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Deborah Facchino, l’intervista alla look maker del glamour chic su misura

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Deborah Facchino è una look maker che da anni cura l’immagine di molti personaggi comuni e non comuni. E’ una cosmetologa make up artis e hair stylist ed ha quella dote incredibile nel vedere oltre… lo specchio (e ciò che è visibile solo all’occhio). Un po’ come trasformare un diamante grezzo in pietra preziosa o come dice lei “far emergere da un’apparente tela bianca un dipinto affascinante” che prima non si vedeva o era sbiadito. La sua dote artistica non l’ha portata solo a collaborare con grandi firme e volti noti, ma anche a sviluppare l’idea di un’agenzia di eventi che si occupa in modo particolare di organizzare matrimoni, party e creare percorsi di team bulding e percorsi motivazionali di coaching per aziende del settore benessere ed estetica con un unico filo conduttore: il mood del “glamour chic su misura”. Il mood del glamour chic su misura nasce dall’idea di un “atelier della bellezza”, dove arte amore e beauty si sposano…ed in questa settimana cosi speciale, la settimana della moda milanese, con questa intervista ci offre un’anteprima sul suo progetto. L’abbiamo, infatti, seguita durante la settimana della moda milanese e abbiamo chiesto proprio a lei, di commentare con noi tendenze di “make up” in passerella (e per la strada), tra la gente comune che affolla la fashion night sentendosi protagonista della prima pagina di un settimanale di moda.

Domanda: Ciao Deborah e benvenuta. Cominciamo questa chiacchierata con una domanda diretta: tu, da look maker professionista, cosa ne pensi davvero della settimana della moda che stiamo vivendo?
Buongiorno Cristina e un saluto a tutti i lettori di DailyMood. Per rispondere dobbiamo sicuramente partire dal fatto che spesso ci dimentichiamo del vero significato della parola “moda”… cos’è la moda se non colei che traccia la storia dello stile degli anni e s’imprigiona nelle descrizioni dei tempi raccontati nelle pagine dei libri? Per rispondere quindi alla tua domanda, penso che solo chi osa fa la storia della moda, e in un mondo dove sempre più spesso si confonde eleganza con raffinatezza questa settimana è davvero l’unico momento nel quale anche il più timido animo glamour “osa” un po’ di più, lasciando libero sfogo all’aspetto ludico del proprio look perché attorno a sé molti altri osano senza remore. Ben venga quindi la settimana della moda… abbiamo bisogno di allegria e di osare!

Domanda: La settimana della moda spesso porta alla ribalta personaggi insoliti, proprio per il loro make up. Quanto durante questa settimana l’abbinamento outfit-make up diventa essenziale sia in platea che sopra la passerella?
Lo è perché è contemporaneo. Partirei per spiegarmi, da quello che si è visto sulle passerelle. Sicuramente il gran protagonista delle passerelle in questa edizione è il e nude look che a braccetto con il counturing, regala un effetto bellezza naturale esaltando la luce che minimizza i difetti. Grande assente il rossetto; infatti l’ho visto, solo nelle proposte di Prada. Ma essendo oro, sarebbe stato difficile non vederlo! Il vero trend (non parlerei però di personaggi insoliti) è capitanato dagli occhiali, che come accessorio multi color o monocromatico si abbinano ad outfit casual trasformabili, con un semplice cambio d’abito in sofisticati look da sera: il tutto rimanendo impeccabili con pochissimi accorgimenti. Qui sta il contemporaneo che ti dicevo. E hai notato? I capelli semi raccolti hanno spodestato i tagli con rasature laterali e i geometrici troppo composti, regalando alle donne il fascino della femminilità un po’ “spettinata” . Di ultimo grido, il faux bob, un carrè scompigliato, come vedi, sempre per rimanere in tema. Un esempio invece di colore? Per il colore carezze di luce in tutte le nuance. La platea, invece, come la chiami tu, s’ispira proprio grazie alla passerella ne è condizionata. E il ventaglio di proposte che si creano per loro partendo da ciò che si è visto in passerella, fa in modo che tutti i portafogli, se governati da buon gusto, possano inserirsi in modo contemporaneo e personale.

Domanda: Esiste secondo te il trucco perfetto?
La bacchetta magica intendi? Si… certo. Qual è? I pennelli del make up artist! I magici pennelli…troppo spesso sottovalutati, sono coloro che rendono semplice l’applicazione dei prodotti. Per generalizzare comunque credo che il trucco perfetto che non passa mai di moda sia racchiuso in 4 prodotti:
– un buon fondotinta che fa da cappottino alla pelle migliorandone l’ aspetto e difendendola, un blush effetto salute sulle guance e profondità 3d per lo sguardo un buon mascara ed un lip plumper.
-Per la sera basta aggiungere un rossetto rosso (ma mai dimenticare la matita contorno labbra dello stesso colore del rossetto!).
Ecco il consiglio che sento di dare.

Domanda: Durante questa settimana della moda, colpisce molto la scelta delle modelle seguendo la morfologia del viso. Secondo te come la triade incarnato-occhi-capelli sta condizionando la scelta degli stilisti?
Partiamo dal presupposto che niente è come sembra, una bionda può essere mora, gli occhi blu possono mimetizzarsi dietro lenti colorate e la forma del viso può essere modificata dal couturing. Quindi tutti noi possiamo essere abilmente trasformati, mettiamola cosi: al giorno d’oggi non possiamo accontentarci di come madre natura ci ha fatto… si può (deve? [ndr]) cambiare ogni giorno senza ricorrere a tecniche invasive e senza cadere nel ridicolo… basta osare sempre con gusto… c’è chi come me ama accompagnare le persone all’interno di questo meraviglioso viaggio.

Domanda: Quando hai iniziato, 20 anni, fa eri poco più che un’adolescente ed hai cominciato sviluppando il tuo lavoro seguendo l’idea di esprimere la tua personalità attraverso il make up. È ancora cosi ora?
Colorare il modo renderlo più bello, portare il sorriso, vivere le emozioni e emozionarsi…è ancora cosi, sì. Il make up mi ha permesso di esprimere l’arte stando vicino alle persone e, facendole sentire più sicure in qualche modo, un passo dopo l’altro tra una sfilata e uno shooting mi ha accompagnato nel mondo incantato del giorno più bello. Una scelta voluta forse proprio per continuare a seguire questa idea anche se il wedding è molto cambiato. Oggi le mie coppie che decidono di affidarsi a un look maker, si lasciano guidare con molta fiducia, attraverso sia il percorso dell’organizzazione a 360 gradi del loro matrimonio, dalla location, all’abito ai fiori alla scelta del “mood” del make up, sognando con loro il loro giorno più bello sogno anche io… non tutti i make up artist possono permettersi di farlo, mi reputo davvero fortunata perché faccio un mestiere che mi piace tantissimo e per cui ho lavorato duramente con validissimi collaboratori. Siamo un gruppo affiatato. Un bel team. E poi ti dirò, ho fatto del mio essere look maker, il mio bagaglio d’esperienza più efficace, in modo particolare quando lavoro con le aziende nei gruppi di team building, in particolare in quello dove lavorano tante donne insieme desiderose di esprimere la propria personalità, che poi sono quelle che affollano la fashion night o le platee delle passerelle, come dicevi tu.

Bigliettino-Deborah-2b-(3)Domanda: Durante il fashion film festival il make up usato nei film si declinava per colori quasi “rituali” nelle passerelle secondo la tua esperienza è davvero cosi? E poi quanto chi compra poi i vestiti abbina anche il make up visto sfilare?
Se provi a entrare in profumeria una di quelle serie… non farmi fare nomi. Insomma, passando tra gli espositori dai più professionali ai più easy, puoi facilmente notare che le confezioni sono sempre più accattivanti… sembrano chiamarti… sapere il tuo nome: le fragranze sottili emanate dalle polveri e dai rossetti, gli smalti super brillanti…qui si apre tutto un altro palcoscenico ipnotico dove noi donne perdiamo ogni obbiettività…abbiamo molto più make up nei nostri beauty e bagni di quanto realmente ne utilizziamo…ragazze attenzione alla scadenza la pelle è un organo da preservare! Credo, Cara Cristina, che l’unico prodotto acquistatissimo e fedele, attinente per esempio alla proposta vista durante le proiezioni del fashion film festival al cinema Anteo quest’anno o durante le passerelle più acclamate, rimane il mascara e il correttore. Sono loro, credimi, i veri colori rituali: e di conseguenza tutte le palette che promettano un coturing professionale.

Domanda: Concludendo, avere sensibilità nell’arte del make up significa anche scegliere per le clienti un proprio stile senza imitare seguendo le tendenze. Che consiglio ti senti di dare alle nostre lettrici per seguire i nuovi mood che stiamo vedendo quest’anno in passerella come colori moda di cui ci parlavi in alcune domande fa?
Consiglio di scoprire e conoscere le nuove tendenze, ma non per imitarle, avere insomma le idee chiare; seguire le tue interviste qui, per esempio, in una testata, come DailyMood che già nel nome declina tendenze, anche viste in passerella, ma come scoperta sempre ricca di dettagli e perché e no, puntare sulle “ricettine di bellezza” che sono contenute in interviste come la mia, nelle risposte alle prime domande che mi hai fatto ho appunto cercato di approfondire proprio i nuovi mood dei colori del make up di questa settimana della moda. Un unico universale consiglio infine, per seguire i vecchi e nuovi mood di sempre: coltivate il “bel sorriso”, che rimane il trucco più sofisticato e perfetto in ogni occasione, prendetevi cura della vostra pelle e ogni vostro make up vibrerà di salute e bellezza…e… non dimenticatevi mai una goccia di profumo! E poi, ci siamo noi, make up artist per il resto, sempre a disposizione.

E con un grande sorriso glamour l’intervista si conclude. E basta guardarla per comprendere che Deborah Facchino è una look designer che sfoggia lei per prima quanto promette: uno stile senza voler imitare, un giusto equilibrio tra arte e valorizzazione di vero charme.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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Continua la partnership di successo tra Oknoplast e MOCAK – Museo d’Arte Contemporanea di Cracovia. Al via la seconda edizione del concorso internazionale per artisti emergenti

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È aperta la seconda edizione del concorso OKNOPLAST FOR ART, in collaborazione con MOCAKil Museo d’Arte Contemporanea di Cracovia – che mira a sviluppare e diffondere la cultura e l’arte contemporanea, oltre a sostenere attivamente la formazione. Dopo il successo riscontrato dalla prima edizione, svoltasi lo scorso anno, la partnership continua. La collaborazione, annunciata per la prima volta nel 2022, riflette i valori a cui si ispira da sempre l’azienda, leader nel settore degli infissi di qualità, secondo cui design e creatività sono il motore di crescita e innovazione continue.

“Oknoplast ha molte qualità in comune con gli artisti che si sono candidati e hanno partecipato alla prima edizione del concorso. Ci focalizziamo sul design, ci impegniamo nella creazione di prodotti unici che sorprendono e cerchiamo di percorrere strade sempre nuove” ha dichiarato Magdalena Cedro-Czubaj, Direttore Marketing del Gruppo OKNOPLAST.

Negli ultimi anni, OKNOPLAST si è impegnata su vari fronti per sostenere il mondo dell’arte, la cultura e le attività educative delle istituzioni che sostiene. Anche per questo 2024, l’azienda ha rinnovato l’impegno di farsi promotrice – insieme al MOCAK – di un vero e proprio concorso rivolto ad artisti internazionali emergenti invitandoli a esprimere liberamente la propria creatività utilizzando come “tela” la finestra. La competizione OKNOPLAST FOR ART si chiuderà il 4 marzo 2024, termine ultimo per l’invio dei progetti. I vincitori di questa seconda edizione riceveranno diversi premi: 7.000 euro, 3.000 euro e 2.000 euro.

Il 29 giugno scorso erano stati annunciati i risultati della prima edizione del concorso dove il primo vincitore, Jakub Słomkowski, ha ricevuto in premio la somma di 8.000 euro grazie alla sua opera “Gelosia di guerra (Zazdrostka wojenna)”. Il secondo ed il terzo classificato – Andrzej Wełmiński che ha presentato “Non guardare (dont look)” e Mateusz Sak con un’opera senza titolo (bez tytułu) – hanno ricevuto rispettivamente un premio da 2.000 euro ciascuno. Tutti e tre i vincitori si sono ispirati a problemi profondi che il mondo moderno sta affrontando.

“Il numero di progetti inviati e la qualità della prima edizione del concorso mostrano grande coinvolgimento e sottolineano la necessità di mantenere una collaborazione attiva tra Oknoplast e la comunità artistica. Siamo contenti che i frutti delle nostre attività siano opere d’arte uniche in grado di suscitare emozioni e commuovere il pubblico.“, ha continuato Magdalena Cedro-Czubaj, Direttore Marketing del Gruppo OKNOPLAST.

 Maria Anna Potocka, direttrice del Museo d’Arte Contemporanea MOCAK di Cracovia ha aggiunto “Questa prima edizione del concorso ha raccolto oltre 200 progetti creati da artisti provenienti non solo dalla Polonia ma dall’Europa intera. Il tema abbastanza libero, la finestra, ha dato la possibilità agli artisti di spaziare nell’interpretazione scontrandosi ovviamente con diverse sfide personali. La mostra allestita post-competizione è stata l’occasione perfetta per sottolineare l’alto livello di tutte le diverse opere d’arte raccolte, vincitrici e non”.

 Tutte le informazioni sulla seconda edizione del concorso e sulle modalità di partecipazione sono contenute nel sito dedicato http://art.oknoplast.com/.

Regolamento del concorso

Il concorso si rivolge ad artisti maggiorenni che sono attualmente iscritti o che si sono già diplomati presso una Scuola d’Arte, così come a coloro che lavorano nel mondo dell’arte e che hanno la possibilità di presentare un portfolio di progetti. Potrà partecipare chi risiede nell’area dell’Unione Europea.
Si potrà inviare un solo progetto. Anche i collettivi artistici potranno candidare un unico lavoro.
I partecipanti dovranno inviare il proprio progetto in formato grafico, per una dimensione massima di 20MB.
Verranno valutati per ciascun lavoro: unicità, tecnica di esecuzione e valore artistico.
Nello sviluppo del progetto dovranno rimanere inalterate la struttura della finestra, il vetro e il sistema di apertura.

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Filippo Poletti: «Il vero leader dell’intelligenza artificiale? Cuore e cervello

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Entro 5 anni il 50% delle decisioni manageriali sarà preso con IA»
Nel libro “SMART LEADERSHIP CANVAS” dell’influencer Poletti i passi da fare un anno dopo ChatGPT: all’iinterno 20 interviste a Microsoft, Cisco, Siemens, Scalapay, Zucchetti, illimity e altre aziende

Il vero leader ai tempi dell’intelligenza artificiale? Deve avere cuore e cervello, il primo per prendersi cura delle persone, il secondo per raggiungere gli obiettivi di business promuovendo un impatto positivo sulla società. In un contesto in cui, entro i prossimi 5 anni, il 50% delle decisioni manageriali sarà preso in collaborazione con l’IA, sono queste le fondamenta del “test del cuore e del cervello” per i capi articolato in dieci passaggi, proposto da Filippo Poletti, giornalista professionista e top voice di LinkedIn, presentato a Microsoft Italia a Milano nella sede italiana assieme all’amministratore delegato Vincenzo Esposito. Il tutto a 365 giorni dal lancio di ChatGPT, che in soli cinque giorni registrò cinque milioni di utenti e a novembre è arrivato a superare i 180 milioni di iscritti.

«Il leader di oggi deve saper progettare il processo di trasformazione in atto, sviluppare all’interno dell’azienda nuove competenze, promuovere una cultura organizzativa che utilizzi al meglio l’intelligenza artificiale e soprattutto individuare quali attività saranno svolte dagli esseri umani e quali dalle macchine, attribuendo all’intelligenza il ruolo di co-pilota e alle persone quello di “piloti” della rivoluzione in atto», spiega Filippo Poletti, ideatore e autore del libro “Smart Leadership Canvas: come guidare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale con il cuore e il cervello” assieme ad Alberto Ferraris, professore ordinario in economia e gestione delle imprese. All’interno del volume, edito da Guerini Next, le teorie sulla leadership assieme ad analisi quantitative curate da Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, e a venti interviste ai leader appartenenti alla generazione dei boomer, X e Z, da Microsoft a Google, Cisco, Siemens, illimity, Webuild fino all’unicorno Scalapay, cofondato da Simone Mancini, classe 1987.

IL DECALOGO DEL LEADER AI TEMPI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
«Stiamo passando a una figura di leader poliedrico, che deve avere capacità e competenze commisurate con l’evoluzione della tecnologia, a garanzia di un operato che unisca l’efficacia dell’IA al valore inestimabile del talento umano», spiega Poletti. Questo il decalogo del leader di cuore e cervello ai tempi dell’intelligenza artificiale:
1. sa integrare il lavoro fatto dalle persone con quello dell’intelligenza artificiale
2. sa individuare il livello di urgenza della collaborazione persone-intelligenza artificiale
3. sa stabilire il grado di importanza della collaborazione persone-intelligenza artificiale
4. sa coinvolgere i collaboratori per valorizzarli e non per sostituirli
5. sa sviluppare relazioni positive con i collaboratori
6. sa favorire il benessere dei collaboratori
7. sa promuovere l’innovazione in azienda
8. sa prendere le decisioni necessarie per sviluppare il business aziendale
9. sa realizzare gli obiettivi aziendali nel rispetto delle regole e dell’etica professionale
10. sa individuare gli ostacoli e agire con rapidità

20 “SFUMATURE” DI LEADERSHIP: MICROSOFT, GOOGLE, CISCO, ILLIMITY E SCALAPAY
La collaborazione tra intelligenza umana e artificiale stimola tante letture da parte dei leader coinvolti nel libro e con formazione differente. È qui che emergono venti “sfumature” della leadership: c’è, ad esempio, “la leadership della prosperità” raccontata da Vicenzo Esposito, CEO di Microsoft Italia, così come “la leadership coraggiosa” presentata da Melissa Ferretti Peretti, CEO di Google Italia, “la leadership inclusiva” tratteggiata da Agostino Santoni, vicepresidente di Cisco Sud Europa e vicepresidente di Confindustria con delega al digitale, “la leadership agile” indicata da Floriano Masoero, CEO di Siemens Italia, “la leadership utile” suggerita da Corrado Passera, CEO di illimity, e “la leadership condivisa” su cui riflette Cristina Zucchetti di Zucchetti Group.

«Un leader deve ritenersi soddisfatto se l’azienda cresce e, allo stesso tempo, se crescono le persone che ci lavorano così come il resto della società. La “Smart Leadership Formula” è composta, oltre che dalla collaborazione uomo-macchina, dal cuore e dal cervello, dall’impatto generato nel mondo», conclude Filippo Poletti nel nuovo vademecum per il leader dell’era dell’intelligenza artificiale.

Scheda del libro
Titolo: “Smart Leadership Canvas: come guidare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale con il cuore e il cervello”
Editore: Guerini Next
ISBN: 9788868964986
Pagine: 330
Prezzo: 21,50€
Disponibile su tutte le piattaforme online e nelle librerie dal 1° dicembre 2023

Top voice di LinkedIn con executive MBA al Politecnico di Milano, dal 2017 cura su LinkedIn una rubrica quotidiana dedicata al lavoro. È stato inserito da WikiMilano tra i protagonisti della vita metropolitana. Speaker, formatore e giornalista professionista ha scritto per oltre 30 testate nazionali come il Corriere della Sera. Tra i suoi i libri Tempo di IoP: Intranet of People, Grammatica del nuovo mondo, MBA Power: innovare alla ricerca del proprio purpose e Ucraina: grammatica dell’inferno.

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DailyMood.it interviewed Asian-American supermodel, actress and advocate JULIA LEE

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DailyMood.it interviewed Asian-American supermodel, actress and advocate JULIA LEE (@ItsJuliaLee) she has walked numerous international runways, graced covers such as Harper’s Bazaar and L’Officiel and has been the face of some of fashion’s top brands and beauty all over the world to the point of becoming one of the most sought-after models of his generation. Now embarking on a new journey, she is honing her acting skills and moving on to work in television and film, following in the footsteps of some of her contemporary role models such as Cara Delevingne and Emily Ratajkowski.

Born just outside of Philadelphia, Lee is of Chinese and Vietnamese descent. An advocate for better representation of Asian Americans in the media and fashion world (known for their limited selection of Asians in the industry), she is working tirelessly to end stigma and stereotypes and for a more inclusive industry.

DAILYMOO.IT We know that as a young girl you were a talented pianist. What did music represent for you?
JULIA LEE:
When I was young, playing piano felt more like I was living out my mom’s dream than mine. I wanted to play sports. Looking back, I really appreciate the skillsets they embedded in me such as memorization, focus, and consistency. Playing a song 10 times perfect in a row before I could go to bed will do that to you.
During the pandemic, I found myself drawn to the songs of my youth. It brought out a youthful joy from deep inside me to relive my childhood music through a new expression of my grown self. In a way it reminded me of that feeling when anybody could listen to and connect with the playing – which I did not necessarily fully appreciate as a child. Anyone can connect with my expression. There are no words, just sound.

Julia Lee – ©Kezi Ban

DM: Art has many faces, do you feel like an “Artistic” person?
JL: Absolutely. I think everybody is artistic. It’s just about finding a medium to channel ones expression. Growing up, it was through sewing my own belts and making jewelry. Now, it comes out even in simple things like cooking.
I think being artistic means doing something with love and putting passion, fire, and life into it. If I sit in a chair and am naturally posing and expressing myself with my body, that’s artistic. You can literally be artistic with anything and everything you do in life!

DM: How did your modeling career start and what is the best memory you have of this profession?
JL: As a teenager, I was scouted at my local mall for Philly Fashion Week. I was picked as 1 of 10 finalists to walk the show, but my Mom wouldn’t let me participate. After thinking about “what if” for a year, I tried out the next year. When I was picked, I didn’t tell my parents and skipped school to do the fashion show. The REBEL was born!
My favorite memory was shooting for the cover of Harper’s Bazaar Vietnam. I worked with an incredibly talented team including stylist Kevin Parker who heads Philly Fashion Week with Kerry Scott. Philly Fashion Week is where my modeling career started, so it was one of my full circle moments. Vietnam is where my father, who had passed not long ago, was from. I may not have known it in the moment, but the kismet was undeniable. This whole journey of pursuing modeling as a career was not always smooth. My traditional upbringing did not lend itself to the wanderlust career of modeling, and my parents unknowingly made sure I knew that. There were moments where I felt unsure if I was making the right decisions because it felt like everyone close to me wanted me to go on a different path. So getting this cover was an affirmation in my belief in myself, and that chasing my dreams was worth the leap.

DM: What does it mean to you to be an Asian model? Have you found particular difficulties in establishing yourself in the fashion world?
JL: Being an Asian model means that I am being picked or cast by clients with one of the fundamentals reasons being: I am Asian. There was meaning behind picking me: whether that is to effectively market to a certain group (often the “Woke Approval”), or to fill a specific role (the “pretty Asian girl”). Asides from filling checkboxes, being hired as solely a model means that I am being picked because of statistics like my measurements and how I fit the clothes (plus being likable – which helps determine who clients decide to work with).
The biggest difficulty I face is feeling like I’m not being seen. I’ve been told by the industry that I’m too pretty, I’m not Asian enough, that I just don’t fit their standard for how they think Asians should be portrayed (which is looking exotic or traditional). As an Asian American, specifically a mix of Chinese and Vietnamese, I often felt like I didn’t fit in the box that clients, casting directors, and agents wanted to put me in based on seeing my stats like Asian ethnicity, height, hair color, eye color, etc.

DM:  In this regard, we know that you are particularly active in improving the representation of Asian Americans in the media and in the world of models. What does it mean to be “Activists” nowadays?
JL: I think being an activist means taking action towards a cause for the greater good with the intention of making a positive impact. I think it’s about moving through life pushing for a purpose that’s much bigger than oneself. It’s about inspiring others to think about the way they act and make a change collectively.

DM: Are you attracted to the world of the ‘seventh art’? In what kind of film would you like to act?
JL: While I will always cherish my experiences as a model, I’ve been exploring new creative outlets and have been pursuing more acting opportunities. I’m ready to express myself through words, body language, and bring characters to life in a way that modeling doesn’t always allow for.
I would love to play the role of a professional athlete. I admire professional athletes for how committed and in love they are with their sport. I think I could bring my experience playing piano to the table to make for a dynamic leading role. It would certainly be interesting to highlight a female Asian athlete since they are almost entirely overlooked, and severely underrepresented.

DM: What would you recommend to a girl who wants to start your profession?
JL:
Take your time with it. Your career is not over once you hit 18 years old. Be yourself, that’s the best selling point you have rather than trying to fit into what you think the industry wants you to be. The camera does not lie and picks up what’s real – like your emotion and imperfections, so it’s important to make sure you’re bringing your true self forward.

DM: Can you tell us about your future projects?
JL:
I just returned from the British Virgin Islands where I modeled at Summer Sizzle, an international fashion and lifestyle event. I walked for many designers and created some interviews with them that I am really proud of and will be posting on social media soon. It was nice to have intimate moments, getting to know the designers one-on-one, since during fashion shows quality time to just sit down and talk is nearly impossible.    

I plan to go to NYFW and attend and walk some shows. After that, I’m planning a trip for Fall or early Winter to travel to Vietnam and connect with my Vietnamese heritage. In between model bookings and content creation, I’m focusing on my acting and building my brand.

Photo/ Najah Mansur @munglassy

DM: Social Media: how important have they become for a person who does your business?
JL: Very important! I can’t name a casting or audition where I didn’t have to put down my social media handles. It lets clients get to know you a bit better than a 2 minute audition tape. The added colour is invaluable to maximizing the impact of marrying your interior with your exterior.

DM: Do you find it right and correct that often fashion and the choice of models, is influenced by social media?
JL:
Absolutely. I think nowadays, clients want to know more about the model before booking. After all, there’s more to it than being just a pretty face. Today, I think that there is a lot of crossover between models and “influencers” when clients book talent. I think ideally a client should book a model who is experienced with posing & walking, and it’s a plus if they have a social media presence. This industry is competitive and social media brings another layer to it. I think it is a positive when the social media is an additive to the model, but not the defining factor. Think of it as more of a partnership with You than just hiring your looks.

DM:Do you like Italy? Can you leave a greeting to all DailyMood.it readers who will soon read your interview?
JL:
I LOVE Italy! I’ve lived in Milan for a total of 7 months and had life changing experiences. I related to the cultural similarities like the importance of food bringing the family together and even little things like hang-drying clothes. I would love to visit Capri next. My friend recommended La Minerva Capri to stay. I heard it’s a beautiful romantic getaway!

Ciao, sono Giulia. Sono entusiasta di condividere con voi qualcosa su di me e spero di poter venire presto a visitare l’Italia!

Grazie a te Julia dalla Redazione di DailyMood.it

di Emma Mariani

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