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Picasso come mood: la metamorfosi della figura

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Picasso, oltre Picasso. Picasso come mood nell’arte? L’eredità spirituale di Pablo Picasso nei suoi disegni sulla figura umana ed il suo senso antropologico in mostra a Milano presso il Mudec ne danno sicuramente testimonianza. Un percorso espositivo davvero suggestivo che , visitabile dal 22 febbraio fino al 30 giugno 2024 , chiude idealmente le celebrazioni del 50° anniversario della morte di Pablo Picasso. Il titolo della mostra è evocativo: PICASSO. LA METAMORFOSI DELLA FIGURA ed è a cura di Malén Gual e Ricardo Ostalé. Una mostra “evoluta” anche nella prestazione delle sezioni ed all’avanguardia nella presentazione del numero di accostamenti con l’arte africana per amplificare quel senso “antropologico” del lavoro di Picasso che non può lasciare indifferenti. Sguardo aperto su disegni, quadri, sculture, dove quel senso di “malagueno”, ovvero di appartenenza alla terra spagnola del sud di Malaga, esplode , rivendicando le radici di quell’arte che, fondamentalmente, è Pablo Picasso: passione per la luce ed i colori, nella sua profonda disgregazione delle forme quasi in assenza di gravità delle figure e dei corpi, come le immagini dei video finali sul lavoro di “light art” di Picasso ed alcune opere di arte africana contemporanea a lui ispirata, mostrano concludendo degnamente una mostra intensa e molto espressiva su quella arte “primitiva” che tanto lo ispirava era, in fondo, un desiderio di “aprire nuove strade”.
Come sottolinea il comunicato stampa infatti: “Picasso non vedeva un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell’arte, non c’era un’arte “altra”, “diversa”: Picasso la concepiva come un Tutto senza tempo. “Non c’è né passato né futuro nell’arte. – amava sottolineare – Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non ha significato”. Pablo Picasso mostrò sempre un profondo rispetto per le manifestazioni artistiche di altre culture e di altri tempi e seppe, più di ogni artista della sua generazione, comprenderle e reinventarle con il nobile scopo di dare un impulso e un nuovo percorso di esplorazione all’arte universale. Il MUDEC propone al pubblico di leggere la ricchissima produzione di Picasso – dalle opere giovanili fino alle più tarde – alla luce del suo amore per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva’, e racconta questa costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della sua visione attraverso un grande progetto espositivo, appositamente pensato per essere ospitato nel cuore del Museo che racconta le culture del mondo e la loro reciproca e costante influenza. È importante infatti far conoscere al pubblico come Picasso abbia colto l’essenza e il significato di altre fonti artistiche e le abbia assimilate nella sua produzione per tutta la vita, dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli anni Sessanta”. E la mostra, vi riesce appieno.
Grazie ad un allestimento essenziale ma non affatto scarno, il visitatore viene accolto nell’arte di Picasso quasi come una sintesi ed una evoluzione del suo talento grazie alla videoinstallazione, in particolare nella sezione sull’arte “nera”,  dando voce allo stesso concetto che espresse , in fondo, Picasso: : “Quando ho scoperto l’arte nera, quarant’anni fa, e ho dipinto le opere che chiamano appunto del periodo della mia «arte nera», era per oppormi a quello che chiamavano ‘bellezza’ nei musei. In quel momento, per la maggior parte delle persone, una maschera nera era solo un oggetto etnografico. Quando sono andato per la prima volta con Derain al museo del Trocadero, un odore di muffa mi ha preso alla gola. Ero così depresso che avrei voluto andarmene subito. Ma mi sono forzato a restare. […] E allora ho capito che questo era il significato stesso della pittura. Non è un processo estetico; è una forma di magia che si interpone tra l’universo ostile e noi, un modo di catturare il potere, imponendo una forma alle nostre paure come ai nostri desideri. Il giorno in cui ho capito questo, ho saputo di aver trovato la mia strada.” (Françoise Gilot e Lake Carlton, Vivre avec Picasso).
Una mostra che merita di essere, vista proprio per questa capacità di esporre Picasso oltre Picasso stesso e che si avvale di un catalogo molto ben realizzato che testimonia , in fondo, il perchè ora si può sempre più dire, a cinquanta anni dalla morte dell’artista che esiste anche un “prima e dopo Picasso” .
di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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AIR ACTION VIGORSOL porta a Milano i “SELF-LIBERATION DAYS”: un inno alla libertà di essere se stessi

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Il 5 e il 6 luglio in Piazza Gae Aulenti in Portanuova il brand ha dedicato due giorni alla celebrazione dell’iconico claim “Keep It Fresh” con un’installazione XXL e la partecipazione del famoso street artist Greg Goya.

Air Action Vigorsol, brand leader nel mercato dei chewing gum e sinonimo da sempre di freschezza, ha portato la sua freshness il 5 e 6 luglio Piazza Gae Aulenti in Portanuova con un evento dedicato alla “Self-Liberation”, l’evoluzione del significato del suo iconico claim “Keep it Fresh”, con un manichino di 3 metri di altezza che svettava al centro della Piazza – rappresentante il main character del nuovo spot “ Vigorsol Mannequins”. Nel TVC realizzato da BBH London, lanciato lo scorso giugno, le persone sono raffigurate come manichini, intrappolati negli stereotipi di un mondo omologato in cui, solo assaporando e masticando un chewing gum Air Action Vigorsol per la prima volta, grazie alla sua esplosione di freschezza, il protagonista acquisisce la fiducia necessaria per rivelare chi è davvero e liberarsi dall’ingombrante aspetto da manichino in cui era costretto.

I Self Liberation Days rappresentano il prosieguo della campagna di comunicazione del nuovo posizionamento del brand, che collega l’iconico claim Keep It Fresh al concetto di “Self-Liberation”: un invito, in particolare per i più giovani, a rivelare il vero «io» senza paura di pregiudizi e a liberarsi dagli standard che la società impone.

“Come Air Action Vigorsol vogliamo essere al fianco delle generazioni più giovani accompagnandole nella sfida che le vede più che mai protagoniste: la ricerca di un benessere individuale libero da stereotipi” – commenta Gloria Barbera, Senior Brand Manager di Perfetti Van Melle “Con i Self Liberation Days abbiamo fortemente voluto poter incontrare il nostro core target sul territorio per creare vicinanza e dar loro la giusta freshness per abbracciare il proprio vero io. Air Action Vigorsol non è soltanto un chewing gum, ma una vera e propria affermazione di individualità”

A rendere l’evento ancora più entusiasmante è stato l’esclusivo appuntamento di sabato 6 luglio con l’artista Greg Goya, celebre soprattutto sui social per esplorare il mondo dell’arte urbana creando opere di Fast Art. L’artista ha veicolato e valorizzato attraverso la sua installazione il messaggio chiave del nuovo posizionamento del brand, che si impegna a sostenere in particolare giovani della GenZ esortandoli a rivelarsi per come sono, senza omologazione e senza paura dei pregiudizi altrui. Per l’occasione, Greg Goya ha realizzato un’opera davvero di impatto: oltre 60 maschere – installate su un pannello dell’iconico blu di Air Action Vigorsol – pronte ad accogliere le risposte di tutti i passanti a una domanda davvero d’impatto: “Quale scelta ti ha reso libero?”.

Spinto dal desiderio di comunicare libertà e autenticità, ho scelto di unirmi ad Air Action Vigorsol per dar vita a qualcosa di straordinario.” – ha commentato Greg Goya – “Così è nato il Self Liberation Wall: una parete coperta da decine di maschere sulle quali ho invitato le persone a scrivere quale scelta li ha liberati dagli stereotipi e i limiti che impediva di essere veramente loro stessi, durante il proprio  percorso di vita. L’ispirazione mi è venuta dalle parole di Luigi Pirandello, che scriveva: «Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.» Mi sono chiesto quante di queste maschere avessi incontrato nella mia vita e ho trasformato queste riflessioni in un’opera che invita tutti a gettare via la propria maschera, per sentirsi finalmente liberi“.

Credits Self Liberation Days by Vigorsol

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Titanic: An Immersive Voyage – Un Viaggio Straordinario nell’Epoca del Titanic

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Dagli stessi produttori della famosa mostra innovativa Van Gogh: The Immersive Experience che ha entusiasmato oltre 400.000 visitatori, arriva a Milano in anteprima europea Titanic: An Immersive Voyage. Dal primo agosto, questa straordinaria esposizione immersiva permetterà ai visitatori di compiere un indimenticabile viaggio a bordo del leggendario Titanic.

Un’esperienza imperdibile che ripercorrerà in modo accattivante una storia che ha segnato in modo profondo l’immaginario collettivo di intere generazioni, grazie anche agli innumerevoli documentari e rivisitazioni proposte dal cinema fino al colossal di Hollywood del 1997 diretto da J. Cameron.

Visitando la mostra si avrà la sensazione di poter salire realmente a bordo del famoso Titanic, la macchina più potente e meravigliosa che l’uomo potesse costruire agli inizi del 900, muovendo i propri passi nel transatlantico come se il tempo si fosse fermato pochi istanti prima del destino che lo attendeva, assieme all’equipaggio e alle migliaia di entusiasti quanto ignari viaggiatori.

Titanic: An Immersive Voyage è un viaggio a bordo del leggendario RMS Titanic reso oggi possibile da tecnologie multimediali innovative e ricostruzioni scenografiche perfette. I visitatori potranno infatti percorrere gli ambienti e le sontuose sale realizzate a grandezza naturale che furono del gioiello della White Star Line; ammirare le vedute grazie al 3D di altissima qualità, fruire delle animazioni video immersive completate da un’esperienza in realtà virtuale davvero coinvolgente.

Dalla costruzione della nave ai suoi magnifici interni, fino alla fatalità dello scontro con l’iceberg, ogni minimo dettaglio è stato curato per offrire un racconto tanto potente quanto affascinante e ricco di emozioni.

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Quando la passione creativa diventa realtà: Dolce e Gabbana a Palazzo Reale a Milano

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Il mondo del design e della moda, si accosta a riferimenti culturali con un lavoro condiviso a Palazzo Reale di Milano. “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana” è una mostra di abiti  al piano nobile del Palazzo, che testimonia la passione creativa che diventa realtà.  Una macchina “inedita e complessa”, inedita perchè parte dalle origini di questi grandi stilisti, partendo da Milano. Sia che si tratti di alta moda, alta gioielleria, alta sartoria essa si presenta le “radici del loro lavoro di fare costume e moda”, riferimenti autentici da mettere in mostra in ambienti cosi unici, come quelli di Palazzo Reale. Come? con passione creativa ad un pubblico curioso ed eterogeneo, spesso straniero. Il mito greco,la terra siciliana, il film del Gattopardo con riferimenti via via sempre più presenti sia nella composizione degli abiti, che negli accessori. Una “prima volta” questa mostra, che culmina nell’ultima stanza con una sorta di “lettera d’amore” alla parete prima dell’uscita, dei due stilisti per la città di Milano dove le parole di Domenico Dolce e Stefano Gabbana: restituiscono l’idea stessa della mostra: “dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, strumento attraverso cui prendono forma”. Una sorta di “grand tour” conteporaneo, un vero e proprio viaggio. Dove, la prima tappa di un tour internazionale, celebra lo stile italiano in tutte le sue forme attraverso le mani che realizzano, creano e rendono reale, la parte creativa che sviluppa da sempre il brand;  le varie sale ed ambientazioni, audaci e spesso provocatorie dove gli abiti paiono “abitare” lo spazio, accompagnando i visitatori in un percorso emozionale unico. proprio partendo da questo. Un esempio significativo è lo spazio sulla devozione e dei mosaici bizantini, solo per citarne alcuni, dove “l’italianità ” come è immaginata e sognata da abitanti di tutto il mondo, diventa reale. Insieme ai due stiliti, curatrice della mostra che ha resto possibile tutto questo, è la famosa Florence Müller , art -fashion historian di fama internazionale, che nulla lascia al caso, in un allestimento fantasioso ma rigoroso, sia che si tratti di ripercorrere i rimandi all’arte latina e greca, architettura classica, il lavoro artigiano di tanti lavoratori , città e film famosi a cui si sono ispirati, come la sala dedicata al Gattopardo, o quella del salone sull’opera lirica, dedicata alle prime della Scala, fino  alla pittura rinascimentale italiana o i coloratissimi carretti siciliani che hanno costruito una stanza unica e vitale senza trascurare i pannelli con opere , in totale di 6 di artisti visivi. Ma è lo spazio scenico ricostruito della sartoria il vero cuore della mostra. Visione autentica insomma, di quel dietro le quinte del vero made in italy riconosciuto nel mondo come processo creativo in progress. Quando la passione creativa diventa realta’. Andare al di là di ciò che appare. Sia che si tratti degli abiti in mostra che dell’immaginario che li ha ispirati.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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