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Lo stilista Ferdinand: “Dopo il mad mood della MFW mi preparo a Parigi”

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Si è appena conclusa la Milano Fashion Week, all’interno della quale abbiamo assistito alla terza edizione del Mad Mood che, oltre a sensibilizzare sul tema dell’ecosostenibilità, è anche un fashion talent che ha visto sfilare ben quindici designers. Tra questi, il giovane vesuviano Ferdinand, diventato un vero e proprio punto di riferimento nel mondo del Wedding. Dopo Alta Roma, l’ormai noto couturier ha portato la sua collezione primavera estate nella capitale della moda, ricevendo un premio anche dal Cav. Mario Boselli, Presidente Onorario della Camera della Moda. Daily Mood l’ha incontrato per capire meglio cosa si cela dietro le sue raffinate creazioni di haute couture.

DailyMood: Ferdinand tu ormai sei uno stilista affermato nel mondo del Wedding, ma nasci come designer di abiti da ballo. Puoi raccontarci il perché di questo cambiamento e se e come questa esperienza ha inciso nella tua cifra stilista nelle creazioni di oggi?
Ferdinand: Ho lavorato dodici anni nel settore degli abiti da ballo e dopo tutto questo tempo ho sentito il bisogno di cambiare, subendo una vera e propria muta artistica. Dovevo abbandonare quella realtà per sperimentarmi con qualcosa di più “importante”. Così, mi sono avvicinato al mondo del Wedding che aveva bisogno di una cura ancora più particolare e precisa. L’esperienza nel mondo degli abiti da ballo, però, mi ha aiutato moltissimo, direi che mi ha dato quasi tutto. Interfacciarmi con delle ballerine che avevano delle esigenze ben precise, sottoposte ad un giudizio costante durante le gare e per cui il loro look doveva essere sempre perfetto, è stato un ottimo allenamento. Ho imparato a leggere le donne, capendone le diverse esigenze. La ricerca della perfezione è ciò che oggi mi permette di esprimersi al meglio e, soprattutto, di esaudire i desideri delle mie clienti come un vero couturier fa.

DM: Pallettes e trasparenze, è questo il tuo tratto distintivo? E quale definiresti come l’aspetto fondamentale di ogni abito?
F.: Beh, sono assolutamente qualcosa di importante che ha rappresentato moltissimo all’interno delle mie collezioni, ma non li definirei un tratto distintivo. Sono un fashion designer in continua muta. Sicuramente, sono elementi che hanno rappresentato un momento fondamentale della mia carriera, ma oggi sto cercando di ripulirmi da una serie di incrostazioni di ricami e di materiali per cercare di concentrarmi maggiormente sulla forma, la modellistica. Direi che gli aspetti fondamentali dei miei vestiti sono quello emozionale e la silhouette femminile, che cerco sempre di valorizzare.

DM: A cosa ti ispiri nel processo di creazione artistica? E, soprattutto, quale è il tipo di femminilità che più si addice ai tuoi abiti?
F.: Ogni artista è dotato di una grande sensibilità, quindi la fonte d’ispirazione è sicuramente quella che viene dal mondo esterno come la scoperta di materiali e tessuti nuovi, le conoscenze. Tutto ciò che ogni volta tocca la mia sensibilità, insomma. Sicuramente il tipo di femminilità che più si addice ai miei abiti è una donna estremamente elegante, di quell’eleganza innata, forse anche un po’ snob, vintage, nel senso di quella donna che ancora “sa di donna”, dalla sensualità velata, poco sfacciata. Sicuramente non mi appartiene quella di femme fatale.

DM: Tu curi il look e l’immagine delle donne che vesti a 360 gradi, occupandoti anche dell’acconciatura e del make up. Puoi spiegarci il perché dandoci anche una definizione di quello che tu chiami “Total Look”? Perché hai deciso di specializzarti anche nel make up e perché per te è così importante?
F.:Il “Total Look” è una visione chiara di una donna a 360°, quindi una cura che non si fermi solo all’abito ma che sia in grado di studiare anche un make up correlato non solo al vestito ma soprattutto al viso di una donna. E poi cosa dire dei capelli? Sono la cornice del viso, il loro volume bilancia la morfologia di un volto. Senza dubbio, le visioni sono quelle di abiti ma sempre con un viso e dei capelli. Per questo ho sentito il bisogno di capirne di più, per poter creare una melodia perfetta senza alcuna nota stonata in mezzo.

DM :Raccontaci il processo creativo che c’è dietro alla realizzazione di un look femminile e come scegli i tessuti degli abiti.
F.: Per me ci sono due modi di realizzare un look. O si parte dalla cliente, e quindi dalla donna, lei mi esprime ciò che sente, mi dice chi è e che donna vuole essere in quell’occasione speciale e io inizio a creare, scegliendo i tessuti che meglio si addicono a quel determinato outfit. Oppure si parte dal tessuto, lasciando che questo mi conceda la visione di un abito – cosa che accade più che altro nella realizzazione di una collezione.

DM: Che tipo di donna ami vestire?
F.: Chiaramente, ogni stilista ha la sua donna ideale ma quella che più amo è la donna che ha timore dei propri difetti. Senza dubbio è quella più stimolante perché amo poter insegnare alle donne a trasformare ciò che loro ritengono dei difetti in punti di forza, oserei dire dei veri e propri tratti distintivi, come per esempio ha fatto Barbra Streisand con il suo naso pronunciato. Diciamo che amo trasformare i grandi incubi delle donne in grandi pregi.

DM: Cultura partenopea e “Made in Italy”. Le tue collezioni sono quasi un vero e proprio inno a questi due aspetti che purtroppo rischiamo di perdere sempre di più. Cosa significano per te?
F.: La cultura partenopea ha rappresentato una grande possibilità. Le donne partenopee amano apparire e questo mi ha permesso di sperimentare di più, creando anche abiti che non sempre potrebbero risultare adatti in determinate cerimonie. Mi ha concesso l’opportunità di esprimere il mio estro creativo al meglio e di crescere. Il “Made in Italy”, poi, è sicuramente un grande punto a nostro favore. La nostra cultura ci spinge naturalmente alla ricerca della perfezione ma, soprattutto, all’utilizzo di materiali di prima scelta – non a caso, il “Made in Italy” è una chiave di apertura a tanti canali di mercato. Sono fortunato e fiero di essere nato a Napoli e di essere italiano perché il nostro stile e la nostra formazione artistica ci permette di realizzare un qualcosa che ci distingue dal resto del mondo.

DM: Alla kermesse di moda romana “Alta Roma” hai presentato la collezione primavera estate. Rispetto al passato c’è stato un cambiamento: dalle tinte pastellate sei passato a delle sfumature cromatiche più calde. Parlaci di questa collezione e dei suoi cambiamenti.
F.: Sicuramente quella presentata ad “Alta Roma” è stata una collezione molto diversa dal solito. In realtà è stato tutto molto naturale. Mi sono avvicinato alle nuove tinte in maniera inconscia, solo dopo ne ho capito l’importanza e il significato. I toni bruni della terra, infatti, si affiancano spesso ai valori dell’amicizia, dell’affidabilità e della stabilità. Ed effettivamente, vengo da un anno molto difficile in cui questi aspetti sono venuti totalmente a mancare. Dentro di me c’era una ricerca di questi importanti valori. È una collezione che racconta molto di me, più di ogni altra, e ha subito dei cambiamenti anche da un punto di vista formale. Mi sono avvicinato a forme più architettoniche ma sempre con strutture molto leggere, quindi con un affetto meno palpabile e leggiadro, con abiti che si presentano in modo molto più forte, così come forte era la necessità di riprendermi quei valori che stavo rappresentando.

DM. Da Roma a Milano. La scorsa settimana hai partecipato all’evento Mad Mood Milano durante i giorni della Fashion Week. Raccontaci come è andata.
F.: Il Mad Mood Milano è stato molto importante per me, sia perché è stato il mio battesimo milanese, sia perché ha rappresentato un grande punto di inizio. Ricevere un riconoscimento dal Cav. Mario Boselli che ha riconosciuto in me un vero couturier, un talento, è stata una grande soddisfazione che ha spazzato via tutti i sacrifici di questi anni. Boselli ha definito le mie collezioni haute couture, sicuramente destinate ad un pubblico più piccolo ma dall’alto valore artistico.

DM: Dove ti rivedremo prossimamente? Progetti futuri?
F.: Sicuramente a Parigi. Ho intenzione di concentrare tutte le mie forze verso un pubblico più adatto ai miei abiti, dove possono ricevere la giusta visibilità. Capi interamente cuciti a mano e non ripetibili appartengono al mondo haute couture, e quale collocazione migliore di Parigi? Nei progetti futuri, invece, rientra Dubai dove molte boutique hanno già visionato la mia collezione e sono pronte ad acquistarla. Ovviamente, vi terrò aggiornati.

di Francesca Polici per DailyMood.it

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ALCHÈTIPO by Andrea Alchieri

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CINEMA’S CHORUS è la collezione seasonless 2024-25 del progetto estetico ALCHÈTIPO by Andrea Alchieri, che ruota intorno al concetto di magia, elemento che ha incantato l’uomo per millenni evocando terrore, risate, shock e stupore.
La collezione si ispira al libro “The Magic Book” edito da Taschen, che dipinge un mondo tinto di nero angosciante e colori eccentrici, con corpi distorti, messaggi criptici e richiami alla perenne lotta fra bene e male. Un tempo perseguitati, i maghi sono sempre stati dei veicoli verso un universo parallelo fatto di spiriti invocati, menti lette, leggi invertite o giochi di prestigio. Pionieri degli effetti speciali, non hanno mai smesso di confonderci rendendo possibile l’impossibile sul palcoscenico, dando così origine agli effetti speciali cinematografici.

La tematica sviluppata è strettamente legata all’identità del progetto estetico di Andrea Alchieri, la cui fascinazione al tetro e macabro compare anche nelle passate collezioni. Emerge dallo stesso naming la suggestione all’alchimia, l’antica arte tra scienza e magia, che per il creativo rappresenta un fil rouge che ciclicamente s’inabissa e riemerge, attingendo al cinema surrealista dove, attraverso il mix di linguaggi, crea un intero progetto cucito di misteri e bellezza occulta.

Il designer, sedotto dall’aspetto esoterico, sviluppa le sue suggestioni mettendo tendaggi e sedie in velluto al centro dell’attenzione, con stampe all-over eccentriche e surrealiste che rievocano trip psichedelici, ispirate al lavoro fotografico di Ira Cohen e ridisegnate dalla print designer Sharon Bassi per dar vita ad una collezione di capi che evocano un viaggio introspettivo.
I suoi trasferimenti al taglio, alla corsetteria, alle stecche protagoniste su rever di blazer decostruiti, ai capelli estremamente fantasiosi ed inquietanti, al trucco eccentrico inspirato ai colori puri delle stampe di collezione, hanno definito lo storytelling del progetto presentando cosi una collezione unica in ogni sua forma.

IL PROGETTO ESTETICO

ALCHÈTIPO by Andrea Alchieri è un progetto estetico mutevole di arricchimenti che dà vita a capsule seasonless senza genere; una scelta consapevole del designer Andrea Alchieri per sottolineare l’indole e il carattere del progetto personale. Nasce dall’unione di due elementi distinti, ma complementari: “Alchimia”, che rappresenta il processo di trasformazione e creazione, e “Alchieri”, che porta con sé la tradizione e l’eleganza italiana.

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Morfosis presenta la nuova collezione Spring/Summer 2024 alla Coffee House di Palazzo Colonna

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La collezione Morfosis è pensata per una donna raffinata, non omologata, originale e orgogliosamente imperfetta perciò unica nel calcare le strade urbane in qualsiasi ora del giorno e della notte.

La talentuosa stilista Alessandra Cappiello presenterà le sue nuove proposte Spring/Summer 2024 Im-Perfection (12) con un elegante trunk-show nella settecentesca Coffee House di Palazzo Colonna, Piazza SS. Apostoli, 67 a Roma, venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 aprile 2024 dalle ore 11,00 alle 19.00.

La collezione differenziante orientata alla ricercatezza dei materiali e agli abbinamenti non usuali che lasciano spazio all’immaginazione di ogni donna che fa dell’eleganza la propria cifra stilistica vestendosi con capi glamour, ma portabili con moderna e giocosa facilità.

Le forme morbide delle ampie gonne e camicie over si accompagnano alle silhouette allungate dei pantaloni, dei gilet e delle tute. Il taglio dei giacchini si accostano alla fluidità degli abiti lunghi e delle frange.

In un continuo divertissement di reciproca esaltazione e contrasto i capi più sofisticati si mixano con i pantaloni up-cycled recuperati nei magazzini degli stock militari.

Dai materiali da campo che portano sulla propria superficie tutti i segni del tempo, sottolineati dalle scritte originali ormai sbiadite e da cravatte vintage di seta firmate da storici brand, attraverso un paziente lavoro di styling, reinterpretazione e lavorazione artigianale, nascono nuovi capi pre-loved, limited edition, uno diverso dall’altro che consentono a Morfosis di continuare il suo progetto sostenibile “Upcycled Im-Perfection Project” .

La palette cromatica dei colori della terra dal bordeaux al mattone e la bicromia decisa del bianco e del nero sono ammorbidite dalle irregolarità dei fil coupé dei cotoni e dei dévoré delle sete.

I bagliori e luccichii delle applicazioni in lurex e delle paillettes illuminano le fibre leggere dei tulle. Il gioco delle trasparenze e i contrasti tra lucido e opaco si rincorrono nei colori più accesi del candy pink, viola, limelight e jasmine green delle sete e delle viscose in una potente connessione tra natura e tecnologia

Tutto rigorosamente prodotto nella continuità con l’artigianato, la manualità e la preziosità di una volta secondo gli standard europei, con attenzione alla sostenibilità e confezionato in laboratori artigianali italiani in un approccio severamente limited edition.

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Antonio Riva Milano apre il mese della moda sposa con Ikebana

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La moda sposa riaccende i riflettori con un primo imperdibile appuntamento il 4 aprile

Antonio Riva Milano porta in scena il 4 aprile – dalle ore 16.00 alle 19.00 – presso l’Atelier di Corso Venezia 44 il prossimo capitolo della moda sposa con Ikebana: la collezione che lega la tradizione alla più fresca contemporaneità. Il nome, ispirato all’antica arte giapponese di disporre fiori in composizioni creative e armoniose, incarna l’essenza della proposta dove i volumi giocano con le texture senza rinunciare a una immancabile nota di romanticismo.
Il legame di Antonio Riva con la cultura giapponese si traduce nella ricerca di un perfetto equilibrio tra proporzioni e colori. Nomi e volumi sono ispirati ai fiori, mentre le ruches e i fiocchi richiamano con grazia i contorni delicati delle foglie e dei petali.
Il mikado, segno distintivo della Maison e protagonista di Ikebana, si accompagna a preziosi ricami, pizzi di suggestione floreale e tulle dipinto a mano.
Una collezione che sottolinea il profondo amore per una più moderna sartorialità, ponendo l’attenzione sull’impegno del couturier nel creare capi che celebrino arte ed eleganza.

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