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La tradizione di Hokkaido di Tamami e Miwako Kaizawa

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L’isola più grande del Giappone da scoprire attraverso la moda degli Ainu al fuorisalone di Expo2015

Tamami è una stilista Ainu, una popolazione indigena di hokkaido, così come la nonna, Miwako Kaizawa. Incontriamo la signora Miwako, custode delle tradizioni culinarie e non degli ainu, nello stand allestito dalla fiera di Hokkaido a Milano, in occasione di Expo2015 nella location di Cascina Cuccagna in una fresca ed assolata giornata di ottobre dove mostra orgogliosa il lavoro della nipote, Tamami appunto. Con la signora Miwako e le sue gentili traduttrici, apprendiamo come mantenere lo spirito del popolo Ainu in Giappone non è compito facile e di come il lavoro delle creazioni di Tamami Kaizawa esprimano la cultura Ainu di ieri, oggi, domani ed in qualche modo, attraverso il mood della moda, la preservino.

Osservando i kimoni alle pareti, che catturano i colori scuri della tradizione e li accomunano all’arte contemporanea come espressione quasi animista del bianco del senso di appartenenza ad un popolo che, oramai, sta scomparendo. Sono i kimono “attush” ovvero kimoni tradizionali anu fatti con fibre di cotone e di olmo che vengono tessuti a mano. Attraverso le interpreti, la signora Miwako ci spiega come i disegni delle creazioni della nipote siano moderni e contemporanei ma ispirati totalmente alla tradizione cerimoniale: “vede questo drappeggio al mio di kimono? È una lavorazione differente rispetto a quello che vede alle pareti, sono solo punti con filo, ma il disegno è sempre quello dei nostri avi ”ed aggiunge “la nostra è una lavorazione laboriosa e complessa, con strati di cotone bianco che poi vengono lavorati in modo particolare e tagliati, una tradizione che non deve morire ed invece va scomparendo, è bello che i giovani non abbandonino le tradizioni, le facciano sopravvivere”.

hokkaidoLa vita del popolo Ainu attraverso l’amore per la moda, ecco cos’è un “Attush” ai tempi di Expo2015. Un mood imprescindibile quello che lega la tradizione con la contemporaneità giapponese e che già avevamo commentato qualche mese fa, in un’intervista ad Aoi Mishina seguendo le attività del padiglione Expo giapponese ed il loro fuorisalone; in questo messaggio, di condivisione e rispetto reciproco dei popoli, ci viene incontro sempre la signora Miwako: “il lavoro di Tamami è una nuova fase di quello che è sempre stato il modello dei kimoni tipici degli ainu, così come vengono composti nel disegno. Sono orgogliosa del lavoro che sta facendo. La nostra cultura sta piano piano affievolendosi, io sono solo un’anziana nonna che cerca di proseguire nel solco delle tradizioni [e comincia ad intonare una canzone anu], ma sono i designer come Tamami che ora hanno il compito di proseguire, se vorranno, con queste stesse tradizioni della cultura dei nostri antenati”. Il lavoro della designer Tamami che crea in modo particolare accessori, cravatte e tessuti con i disegni tradizionali del popolo Ainu fornendone una chiave di lettura interessante e contemporanea attraverso per esempio i colori, trae spunto dalla natura quale compagno di viaggio della propria ispirazione e ,come la signora Miwako ci fa notare, nella lavorazione segue la tradizione sviluppandone però le caratteristiche, senza tradirne minimamente i principi (esempio sul sito internet di Tamami Kaizawa “sikerpe art” www.sikerpe.jp).

“Signora Kaizawa”, chiediamo, “cosa significa essere una designer Ainu?” La signora ci sorride e fa un giro su se stessa, mostrandoci il kimono attush che indossa. Forse significa davvero solo questo: essere orgogliosi di appartenere ad un popolo che è stato isolato e maltrattato ma che racchiude in sè un patrimonio che deve e vuole essere preservato. La scelta della fiera di Hokkaido milanese dimostra una volta di più che parlare oltre che del cibo, anche della cultura giapponese ed indigena dell’antico popolo che abitava l’isola, arricchisce tutti: giapponesi e non, perchè quando si parla di preservare il proprio patrimonio culturale sono proprio queste differenze ad aggiungere qualcosa piuttosto che a sottrarre nel solco dell’unico mood che non tramonterà mai: la moda come stile di vita.

Di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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MARIO DICE disegna i costumi della TOSCA di Giacomo Puccini

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Mario Dice disegna i costumi della Tosca di Giacomo Puccini, il talento del designer verrà declinato in una delle opere italiane più famose al mondo, che andranno in scena nel Teatro Verdi di Salerno, con la regia di Alfonso Signorini, diretto dal Maestro Daniel Oren il
Martedì 30 maggio ore 21.00 TURNO A
Venerdì 2 giugno ore 18.00 TURNO B

La Tosca è tra le opere del maestro Puccini più cinematografica: i fratelli Lumière avevano da qualche anno stupito il mondo con la loro invenzione e il Maestro amava passare ore e ore nelle prime sale cinematografiche, in cerca di ispirazione.
La Tosca di Giacomo Puccini è un dramma storico in cinque atti del celebre drammaturgo Victorien Sardou (1831-1908) che, rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al teatro adiacente alla Porte Saint-Martin di Parigi, fu interpretato dalla trentottenne stella del teatro francese Sarah Bernhardt.
L’opera appartiene alla fase avanzata della carriera artistica dell’autore e poggia su tre temi chiave: la storia, l’avventura e l’amore. Per quanto riguarda l’ambientazione storica, il dramma si svolge nella Roma ottocentesca al momento della battaglia di Marengo. Sardou offre una minuziosa descrizione degli ambienti storici, senza tralasciare nessun particolare tramite i dialoghi dei personaggi. L’estro sartoriale e la libertà creativa di Mario Dice sono in perfetta sintonia con il senso dell’opera di Puccini , e anche questa volta la moda ha stretto un patto con il teatro: interpretare la bellezza dell’opera, ed esaltare i corpi attraverso la tecnica accademica, a cui fa riferimento il designer. La precisione nell’interpretare i personaggi con i suoi abiti di scena sono frutto solo di un talento unico.

TOSCA
Musica di Giacomo Puccini
Direttore d’Orchestra, Daniel Oren
Regia, Alfonso Signorini
Maestro del Coro, Francesco Aliberti
Costumi, Mario Dice
Scene, Alfredo Troisi
Maestro del Coro di Voci bianche, Silvana Noschese
Assistente al Direttore d’Orchestra, Francesco Rosa
Assistente alla regia, Lorenzo Roberti
ORCHESTRA FILARMONICA “GIUSEPPE VERDI” DI SALERNO
CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI SALERNO
CORO DI VOCI BIANCHE DEL TEATRO “GIUSEPPE VERDI” DI SALERNO
Nuovo allestimento del Teatro “Giuseppe Verdi” di Salerno

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Metodo IGBI, Il libro best-seller di Isabella Goldmann diventa un corso online sull’architettura bioclimatica.

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Un percorso online di 28 videolezioni per progettare in autonomia la propria casa come luogo di benessere e serenità. Dove l’anima è al sicuro

Come abitare nel modo giusto? Come sentirsi a proprio agio nella propria casa, lì dove è al sicuro l’anima? Isabella Goldmann – bio architetto, precorritrice delle nuove frontiere della bio architettura, nonché presidente della Goldmann & Partners srl SB e direttrice scientifica del centro di Ricerca Internazionale IRCAS, volto alla ricerca sulla sostenibilità applicata – ha curato un corso online per imparare ad ascoltare e a viaggiare verso la casa perfetta per sé e per la propria famiglia.

Il percorso didattico si basa sul metodo IGBI – Isabella Goldmann Bio Interiors da lei messo a punto per fare della propria casa uno spazio eco-sostenibile e bellissimo, costruito per il benessere dell’abitare e nato dalla sua pluriennale esperienza nel campo della bioarchitettura. Questo metodo è oggetto del suo primo libro best-seller, “Un bio architetto per amica. Rendi la tua casa bella e sana e fanne il luogo più intelligente e felice per te e la tua famiglia con il metodo IGBI” (Bruno Editore), destinato al grande pubblico.

“Quando entri casa – spiega rivolgendosi direttamente a chi la segue – ti lasci fuori tutto l’esterno. Lì ti aspetti il meglio che c’è. La tua casa deve portarti ad avere un’esperienza assolutamente positiva”.

Per raggiungere questi obiettivi è innanzitutto necessario analizzare la natura delle proprie aspettative nei confronti della casa: “Il mondo delle persone rispetto al pensiero della casa – spiega Goldmann – si divide in due: chi fugge da un dolore o chi corre verso una gioia. I primi pensano la casa come la soluzione dei propri mali e cambiandola pensano di risolvere tutto. I secondi partono da un atteggiamento più positivo e vivono la nuova casa come un viaggio”. IGBI accompagna lungo i tanti passi che corrono verso una gioia. Ma, ammonisce l’autrice, un’aspettativa non si può soddisfare se gli atteggiamenti, le modalità e gli approcci non cambiano.

Le 28 lezioni sono precedute da 5 video gratuiti introduttivi al corso ottenibili previa registrazione sulla piattaforma online. “Abitare nel modo giusto cosa vuole dire”, “Adotta un approccio medico per la tua casa”, “Elettromagnetismo in casa” sono solo alcuni dei titoli chiave del manifesto culturale e programmatico di Isabella Goldmann, che gode del supporto di alcuni strumenti molto semplici da usare per accompagnare il lettore nel suo percorso verso la sua casa perfetta.

“La nostra casa deve essere bellissima – afferma Goldmann – e la bellezza è armonia di tutte le variabili in gioco”. Questione di luce, colori, ergonomia (ovvero spazialità corretta rispetto al nostro corpo), chimica (i materiali rilasciano sostanze per molti anni), presenze fisiche come onde elettromagnetiche e onde luminose. Tenere conto di tutti questi fattori e saperli agevolmente gestire in casa conduce all’armonia, ottenuta dal dialogo fra le scelte. Senza armonia il nostro cervello prova quella sensazione di discomfort che si traduce in stanchezza e persino in malattie che impattano sulla salute fisica, mentale e sui comportamenti. Perché tutti abbiamo bisogno di un luogo armonico dove soggiornare.

La casa è di per sé un luogo articolato, che obbliga a numerose scelte con numerosi passaggi che producono indecisioni o dolori. Per non farsi sopraffare dall’indecisione è importante seguire un metodo. Perché – sottolinea l’autrice -seguire un metodo non ti fa sbagliare.

A tale scopo, Goldmann svela 5 “segreti” da memorizzare:

1 la tua casa è la tana perfetta per te e la tua famiglia; è solo tua e deve essere perfetta per te

2 la casa non deve essere scelta in funzione di poche necessità: vanno considerate tutte le variabili in gioco

3 ispirati ma non copiare le case degli altri e non affidarti a chi ti impone il proprio pensiero : usa un occhio critico e ragiona in termini di ciò che è giusto per te.

4 considera la tua casa come una potente medicina: un luogo che produce benessere fisico e mentale

5 hai la responsabilità di dare alla tua famiglia una casa migliore

Un corso indispensabile che conduce alla definizione di un nuovo mindset, secondo il quale “la casa deve calzarti come un abito. Quando l’abito è perfetto non ti sovrasta perché ne sei protagonista, sei a tuo agio e dà la massima visibilità soltanto a te”. Il costo del corso è di 697 € + IVA: un viaggio di 28 videolezioni della durata di max 15 minuti ciascuna.

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CELESTE LAI e la sua storia di self empowerment: personal interior decorator & luxury host.

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Creare una nuova professione combinando proprie competenze, propri interessi e self empowerment. E’ la storia di self-made woman di Celeste Lai, che ha creato da sola un’inedita attività di PERSONAL INTERIOR DECORATOR & LUXURY HOST.

Romana, laureata alla Facoltà di Architettura, Celeste decide di mettere le sue competenze a servizio dell’interior design da una parte e dell’hospitality di lusso dall’altra e crea nel 2018 la sua attività, Celeste’s Place (https://www.celestesplace.it/) . Con questa attività Celeste offre un servizio di consulenza su misura ai proprietari di appartamenti di lusso in centro a Roma rinnovandone completamente l’arredo in modo da esprimere la personalità dello spazio e del proprietario.

A quel punto il proprietario dell’appartamento può decidere di dare in gestione a Celeste anche l’affitto dell’appartamento e Celeste si occuperà dell’hospitality creando esperienze uniche e su misura per i turisti affittuari, sempre con in mente un preciso intento di sostegno a un turismo consapevole. Tutte le strutture gestite da Celeste sono 100% plastic free e gli itinerari  personalizzati che crea per ciascun turista cliente sono all’insegna del risparmio di carburante, del rispetto ambientale e della valorizzazione di realtà cittadine (ristoranti, negozi ecc.) che credono in questi valori.

Il proprietario dell’appartamento che si rivolge a Celeste può optare anche solo per l’attività di consulenza di arredo e decidere di gestire da sé l’affitto.

Celeste’s Place, che celebra quest’anno i suoi 5 anni, è stata creata da Celeste contando solo sulle sue forze e sulla sua iniziativa; è quindi una bellissima storia di self empowerment e di un successo che sta crescendo e si sta consolidando nel numero di clienti, sia dal lato proprietari d’appartamenti di lusso che dal lato turisti che cercano vacanze come esperienze di eccellenza, prevalentemente una clientela di livello alto proveniente dal Nord America.

https://www.celestesplace.it/
https://www.instagram.com/celeste_s_place/

 

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