Eventi
I volti e il cuore – La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini
I VOLTI E IL CUORE – La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini
Opere del Museo del Paesaggio di Verbania e delle raccolte Sironi e Isolabella
Il Museo del Paesaggio di Verbania – dopo la riapertura nel giugno 2016 con la splendida mostra dedicata a Paolo Troubetzkoy che, visto il grande successo di pubblico e critica, rimane aperta in modo permanente al piano terra – riapre il proprio piano nobile con la bella mostra I volti e il cuore, La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini, visibile dal 25 marzo prossimo al 1° ottobre.
Curata da Elena Pontiggia, l’esposizione comprende circa ottanta opere e intende esaminare, attraverso le collezioni del Museo del Paesaggio di Verbania, integrate con opere di Mario Sironi della raccolta Isolabella e di Cristina Sironi, sorella dell’artista, il ruolo e la presenza della donna nella pittura e nella scultura dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.
Il percorso espositivo è diviso in undici sezioni tematiche.
Muove dai ritratti femminili “dipinti col fiato” di Daniele Ranzoni, maestro della Scapigliatura, di cui il Museo del Paesaggio possiede diversi ritratti femminili: sono presentate qui sei opere tra cui due capolavori come Ritratto della principessa Margherita di Savoia, 1869 con la tipica dissoluzione della forma in un pulviscolo luminoso e Giuseppina Imperatori Orsenigo, 1877.
Prosegue poi con altre sei sezioni iconografiche:
1. I LUOGHI DELLA VITA: LA CASA, IL GIARDINO, LA VIA, LA STALLA
2. GLI AFFETTI: L’AMORE E LA MATERNITÀ
3. FIGURE DELLA STORIA
4. LA RELIGIONE
5. IL LAVORO
6. IL NUDO
Spiccano in queste sezioni il delicato Cave di Baveno, 1881 di Guido Boggiani, dipinto con un naturalismo attento ai valori della luce; Il convegno, 1918, di Ambrogio Alciati, immagine guida della mostra, un romantico idillio senza tempo dipinto con sensibilità impressionista opposta al gusto del disegno nitido predominante negli anni venti del Novecento; Madre, 1916, figura toccante e intensa di Mario Tozzi; la splendida Maternità in gesso e il dolente L’addio dello spazzacamino, 1898 bronzo di Giulio Branca; il monumentale Alla Vanga, 1890 di Arnaldo Ferraguti, opera-manifesto del realismo sociale, premiata alla Triennale di Milano del 1891 e Le lavandaie a Pallanza, 1897 sempre di Ferraguti; L’aratura a Miazzina, 1890, di Achille Tominetti opera-simbolo della condizione femminile tra Otto e Novecento; il moderno Nudo femminile, 1930, disegnato sinteticamente da Achille Funi.
La mostra prosegue con una sezione su due donne artiste da riscoprire, come la simbolista Sophie Browne (sua l’inquietante Eva, 1898) e Adriana Bisi Fabbri, protagonista nel 1914 del gruppo futurista “Nuove Tendenze” e scomparsa nel 1918 a trentasette anni, di cui è esposta La principessa Pignatelli, 1917, anch’essa di gusto simbolista.
Seguono infine tre sezioni dedicate a tre maestri del Novecento: Arturo Martini, Mario Tozzi e Mario Sironi.
Di Arturo Martini (Treviso 1889-Milano 1947) sono esposte quattordici figure femminili, tra cui Testa di ragazza, 1921, capolavoro della stagione di “Valori Plastici”; La scoccombrina, 1928, felice esempio del suo espressionismo; e un nucleo di figure femminili degli anni trenta e quaranta, come Nudino, 1935 piccola scultura in gesso realizzata nel felice periodo creativo del soggiorno a Blevio sul lago di Como, La famiglia degli acrobati, 1936-7 con i personaggi nudi caratterizzati da un forte accento visionario, Lavandaie al fiume, 1939 con le figure inserite in una scatola prospettica, sino a Incontro, 1946-7, tutto risolto in una tensione dinamica, alcune appartenute a Egle Rosmini, la giovane compagna dell’artista, e da lei donate al Museo del Paesaggio. Il Museo possiede ben 53 opere del grande artista, tra sculture, dipinti, incisioni, acqueforti e litografie, medaglie e disegni, acquistate nel 1908 dalla Rosmini tramite un finanziamento regionale.
Di Mario Tozzi (Fossombrone 1895-Saint Jean-du-Gard 1979) è esposta un’antologia di opere che vanno dal suo impressionismo giovanile (Ritratto della madre, 1915; Nel giardino fiorito, 1920) al suo realismo magico (La toeletta del mattino, emblema dell’antiimpressionismo, dove le figure umane si impongono come forme volumetriche senza interesse per la loro psicologia, capolavoro giudicato dalla critica francese “il più bel nudo” del Salon d’Automne 1922; e Serenità, 1923, paesaggio anch’esso impostato sul disegno e sul volume anziché sul colore).
Il tema della donna in Mario Sironi (Sassari 1885-Milano 1961), infine, è indagato attraverso le opere della raccolta di Cristina, sua sorella maggiore. Tra queste Ars et Amor, 1901-2, documenta la giovanile e poco nota stagione simbolista del pittore, mentre Cocotte e Figure, 1915-16, mostrano il suo sorprendente, coloratissimo e finora sconosciuto momento fauve. A questi lavori quasi inediti si accostano la celebre Madre che cuce, 1905-6, il suo più importante dipinto divisionista, e il grande Nudo con bicchiere, una delle opere più amate da Margherita Sarfatti. La mostra termina con l’impressionante Vittoria Alata, 1935 (cm. 182×250), una delle maggiori testimonianze del Sironi monumentale.
Un percorso dunque di grande interesse e fascino, tra una varietà di figure femminili dipinte o scolpite da celebri maestri nei diversi ruoli e nelle tante trasformazioni che hanno segnato il passaggio tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento.
VADEMECUM
I VOLTI E IL CUORE -La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini
Dove: Museo del Paesaggio di Verbania
Quando: dal 25 marzo al 1° ottobre 2017
Orari di apertura
Da Martedì a Venerdì 11.00 – 18.00
Sabato Domenica e Festivi 10.00-19.00
Per informazioni
Museo del Paesaggio – Tel +39 0323 556621 segreteria@museodelpaesaggio.it
www.museodelpaesaggio.it
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Eventi
BECAUSE YOU ARE A WOMAN Fotografie di Dina Goldstein, Maurizio Forcella, Keila Guilarte e Donatella Izzo
Published
1 mese agoon
16 Febbraio 2024By
DailyMood.itIn occasione della XIII Edizione di MIA PHOTO FAIR, la prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia in Italia, in programma all’ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI dall’11 al 14 aprile 2024, Tallulah Studio Art presenta BECAUSE YOU ARE A WOMAN. Un progetto speciale, a cura di Patrizia Madau e Rebecca Delmenico, sviluppato attraverso l’accostamento visivo di quattro artisti della fotografia: Dina Goldstein, Maurizio Forcella, Keila Guilarte e Donatella Izzo. Ciascuno di loro esprime con stili differenti l’identità femminile e il suo cambiamento.
BECAUSE YOU ARE A WOMAN è lo sguardo sulle donne, il racconto delle loro suggestioni etiche, morali, amorali, contemporanee e i relativi contrasti sociali e culturali. Nella prospettiva di questi artisti la donna si libera di tutta una serie di imposizioni legate alla cultura occidentale, dove bellezza, giovinezza e ricchezza, veicolate da una perfetta apparenza, sono sinonimo di felicità. Una narrazione sull’universo femminile dove le donne vengono celebrate per la forza che dimostrano quotidianamente, per il loro essere indipendente di fronte alle sfide poste dalla contemporaneità.
Dina Goldstein (Tel Aviv, 1969) è nota a livello internazionale per le sue serie fotografiche, che si sviluppano in elaborate tableaux, in cui l’artista, con un linguaggio pop e irriverente, muove una critica sociale mostrando la propria versione degli archetipi della cultura di massa occidentale. Con le sue graffianti opere, Dina Goldstein affronta il cambiamento sotto diversi aspetti. Attraverso un racconto ironico e tagliente nella serie “In the Dollhouse” la fotografa scoperchia i lati oscuri di una dinamica ormai tossica nel rapporto di coppia, quella tra Barbie e Ken, caratterizzata dall’apparenza e dalla finzione. Con “The Fallen Princess” invece, abbatte il falso mito del “vissero per sempre felici e contenti”, creato da Disney ad uso e consumo di intere generazioni, ricontestualizzando le eroine Disney per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide della società contemporanea. Con “The Last Supper” dalla serie “God of Suburbia”, si affronta il cambiamento che la società dovrebbe avere nei confronti delle persone in difficoltà. Nella ricostruzione della cena più famosa della storia religiosa, la Goldstein rappresenta gli apostoli di Gesù come appartenenti a una gang del Downtown Eastside di Vancouver, luogo noto per essere tra i più malfamati e disagiati del Canada. Invece di un banchetto, troviamo lattine di birra vuote e zuppe in ciotole di plastica.
Le donne di Maurizio Forcella (Premio Arte Cairo Editore 2023), sovvertono l’estetica dell’apparenza, decostruendo l’idea di un’estetica contemporanea, dove tutto deve apparire in maniera perfetta, levigata e senza incrinature. Nei suoi ritratti l’artista cerca quell’imperfezione che da sempre è fonte di creatività e innovazione, e la racconta attraverso i volti sinceri, segnati dal tempo. Occhi chiusi, volti rugosi, niente sguardi ammiccanti, né filtri camuffanti: queste sono le signore sognanti di Forcella. Donne gentili, libere che hanno riaffermato per tutte il diritto alla diversità. La lavorazione, affidata alle cosiddette AI-TTI (Ar7ficial Intelligence Text-To-Image), permette di elaborare contenuti fotografici intervenendo su aspetti estetici caratterizzanti e grazie ad un preciso lavoro di post-produzione i risultati sono quelli di una fotografia pittorica.
Il reportage di Keila Guilarte “I mille volti dell’Uganda” è stato realizzato in collaborazione con l’associazione To Get There, l’ETS (Ente Terzo Settore) fondata da Massimo Leonardelli e Piero Piazzi, con l’intento di aiutare le persone in difficoltà. Lo sguardo della fotografa cubana ci porta in mezzo a una realtà fatta di povertà e indigenza estrema, incontrando al tempo stesso la forza, la speranza, l’energia e l’attaccamento alla vita di questa popolazione caratterizzata dalla grande dignità. Scatti in bianco e nero, poetici ed evocativi raccontano gli sguardi inconsapevoli dei bambini e omaggiano soprattutto la personalità femminile ugandese, mostrata nella consuetudine di donne, madri e lavoratrici dalla grande tempra e fede.
Donatella Izzo nelle opere “Silent Time” e “She Wanted”dalla serie “No Portrait”, mostra l’anti-ritratto della donna in una società basata sull’apparenza e sulla moda dell’essere perfetti a tutti i costi attraverso i selfie, i filtri e i social. La vera rivoluzione è mostrarsi per quello che si è con le proprie fragilità e imperfezioni, anche dal punto di vista psicologico. Nelle opere della Izzo il viso è parzialmente nascosto per sottolineare l’idea dell’imperfezione che rende unici e fa sì che le personalità emergano scavando nell’io più profondo, andando oltre la superficie.
TALLULAH STUDIO ART
Tallulah Studio Art nasce nel 1999 su iniziativa di Patrizia Madau mente creativa, consulente di arte, design e fotografia. Da sempre alla ricerca di giovani talenti emergenti, dedica attenzione alle proposte delle nuove generazioni, promuovendo forma e materia nel design e nell’arte contemporanea in ogni sua espressione. La forza che contraddistingue Tallulah Studio risiede nella sua continua evoluzione estetica e nell’esprimere sempre concretamente i risultati di una ricerca costante. Patrizia Madau si è appassionata al lavoro di giovani artisti presenti nel recente panorama internazionale come Donatella Izzo, Federico Unia, Federica Angelino, Patrick Corrado, Riccardo Bonfadini, Ian Gamache, Fabio Roncato, Daria Dziecielewska McDouglas, Jono Nussbaum, Jordi Suñé Ferrús, Andrea Floris, Lorenzo Santy.
Dal 1999 ad oggi Tallulah Studio Art ha presentato molteplici mostre di arte, fotografia e design collaborando con artisti di fama internazionale come: Gerry De Bastiano, Melvin Anderson, , Nigel Coates, Michael Roberts, Dusciana Bravura, Dario Zucchi, Giada Barbieri, Gian Piero Gasparini, Thomas Berra, Fabio Roncato, Pier Lorenzo Salvoni, Gian Paolo Barbieri, Donata Clovis, Edland Man, Bruna Rotunno, Piero Figura, Carlo Bevilacqua, Keila Guilarte, Gianluigi Di Napoli, Maurizio Forcella, Dina Goldstein.
INFORMAZIONI
MIA PHOTO FAIR 2024
ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI | Via Gattamelata, 13 Milano
Tallulah Studio Art sarà presente allo Stand G005 corridoio G
ORARI
Orari di apertura MIA PHOTO FAIR dall’11 al 14 aprile 2024 | dalle 12.00 alle 20.30
BIGLIETTI ACQUISTABILI SU: MAILTICKET
www.miafair.it
tallulahstudioart.com
+39 3355929562
DINA GOLDSTEIN
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DONATELLA IZZO
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KEILA GUILARTE
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MAURIZIO FORCELLA
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Eventi
Gli anni novanta della moda (e non solo) negli scatti iconici di Thierry Le Gouès: arriva a Milano la grande mostra fotografica organizzata da MKS Milano Fashion Agency
Published
2 mesi agoon
19 Gennaio 2024By
DailyMood.itUn’estetica che ha fatto epoca, un artista tra i maggiori a livello internazionale: “’90” (alla Galleria Rubin, dal 16 al 24 febbraio 2024) ritrae volti, espressioni e gesti di miti del mondo fashion, quali Kate Moss, Carla Bruni, Karen Mulder, Tatjana Patitz, Naomi Campbell e tante altre
Anni Novanta: un’estetica che ha fatto epoca. Colta dall’obiettivo di un grande fotografo, capace di immortalare l’essenza di quel periodo in maniera inequivocabile e di fissare quindi volti, gesti ed espressioni di alcune delle principali icone internazionali del fashion – e non solo – che han fatto di quei momenti irripetibili il loro trampolino di lancio verso la storia. È questo il tema dirompente di “90’s”, la straordinaria mostra fotografica che verrà inaugurata il prossimo 16 febbraio a Milano, in Galleria Rubin, al civico 10 di via Santa Marta. Protagonisti, gli scatti di uno dei fotografi più importanti nell’universo patinato della moda, il francese Thierry Le Gouès. Che ha saputo cogliere da par suo l’essenza estetica e caratteriale di donne inimitabili, che hanno calcato i red carpet, le passerelle e i palcoscenici più prestigiosi di New York, Parigi, Milano, Londra: parliamo di miti, come le top Kate Moss, Carla Bruni, Karen Mulder, Tatjana Patitz, Naomi Campbell e tante altre.
GLI ANNI NOVANTA – Dunque, una mostra fotografica da non perdere. Capace di cogliere l’identità profonda di un decennio sempre più attuale, ripreso e reinventato dalle nuove generazioni in una sorta di sindrome nostalgica. Edulcorato, mitizzato, artefatto: è nel mondo della moda che bisogna scavare per cogliere l’essenza di questo periodo storico. Ossia dell’ultimo capitolo del secolo scorso, che ha premuto l’acceleratore sull’immaginario femminile, mettendo in costante competizione generazioni di donne stimolando in loro un ulteriore bisogno di emancipazione. Il 900 è donna, si potrebbe dire… A conclusione di questo immaginario, i 90’s sono diventati dunque l’emblema di una concezione di femminilità intramontabile, insuperabile, pura e dichiaratamente ribelle. La conferma si ritrova nella mostra 90’s: una serie di rappresentazioni autentiche di ciò che è stato; ritratti che catturano l’essenza del percepito dell’epoca e al contempo il motivo per cui ancora oggi suscita così tanto fascino. Autoaffermazione, istinto provocatorio, bellezza esatta, estetica minimalista: l’ideale dell’irraggiungibilità ritratto attraverso purezza in bianco e nero e le immagini scultoree di Thierry Le Gouès.
L’AUTORE – Thierry Le Gouès è uno dei nomi più acclamati della fotografia mondiale, rappresentato in Italia da Mks Milano Fashion Agency. Nasce a Brest, in Francia, nel 1969. A soli 18 anni inizia la sua carriera di fotografo di moda lavorando per il gruppo Condé Nast. Da allora ha collaborato con le più importanti testate internazionali del settore (Vogue, Harper’s Bazaar, Marie Claire, Elle, Vanity Fair, Rolling Stone, solo per solo citarne alcune). In Italia è stato pubblicato da Vogue, l’Uomo Vogue, Per lui, Per Lei, Vogue Pelle, Vanity Fair, Marie Claire, Amica e Grazia. Nei decenni ha curato le campagne pubblicitarie fotografiche e videografiche di diversi brand del lusso, tra i quali Armani, Cartier, Alexander McQueen, Levi’s, Louis Vuitton, Pierre Cardin, Fendi, Gucci, Hermés, Ralph Lauren, Bottega Veneta, Nike, Paco Rabanne. Ha ritratto celebrità del calibro di Beyoncé, Mary J. Blige, Pete Doherty, Britney Spears, Harrison Ford, Isaac Hayes, Alicia Keys, Lenny Kravitz, Neymar e Sharon Stone. Ma una delle più grandi ragioni del successo di questo straordinario artista è la singolarità dei ritratti delle modelle più celebri del pianeta: Kate Moss, Naomi Campbell, Linda Evangelista, Stephanie Seymour, Carla Bruni, Amber Valletta, Eva Herzigova, Kristen McMenamy, Yasmeen Ghauri, Helena Christensen, Tatjana Patitz e Karen Mulder. I suoi scatti son presenti ormai nelle più importanti gallerie del mondo. Ha anche pubblicato numerosi libri di successo, l’ultimo dei quali è l’omonimo “90’s”, da cui sono tratti i contenuti della mostra, edito da PowerHouse Books: è l’emblema di ciò che viene considerata la massima espressione di fotografia di moda dell’ultimo decennio del Novecento.
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