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Intervista a Federica Scolta

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Federica Scolta è una sous chef di un noto ristorante bio di Macerata, la incontriamo ad Eataly in occasione degli eventi: “food design by Eataly, ovvero l’ascolto della materia prima”. Un evento suddiviso in più appuntamenti in cui il tema dell’ascolto, proposto dal Brera District per il Fuorisalone, diventano materia, colore e cibo. Un percorso ideale di cucina insomma, legato all’ascolto della materia prima e della “vocazione” degli ingredienti.

DM: Buongiorno Federica, e benvenuta. Ci parli della sua partecipazione a questo evento di food design e della sua attività. Com’è legata a questo contesto di design mood e di moda?
FS: grazie a voi per l’invito. La mia attività qui e di cucina si lega a questi corsi organizzati in collaborazione con Alcenero e Valcucine che stanno ospitando colui che considero il mio maestro: il grande chef Simone Salvini. E’ con lui e con me che verrà realizzato il programma che Eataly dedica al food design.

DM: cosa rappresenta la cucina per Lei?
FS: amore, emozioni. La cucina è presente nella mia vita, non è una esperienza isolata ad una stanza. Per fare un esempio stavo passeggiando e vedendo delle erbe aromatiche (il cardo mariano), il loro profumo l’ho associato ad un’emozione. L’ho colto e l’ho portato in cucina, aggiungendolo ad un’insalata.

DM: cosa pensa del food design?
FS: io vivo la cucina come un rapporto molto spontaneo e naturale. La forma del cibo è ovviamente importante. Il gusto cambia completamente per esempio con “l’impiattamento” o su come viene servita una pietanza. Scegliere le forme, creare combinazioni di sapore e di colore seguendo il proprio gusto è una continua ricerca.

DM: nel senso quindi di una ricerca artistica?
FS: Anche. Le idee “migliorano” un piatto.

DM: Cosa ne pensa dei visualfoodies?’
FS: io ora mi occupo di cucina vegetale ma sicuramente il cibo non viene mai sprecato, ma anzi ne viene molto valorizzato con delle composizioni.

DM: Concludento, cosa ne pensa della food art con i fiori commestibili?
FS: mi piace, tanto da usarli anch’io. Aggiungere dei fiori al piatto è sicuramente un modo creativo di aggiungere bellezza attraverso il colore ma anche per esaltare sapori e dare spazio alla fantasia. Anche i fiori hanno tanti gusti. alcuni piu’ dolci altri piu’ speziati. Si possono usare in insalate o anche per guarnire i piatti, ma poi perchè dare un limite alla fantasia?

La fantasia, sicuramente un ingrediente importante di questo percorso nel segno del design mood anche nel cibo di Federica Scolta. Il cibo che diventa anche un punto di vista estetico, dove è comunicativo e rappresentativo di forme e sapori per tutti i sensi. Dove i colori e le varie combinazioni di sapori ed odori evocano il buono delle cucine vegetali universali di tutte le nostre case. E forse, per questo, cosi familiare e ricercato, insieme.

Immagine: identitagolose.it

di Cristina Chiochia per DailyMood.it

EmanueleDeMarco_0253

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Venezia 80 dietro l’obiettivo. Intervista a Matteo Mignani

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La redazione di DailyMood.it ha intervistato Matteo Mignani, il fotografo che per tutta la durata del Festival, ci ha accompagnato con i suoi incredibili scatti.

DAILYMOOD.IT: Ciao Matteo, si è appena conclusa l’80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un commento a caldo su questa edizione.
MATTEO MIGNANI: Commento a caldo!
Ancora un Leone assegnato, ancora mille discorsi sentiti su film che non potevo vedere durante in festival! Che voglia di andare al cinema!

DM: Come è la giornata tipo di un fotografo durante la Mostra del Cinema ?
MM: Dipende molto dal tipo di clienti, ma di norma ci si abbronza al mattino sul molo dell’imbarcadero per pizzicare gli arrivi delle star, poi si possono coprire i photocall – il momento più ravvicinato – o salire nelle stanze a raccontare preparazioni e acconciature e quindi, in nero elegante, cominciare a rafficare sul red carpet delle 16, quello delle 18, quello delle 20 e a volte quello di mezzanotte… se non si è a coprire feste varie. Per poi andare a scegliere e inviare tutto il materiale della giornata! (Esatto, non ho menzionato tramonti, cene o aperitivi)
Ripetere per 12 giorni.
DM: Ormai sono anni che sei presente a questo importantissimo evento cinematografico. Cosa è cambiato, secondo te, nel corso degli anni?
MM: Nulla.
Guardo i video dell’istituto Luce degli anni 60 ed è deliziosamente uguale. Cambia solo la tecnologia che ti porta a mandare 500 foto tre volte al dì invece che una manciata di rullini.

DM: Hai promesso di essere sincero, cosa ne pensi di questa sovrappresenza di personaggi, anche distanti dal mondo del cinema, sul red carpet? E quanto incide questo sulla presenza dei grandi BIG del cinema, se secondo te incide.

MM: È tutto nella logica di un evento di questa portata, anzi penso che chi si indigna o si stupisce sia molto miope: ci sta una torre rossa gigante a ingresso carpet con i loghi degli sponsor. Questi hanno biglietti a disposizione e giustamente devono fare contenuti. Con chi pensate li debbano fare?
Non incide, anzi, più sponsor uguale più festival!
Gli attori fanno un altro mestiere e sotto festival hanno programmi serrati di promozione film…


DM: Questa edizione della Mostra del Cinema ci è parsa un po sottotono, sei d’accordo o essendo li presente, l’energia è stata differente?
MM: Sono d’accordo. L’ho notato scattando Jessica Chastain (una delle poche real star)… quando ci stanno i volti veri, quando gli appassionati di cinema urlano e vibrano anche noi sentiamo l’energia, si fa meno fatica, vale la pena stare lì! 
Poi per chi va in sala 3 volte al giorno forse cambia relativamente…

DM: Quale è lo scatto fatto a Venezia, che ti ha reso più orgoglioso?
MM: Eh 20.000 a festival, per 12 anni… 
Ne scelgo due. Uno che ora sta a casa di Saverio Ferragina, la persona ritratta, nonché agente di Giovanna Mezzogiorno colti abbracciati esultanti in un “controcampo” di una premiazione
E poi uno scatto di Philip Seymour Hoffman con uno sguardo indolente e quasi doloroso. Manca.

DM: Ci vuoi raccontare un aneddoto da “dietro l’obiettivo” che ricordi con particolare simpatia?
MM: Beh nella bolgia dei fotografi non c’è pietà e il battutaro è sempre carico.

DM: Non possiamo non parlare di moda… L’outfit maschile che ti è piaciuto di più, e quello femminile.
MM: Il Gucci di Jessica Chastain ha insegnato a tutti come sono fatte le superdonne
E sul maschile ti parlo di Ivan, il coordinatore carpet ahah, un completo lilla fantastico!

DM: Quale è la star che non vorresti mai smettere di fotografare sul red carpet?
MM: Ana D’Armas

DM: Ultima domanda, da fotografo, quanto è importante per te essere presente sul red carpet?
MM: È un lavoro. Non facciamo nulla di importante. È frivolo, è superfluo, è transitorio, è showbiz!


di Emma Mariani per DailyMood.it

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Selene Calloni Williams annuncia una data dello spettacolo “KIintsugi, ripara le ferite dell’anima” al Teatro Orione di Roma il 1 dicembre 2023

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Selene Calloni Williams annuncia una nuova data del suo spettacolo “Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vita, che sbarcherà al Teatro Orione di Roma il prossimo 1 dicembre 2023 alle ore 20.00 dopo il debutto milanese dello scorso maggio, andato sold out in pochi giorni dall’apertura della vendita dei biglietti.

Lo spettacolo, ispirato all’omonimo libro dell’autrice, vede in scena Selene che, in un’inedita rappresentazione teatrale,  accompagnerà il pubblico in pratiche meditative e rituali per riparare le ferite dell’anima, superando ansie, sensi di colpa, rabbia, insoddisfazioni e ritrovare libertà, entusiasmo e gioia di vivere.

Sul palco anche gli attori Michelangelo Chini e Dasha Shumilova che insieme a Selene e accompagnati dalle potenti sonorità dei tamburi taiko racconteranno la commovente storia della guerriera Tomoè.

Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vitaintreccia musica, narrazione e pratica rituale con il coinvolgimento del pubblico. Il kintsugi è l’antichissima pratica giapponese di riparare gli oggetti rotti con l’oro. Rappresenta la possibilità di trasformare le nostre ferite fisiche ed emotive in una eccezionale occasione di crescita e cambiamento.

Dopo il grande successo con sold out del debutto milanese al Teatro Manzoni lo scorso 7 maggio, la  data romana rappresenta una nuova tappa di un entusiasmante percorso verso la piena realizzazione di se stessi e della propria felicità.

I biglietti per la data del 1 dicembre 2023 al Teatro Orione di Roma sono in vendita dal 1 settembre a questo link: https://selenecalloniwilliams.com/event/kintsugi-il-libro-diventa-spettacolo-al-teatro-orione-di-roma/

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Angela Govi presenta la sua personale, MILLE E UNA LUCE

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Angela Govi presenta la sua personale, MILLE E UNA LUCE, Domenica 3 Settembre alle ore 16 presso la Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.

Le13 opere presentate raccontano il rapporto dell’artista con la luce. Una luce percepita in mille dimensioni diverse, ognuna di queste attinta dalla naturale bellezza tutt’intorno, che si fa pian piano colore vivo, pura energia. Un modo intimo di indagare una natura meravigliosa, che stupisce, sorprende fissandosi matericamente sui dipinti. L’energia del naturale diventa protagonista di una libertà ambita, fortemente desiderata, a tratti elettiva generando un rapporto privilegiato con se stessi, a tratti inclusiva nel caos della vita. E’ come convertire i cinque sensi in un atto ispirato, che rimarrà indelebile per sempre. Opere accostate per dare continuità: dittici, trittici informali ma pur sempre assonanti, in generose porzioni di materia e colore dove lo sguardo è frontale ma anche laterale come per suggerire una simbologia scultorea. Un panorama cromatico visto da più finestre, in più schermate. La natura ne esce rafforzata, duplicata, triplicata perchè la sensazione dinnanzi ad essa è dell’infinito. Poi lo sguardo si ferma sui particolari: farfalle in volo, fiori estroversi, emozioni visibili qui e per sempre. E infine i cuori, icone per eccellenza dell’amore, pura luce. Così prendono forma le opere, per rispondere a pulsioni fiammanti, per parlare con la voce di cromie e spessori a tutti coloro che avvertono la luce nell’energia del colore. Un flusso vitale inesauribile dove il finale è rimandato sempre al giorno dopo, nel riguardare l’opera ancora una volta perché in se’ ha mille e una luce.

Angela Govi, dopo l’intensa attività di copywriter in agenzie di pubblicità italiane e internazionali e come assistente alla regia in una casa di produzione cinematografica, esordisce nel mondo della pittura nel 2002 e in quello della scultura nel 2004. Partecipa nel 2004 alla collettiva Pop Art Italia Omaggio a Rauschemberg al Palazzo dell’ex Borsa di Commercio di Ferrara e, nello stesso anno, alla 2° Biennale Internazionale d’Arte di Ferrara al Castello Estense. Nel 2005 debutta con la prima personale presso la Galleria Studio De Bonis a Reggio Emilia e nel 2006 con la seconda presso la Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Segue nel 2008 una collettiva alla Galleria Ottagono di Bibbiano RE. Nello stesso anno è protagonista con una nuova mostra presso la Galleria Kann in via F. Cavallotti a Parma. Nel 2009 una personale presso la Libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, nel 2013 alla Galleria “Reggio in Galleria”, P.zza Duomo a Reggio Emilia. Dal 2014 al 2022 si è dedicata alla creazione di altri progetti. Ora in programmazione la nuova personale in Libreria Bocca a Milano. Vive e lavora a Reggio Emilia.

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