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Vivere in 9 metri quadrati: ecco aVOID, la mini casa italiana per le nuove generazioni di nomadi urbani

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aVOID interiors

Realizzata dal giovane architetto Leonardo Di Chiara e sostenuta anche da Schüco Italia, aVOID è la mini casa mobile che indaga strategie alternative di pianificazione del suolo cittadino, come la creazione di quartieri migratori dedicati alle nuove generazioni di nomadi urbani.

Se la tecnologia ha reso il mondo senza confini, ha anche determinato la creazione di una classe cross-generazionale di persone che hanno assorbito il concetto di liquidità all’interno del proprio stile di vita, attribuendo il principio di transitorietà e mobilità non solo al lavoro e alle relazioni, ma anche al paese di residenza e all’idea di casa. Configurazioni abitative flessibili e temporanee, che mutano al variare delle esigenze, sono sempre più richieste da queste moderne “tribù” di nomadi, comunità estremamente fluide alla ricerca di soluzioni facilmente trasportabili in grado di sfidare il confine tra provvisorietà e permanenza, tra staticità e mobilità.

aVOID + Leonardo Di ChiaraProprio come risposta alternativa al concetto tradizionale di casa, Leonardo Di Chiara, giovane architetto e ingegnere di Pesaro di 27 anni, ha realizzato aVOID, la prima tiny house mobile interamente realizzata e progettata in Italia che dimostra come sia ancora possibile ripensare le nostre abitudini di vita in una chiave non solo più sostenibile, ma anche più in linea con le esigenze fluide del vivere contemporaneo.

Il progetto
aVOID è un prototipo di casa su ruote che in soli 9 metri quadrati racchiude ogniaVOID at Bauhaus Campus comfort necessario per il vivere quotidiano. Ispirata all’equilibrio del vuoto, da cui prende il nome (a void = un vuoto), si presenta come una singola stanza grigia sviluppata longitudinalmente e priva di qualsiasi arredo. Attraverso l’apertura di specifici dispositivi a parete, però, lo spazio evolve orizzontalmente e si trasforma, adempiendo a tutte le più comuni funzioni di un’abitazione. Il letto reclinabile diviene prima divano per l’angolo studio e poi, abbinato al tavolo pieghevole, comoda panca per due persone. La parete lascia spazio ad una cucina accessoriata con cappa aspirante, lavello a scomparsa, piano cottura e scaffali contenitivi. L’ampia porta finestra Schüco a tra ante del fronte sud, progettata in modo personalizzato per questo contesto, permette sia l’illuminazione naturale dello spazio, sia la sua apertura totale verso l’esterno. Un piccolo bagno realizzato in okumè ospita i servizi e una doccia concepiti per ridurre al minimo i consumi di acqua. Una scala retrattile permette infine l’accesso alla terrazza, l’angolo più suggestivo per sentirsi a tutti gli effetti cittadini del mondo.

La ricerca
Il movimento tiny house, iniziato negli anni Settanta negli Stati Uniti, racconta la storia di una nuova generazione di persone pronte a trasformare continuamente la propria esistenza indipendentemente dalle pressioni della società, in favore di uno stile di vita più libero e meno vincolato. È a questa voglia continua di cambiamento che si ispira l’involucro architettonico di aVOID, caratterizzato da due pareti laterali cieche che, nonostante sembrino non appartenere a nessun luogo, in realtà, per la loro incompletezza estetica, rendono l’abitazione inseribile in qualsiasi contesto e comunità.

Lo sviluppo di una pianificazione urbana più fluida, in grado di ripensare il quartiere sociale in modo meno rigido, è proprio l’obiettivo del Bauhaus Campus, un piccolo villaggio sperimentale, di cui aVOID fa parte, ospitato all’interno del Bauhaus-Archiv / Museum of Design di Berlino. All’interno dell’esperimento socio-culturale, curato dall’architetto Van Bo Le-Mentzel e sviluppato in collaborazione con la Tinyhouse University, il progetto aVOID è chiamato ad indagare la tipologia della casa a schiera nella possibilità futura di creare quartieri migratori, cioè insediamenti temporanei dove le abitazioni su ruote possono facilmente spostarsi da una località all’altra.

“Terminati gli Studi all’Università di Bologna – commenta Leonardo Di Chiara – sarebbe stato per me impensabile stabilire la mia vita nello stesso posto per sempre. Da questa spinta personale, legata sia ad esigenze lavorative che alla volontà di apprendere da culture diverse dalla nostra, nasce l’idea di una residenza itinerante. Qui a Berlino sto sperimentando in prima persona il grande potenziale delle tiny house attraverso un periodo di test-living che sto svolgendo all’interno della mia casa aVOID; una fase fondamentale per poter realmente dare concretezza al mio desiderio di vivere come un vero e proprio nomade di nuova generazione. Le prossime destinazioni saranno la Danimarca e l’Olanda, con l’idea però di tornare presto in Italia”.

La costruzione
Ventisette partner tecnici hanno contribuito alla costruzione di aVOID. Tre mesi di lavori incessanti hanno restituito una mini abitazione quasi interamente funzionante realizzata con materiali di aziende italiane e tedesche che credono nell’impatto rivoluzionario delle piccole case nel mercato immobiliare. Il cantiere è ancora “work in progress” per la parte impiantistica, che sarà sviluppata all’interno del laboratorio del Bauhaus Campus. Schüco Italia è tra i sostenitori del progetto e sono Schüco le soluzioni in alluminio che compongono la facciata principale, la finestra della facciata sul retro e l’apertura vetrata che consente l’accesso alla terrazza, tutte progettate e realizzate da Giommi di Fossombrone (Pesaro), serramentista Premium Partner Schüco.

“Le tendenze dell’abitare sono in continua e sempre più veloce evoluzione – commenta Roberto Brovazzo, Direttore Generale Schüco Italia – ed è un dovere per chi si occupa di innovazione nella progettazione quello di indagare i nuovi modi di vivere gli spazi, sia domestici che urbani. Contribuire alla realizzazione di aVOID ci ha permesso di esplorare gli aspetti più rivoluzionari del vivere mobile, facendo i conti da un lato con spazi ridotti da interpretare sia sotto l’aspetto estetico che sostenibile, dall’altro con nuovi concetti di pianificazione urbana e di fruizione del suolo cittadino. Il progetto, inoltre, ci ha permesso di verificare la flessibilità delle nostre soluzioni, perfettamente adattabili sia al grattacielo che alla mini casa. Un’ulteriore affermazione del fatto che con il giusto sguardo prospettico e la giusta apertura mentale verso il cambiamento ogni limite può divenire un’opportunità”.

« Convalido l’iscrizione di questo blog al servizio Paperblog sotto lo pseudonimo dailymood »

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Lifestyle

Isolamento del sottotetto con cellulosa: tutto ciò che c’è da sapere su questo processo

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Immersi in un contesto sempre più stressante e frenetico, gestire l’ambiente domestico in modo che questo riesca ad essere abbastanza confortevole e funzionale da garantire un’esperienza piacevole nel complesso rappresenta una vera e propria priorità. Al termine di una giornata intensa, ritornare a casa dovrebbe significare essere in grado di trovare ristoro e tranquillità, preparandosi ad affrontare al meglio le sfide del quotidiano o rigenerarsi al termine di una lunga giornata. In ogni caso, poter definire un simile spazio rende necessario il compimento di investimenti oculati e mirati, rivolti ai punti critici dell’abitazione.

Sono diverse, in questo frangente, le soluzioni per migliorare l’ambiente domestico, ma di sicuro una delle più importanti riguarda la cura degli elementi isolanti della casa. Riuscire a mantenere una temperatura adeguata nell’ambiente non significa soltanto garantirne il comfort, ma anche contribuire al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Tra le varie zone della casa che, in questo senso, richiedono attenzione particolare, il sottotetto si afferma come un elemento di cruciale importanza.

Quando si parla di isolamento del sottotetto si fa riferimento ad un elemento in grado di fare la differenza per il mantenimento di una temperatura uniforme all’interno dell’abitazione, permettendo di migliorare dispersioni di calore in inverno o eccessivo surriscaldamento in estate. Questo specifico approccio si rivela molto importante se si considera che la termoregolazione della casa costituisce uno degli elementi più importanti per ridurre i costi in bolletta e migliorare l’ecosostenibilità dell’immobile nel complesso. Il sottotetto, nel complesso, è uno degli elementi principali in grado di agire su questo aspetto, diventando di per sé una vera e propria zona critica.

Oggi, le realtà esperte del settore offrono diverse tecniche di isolamento. Tra queste, l’isolamento con cellulosa spicca per essere una delle soluzioni più efficaci ed ecologicamente sostenibili. La cellulosa, infatti, è un materiale ottenuto dalla carta riciclata, in grado di offrire un’ottima capacità di isolamento termico. Allo stesso tempo, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale di determinati interventi. Nelle prossime righe, andremo a scoprire il dettaglio sulla procedura e i suoi vantaggi.

Isolamento del sottotetto con cellulosa: i dettagli su come si attua

Come si potrà evincere dalle premesse effettuate, l’isolamento del sottotetto con cellulosa predispone a rivolgersi a delle realtà esperte del settore. Vai su pro-tetto.it per avere più info al riguardo. In ogni caso, come detto, questa soluzione rappresenta una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico, essendo anche profondamente rispettosa nei confronti dell’ambiente. Il processo di isolamento con cellulosa è dividibile in fasi, in modo da assicurarsi anche dei risultati ottimali.

Per prima cosa, dunque, si predispone il sottotetto, in modo da assicurarsi che sia pulito e libero dall’umidità. In secondo luogo, si procede con l’applicazione della cellulosa: un procedimento che avviene attraverso procedimenti differenti, tra cui il soffiaggio, insufflaggio o spruzzatura. Questi procedimenti richiedono l’utilizzo di macchinari differenti e, chiaramente, una specifica expertise di settore per adoperarli. Una volta completata l’installazione della cellulosa, si procede con l’isolamento e il ripristino del sottotetto.

I vantaggi dell’isolamento del sottotetto con cellulosa

Sono diversi i vantaggi offerti dalle tecniche di isolamento del sottotetto con cellulosa, spaziando dall’efficienza energetica che una simile scelta può arrecare al comfort abitativo che offre. La cellulosa conferisce elevate capacità isolanti e, inoltre, riduce i costi energetici in modo notevole, aiutando nella termoregolazione naturale dell’ambiente e nella riduzione delle perdite di calore in inverno o della penetrazione dello stesso dall’esterno in estate. Infine, l’isolamento con cellulosa rappresenta una soluzione estremamente facile da installare e in grado di fornire una maggiore resistenza al fuoco in caso d’incendio.

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Le 5 Mete più gettonate per un nomade digitale

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Il mondo è diventato il playground dei nomadi digitali, coloro che possono lavorare ovunque con una connessione internet. La libertà di viaggiare e lavorare contemporaneamente ha reso questa modalità di vita incredibilmente attraente per molte persone in cerca di avventure e nuove esperienze. Se sei un nomade digitale in erba o semplicemente stai pianificando la tua prossima avventura lavorativa, ecco le cinque mete più gettonate per te.

Bali: il paradiso dei nomadi digitali
Bali è da tempo un epicentro per i nomadi digitali. Con le sue spiagge mozzafiato, la vibrante comunità di espatriati e i costi di vita accessibili, non è difficile capire perché questa isola dell’Indonesia sia così popolare tra coloro che lavorano in remoto. Inoltre, la connessione internet è affidabile e veloce, rendendo facile mantenere la produttività anche tra una nuotata e l’altra.

Chiang Mai: l’oasi della tranquillità digitale
Chiang Mai è diventata una sorta di mecca per i nomadi digitali in cerca di un’atmosfera rilassata e comunità accoglienti. Con una vasta gamma di caffè con Wi-Fi, spazi di coworking e alloggi convenienti, questa città nel nord della Thailandia offre un equilibrio perfetto tra lavoro e piacere. Inoltre, la bassa tassazione e il basso costo della vita sono particolarmente vantaggiosi per i nomadi digitali che cercano di ottimizzare la loro situazione fiscale.

Lisbona: il crocevia culturale per lavoratori digitali
Lisbona sta rapidamente emergendo come una delle destinazioni più gettonate per i nomadi digitali in Europa. Con il suo clima mite, la vivace scena artistica e culturale, e una comunità cosmopolita, la capitale portoghese offre una qualità della vita eccezionale per coloro che lavorano in remoto. Inoltre, il Portogallo offre un regime fiscale agevolato per i lavoratori autonomi e le startup, rendendolo ancora più allettante per i nomadi digitali che cercano di ottimizzare la loro situazione fiscale.


Medellin: la città dell’eterna primavera per i nomadi digitali

Medellin, con il suo clima primaverile tutto l’anno e i paesaggi mozzafiato delle Ande, è diventata una destinazione sempre più popolare per i nomadi digitali che cercano una nuova avventura. Inoltre, la vivace scena culturale, i costi di vita accessibili e l’infrastruttura tecnologica in continua crescita rendono questa città colombiana una scelta attraente per coloro che desiderano un mix di lavoro e svago senza eguali.

Città del Capo: il mix perfetto tra città e natura
Città del Capo offre un’esperienza unica che combina la vivace scena urbana con la bellezza naturale mozzafiato. Con le sue spiagge spettacolari, le montagne iconiche e una vibrante cultura urbana, questa città sudafricana attira nomadi digitali da tutto il mondo. Inoltre, il Sudafrica offre un regime fiscale favorevole per i lavoratori autonomi e un costo della vita accessibile, rendendo Città del Capo una meta molto allettante per chiunque desideri lavorare in un ambiente stimolante e ispiratore.

Ottimizzare la fiscalità come nomade digitale
Una delle considerazioni importanti per i nomadi digitali è la fiscalità. Data la loro natura itinerante, possono sorgere domande su come gestire le imposte e massimizzare i benefici fiscali. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

Residenza fiscale e regime fiscale ottimizzato
Se mantieni la residenza fiscale in Italia, dovrai anche avere una Partita IVA italiana e seguire le regole a cui sono soggette le attività Italiane. Puoi consultare un esperto fiscale per capire quale possa essere il regime fiscale più adatto alla tua situazione nello specifico; sarà un aiuto molto importante per gestire tutti i contatti con gli enti e le autorità italiane quando sarai dall’altra parte del mondo.

Strutture fiscali per lavoratori remoti
Alcuni paesi offrono strutture fiscali specifiche per i lavoratori remoti. Ad esempio l’Indonesia ha introdotto un visto speciale per coloro che intendono entrare nel paese e continuare a lavorare con la propria attività. È importante esplorare queste opzioni e capire come possono essere utilizzate a proprio vantaggio e sapere quali regole ci sono da rispettare.

Consulenza fiscale per massimizzare i tuoi benefici
Essere un nomade digitale offre incredibili opportunità di esplorare il mondo mentre si lavora, ma è importante gestire correttamente le questioni fiscali per massimizzare i benefici e evitare complicazioni legali. Se sei un nomade digitale in cerca di consulenza fiscale personalizzata e gratuita, contatta Fiscozen oggi stesso. I loro esperti fiscali possono aiutarti a navigare nel complesso mondo della fiscalità internazionale e trovare le migliori soluzioni per ottimizzare la tua situazione fiscale, consentendoti di concentrarti sulle tue avventure digitali in giro per il mondo.

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La rinascita dei borghi italiani tra Pnrr e smartworking

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Smartworking
Negli ultimi anni, l’approccio all’abitare e al lavoro è cambiato tantissimo, sia a causa della pandemia e dello smartworking, mutamenti che hanno comportato la ricerca di soluzioni più sostenibili per quanto riguarda la gestione della vita quotidiana, sia per via dell’aumento del costo delle case nelle grandi città.

Tra gli effetti di queste novità, oltre al fenomeno del quiet quitting, ossia le dimissioni di massa da posti di lavoro con stipendi importanti ma contesti forieri di stress, è possibile citare la nascita di un nuovo impulso riguardante i piccoli borghi del nostro Paese, straordinario patrimonio che rende il mondo ci invidia.

Il Pnrr, un’opportunità per i piccoli centri italiani
Quando si parla di rinascita dei borghi italiani, non si può non chiamare in causa l’opportunità del Pnrr. Per dare un’idea del suo impatto in una Regione meravigliosa e purtroppo al centro, negli ultimi anni, di tragedie legate a terremoti e precipitazioni atmosferiche, ossia le Marche, è il caso di rammentare che, nell’ambito della strategia 2023 – 2025, sono in arrivo ben 126 milioni di euro.

Con un aumento consistente di persone che cercano immobili, anche per investire nel mercato turistico, in una terra che ha dato i natali a grandi artisti e che è amatissima anche a livello internazionale – dai un’occhiata a questo elenco di case in vendita a San Ginesio se ti interessa in particolare la zona dei Monti Sibillini, dei quali questo borgo è chiamato “il balcone” – le Marche sono pronte a ricevere altri 77 milioni di euro come sostegno alle imprese attive nel comparto della cultura e del turismo.

Un volano di crescita (anche digitale)
Questa temperie di rinascita dei borghi italiani, che passa anche dalla scelta, da parte di molti giovani, di riportare in auge antichi mestieri a contatto con la natura e lontano dallo stress della grande città, è un prezioso volano di crescita, anche dal punto di vista della digitalizzazione.

Tra gli obiettivi più impellenti, infatti, figura la riduzione del digital divide che, purtroppo, caratterizza ancora molti dei piccoli centri italiani in confronto alle grandi città.

Interessante a tal proposito è il progetto “Abilitazione al Cloud per le PA locali”, iniziativa legata al Pnrr e per la quale è previsto uno stanziamento di 500 milioni di euro destinati a piccoli Comuni di Abruzzo, Sicilia, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna, Puglia e Sicilia.

Focus sulla rigenerazione culturale
Il Pnrr si sta rivelando un alleato prezioso per la rigenerazione culturale di aree del Paese che, altrimenti, sarebbero destinate ad andare incontro a un importante declino.

Tra i fondi stanziati, una somma cospicua è stata infatti destinata alla realizzazione di progetti culturali in 229 borghi storici, selezionati già dal “lontano” 2022.

Dell’ammontare del piano nazionale di ripresa e resilienza, 380 milioni di euro sono stati stanziati per sostenere i progetti proposti dai Comuni stessi e altri 200 per l’aiuto a medie, piccole e micro imprese locali.

Il ritorno alla vita lenta
Molto diffuso tra la generazione Z, questo ritorno alla vita lenta tra smartworking in mezzo alla natura e riscoperta dei mestieri del passato, magari meno remunerativi economicamente rispetto ad altri ma garanzia di uno stile di vita più sostenibile a livello fisico e mentale sta, come già detto, regalando una seconda vita a zone del Paese fino a pochi anni fa al centro di un vero e proprio declino.

Assistiamo a una valorizzazione di zone che sono fondamentali per quella diversità che rende unico il nostro Paese nel mondo.

Ci si attende, oltre a un aumento dei numeri del turismo, anche la crescita di quelle realtà formative che, tra accademie e scuole di specializzazione, si occupano di avviare i più giovani a mestieri artigianali, coniugando al meglio tradizione

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