Eventi
Una serata dedicata al ricordo di Rino Gaetano

Il 22 novembre al Fifty Five serata di gala in occasione della presentazione del libro “Rino Gaetano e il regno di Salanga” di Angelo Sorino con gli artisti di Talenti Emergenti che saranno protagonisti interpretando i brani più famosi del cantautore calabrese accompagnati dai chitarristi Tommaso Di Gioia e Lorenzo Muolo.
La musica torna finalmente a vivere nei suoi luoghi dopo venti mesi di fermo, il popolo della notte torna finalmente sulle piste da ballo e, a Milano, l’ elegante sala del Lounge Bar & Bistrot Fifty Five accoglie nuovamente la clientela che si immerge in un’atmosfera intima e raffinata per degustare i nuovi cocktail, gli aperitivi e i piatti del nuovo menù che mescolano, in un’interpretazione “fusion”, la musica con i sapori genuini del territorio, la tradizione culinaria italiana e l’internazionalità della città di Milano.
Eventi e serate si alternano al Fifty Five, situato in Via Piero della Francesca 55, in una delle zone più prestigiose e ricercate di Milano, vicino all’ex stazione ferroviaria di Bullona, creativamente ricavato da un ex deposito ferroviario, offre mille metri quadrati di spazio aperto che può essere diviso in base alle esigenze e seicento metri quadrati di terrazza. Il locale, in attesa delle luci e colori dal sapore natalizio, ha inserito tra gli eventi la data del 22 novembre, una serata particolare dove Gino Foglia, imprenditore e organizzatore di grandi eventi, editore e patron di ACS (Associazione Centro Spettacolo) Talenti Emergenti, la dedica al cantautore italiano Rino Gaetano con la presentazione del libro “Rino Gaetano e il regno di Salanga” di Angelo Sorino e sullo sfondo le canzoni “Ma il cielo è sempre più blu”, “La ballata di Renzo”, “Gianna”, “Mio fratello è figlio unico” e tante altre di questo giovane cantautore calabrese prematuramente scomparso.
La serata sarà arricchirà dalla sfilata della collezione di pelletteria e pellicce Eco 2021/22 del brand Hanna Moore Milano, ed infine una serie di premiazioni dedicate all’imprenditoria, al fashion, al cinema, alla cucina e al beauty dove saranno premiati il produttore Vincenzo Iannone per il progetto del Teaser City Life,
Luciano Carino per HM make up Italy per la partecipazione al Teaser City Life come curatore d’immagine e make up artist,
sempre nelle stessa serata sarà premiato il Dr. Antonio Malafronte dell’ AM Group Import Export di frutta secca per il suo impegno nel sociale ed infine saranno premiati l’imprenditore Gianfranco Unione per la collezione presentata del Brand Hanna Moore Milano e lo chef Daniele Unione, che, in tandem con la figlia Emanuela, è risultato vincitore in febbraio di Cuochi d’Italia il format condotto da Barbieri, Gennaro Esposito e Cristiano Tomei, che sarà premiato per la presentazione del Panettone J’adore, una vera anteprima natalizia con le variabili del panettone, da quello classico a quello con goccia di cioccolata, dal panettone al pistacchio di Bronte a quello con le castagne.
FIFTY FIVE Lounge Bar&Bistrot
Via Piero della Francesca 55, 20153 Milano
Tel. +39 02 34936616
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Eventi
Torna il mood del giappone ovvero il giapponismo della moda nel nuovo libro presentato a Milano

Published
1 mese agoon
19 Aprile 2022
Docente e studiosa di storia della moda, come recita il comunicato stampa “Laura Dimitrio ha compiuto studi specifici sul giapponismo e sulla moda italiana del Novecento. Tra le sue pubblicazioni vi sono saggi sul giapponismo italiano, sui costumi per la prima rappresentazione di Madama Butterfly e sulla condizione di lavoro delle sarte nel XX secolo“. Torna insomma quello che negli anni si è definito il “mood del Giappone” in questo bellissimo libro dal titolo evocativo “Non solo Kimono. Come il Giappone ha rivoluzionato la moda italiana” e che getta nuova luce non solo sulla moda italiana da una prospettiva totalmente inedita (tra influenze e suggestioni orientali) ma anche innescando una sorta di racconto e flusso di evocazioni tra arte abbigliamento e stoffe, colori e tagli che rendono la moda di cui si occupa non solo oggetto di studio riguardo alla influenza sul costume del Giappone nella moda italiana che ha generato, ma percorrendo ben oltre quattro secoli di storia tra emozioni, episodi e retroscena da “dietro le quinte” dagli anni 60 ad oggi. 50 anni di mood del Giappone come una sorta di cartina geografica che racconta curiosità ed aneddoti di stilisti di ieri e di oggi. Non a caso si è scelto Gisella Borioli, signora della editoria di moda in Italia (tra i tanti Vogue e Donna), per raccontare, declinando , questo viaggio; rendendo la coppia Borioli-Lucchini testimoni in modo diretto (come la realtà di Stuperstudiopiu dimostra da anni) , dei cambiamenti del mondo della fashion-art e dei suoi protagonisti in un mondo contemporaneo sempre più multi sfaccettato. Inoltre il volume vanta la prefazione di Akiko Fukai, direttrice e Curator Emeritus del Kyoto Costume Institute, insomma, massima esperta del giapponismo nella moda.
Andare insomma oltre la moda, nel mood del Giappone, perchè, come recita il comunicato stampa che rende questo libro di Skira un piccolo capolavoro : “quando si considera l’abbigliamento giapponese, il pensiero corre subito al kimono, che ha riscosso uno straordinario successo in Europa e in Italia fin dal tardo Ottocento. Da allora il suo taglio e i suoi motivi decorativi sono diventati fonte di ispirazione per gli stilisti desiderosi di proporre abiti con forme e decorazioni sconosciute alla tradizione sartoriale occidentale. Ma il kimono non è stato l’unico aspetto della moda nipponica a rivoluzionare lo stile italiano. A partire dagli anni Settanta, i fashion designer giapponesi d’avanguardia (Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo) con i loro abiti informi e asimmetrici hanno sovvertito i tradizionali canoni estetici e sono diventati un punto di riferimento anche in Italia per i creatori di moda anticonformisti. Tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio si sono poi diffuse in Italia le subculture giapponesi, dalla moda kawaii ai cosplayers, alle Lolita“.
Un libro, quello edito da Skira Editore davvero molto ben fatto. A partire della ricchezza dell’apparato iconografico corredato da immagini di riviste di moda, ma anche di bozzetti e da bellissime fotografie. Il tutto proveniente da archivi di case di moda e da musei del settore. Torna il mood del Giappone ovvero il giapponismo della moda? Forse. Ed il nuovo libro presentato a Milano ne è il più valido esempio.di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it
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Giovedì 12 maggio 2022 apre al pubblico Fuori Terra, mostra personale di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina, ospitata nelle suggestive sale di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla di Bologna. Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e da Alchemilla, in collaborazione con Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio, l’esposizione è parte del main program della decima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in concomitanza di Arte Fiera.
Fuori Terra è un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo. Le sculture, modellate in resina bicomponente, sono organizzate in modo da formare diversi elementi aneddotici, leggibili come una cosmogonia creata dall’artista a partire da due alfabeti visivi: l’estetica new age e quella della televisione commerciale. Lo spazio nel quale sono installate è punteggiato da objet-trouvé, selezionati e dislocati dall’artista a seguito delle sue sperimentazioni su prodotti coinvolti nelle pratiche spirituali e pseudoscientifiche (con fini curativi, di crescita personale e di sviluppo di abilità paranormali), e di una serie di visite agli archivi televisivi che conservano allestimenti e scenografie. L’ambiente in cui gli oggetti sono inseriti è raccordato tramite l’utilizzo di argilla cruda che, applicata come isola di sostegno, permette ai nuclei scultorei di emergere da uno stesso indistinto strato grigio.
L’esposizione si sviluppa a partire dall’interesse dell’artista verso il concetto di verità. Il progetto volge uno sguardo particolare all’emersione di nuovi regimi di verità, rintracciabili a partire dai contenuti che popolano i social network, legati alla ripresa di tematiche “magiche” e teorie del complotto. Lo sgretolamento del fronte mainstream di informazione, che un tempo era animato principalmente da giornali e televisione, ha infatti lasciato posto sulle piattaforme online ad una molteplicità di teorie e forme di sapere esoteriche, spesso in antitesi rispetto al pensiero scientifico. Questo tipo di attenzione si incrocia con la pratica del disegno, che l’artista ha portato avanti durante i mesi di isolamento. La congiunzione che ne deriva, prende forma con l’opera installativa Fuori Terra, all’interno della quale l’artista presenta episodi mitici, riproducendo la pratica museale del diorama. Questa scelta espositiva è determinata dalla volontà di creare tensione tra l’aspetto educativo-scientifico e quello maggiormente legato all’intrattenimento. Il diorama, infatti, riproduce simbolicamente porzioni del mondo naturale sintetizzandone gli elementi e, pur ricalcando una prassi classificatoria e scientifica, presenta aspetti fortemente ludici e scenografici.
Giovedì 12 maggio alle ore 10.30, Mattia Pajè sarà uno dei quattro artisti protagonisti del ciclo ARTALK CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del Main Program, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in occasione di ART CITY Bologna 2022. L’artista dialogherà con Giovanni Rendina e Guido Molinari, in un incontro aperto al pubblico che si terrà in Aula Magna ad ingresso libero fino a esaurimento posti.
Alchemilla è un’associazione culturale che sostiene la ricerca, la sperimentazione e la produzione in ambito artistico, mettendo in relazione le figure professionali coinvolte, con particolare riguardo e cura verso i giovani talenti. Il suo spazio è pensato per ospitare artisti, curatori, performer e intellettuali, attraverso residenze e progetti espositivi. Ha sede a Palazzo Vizzani, tra gli edifici più significativi del Cinquecento bolognese, edificato fra il 1559 e il 1566 su iniziativa di Elisabetta Bianchini, vedova di Camillo Vizzani, poi ampliato nel 1732 dal Cardinale Lambertini, arcivescovo di Bologna e futuro Papa Benedetto XIV.
Con il contributo di: Zunarelli – Studio Legale Associato e Z&C International s.r.l.
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Eventi
Il mood dell’arte contemporanea come arte di prossimità al MiArt

Published
1 mese agoon
11 Aprile 2022
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