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Esplode l’Art Week a Milano: le mostre di Fondazione Prada

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Lasciata definitivamente alle spalle la pioggia di queste ultime settimane, con il sole arriva la settimana che anticipa la design week milanese in modo accessibile, ricco e molto vivace dal punto di vista artistico. Se Milano da sempre offre un’ampia offerta culturale, con la Milano Art Week che si svolge dal 8 al 14 aprile, la città di apre all’arte, quella contemporanea , sviluppandosi attorno ad una fiera, il MiArt , nota a tutti e non solo agli addetti ai lavori, che quest’anno vanta la presenza di 28 paesi con oltre 180 gallerie. snodo di quel rapporto complesso ma necessario, tra la galleria e l’ artista, un artista che , sempre più, sente il bisogno di creare nuovi modi e mondi per esprimersi e, perchè no, nuove società . La società come mood, appunto.

Per parlare di questo mood, della importanza delle gallerie e del rapporto necessario artista-galleria e l’importanza della “idea mentale” nell’arte, sono un valido esempio le mostre presentate da Prada, nei due spazi milanesi della sua Fondazione: Fondazione Prada in largo Isarco con la mostra “Pino Pascali” e Osservatorio Prada in galleria, con la mostra “”New Society”.

La prima “Pino Pascali”, aperta al pubblico il 27/3 e visitabile sino al 24/9, è dedicata , come si evince anche dal titolo, all’artista pugliese Pino Pascali (la madre Lucia era cugina di Arnaldo e Giò Pomodoro) in un susseguirsi di ambienti strutturati come esempi degli ambienti delle gallerie che hanno consacrato il genio di questo pubblicitario di Carosello che, in soli 3 anni divenne un inedito caso di artista rappresentativo ed unico del fenomeno artistico dell’Arte Povera. Ed è proprio il concetto di “ambiente” ad emergere. Con 49 opere in mostra, l’ampia retrospettiva curata da Mar Godfrey e ricca di eventi collaterali, tra cui talk e proiezioni cinematografiche, è concepita come un percorso emozionale con sezioni anche video e fotografiche. Con opere di musei italiani e non , alcune delle quali, per la prima volta, si ritrovano riunite. Ambiente appunto che esemplifica il lavoro delle gallerie, che non è solo un modo per mettere in mostra il lavoro di un artista, ma anche per creare un ambiente di suggestione dei suoi nuovi lavori. Grazie allo spazio “podium”, questo avviene quasi naturalmente, passando da una “galleria” all’altra, con una serie di stanze appunto, che “simulano ” le dimensioni spaziali originali delle gallerie (o delle istituzioni) in cui l’artista espose a suo tempo in quegli anni. E cosi, se la mostra su Pascali offre la suggestione delle gallerie, nel mood appunto di quanto l’art week milanese, sempre più ricca, vuole mostrare, la mostra ” Miranda July-New Society-” sempre da Prada, ma negli spazi dell’ Osservatorio, con un progetto a cura di Mia Locks, entra nella “pratica”, dell’essere un artista contemporaneo, di come lavora, di come impiega le tecnologie o esplora nuove forme di collaborazione artistica o connessione.

Volendo fare un parallelismo è come se l’entusiasmo artistico di un grande artista riconosciuto come Pascali negli anni 60, provvedesse a suggerire al visitatore l’occhio “affinato” delle gallerie che hanno creduto in lui e nel suo talento che lo trasformò, in soli 3 anni, in un artista di fama mondiale, mentre quello di una performer come la July (questa è la prima mostra “museale” anche se lavora da oltre 30 anni), volesse testimoniare in modo elementare forse ma necessario, che, in fondo, patrimonio di un artista dei giorni nostri, è solo uno spazio vuoto esistenziale che diventa reale ed artistico, sia che si tratti di una galleria che di un teatro, da riempire con il proprio talento. Come suggerisce il titolo della mostra della July (visitabile fino al 14/10), l’arte contemporanea, crea un valido esempio di nuove società possibili, spesso con sconosciuti, con cui si condivide lo spazio scenico, artistico, virtuale o reale che sia (interessante la sezione della mostra dedicata alla tennager anni 80 milanese che ha risposto ad una call online e dei suoi sogni ri-editati dall’artista, attraverso vari oggetti della sua cameretta). Che, come lo spettacolo della July che ha dato il titolo alla mostra a cui è dedicata un’intera sezione degli spazi espositivi, è una nuova società e per questo non ha un unico punto di vista. Ben riflettendo quindi la complessità del mondo di oggi, evocando la vita cosi come è, perchè questo l’unico vero mood. La vita frenetica, entusiastica, dissoluta, banale. Senza un bello possibile o qualche sezione aurea da rappresentare. La vita nuda e cruda, la società come mood, appunto. Ben vengano mostre come queste a ricordarlo. Durante una art week con fiere tanto importanti, ancora di più.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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