Eventi
Chérie Cocktail Party

Super evento in via Montenapoleone al n. 29 dove si è tenuto lo Chérie Cocktail Party, per il lancio di Chérie, la nuova linea in neoprene di Alberto Guardiani. Una Slip On disponibile in vernice e neoprene o vernire e tessuto jeans, caratterizzate da un mix di pietre sfaccettate e strass multidimensione
Scarpe e borse colorate e impreziosite di pietre gioiello e strass che illuminavano tutto lo showroom. Un gioco a premi ha rallegrato la serata.
Un grande piacere per me è stato incontrare Guia Guardiani una delle tre figlie di Alberto , amica e bellissima rappresentante di questo nuovo sguardo al futuro del Made in Italy.
L’evento è stato anche un’occasione unica per provare il nuovo Cocktail Chérie firmato Mag Café Milano.
di Paolo Pinna per DailyMood.it
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ALBERTO GUARDIANI sul palco del Festival di Sanremo
Eventi
Ai nastri di partenza “The Grapest Award”

Published
2 mesi agoon
18 Aprile 2023By
DailyMood.it
Si avvicina la scadenza per il primo “The Grapest Award” che si terrà il 20 Maggio a Sanremo. Una kermesse che vedrà come protagoniste sui banchi di assaggio, di fronte ad una giuria di esperti, le aziende vitivinicole italiane che intendono entrare in un circuito creato dai professionisti per i professionisti.
“The Grapest Award” le cui iscrizioni scadranno il 30 Aprile prossimo, metterà in contatto le cantine e gli operatori del settore, creando un filo diretto tra produttore e il consumatore.
Le cantine e i prodotti vincitori del riconoscimento faranno parte della guida “The Grapest Award 2024” che verrà pubblicata in formato digitale e cartaceo a Ottobre 2023. Una guida tra territori e regioni che permetterà di attraversare l’Italia, dove troveremo le cantine presenti, in un percorso fatto di tradizione e di cultura.
L’iniziativa nasce da Marco Gallo di Decantico che ha dichiarato “il vino racconta da sempre tutto ciò di cui siamo parte, la nostra storia, ospitare le aziende vitivinicole, e creare questo contest per noi ha significato soprattutto accessibilità, creare un linea preferenziale, tra le cantine italiane…. e il mondo di consumatori curioso di scoprire e conoscere …”
Uno step etico, culturale ed anche commerciale, che vedrà l’apertura di una piattaforma di e commerce che contemplerà solo i prodotti premiati diventando il primo negozio online di sole eccellenze nazionali.
Molti gli iscritti a questa prima edizione, la provenienza omogenea è riuscita a coprire tutto il territorio nazionale. Quella dei vigneti Italiani e delle sue cantine è una storia antica, un amore per un prodotto che nasce dal lavoro dell’uomo, che si tramanda per generazioni, il nostro vino.
Le aziende avranno modo di “raccontare” la loro storia, di fronte ad un pubblico di partner commerciali e buyer e questo riconoscimento vuole diventare, un supporto valido nell’identificazione e la valorizzazione di distretti vitivinicoli nascosti, tesori del nostro patrimonio e della nostra identità enoculturale.
Partecipano al “The Grapest Award” i vini che appartengono alle classificazioni europea DOP o IGP (DOCG, DOC, IGT).
Le commissioni si riuniranno il 13 – 14 – 15 Maggio 2023 presso Sanremo (IM).
Le degustazioni: le tre giornate di degustazione vedono impegnate le commissioni nell’assaggio di 60 campioni divisi in tre sedute opportunamente intervallate. Tutte le fasi della degustazioni saranno seguite da un notaio che ne certificherà il regolare andamento.
Il valore fondamentale, nelle classificazioni dei vini sarà quello organolettico, dove l’apprezzamento e le caratteristiche del vino verranno considerate secondo analisi sensoriali.
Divisione dei campioni: dopo essere stati perfettamente anonimizzati, i campioni vengono divisi in categorie (specificate sul regolamento) e preparati per le commissioni.
I vincitori del riconoscimento “The Grapest Award” verranno resi noti in un evento che si terrà a Sanremo (IM) e che verrà trasmesso anche online SABATO 20 MAGGIO 2023.
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Eventi
Il mood del “crescendo ” di Miart: tra beni rifugio ed il mondo dell’art dealer

Published
2 mesi agoon
16 Aprile 2023

Tra giovani e meno giovani artisti come Zoe Fiel della galleria Shore di Vienna ed il suo “Sorry”, che indaga i sentimenti dell’amore accogliendoli tutti nell’abbraccio di una parola, o la interessante sudafricana Jody Paulsen , che crea audaci collage facendo uso di un’arte storica ed artistica come l’arazzo; si segnala inoltre la presenza del progetto “La vedi la luce?” del workshop di Corrado Bonomi con gli augori delle Botteghe d’Arte allo stand del Museo d’arte Paolo Pini tra contraddizione e assurdità che partorisce la mente umana, malata e non. Non solo arte, fiera, relazioni con altri mercanti e art dealer e mediatori o at advisor, ma un crescendo di voglia di trasformare una passione, come quella per l’arte, in un vero e proprio innamoramento e, chissà, investimento come bene, appunto di rifugio. Una immagine su tutte resta alla fine della visita come una sorta di monito riassuntivo del mood del crescendo di MiArt di quest’anno: il lavoro di un altro duo, Patrick e Anne Poiner, francesi, che, nati artisticamente in Italia, a Villa Medici a Roma, presso lo stand della Galleria Fumagalli espongono un’opera sul cervello umano, più volte negli anni re-interpretata. Una sorta di perfetta sintesi di questi tempi un po’ confusi, dove i labirinti del cervello umano simboleggiano sicuramente il sink creativo (del duo artistico in questo caso) , ma è anche una sorta di monito silenzioso per il futuro alle porte, non solo dell’arte: scelta, gusto e “fattore umano” rimarranno sempre i motivi principali non solo per un acquisto di un bene, in questo caso artistico, ma anche un modo diverso per decidere un pò su tutto nella vita. Con cervello, appunto, se possibile.
di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it
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Eventi
Paris – Eugene J. Martin Exposition du 28 avril au 30 juin 2023

Published
2 mesi agoon
7 Aprile 2023By
DailyMood.it
La Galerie Zlotowski est ravie de présenter, au sein de son espace de la rue de Seine, la première exposition monographique dédiée à l’artiste peintre afro-américain Eugene J. Martin, du 28 avril au 30 juin 2023. L’exposition réunit des oeuvres majeures de cet artiste prolifique, créations à l’encre, au calame de bambou et à la mine graphite ainsi que, pour la toute première fois en France, des acryliques sur papier des années 1980 et 1990.
Dans la poursuite de son engagement pour la mise en lumière de figures artistiques du XXe siècle, la Galerie Zlotowski a lancé un travail de fond afin de faire redécouvrir l’oeuvre lumineuse, étonnamment libre et joyeuse d’Eugene J. Martin.
Eugene J. Martin naît en 1938 à Washington et vit une enfance difficile. Fils d’un musicien de jazz précaire et d’une mère qu’il perd dès son plus jeune âge, il est séparé de sa famille, maltraité et balloté dans des foyers dont il s’enfuira à plusieurs reprises. Il se sent très tôt attiré par le dessin et suivra sans fléchir sa vocation, malgré les difficultés liées à la ségrégation raciale. Il fréquente la Corcoran Scholl of Art and Design de Washington de 1960 à 1963. Il entame sa carrière en dessinant et en vendant ses pièces dans la rue ou dans les cafés.
Durant ce parcours, il se passionne pour les figures emblématiques de l’art moderne comme Picasso, Kandinski, Klee ou Miro, qui lui seront toujours familières. Quelques mécènes remarquent la créativité sincère de cet artiste atypique et sensible, au tempérament solitaire. Mais c’est sa rencontre en 1982 avec Suzanne Fredericq, sa femme et inconditionnelle admiratrice, qui lui apporte la stabilité et la sérénité qui permettent au peintre de développer toute sa poésie, son imagerie atypique et son talent de coloriste.
Ses débuts figuratifs font assez rapidement place à ce qu’il nommera lui-même Satirical Abstraction (l’abstraction satyrique). Inspirées du cubisme et du surréalisme, mais construites selon sa vision originale et singulière, les compositions d’Eugene J. Martin sont étranges, biomorphiques, empreintes d’une drôlerie et d’une fraîcheur dont il ne se départira jamais. Cet artiste insaisissable est avant tout un esprit libre. A l’écart du marché et de ses stratégies, il se préoccupe moins de vendre que de créer.
Eugene J. Martin voit en l’art son guide unique. Il fera de cette intégrité artistique pure, dénuée de tout engagement politique ou sociétal, la force qui le fait exister en tant qu’artiste jusqu’à sa mort en 2005 en Louisiane. Ses oeuvres ont fait l’objet de nombreuses expositions personnelles aux Etats-Unis, et sont présentes dans les collections permanentes de musées américains.
Parmi une sélection d’oeuvres phares, l’exposition rassemble des oeuvres sans titre de la série Oval Drawings (1971-1974), réalisations colorées inscrites dans un ovale détaché sur fond blanc, surprenantes car très éloignées des tendances dominantes de l’époque.
Une autre série dite des Bambou Drawings compte une dizaine d’oeuvres, principalement réalisées en 1982, exécutées sur papier au calame de bambou (stylet taillé dans du bambou) et à l’encre de différentes couleurs. Avec ces moyens pourtant simples, l’artiste y exprime une impressionnante subtilité de traits, de formes et de nuances chromatiques dans la gamme des gris, bleus, ocres et bruns. Un ensemble de collages, réalisés dans les années 1980 et 1990, comporte des oeuvres aux géométries résolument libres, joueuses et aux assemblages très lumineux.
Les acryliques sur papier réalisées dans les années 1990 également présentées donnent à voir l’extrême maîtrise des constructions de l’artiste, la palette vibrante de ses couleurs et de ses apparitions imprévisibles, sur la ligne ténue, sensible, entre représentation et abstraction.
Récemment, une sélection de dessins d’Eugene J. Martin avait été montrée par la galerie à l’occasion de Drawing Now Art Fair 2022, au Carreau du Temple, à Paris.
Catalogue de l’exposition
Lancement d’une nouvelle collection d’ouvrages consacrés à la galerie aux Éditions
Martin de Halleux
A l’occasion de cette exposition, la galerie et Les Éditions Martin de Halleux s’associent pour lancer une nouvelle collection de livres dédiés à l’art moderne, aux avant-gardes du début du XXème siècle et à des artistes de la seconde moitié du XXème, en suivant les expositions de la galerie.
La Collection de la Galerie Zlotowski est le reflet de la qualité du travail de la galerie présentant à la fois des artistes déjà reconnus ou à découvrir.
Consacré à l’exposition Eugene J. Martin, le premier volume de la collection est une édition bilingue (français et anglais), au format de 20×20 cm relié et cousu de 72 pages, avec plus de 50 oeuvres reproduites. L’ouvrage, préfacé par
Suzanne Fredericq, la veuve de l’artiste, est accompagné d’un texte de Philippe Dagen.
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