dopo il grande successo con sold out del debutto milanese al Teatro Manzoni lo scorso 7 maggio, la  data romana rappresenta una nuova tappa di un entusiasmante percorso verso la piena realizzazione di se stessi e della propria felicità.

I biglietti per la data del 1 dicembre 2023 al Teatro Orione di Roma sono in vendita dal 1 settembre a questo link: https://selenecalloniwilliams.com/event/kintsugi-il-libro-diventa-spettacolo-al-teatro-orione-di-roma/

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