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“96 lezioni di felicità” di Marie Kondo allo spazio Nonostantemarras

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Da quando è uscito il primo, “il magico potere del riordino”, il metodo giapponese proposto da Marie Kondo pareva orfano di un seguito. Almeno sino ad ora. Infatti Marie Kondo è finalmente in tour in Italia per presentare il suo nuovo libro, ovvero le 96 lezioni di felicità edito da Antonio Vallardi Editore. Insieme all’autrice a Milano, si sono dati appuntamento molti lettori che durante la presentazione del libro ha cercato di scoprire insieme ai frequentatori dello spazio culturale dello stilista Marras (ed un manipolo numerosissimo di curiosi), come le intuizioni per mettere ordine dell’autrice siano così di moda, pienamente nel mood book ed essenziali, non solo nella e per la propria casa, ma anche nella propria vita affettiva o lavorativa che sia.

mariekondo_96lezioniAcclamata come una star (forse perchè annoverata tra le 100 persone che influenzano di più al mondo), minuta e piccola presenta le “96 lezioni”, in modo pratico, addirittura con due esempi “live” ed in tempo reale in sala: due esempi pratici presi totalmente a caso (il primo di una borsa da donna letteralmente rovesciata sul tavolo che, piano piano, oltre alla personalità della proprietaria ne rivela sempre piu’ anche i tratti caratteriali) ed il secondo, di un sacco-contenitore, non ripiegato, di abiti. Il tutto, per convincere anche i più scettici che il disordine è non solo dannoso ma che i disordinati hanno bisogno della tecnica del “grande riordino” per riconoscersi e vivere meglio. Ma in cosa consiste questo metodo? Con l’aiuto della padrona di casa, la direttrice Francesca Alfano Miglietti e di Camilla Baresani e Luigi Spagnol, l’autrice racconta e spiega come applicare il metodo Konmari con l’aiuto di un’ interprete. Come lei stessa racconta, l’idea è quella di svuotare tutto e di cercare un’emozione da ogni oggetto. Trovata una gestualità per mettere ordine, si passa all’azione: in casa gli oggetti devono rendere felici. Se no sono da buttare. Il segreto è quindi pensare non cosa buttare, ma cosa tenere.

Ma è cosi semplice anche applicarlo? Per l’autrice del libro ed il suo gruppo di fedelissimi presenti in sala, pare proprio di si. Tanto che gli applausi dopo ogni “live” del riordino durante la presentazione del libro, potrebbero rassicurare anche il piu’ scettico. Sicuramente l’evento presentato dallo spazio Nonostantemarras offre uno spunto di riflessione unico su come si possano migliorare le relazioni. Che sia con se stessi o con i proprio oggetti personali, alla fine, poco importa. Magia dell’ordine.

 di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

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RADOMIR DAMNJAN dal 7 al 17 Ottobre 2023

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DALLA PITTURA A… ROSETO
Prosegue l’impegno con l’arte di Roseto
Parafrasando il titolo della mostra dell’artista Radomir Damnjan “Dalla Pittura alla Pittura n.1” che sarà ospitata dal 7 al 17 Ottobre 2023 presso lo spazio Roseto in Corso Garibaldi 95 a Milano, la società vuol rendere omaggio al grande pittore jugoslavo.

Roseto ancora una volta esprime la propria vocazione per l’arte accendendo i riflettori su Radomir Damnjan. Il percorso pittorico dell’artista Jugoslavo si snoda in varie decadi di lavoro dagli anni 50 agli anni 80 in una evoluzione costante di temi riproposti come filoni mai esauriti, come se lo spazio e il tempo continuassero a scorrere nel gesto del dipingere. Parallelamente, Roseto ospitando l’arte vuole creare un ponte indissolubile in settori come design, architettura, lifestyle e arte stessa come se vi sia un tutt’uno tra le diverse forme d’espressione dell’ingegno umano.

Radomir Damnjan accompagna la storia dell’arte mondiale per oltre mezzo secolo con intuizioni artistiche e produzioni che lo rendono uno dei grandi protagonisti internazionali dell’evoluzione dell’arte mondiale dal secondo dopoguerra in poi. A testimonianza della sua notorietà artistica vi sono le frequenti partecipazioni a manifestazioni internazionali del calibro della Biennale di San Paolo (1963), Documenta Kassel (1964), Biennale di Venezia (1966 e 1976), Biennale di Tokyo (1967) e Biennale di Sidney (1982).

“Roseto narra questa importante eredità culturale accogliendo l’esposizione delle opere in un contesto di rara bellezza storica nel centro di Milano” chiosa Vincenzo Salluzzo, Marketing & Communication Manager di Roseto.

Quest’ottica di “fusione” sarà il filo rosso della prossima Milano Wine Week 2023, dove Roseto attraverso l’esperienza pittorica di Radomir Damnjan creerà una connessione tra il mondo del vino quello dell’arte attraverso The Art of Tasting, un percorso che coinvolge i sensi e stimola la mente.

RADOMIR DAMNJAN
dal 7 al 17 Ottobre 2023
presso Spazio Roseto – Corso Garibaldi 95 MI
Inaugurazione mostra 6 Ottobre 2023
The Art of Tasting 9-10-11-12 Ottobre 2023
Press accrediti info@terenzis.com

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Azzedine Alaïa, couturier and collector

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«For many years now, I’ve been buying and receiving dresses, coats and jackets that reflect the glorious history of fashion. It has become part of my corporate attitude to preserve them, a mark of solidarity with those who, before me, knew the pleasures and demands of the scissor. It is my personal tribute to all the crafts and all the ideas that these garments embody » – Azzedine Alaïa

Ten years after the major retrospective devoted to him at the Palais Galliera, Azzedine Alaïa (1935-2017) is back in the spotlight with an exhibition showcasing the remarkable heritage collection he amassed over the years, and which has never been exhibited before.

Azzedine Alaïa was a virtuoso cutter. His technical skills stemmed from his deep admiration for the couturiers of the past and from his long experience with the clients he so expertly served.

Alaïa was also an exceptional collector. He started in 1968 with some exquisite pieces acquired when Cristóbal Balenciaga closed his fashion house. He found studying the haute couture creations of the Spanish master enthralling and it led to a passion for the history of his own discipline..

Alaïa collected over 20,000 pieces documenting the art of his predecessors, from the birth of haute couture in the late 19th century to pieces by some of his contemporaries. He was the world’s foremost collector of some of the most prestigious couturiers, including Worth, Jeanne Lanvin, Jean Patou, Cristóbal Balenciaga, Madame Grès, Paul Poiret, Gabrielle Chanel, Madeleine Vionnet, Elsa Schiaparelli and Christian Dior. Contemporary creation is represented by pieces by Jean Paul Gaultier, Comme des Garçons, Alexander McQueen, Thierry Mugler and Yohji Yamamoto….

The exhibition features some 140 exceptional pieces tracing the history of this priceless collection, which Alaïa built up in total secrecy. Nobody saw it during his lifetime, neither in France nor elsewhere.

To conclude their tour, visitors are invited to cross over to the Salle Matisse in the Musée d’Art Moderne, opposite the Palais Galliera, Three stage costumes designed by Henri Matisse for the Ballets Russes in 1919 are on display there − typical of the dialogue between fashion and art so dear to Azzedine Alaïa.

Vademecum

PALAIS GALLIERA
MUSĒE DE LA MODE
DE PARIS

EXHIBITION
27 SEPTEMBER 2023
21 JANUARY 2024

INFORMATION
www.palaisgalliera.paris.fr
#alaiacollectionneur

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Tempesta Gallery presenta: il viaggio nel “vuoto” di CARLO COSSIGNANI Speak to Me in a Floating Way

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Tempesta Gallery è lieta di annunciare l’esposizione di Carlo Cossignani, artista poliedrico che si muove agilmente tra pittura e scultura in un dialogo costante e riflessivo. Il percorso installativo è stato pensato e realizzato appositamente per la galleria e presenta una selezione di lavori inediti incentrata sul tema del vuoto quale elemento fondativo della realtà visibile e invisibile.

Le opere di Cossignani sono frutto di una stratificazione cerebrale e visiva, un’attenta osservazione oltre il contenuto che valorizza gli “scarti”, lo stato di vuoto che resta aldilá dei contorni del pennello e rivela forme, visi, corpi. Lo sguardo si perde viaggiando nelle diverse dimensioni ed entrando nella profondità dell’immagine che apre mondi e riflessioni diventando molteplice, fluida e indefinita. Le interpretazioni si sovrappongono e parlano allo spettatore del lato piú intimo e personale.

Il progetto nasce da un’evoluzione di un lavoro che porto avanti da qualche anno, avevo un’ossessione verso la parte non visibile e ho iniziato a sviluppare una serie di riflessioni sul tema del vuoto trovando riscontri anche nella scienza che conferma come non solo l’origine di tutto sia nata da uno stato di vuoto, da uno zero, ma che il vuoto stesso abbia una propria sostanza. Anni fa, durante la realizzazione di alcune scenografie per un cortometraggio, lavoravo con tutti questi ritagli di carta, mi
sono reso conto che gli scarti parlavano piú del soggetto che ne ricavavo, queste sagome che rimanevano vuote lasciavano libera interpretazione, diventando esse stesse sostanza. Il vuoto non rappresenta una controparte del pieno ma l’uno il costituente dell’altro. Mi sono trovato ad applicare questa modalitá anche alla mia vita contemplando l’impercettibile, lo sfondo miope, e andando oltre la realtá come apparenza. Il vuoto è la caratteristica dominante con cui io costruisco il lavoro, la sostanza in cui sono immerse le forme del mio sentire”. Carlo Cossignani.

Il percorso espositivo presenta un racconto continuo, una fluttuazione attraverso la materia impressa dalla leggerezza dell’acquerello, espressione apparentemente fragile che nasconde una forza endogena che rimanda a concetti pittorici classici e li travalica nelle forme organiche e oniriche che lambiscono le figure dell’intelligenza artificiale. Le sculture in acciaio specchiato, fredde e taglienti ricordano le architetture arabo-normanne, pretendono una parte di spazio ma senza fondamenti e legami alla terra, come aquiloni sospesi sono strutture aliene e impossibili la cui funzione è negata,
svuotata. Si rivela un dualismo precario dove la carta, materia delicata, si confronta con le sagome taglienti dell’acciaio, ed esprime la struttura originaria del nostro universo costituita da diversi stati di stabilitá, é in questo fragile equilibrio tra aggregazione e la disgregazione, tra uno stato e l’altro che l’artista accede a quella dimensione di realtà del percepito, dove i soggetti si spogliano di ogni resistenza, lasciandosi modellare da presenze impercettibili così da renderli compiuti, laddove l’apparenza lascia spazio alla somiglianza e il tempo della contemplazione induce domande profonde.

Il lavoro di Carlo Cossignani sfida l’effimera contemporaneità del nostro mondo digitale. In un’epoca in cui tutto sembra essere immediato e fugace, dove le informazioni scorrono veloci e superficiali, la decisione di dedicare una mostra all’arte di Cossignani è un atto di resistenza alla fretta e all’effimero. La scelta di focalizzarsi sul lavoro di questo eclettico artista è motivata dalla profonda convinzione che l’arte non debba essere consumata in un istante, ma debba essere assaporata, contemplata e interpretata con calma. Le opere di Cossignani ci costringono ad abbandonare la corsa frenetica del nostro quotidiano per immergerci in un mondo di strati e complessità. Questa mostra rappresenta l’opportunità di sfuggire alla frenesia del mondo moderno e di immergersi in un universo artistico dove il tempo assume una dimensione diversa.” Elisa Bonzano, art director Tempesta Gallery.

TEMPESTA GALLERY
Foro Buonaparte 68

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