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Viaggio nell’Irlanda di “Mary e lo spirito di mezzanotte”

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Un itinerario tra le località, i profumi e i piatti importanti per la storia

Per realizzare “Mary e lo spirito di mezzanotte”, arrivato nelle sale italiane, Enzo D’Alò è stato settimane in Irlanda. Potrebbe sembrare strano perché è un film di animazione, ma, come ha sottolineato lo stesso regista in alcune interviste, tutti i luoghi del suo ultimo capolavoro sono reali e l’Irlanda e lo spirito irlandese sono protagonisti della storia.

In fase preparatoria, D’Alò ha trascorso mesi sull’isola di smeraldo con un gruppo di disegnatori, “fotografando ogni singolo luogo e respirando le atmosfere festose” dublinesi. Sulle tracce del romanzo dell’autore irlandese Roddy Doyle, il cui coinvolgimento diretto è stato molto importante, hanno girato mezza isola, incontrato molte persone, mangiando e bevendo con loro e andando anche nella zona di Wexford e alla famosa scuola di cucina Ballymaloe, vicina a Cork.

Il viaggio irlandese presente nel film è così vivido e reale – come lo è il verde di cui anche il regista ha parlato – che può essere l’idea originale di una vacanza in Irlanda per vedere dal vero località e borghi. I colori sono bellissimi in ogni stagione ed è quindi perfetto anche nei mesi invernali, per ripercorre a caldo i passi delle protagoniste Mary, Emer, Scarlett e Tansey.

Nelle scene iniziali, in primo piano c’è l’autostrada M11, che segue un lungo tratto della costa est, nell’Ireland’s Ancient East. Il film prende il via con un viaggio da sud verso nord e volendo tracciare un’idea di percorso per una vacanza si può atterrare proprio a sud, a Cork, e far cominciare l’itinerario da uno dei luoghi chiave del film.

La scuola di cucina e la ricetta del film

Cork può essere considerata la capitale gastronomica d’Irlanda e la scuola di cucina tanto importante nel film esiste davvero: è la Ballymaloe Cookery School (www.ballymaloecookeryschool.ie), un luogo affascinante che si trova a Shanagarry, in mezzo alla campagna della contea di Cork. Ospita una farm biologica, giardini e serre e a chi vuole seguire i suoi corsi professionali (gli studenti arrivano da tutto il mondo) offre la possibilità di soggiornare in alcuni cottage in perfetto country style irlandese.

La sua co-fondatrice Darina Allen, famosa chef e autrice di oltre 20 libri di cucina, fa parte, tra le altre cose, dei membri fondatori dei Farmers’ Market ed è leader di East Cork Slow Food Convivia. È molto contenta che la Ballymaloe Cookery School sia entrata in un progetto corale così bello e le ricette tradizionali presenti nel libro donato dalla nonna Emer a Mary sono state scritte da lei. Oltre a quelli per aspiranti professionisti, la sua scuola offre corsi brevi tematici (anche online) adatti a tutti di mezza giornata o di una giornata intera e vale la pena iscriversi per sperimentarne la coinvolgente atmosfera.

Il celebre piatto popolare del film, che sa di tradizione e passione per la cucina, è il Colcannon, ideale per i mesi freddi proprio per gli ingredienti di stagione con cui è fatto. Ogni famiglia ha il proprio segreto, ma per provarlo e portare nella propria cucina un po’ di suggestione irlandese, vale la pena provare la semplice ricetta regalata alla produzione proprio da Darina Allen.

Dosi per 4 persone:

  • 350 di verza;
  • 900 kg di patate “vecchie” simili alle Golden Wonders o alle irlandesi Kerrs Pinks;
  • 225 g di latte intero bollente;
  • Sale e pepe appena macinato;
  • 50 g circa di burro

Mettere le patate con la buccia, ben pulite, in una pentola, coprendole di acqua fredda; aggiungere un bel pizzico di sale e avviare la cottura. Dopo circa 15 minuti circa, scolare i due terzi dell’acqua, e ultimare la cottura a fuoco molto lento con il coperchio chiuso. Tagliare il cuore della verza a julienne, scottarla in poca acqua bollente fino a renderla morbida, scolare, condire con sale, pepe macinato al momento e un po’ di burro. Appena le patate sono cotte, portare a ebollizione il latte, eliminare la buccia, schiacciarle velocemente mentre sono ancora calde, e aggiungere, mescolando bene, il latte caldo in quantità sufficiente per ottenere un soffice purè. Per completare la preparazione, amalgamare bene la verza al purè, aggiustare di sale, e, per la perfezione, servire immediatamente in un piatto caldo, formando una piccola cavità al centro, in cui adagiare il panetto di burro. Il calore lo farà sciogliere, il profumo sarà inebriante e il gusto ricco e avvolgente.

Verso Dublino: Wexford, Enniscorthy, Gorey, Arklow e Wicklow. I luoghi legati al film

 Dopo aver fatto tappa alla scuola e un giro in un tempio della gastronomia come l’English Market di Cork (www.corkcity.ie/en/english-market), ospitato da un bell’edificio vittoriano in mattoni rossi e incentrato sulle produzioni locali, il viaggio può rivolgersi a nord, godendosi la vista sul mare e l’incanto dei borghi ritratti da “Mary e lo spirito di mezzanotte”.

Il primo punto in cui fermarsi è Wexford, cittadina orgogliosa del proprio passato, ha un cuore medievale che mostra le influenze delle invasioni vichinghe, normanne e cromwelliane. Tra i luoghi di maggiore interesse, l’Abbazia di Selskar, dove Enrico II trascorse sei settimane di penitenza nel 1172 per il suo coinvolgimento nell’assassinio di Thomas Becket. In evidenza, la modernissima Wexford Opera House, in pieno centro, che dal 1951 ospita il Wexford Festival Opera. Una curiosità cinematografica, nella contea di Wexford, un po’ più a nord del capoluogo, Spielberg scelse l’immensa Curracloe Beach, Bandiera Blu, per le scene dello sbarco in Normandia de “Salvate il soldato Ryan”.

Puntando un po’ verso l’interno, lungo la M11, la seconda località da vedere, sempre nella stessa contea è Enniscorthy. Non c’è il mare, ma è comunque sull’acqua, quella del fiume Slaney, in cui si specchia. Come Waterford, è ricca di storia, ospita un castello del XIII secolo e vale la pena programmare lo stop di sabato, perché in Abbey Square, c’è l’Enniscorthy Farmers Market, in cui incontrare produttori e autentiche delizie locali, quali la stilosa Yola Sourdough Bakery o le prelibatezze marine di Kilmore Seafresh.

Sempre di sabato, per un viaggio legato al gusto, il mercato c’è anche in un’altra località che appare nel film, Gorey. È molto piccola, ma anche qui i produttori locali sono interessanti e per una birra artigianale, una colazione (sono molto attenti al caffè e collaborano con il marchio irlandese, particolare anche nel packaging, New Kid Coffee), un brunch o una cena, il posto giusto è Folk (www.myfolk.ie), nuovo locale, con una cifra stilistica informale, ma molto raffinato.

Dopo Gorey, uscendo dalla contea di Wexford, l’itinerario torna sulla costa, a Arklow, altro borgo dalle antiche origini vichinghe, nella contea di Wicklow. D’effetto la sua posizione sulla foce del fiume Avoca, con un bel museo marinaro, l’Arklow Maritime Heritage Museum, impreziosito da una collezione imperdibile per gli amanti del genere.

Ultimo stop prima di arrivare a Dublino, Wicklow, capitale dell’omonima contea, definita il Giardino d’Irlanda, nonché parte del cosiddetto triangolo vichingo, che è una vera e propria miniera di tesori da scoprire. Vale la pena fermarsi un paio di notti ed esplorarla un po’, anche per trovare un bel punto panoramico sulle morbide pendici delle Wicklow Mountains o fare un trekking lungo i sentieri che le percorrono. Fiore all’occhiello è Glendalough, un insediamento monastico fondato da St. Kevin nel VI secolo: incastonati in un paesaggio naturalistico da puro idillio, movimentato da laghi e montagne, si trovano i suoi suggestivi resti, con la famosa torre rotonda. Per acquisti di gusto, da segnare in agenda, la pluripremiata Glendalough Distillery (www.glendaloughdistillery.com). Tra le antiche tenute, interessante per l’artigianato locale è Russborough (www.russborough.ie), che si sviluppa su 80 ettari di verde, esplorabili anche a piedi, tra sentieri, rigogliosi giardini e una dimora storica-museo: la comunità di artigiani (fabbri, ceramisti, scalpellini) che ospita è molto attiva e crea opere originali, piene di carattere.

Il viaggio finisce a Dublino, dove Mary attraversa St.Anne’s Park per andare da casa sua a quella di Ava e nell’appartamento della nonna Emer. Questa vivace area verde, a ridosso della baia di Dublino, che si vede anche nel film, è la seconda della città e fa da scorciatoia per gli spostamenti di Mary. Appena fuori dal centro cittadino, a nord, tra i sobborghi di Raheny e Clontarf, è un polmone verde di 97 ettari, attraversato da un piccolo corso d’acqua. Oltre a una rete di sentieri, perfetti per piacevoli passeggiate anche vista mare, ospita l’arboretum cittadino con oltre 1000 specie di piante. Tra le cose curiose: gli “scherzi” (tempietti, torri, archi…) voluti dalla famiglia Guinness, in passato proprietaria della tenuta. Una chicca gastronomica: Olive’s Room (http://olivesroom.ie), nata nelle antiche scuderie Red Stables: gli ingredienti sono locali, le ricette originali e gustose, i dettagli curati, la vista sul verde molto piacevole. Per momenti sontuosi, non lontano dal parco, c’è Clontarf Castle (/www.clontarfcastle.ie), con i magnifici Fahrenheit Restaurant (ospitato dalle mura del XII secolo) e Knights Bar: vale la pena anche solo per una pinta o un caffe, tra morbidi velluti e arredi in stile Tudor.

www.irlanda.com

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Viaggio in Sudafrica alla scoperta di jazz club, artisti emergenti ed eventi imperdibili

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Esplorare i migliori jazz club, gli eventi e le proposte degli artisti della scena contemporanea in Sudafrica è un’avventura da mettere subito in lista. Dalla ricca tradizione di questo genere musicale nel Paese che si è sviluppato quasi in contemporanea a quello statunitense, passando per i luoghi iconici che ne raccontano la storia, fino alla scena artistica contemporanea.

Del resto, la musica jazz in Sudafrica ha avuto un ruolo e una forte influenza nella storia di questo paese e ancora oggi anima le città con locali e manifestazioni ad esso dedicate. Questo genere, arrivato dall’Occidente negli anni ‘50, fu completamente trasformato dai musicisti sudafricani, che vi aggiunsero i ritmi e i suoni tradizionali e vide poi il suo apice, come simbolo di rivoluzione e libertà, con la fine dell’apartheid. Questo nuovo ramo del jazz venne chiamato Kwela e, ancora oggi, viene considerato un caposaldo della cultura musicale sudafricana.

Jazz Club: dove respirare l’atmosfera soul

Luci soffuse, location accoglienti e ottima musica. Queste sono le caratteristiche che contraddistinguono i locali jazz presenti nei principali centri urbani sudafricani. Qui è possibile ascoltare artisti affermati ma anche scoprire nuove tendenze e stili, il tutto accompagnato da buon cibo e da un’atmosfera chill magica. Marabi Club, un luogo dove la festa e il divertimento sono sempre di casa, è il posto perfetto per trascorrere una serata in allegria ascoltando ottima musica. Qui tutti i giovedì, venerdì e sabato l’atmosfera si anima, grazie alle diverse esibizioni di band locali e ai piatti proposti dello chef Katlego Mlambo, che punta su piatti semplici ma eleganti con ampia scelta fra carne e pesce locali. Passando a Cape Town, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta: qui la città si anima ogni notte a ritmo di jazz. Ad esempio, The Blue Room at Grub & Wine, nato dalla collaborazione tra il noto artista jazz Buddy Wells e lo chef patron di Grub & Vine Matt Manning, è il posto ideale per ascoltare artisti emergenti e gustare ottimi cocktail. L’Harrington’s Cocktail Lounge è un locale con musica dal vivo la cui lounge è arroccata su Harrington Street, con finestre panoramiche che incorniciano la vista del quartiere di Cape Town. Lo stile è eccentrico, con le pareti drappeggiate di velluto, istantanee monocromatiche invecchiate di Cape Town e dipinti in stile barocco. Ogni giovedì, le “East City Sessions” di Harrington vedono salire sul palco i migliori gruppi e artisti della città. Le porte si aprono alle 16.00 e l’ingresso è gratuito. L’Happy Hour si protrae fino alle 19.00, offrendo cocktail classici creati nel suggestivo bar a forma di L del locale. E ancora il The Art of Duplicity che, nascosto in una zona meno battuta della città, vicino a Coffee Lane, è il posto giusto per entrare in contatto con gli appassionati di jazz e godere di un’atmosfera da speakeasy underground.

Una nuova generazione di musicisti

Il jazz, genere musicale dal carattere rivoluzionario, è stato il simbolo di libertà quando, durante l’apartheid, veniva suonato nei primi locali del paese. In seguito, grazie alle numerose influenze culturali, è stato contaminato e arricchito di nuovi elementi e suoni. Grazie alla bellezza e alla storia che questo genere musicale porta con sé, il Sudafrica è ricco di artisti e musicisti che lo hanno esportato in tutto il mondo. Una delle personalità di spicco è sicuramente Tutu Puoane, originaria di questa terra ma tedesca di adozione, che ha calcato palcoscenici di tutto il mondo. Tra le più recenti scoperte c’è Nobuhle Ashanti, una pianista e compositrice che ha fatto della curiosità e dell’amore per la musica, il suo credo fondamentale. Vuma Levin, giovane e appassionato musicista, cerca invece di far comprendere, attraverso la sua musica, le contraddizioni che caratterizzano la vita e, grazie all’utilizzo di strumenti tradizionali come l’arco di zucca e la mbira, esplora le nuove identità della cultura africana, dipingendo un ritratto del Sudafrica che è al tempo stesso contemporaneo ma intimamente legato a molteplici tradizioni. Così come Benjamin Jephta, musicista che definisce la sua arte “libera da costrizioni”, senza quindi voler dare una precisa identità ma facendosi influenzare da tutto ciò che lo circonda.

Gli eventi jazz da non perdere in Sudafrica

La fine dell’estate a Cape Town vuol dire solo una cosa: partecipare al The Cape Town International Jazz Festival. Questo famosissimo festival offre un’esperienza musicale di rara bellezza e energia, grazie agli artisti locali e internazionali che si susseguono sul palco.

Per saperne di più: http://www.capetownjazzfest.com

A Hogsback, cittadina situata nella municipalità locale di Raymond Mhlaba, viene ospitato il Music in the Snow, un evento musicale, ma anche gastronomico, che si tiene ogni anno nel mese di luglio ed è il più grande e importante festival invernale del Paese. Visitatori da tutto il mondo accorrono per partecipare a questo evento, che ospita ogni anno performer di fama internazionale.

Per saperne di più: https://musicinthesnow.co.za

Molto più di un genere musicale

La musica non è semplice armonia di note ma anche un modo per scoprire e ampliare la propria conoscenza del mondo, fin da piccoli. Questo è senza dubbio il pensiero di Mignon van Vreden, appassionata di jazz, educatrice musicale e docente, che ha lanciato il progetto Bejazzled in una scuola materna della città di Potchefstroom, nella provincia Nordovest del paese.

Mignon sostiene, infatti, che nella prima infanzia veicolare l’insegnamento attraverso il gioco e la musica facilita l’apprendimento. Secondo Mignon, la musica aiuta infatti lo sviluppo e la coordinazione, il canto aiuta l’orecchio interno e il ritmo è un valido supporto per sviluppare il pensiero logico.

La musica è cultura, e proprio per questo South African Tourism, ad aprile dello scorso anno, in collaborazione con la Hugh Masekela Heritage Foundation, ha celebrato il leggendario musicista jazz Hugh Masekela in un evento tenutosi al Dizzy’s Club at Jazz at Lincoln Center. L’evento ha reso omaggio al contributo di Masekela alla musica jazz e al suo impatto sul Sudafrica come destinazione culturale, stabilendo l’importanza che questo genere ha avuto e avrà per le future generazioni di musicisti africani.

di Lidia Pregnolato per DailyMood.it

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Giappone: viaggio nelle meraviglie

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Tradizioni millenarie che si fondono con scenari avveniristici, i grattacieli di Kyoto e i suoi incantevoli giardini, le vie dei templi di Kyoto, l’antica capitale Nara, i panorami mozzafiato sui vulcani e le foreste di bambù, le terme e le spiagge delle isole subtropicali.

C’è qualcosa di magico che attende ogni viaggiatore che decide di perdersi tra le meraviglie del Giappone (prima classificata nella top ten di Tramundi delle nazioni più sognate dagli italiani per il 2024), un paese straordinario che offre una miriade di possibilità e di esperienze, per vivere la terra del Sol Levante da tanti punti di vista.

Il fascino del Giappone per chi ha poco tempo

Per i viaggiatori che non hanno molto tempo a disposizione, Evolution Travel propone diverse opportunità, che si possono personalizzare a seconda delle richieste: un tour guidato di gruppo di una settimana (6 notti) per conoscere gli aspetti più tipici del Giappone, a partire dalla splendida Tokyo, gli affascinanti templi, i giardini zen e le eleganti geishe di Kyoto, Nara, città Patrimonio UNESCO (prezzo a partire da 1800 euro a persona in hotel 3 o 4 stelle, voli esclusi); un viaggio culturale individuale di 8 giorni e 6 notti con la presenza di un assistente locale in lingua italiana per immergersi tra le principali località del Giappone, con esperienze come la salita in funivia sul Monte Fuji da Hakone e una giornata dedicata alla scoperta dei paesaggi montagnosi del vulcano e dell’Open Air Museum (da 1750 euro a persona con soggiorno in struttura 4 stelle); oppure un itinerario “smart & easy” con la possibilità di scegliere liberamente tra visite guidate ed escursioni a partire da Kyoto con i suoi patrimoni storici, artistici e culturali, per poi scoprire Hiroshima, punto di partenza per visitare l’isola di Miyajima e il suo santuario sul mare, e poi la vivace Osaka e Kyoto (da 1290 euro a persona per 9 giorni e 8 notti).

La magia del Sol Levante tra tradizione e modernità

Coloro che vogliono concedersi un viaggio più lungo e sperimentare anche rotte insolite, con Evolution Travel hanno solo l’imbarazzo della scelta. Il Tour insolito lungo, un itinerario di 11 giorni e 10 notti guidato prevede un programma coinvolgente che esplora l’essenza spirituale del Giappone, ma anche quella culturale e moderna, a partire da Kyoto e la sua storia millenaria, le passeggiate nell’antico quartiere Bikan di Kurashiki, la scoperta di Nara, con il Todai-ji, più grande edificio in legno del mondo, che custodisce una statue in bronzo del Buddha di 16 metri, le visite a Hiroshima e Miyajima, l’isola con il santuario sul mare e poi la possibilità di partecipare al rito di vestizione del kimono, di visitare un’antica Machiya, casa tradizionale di legno, e di partecipare ad un corso per preparare del buon sushi secondo la tradizione giapponese. Il prezzo, volo escluso, è a partire da 4260 euro a persona con soggiorno in hotel 3 o 4 stelle. Il pacchetto con tour di gruppo a Kyushu, l’isola più a sud-ovest tra quelle principali del Giappone, nota per i vulcani attivi, le spiagge e le sorgenti termali naturali, è in lingua italiana e con voli inclusi è, invece, un viaggio di 10 giorni e 8 notti, soggiornando in 4 stelle, per ammirare i colori dei giardini, assaporare cucina d’autore e vivere tradizioni ancestrali. A dominare l’isola, il monte Aso, il vulcano attivo più grande del Giappone e tra i maggiori al mondo. Imperdibile, come i jigoku di Beppu (letteralmente “gli inferni”), località termale dove nuvole di fumo caldo, acque rosso sangue, fanghi e fondali ribollono da secoli in un’atmosfera mistica intrisa di leggende. Il prezzo del tour è a partire da 3289 euro. Un altro viaggio di gruppo di Evolution Travel con voli inclusi è I Panorami del Sol Levante: 14 giorni e 12 notti con guida in italiano per inoltrarsi nella cultura giapponese. Tra le tappe, le meraviglie tecnologiche di Tokyo e Osaka, le antiche tradizioni popolari di Takayama, piccolo centro sulle Alpi giapponesi conosciuto per l’artigianato del legno e Kanazawa, famoso per i distretti di epoca Edo, i musei d’arte, i giardini idilliaci. E poi, lo spettacolo della natura del Fujiyama, di Nara e della Valle di Kiso (Tsumago e Magome) e tantissime curiosità. Il viaggio è a partire da 4120 euro a persona in hotel di livello con la possibilità di pernottare nel tipico ryokan e nella foresteria di un monastero, con guida in italiano e pasti inclusi.

Itinerari insoliti nell’anima del Giappone

Chi è alla ricerca di un itinerario insolito, può partecipare al viaggio guidato di 11 giorni e 9 notti riservato a massimo 16 persone nelle località nipponiche più affascinanti. Oltre a scoprire gli aspetti meno noti di Tokyo e Kyoto, i viaggiatori fanno tappa alle tradizionali Takayama e Kanazawa e al villaggio rurale di Shirakawa. Tra le visite previste, la meravigliosa zona termale di Hirayu e il castello di Matsumoto, ma anche la piccola isola di Enoshima, collegata alla terraferma da un ponte di 400 metri. Sono compresi i voli, la guida in italiano, le colazioni e una cena tipica. Il soggiorno è in hotel 4 stelle con un pernottamento in ryokan. Il prezzo con con Evolution Travel è a partire da 4250 euro a persona. Un altro viaggio speciale è Alla scoperta dell’Hokkaido: una settimana (6 notti) nell’isola più settentrionale del Giappone, girovagando con l’auto tra vulcani, laghi di montagna e natura sorprendente, senza dimenticare i rigeneranti onsen, bagni termali nella foresta. Il prezzo è a partire da 995 euro con soggiorno in 4 stelle.

Per gli amanti dello Zen

A soli 40 minuti da Kobe, nella Baia di Osaka, si trova un resort zen progettato dal famoso architetto vincitore del premio Pritzker, Shigeru Ban. Al Zenbo Seinei è possibile godere di un’esperienza unica: camminare a piedi nudi lungo un ponte panoramico con vista a 360° alto 100 metri e respirare l’aroma del cedro giapponese. Zenbo-Seinei offre inoltre un programma ZEN Wellness che consente di riequilibrare sia la mente che il corpo attraverso la meditazione e la cucina di piatti originali e salutari creati con innovative tecniche di fermentazione e verdure fresche dell’Isola di Awaji.

Sulle tracce dei personaggi di “Moshi moshi” di Banana Yoshimoto

Uno dei quartieri più caratteristici di Tokyo, Shimokitazawa, fa da sfondo alle vicende di Yoshie, protagonista del romanzo di formazione “Moshi moshi” di Banana Yoshimoto, scrittrice contemporanea affermata anche oltre i confini nazionali. Distrutta dal dolore e sconcertata per la relazione segreta del padre, la protagonista della storia riesce a trovare un nuovo senso all’esistenza rifugiandosi in cucina, tra intensi profumi e consolanti sapori. Ed è proprio in piccolo bistrot, Les Liens (‘I legami’) – situato in quest’area della capitale – che riesce a recuperare il gusto della vita. Lontano dal frastuono dell’iconico incrocio di Shibuya, Shimokitazawa, quartiere bohémien cui anche la stessa autrice è legata, è situato a pochi minuti dal cuore di Tokyo. Tante boutique dell’usato, librerie, negozi di dischi, caffetterie, locali particolari e negozi di antiquariato ne costruiscono l’identità. Numerosi sono i luoghi che vengono citati tra le pagine del libro e che si possono rintracciare ancora oggi: il ristorante di cucina tradizionale giapponese Asuka, dove la madre della protagonista si concede talvolta il lusso di mangiare, o il caffè Moldive, dove Yoshie incontra il coetaneo Aratani. Per avere un assaggio della quotidiana vita locale si può entrare da Ozeki, un supermercato disordinato e vivace anch’esso presente nel romanzo, punto di riferimento per i residenti. Per la sera imperdibile è il Mother’s Ruin, famoso per le serate di musica dal vivo.

Per assorbire l’atmosfera del romanzo, tuttavia, la cosa migliore da fare è girare Shimokitazawa in modo casuale, senza meta, lasciandosi stupire dall’accostamento di negozietti, immersi nel flusso di passanti e nella dimensione verace e alternativa che il quartiere tenta strenuamente di conservare.

Il Giappone sulle 7 note

Per gli amanti della musica che si troveranno in Giappone nei prossimi mesi, ci sono poi imperdibili eventi da segnare in agenda e festival musicali che animeranno l’estate giapponese tra grandi palchi all’aperto e iniziative più sperimentali che trasformano templi, santuari e altre location insolite in teatri d’eccezione per performance indimenticabili.

Il 25-26 maggio si terrà il Green Room Festival. Al Red Brick Warehouse di Yokohama la musica incontra la cultura surf per una due giorni che non vuole essere solo divertimento ma anche un modo per portare l’attenzione sulla necessità di proteggere le spiagge e l’oceano. Oltre a un cartellone ricco di musicisti nipponici e internazionali il festival offre mostre d’arte e proiezioni di video. Headliners dell’edizione 2024 saranno TONES AND I, Jungle, AI e Tom Grennan.

Dal 26 al 28 luglio andrà in scena il Fuji Rock Festival, il più grande festival musicale del paese che, dal 1997, anno della prima edizione, richiama tra le 100,000 e le 150,000 persone. Contrariamente a quanto il nome lasci immaginare il Fuji Rock si svolge ogni anno nella prefettura di Niigata, nel comprensorio sciistico di Naeba. Negli oltre vent’anni di vita del festival si sono alternati sul suo palco artiste e artisti leggendari come Björk, Bob Dylan e Red Hot Chili Peppers. La lineup di quest’anno, ancora in via di aggiornamento, include Kratfwerk, Noel Gallagher e Beth Gibbons.

Il 17 e 18 agosto sarà la volta del Summer Sonic che porta a Tokyo e Osaka grandi nomi della musica rock, pop ed elettronica per una due giorni di musica per tutti i gusti. L’edizione di quest’anno avrà luogo tra lo Zozo Marine Stadium e il Makuhari Messe di Chiba, a 40 minuti di treno da Tokyo, e la Maishima Sports Island di Osaka, con gli artisti della lineup che si alterneranno nelle due città. Il cartellone di quest’anno vede protagonisti, tra gli altri, i nostrani Måneskin, Aurora e One Republic oltre a nomi più o meno noti del panorama internazionale e nipponico. I biglietti possono essere acquistati anche dall’estero dal sito ufficiale del festival.

Infine, per gli amanti del Jazz, a fine agosto, si terrà il Tokyo Jazz Festival. Oltre alle performance di artisti nipponici e internazionali sul main stage della NHK Hall di Shibuya, il calendario del festival include anche concerti gratuiti all’aperto nel vicino parco di Yoyogi. Le date sono ancora in fase di definizione.

di Lidia Pregnolato per DailyMood.it

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Aprile dolce dormire, ma se fai fatica ecco 6 consigli (e destinazioni) per un buon riposo notturno

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Aprile dolce dormire o stress da cambio di stagione? Solo 1 italiano su 10 afferma di sentirsi veramente riposato al mattino. Ma come mai? Sicuramente la primavera scombussola il fisico, sia con l’aumento dello stress che con il cambio dell’ora.

Sicuramente la combinazione di cambio di temperatura e di ora è una ricetta perfetta per gli sbadigli. Ma, come sappiamo, dormire di più non si traduce automaticamente in riposo di qualità. Soprattutto per gli italiani: secondo uno studio condotto da Emma Materasso, marchio D2C leader mondiale nel settore del sonno, ben l’84% degli italiani si sveglia sentendo di non aver dormito abbastanza.

La metà degli italiani afferma di dormire circa 6 ore a notte, una buona media, ma non abbastanza elevata per assicurare un livello di energia e riposo ideale per affrontare al meglio la giornata.

“Aprile dolce dormire, è un detto che poco rappresenta la realtà dei fatti. Infatti, in questo mese solitamente le persone si sentono più affaticate a causa di diversi fattori legati al cambio di stagione e dell’ora, perché con l’aumento della temperatura e delle giornate più lunghe, il fisico produce più cortisolo, che è l’ormone dello stress, e quindi non ci permette di goderci nottate di sonno riposanti.” afferma Theresa Schnorbach, Sleep Expert di Emma – The Sleep Company “Per questo motivo, suggerisco di ovviare a questo stato, implementando la routine del sonno anche durante la giornata, attuando il principio della ‘vita lenta’ e concedendosi dei sonnellini pomeridiani”.

Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza di quanto dormire bene sia essenziale per il benessere psico-fisico, con numerosi studi che hanno individuato la carenza di sonno come un fattore di rischio per molte patologie.

Secondo una ricerca condotta da UniSalute insieme a Nomisma, ben il 38% degli italiani si dice “poco o per niente soddisfatto” della qualità del proprio sonno, con appena il 16% che dichiara di essere “molto” o “estremamente soddisfatto” del proprio tempo passato tra le braccia di Morfeo. I risvegli notturni risultano essere il disturbo del sonno più diffuso, con il 36% del campione che ne soffre spesso o ogni giorno. Altri problemi comuni sono il russare (31%), la stanchezza cronica (25%), l’avere un sonno agitato (24%) e la difficoltà ad addormentarsi (23%).

Tra le buone pratiche per dormire meglio, quella più condivisa è andare dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, con uno su tre che cerca di avere questa regolarità (34%). Altre abitudini considerate favorevoli sono l’evitare di consumare cibi pesanti la sera (30%) e il limitare alcol e caffeina prima di andare a dormire (21%). Uno su tre (32%), inoltre, utilizza almeno saltuariamente app e dispositivi per il monitoraggio del sonno.

Ma se ciò non basta ecco sei consigli (e sei destinazioni) individuate da Campeggi.com per migliorare ulteriormente la propria routine di riposo.

Le piante concilia-sonno: dagli infusi all’aromaterapia
In natura esistono numerose piante dalle proprietà rilassanti e in grado di conciliare il sonno. È il caso di camomilla, melissa, valeriana e lavanda, per esempio, che possono essere assunte attraverso infusi e tisane poco prima di andare a dormire oppure aggiunte a un diffusore sotto forma di oli essenziali. Complice il clima Mediterraneo, queste piante colorano e profumano anche i campi e i prati d’Italia. Ampie coltivazioni di lavanda si trovano per esempio nell’area di Colle di Nava, in Liguria: una località in provincia di Imperia che vanta una lunga tradizione dedicata a questo fiore e dove ogni anno, la prima domenica di luglio, viene organizzata una festa dedicata alla fioritura e alla raccolta.

 L’importanza del digital detox
L’uso dei dispositivi digitali influisce negativamente sulla qualità del riposo. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che interfacciarsi con fonti luminose prima di coricarsi altera i ritmi sonno-veglia e che le onde magnetiche ed elettriche rendono il cervello iperattivo, limitando la fase del sonno profondo. Rinunciare alla tecnologia può essere complicato nella vita di tutti i giorni, quindi perché non approfittare del weekend e partire per un’esperienza dedicata interamente al digital detox? San Francesco del Deserto, isola della laguna veneziana che si trova tra Burano e Sant’Erasmo, in Veneto, è il luogo ideale dove trascorrere un paio di giorni lontani dalla tecnologia: è un’oasi immersa nel silenzio che dal 1230 ospita un convento visitabile di frati francescani.

La doccia calda: un classico intramontabile
Prepararsi per un sonno ristoratore significa anche prendersi cura del proprio corpo, a partire da una vasca o una doccia calda prima di andare a dormire, che hanno un effetto detossinante e aiutano a rilassare i muscoli. Per trasformare questo momento in un vero e proprio “rituale del riposo”, si può utilizzare un olio doccia dall’aroma riposante o si possono aggiungere in vasca i sali di Epsom, particolarmente efficaci nel ridurre gli edemi e alleviare i dolori muscolari. Per una coccola in più, la destinazione da raggiungere è la Val d’Orcia, in provincia di Siena: un luogo perfetto per una vacanza all’insegna del benessere. Qui, nel cuore della Toscana, è infatti possibile vivere esperienze spa di ogni tipo: dai massaggi con oli essenziali ai trattamenti di cromoterapia.

Playlist dedicate: musica e meditazioni che favoriscono il sonno
Anche la musica può costituire un valido aiuto nel conciliare il sonno, ma è bene sceglierla con attenzione: meglio optare per quella classica o, in generale, per tracce strumentali dai ritmi calmanti, come quelle che contengono suoni ispirati alla natura, che contribuiscono a conciliare il sonno. In alternativa, esistono le app con meditazioni studiate appositamente per le ore serali oppure si può partire per un’esperienza olistica nel cuore dell’Italia, in Umbria. La meta perfetta è Parrano, in provincia di Terni: una cittadina famosa per i suoi eventi dedicati allo yoga e alla meditazione e dove gli appassionati si recano ogni anno per partecipare a “ritiri” dedicati all’equilibrio del corpo e della mente.

Un libro per amico
Un buon libro è una sana alternativa alla luce blu dei dispositivi digitali: dedicarsi a una lettura di piacere, prima di andare a dormire, è infatti un’attività che nutre la mente, favorisce l’addormentamento, allevia lo stress, riduce i risvegli notturni e ripristina il naturale ritmo sonno-veglia. Per gli amanti della lettura e dei libri, il paradiso è di casa a Napoli, nella Biblioteca del Complesso Monumentale dei Girolamini: una biblioteca aperta su iniziativa della Congregazione dell’Oratorio e che risale al 1586. Dedicata ai padri oratoriani che la fondarono, legati alla Chiesa di San Girolamo della Carità, la biblioteca oggi contiene quasi 160.000 volumi, tra edizioni rare e di pregio, incunaboli e stampe musicali.

La luce del giorno: una sana abitudine
Per migliorare la qualità del riposo sono importanti non solo le attività che si svolgono prima di andare a dormire, ma anche quelle che riempiono la giornata. Alimentazione corretta e attività fisica sono fondamentali, così come l’esposizione alla luce solare, uno dei fattori che regola e stimola la produzione di melatonina (l’ormone del sonno) durante la notte. Fare una passeggiata poco dopo il risveglio e prima del tramonto, ancora meglio se immersi nella natura, contribuirebbe non solo ad assicurare un’ottima qualità del sonno, ma anche a potenziare il sistema immunitario. A unire sole, mare e aree verdi dove fare lunghe passeggiate è la Sardegna, dove è possibile immergersi nella foresta di Montes, nel territorio di Orgosolo. Destinazione ideale per chi ama il trekking, si snoda ai piedi del Monte Novo San Giovanni, una torre calcarea contornata da rare specie floreali.

di Lidia Pregnolato per DailyMood.it

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