Eventi
Vite controcorrente ed il mood delle donne nella mostra Divine e Avanguardie di Palazzo Reale a Milano

Retrospettive di straordinarie pittrici russe, stavolta a Palazzo Reale di Milano, che nel rispetto del DPCM del 3 novembre rimarra’ chiuso sino al 3 Dicembre ma sara’ visitabile sino al 5 Aprile 2021 e che ripercorrono spesso vite controcorrente paragonandole alle loro opere, cercando di evidenziarne il felice esito tra evoluzione culturale ma soprattutto, sociale nell’ Urss di ieri, oggi e domani.Quadri molto significativi ma in Italia sconosciuti o poco noti, in particolare per quell’idea di “restituzione dell’arte russa” che enfatizza il ruolo che le donne hanno avuto in questo paese. Proponendole nel loro ruolo sociale e nella loro capacita’ di “azione-reazione” rispetto al mondo esplorato e non , dell’arte.Una mostra che pare quasi un iter emozionale, fondamentale per comprendere e “restituire”, come recita la presentazione alla stampa: “un’idea dell’arte russa e del fondamentale ruolo delle donne in questo Paese, del loro contributo alla Storia dell’Arte, del loro ruolo nella società per l’emancipazione e per il riconoscimento dei diritti attraverso un ricco corpus di opere, tramite mezzi espressivi e tecniche differenti per rappresentare
l’evoluzione culturale e sociale […]“, riuscendoci appieno. Otto sezioni -imperdibili le prime sale con le Madonne e le Sante e le successive delle contadine-operaie vs le imperatrici- e due grandi capitoli. Ecco in sintesi la mostra. Grandi “divine” dell’arte , pittrici e muse, che nelle sale, significative anche grazie all’ausilio delle audioguide, guardandone i quadri aiutano lo spettatore ad immergersi nel mondo a cui appartengono e che diventano quasi una sorta di racconto emozionale appunto, per inquadrature di una storia nella storia della donna e del suo ruolo sociale in una terra che, ancora oggi, appare lontana. Dove i quadri narrati, diventano racconti quasi “in parallelo” di quei mondi lontani, delle loro vite stesse. Come una sorta di manuale con vari segnalibri, ecco che i quadri presentati nelle sale e molto ben spiegati e presentati in catalogo, edito da Skira. Una mostra che vanta illustri patrocini tra cui quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Consolato Generale della Federazione Russa e sotto la cura e la supervisione di Evgenia Petrova, Direttore Scientifico del Museo Russo e Joseph Kiblitsky. Un proclama coraggioso di donne che in questo modo diventano appunto “dive” in continuo dialogo con l’essenza della rilettura della storia Circa 90 opere in una sorta di circuito, insomma, mostrate molte per la prima volta in Italia: come recita il materiale stampa infatti ecco ” Il’ja Repin, Boris Kustodiev e Filipp Maljavin, il suprematista Kazimir Malevich e i maestri degli anni Dieci e Venti del Novecento, Aleksandr Dejneka, Kuzma Petrov-Vodkin, autore del ritratto della poetessa Anna Achmatova, solo per citarne alcuni”. Una mostra fortemente voluta dal Comune di Milano e Palazzo reale, con CMS Cultura e nato dalla fitta collaborazione con il museo di stato russo di San Pietroburgo.Emozionarsi, per emozionare. Il mood delle donne che diventano “fattrici” di un ruolo di artiste che le identificano appieno nel loro essere avanguardia, in particolare “russa”. Un modo per immergersi in una atmosfera dal sapore originale tra nomi quali Natalia Goncharova, Ljubov Popova, Aleksandra Ekster , una accanto all’altra tra cielo e terra, tra trono ed indipendenza, come appunto sono titolate le varie sezioni della mostra.Tra famiglia, rituali e convenzioni, irrompe anche la moda, il corpo delle donne tra femminilita’ e scoperta di se’ , su alcuni manichini proposti nella penultima sezione della mostra, attraverso i colori e le luci accese degli accostamenti mai provocanti, ma “provocati” quando l’arte era ovunque, anche negli abiti da portare che rendono il corpo e l’anima delle donne sempre piu’ voluminoso , una sorta di “corpo a corpo” con quello dell’uomo. Bellissimo , concludendo, l’effetto che ne ottiene l’allestimento dell’ultima sala, con il modello in bronzo di Vera Mukhina pe il padiglione URSS di Expo 1937. Ed ora? Il mood delle donne puo’ ancora considerarsi una avanguardia? Ai posteri l’ardua sentenza ma resta l’esempio di queste donne, da cui forse attingere, in particolare in momenti di difficolta’ come quelli in cui si vive a causa della pandemia che seppero fare di “necessita’ virtu’ “, alcune delle quali amando, creando connubi artistici (noto quello della Natalia Goncharova con Mikhail Larionov) altre creando arte a 360 gradi ma tutte, offrendo esperimenti emozionali in tempi difficili fatti di arte, pittura, moda e teatro, sino ad arrivare alla performance.
di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it
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Eventi
Torna il mood del giappone ovvero il giapponismo della moda nel nuovo libro presentato a Milano

Published
2 mesi agoon
19 Aprile 2022
Docente e studiosa di storia della moda, come recita il comunicato stampa “Laura Dimitrio ha compiuto studi specifici sul giapponismo e sulla moda italiana del Novecento. Tra le sue pubblicazioni vi sono saggi sul giapponismo italiano, sui costumi per la prima rappresentazione di Madama Butterfly e sulla condizione di lavoro delle sarte nel XX secolo“. Torna insomma quello che negli anni si è definito il “mood del Giappone” in questo bellissimo libro dal titolo evocativo “Non solo Kimono. Come il Giappone ha rivoluzionato la moda italiana” e che getta nuova luce non solo sulla moda italiana da una prospettiva totalmente inedita (tra influenze e suggestioni orientali) ma anche innescando una sorta di racconto e flusso di evocazioni tra arte abbigliamento e stoffe, colori e tagli che rendono la moda di cui si occupa non solo oggetto di studio riguardo alla influenza sul costume del Giappone nella moda italiana che ha generato, ma percorrendo ben oltre quattro secoli di storia tra emozioni, episodi e retroscena da “dietro le quinte” dagli anni 60 ad oggi. 50 anni di mood del Giappone come una sorta di cartina geografica che racconta curiosità ed aneddoti di stilisti di ieri e di oggi. Non a caso si è scelto Gisella Borioli, signora della editoria di moda in Italia (tra i tanti Vogue e Donna), per raccontare, declinando , questo viaggio; rendendo la coppia Borioli-Lucchini testimoni in modo diretto (come la realtà di Stuperstudiopiu dimostra da anni) , dei cambiamenti del mondo della fashion-art e dei suoi protagonisti in un mondo contemporaneo sempre più multi sfaccettato. Inoltre il volume vanta la prefazione di Akiko Fukai, direttrice e Curator Emeritus del Kyoto Costume Institute, insomma, massima esperta del giapponismo nella moda.
Andare insomma oltre la moda, nel mood del Giappone, perchè, come recita il comunicato stampa che rende questo libro di Skira un piccolo capolavoro : “quando si considera l’abbigliamento giapponese, il pensiero corre subito al kimono, che ha riscosso uno straordinario successo in Europa e in Italia fin dal tardo Ottocento. Da allora il suo taglio e i suoi motivi decorativi sono diventati fonte di ispirazione per gli stilisti desiderosi di proporre abiti con forme e decorazioni sconosciute alla tradizione sartoriale occidentale. Ma il kimono non è stato l’unico aspetto della moda nipponica a rivoluzionare lo stile italiano. A partire dagli anni Settanta, i fashion designer giapponesi d’avanguardia (Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo) con i loro abiti informi e asimmetrici hanno sovvertito i tradizionali canoni estetici e sono diventati un punto di riferimento anche in Italia per i creatori di moda anticonformisti. Tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio si sono poi diffuse in Italia le subculture giapponesi, dalla moda kawaii ai cosplayers, alle Lolita“.
Un libro, quello edito da Skira Editore davvero molto ben fatto. A partire della ricchezza dell’apparato iconografico corredato da immagini di riviste di moda, ma anche di bozzetti e da bellissime fotografie. Il tutto proveniente da archivi di case di moda e da musei del settore. Torna il mood del Giappone ovvero il giapponismo della moda? Forse. Ed il nuovo libro presentato a Milano ne è il più valido esempio.di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it
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Giovedì 12 maggio 2022 apre al pubblico Fuori Terra, mostra personale di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina, ospitata nelle suggestive sale di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla di Bologna. Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e da Alchemilla, in collaborazione con Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio, l’esposizione è parte del main program della decima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in concomitanza di Arte Fiera.
Fuori Terra è un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo. Le sculture, modellate in resina bicomponente, sono organizzate in modo da formare diversi elementi aneddotici, leggibili come una cosmogonia creata dall’artista a partire da due alfabeti visivi: l’estetica new age e quella della televisione commerciale. Lo spazio nel quale sono installate è punteggiato da objet-trouvé, selezionati e dislocati dall’artista a seguito delle sue sperimentazioni su prodotti coinvolti nelle pratiche spirituali e pseudoscientifiche (con fini curativi, di crescita personale e di sviluppo di abilità paranormali), e di una serie di visite agli archivi televisivi che conservano allestimenti e scenografie. L’ambiente in cui gli oggetti sono inseriti è raccordato tramite l’utilizzo di argilla cruda che, applicata come isola di sostegno, permette ai nuclei scultorei di emergere da uno stesso indistinto strato grigio.
L’esposizione si sviluppa a partire dall’interesse dell’artista verso il concetto di verità. Il progetto volge uno sguardo particolare all’emersione di nuovi regimi di verità, rintracciabili a partire dai contenuti che popolano i social network, legati alla ripresa di tematiche “magiche” e teorie del complotto. Lo sgretolamento del fronte mainstream di informazione, che un tempo era animato principalmente da giornali e televisione, ha infatti lasciato posto sulle piattaforme online ad una molteplicità di teorie e forme di sapere esoteriche, spesso in antitesi rispetto al pensiero scientifico. Questo tipo di attenzione si incrocia con la pratica del disegno, che l’artista ha portato avanti durante i mesi di isolamento. La congiunzione che ne deriva, prende forma con l’opera installativa Fuori Terra, all’interno della quale l’artista presenta episodi mitici, riproducendo la pratica museale del diorama. Questa scelta espositiva è determinata dalla volontà di creare tensione tra l’aspetto educativo-scientifico e quello maggiormente legato all’intrattenimento. Il diorama, infatti, riproduce simbolicamente porzioni del mondo naturale sintetizzandone gli elementi e, pur ricalcando una prassi classificatoria e scientifica, presenta aspetti fortemente ludici e scenografici.
Giovedì 12 maggio alle ore 10.30, Mattia Pajè sarà uno dei quattro artisti protagonisti del ciclo ARTALK CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del Main Program, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bologna in occasione di ART CITY Bologna 2022. L’artista dialogherà con Giovanni Rendina e Guido Molinari, in un incontro aperto al pubblico che si terrà in Aula Magna ad ingresso libero fino a esaurimento posti.
Alchemilla è un’associazione culturale che sostiene la ricerca, la sperimentazione e la produzione in ambito artistico, mettendo in relazione le figure professionali coinvolte, con particolare riguardo e cura verso i giovani talenti. Il suo spazio è pensato per ospitare artisti, curatori, performer e intellettuali, attraverso residenze e progetti espositivi. Ha sede a Palazzo Vizzani, tra gli edifici più significativi del Cinquecento bolognese, edificato fra il 1559 e il 1566 su iniziativa di Elisabetta Bianchini, vedova di Camillo Vizzani, poi ampliato nel 1732 dal Cardinale Lambertini, arcivescovo di Bologna e futuro Papa Benedetto XIV.
Con il contributo di: Zunarelli – Studio Legale Associato e Z&C International s.r.l.
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Eventi
Il mood dell’arte contemporanea come arte di prossimità al MiArt

Published
3 mesi agoon
11 Aprile 2022
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Intervista a Eleonora Mattia, autrice del libro “Igiorni del coraggio. La forza delle donne oltre la pandemia”

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