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Viaggio nell’Irlanda di “Mary e lo spirito di mezzanotte”

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Un itinerario tra le località, i profumi e i piatti importanti per la storia

Per realizzare “Mary e lo spirito di mezzanotte”, arrivato nelle sale italiane, Enzo D’Alò è stato settimane in Irlanda. Potrebbe sembrare strano perché è un film di animazione, ma, come ha sottolineato lo stesso regista in alcune interviste, tutti i luoghi del suo ultimo capolavoro sono reali e l’Irlanda e lo spirito irlandese sono protagonisti della storia.

In fase preparatoria, D’Alò ha trascorso mesi sull’isola di smeraldo con un gruppo di disegnatori, “fotografando ogni singolo luogo e respirando le atmosfere festose” dublinesi. Sulle tracce del romanzo dell’autore irlandese Roddy Doyle, il cui coinvolgimento diretto è stato molto importante, hanno girato mezza isola, incontrato molte persone, mangiando e bevendo con loro e andando anche nella zona di Wexford e alla famosa scuola di cucina Ballymaloe, vicina a Cork.

Il viaggio irlandese presente nel film è così vivido e reale – come lo è il verde di cui anche il regista ha parlato – che può essere l’idea originale di una vacanza in Irlanda per vedere dal vero località e borghi. I colori sono bellissimi in ogni stagione ed è quindi perfetto anche nei mesi invernali, per ripercorre a caldo i passi delle protagoniste Mary, Emer, Scarlett e Tansey.

Nelle scene iniziali, in primo piano c’è l’autostrada M11, che segue un lungo tratto della costa est, nell’Ireland’s Ancient East. Il film prende il via con un viaggio da sud verso nord e volendo tracciare un’idea di percorso per una vacanza si può atterrare proprio a sud, a Cork, e far cominciare l’itinerario da uno dei luoghi chiave del film.

La scuola di cucina e la ricetta del film

Cork può essere considerata la capitale gastronomica d’Irlanda e la scuola di cucina tanto importante nel film esiste davvero: è la Ballymaloe Cookery School (www.ballymaloecookeryschool.ie), un luogo affascinante che si trova a Shanagarry, in mezzo alla campagna della contea di Cork. Ospita una farm biologica, giardini e serre e a chi vuole seguire i suoi corsi professionali (gli studenti arrivano da tutto il mondo) offre la possibilità di soggiornare in alcuni cottage in perfetto country style irlandese.

La sua co-fondatrice Darina Allen, famosa chef e autrice di oltre 20 libri di cucina, fa parte, tra le altre cose, dei membri fondatori dei Farmers’ Market ed è leader di East Cork Slow Food Convivia. È molto contenta che la Ballymaloe Cookery School sia entrata in un progetto corale così bello e le ricette tradizionali presenti nel libro donato dalla nonna Emer a Mary sono state scritte da lei. Oltre a quelli per aspiranti professionisti, la sua scuola offre corsi brevi tematici (anche online) adatti a tutti di mezza giornata o di una giornata intera e vale la pena iscriversi per sperimentarne la coinvolgente atmosfera.

Il celebre piatto popolare del film, che sa di tradizione e passione per la cucina, è il Colcannon, ideale per i mesi freddi proprio per gli ingredienti di stagione con cui è fatto. Ogni famiglia ha il proprio segreto, ma per provarlo e portare nella propria cucina un po’ di suggestione irlandese, vale la pena provare la semplice ricetta regalata alla produzione proprio da Darina Allen.

Dosi per 4 persone:

  • 350 di verza;
  • 900 kg di patate “vecchie” simili alle Golden Wonders o alle irlandesi Kerrs Pinks;
  • 225 g di latte intero bollente;
  • Sale e pepe appena macinato;
  • 50 g circa di burro

Mettere le patate con la buccia, ben pulite, in una pentola, coprendole di acqua fredda; aggiungere un bel pizzico di sale e avviare la cottura. Dopo circa 15 minuti circa, scolare i due terzi dell’acqua, e ultimare la cottura a fuoco molto lento con il coperchio chiuso. Tagliare il cuore della verza a julienne, scottarla in poca acqua bollente fino a renderla morbida, scolare, condire con sale, pepe macinato al momento e un po’ di burro. Appena le patate sono cotte, portare a ebollizione il latte, eliminare la buccia, schiacciarle velocemente mentre sono ancora calde, e aggiungere, mescolando bene, il latte caldo in quantità sufficiente per ottenere un soffice purè. Per completare la preparazione, amalgamare bene la verza al purè, aggiustare di sale, e, per la perfezione, servire immediatamente in un piatto caldo, formando una piccola cavità al centro, in cui adagiare il panetto di burro. Il calore lo farà sciogliere, il profumo sarà inebriante e il gusto ricco e avvolgente.

Verso Dublino: Wexford, Enniscorthy, Gorey, Arklow e Wicklow. I luoghi legati al film

 Dopo aver fatto tappa alla scuola e un giro in un tempio della gastronomia come l’English Market di Cork (www.corkcity.ie/en/english-market), ospitato da un bell’edificio vittoriano in mattoni rossi e incentrato sulle produzioni locali, il viaggio può rivolgersi a nord, godendosi la vista sul mare e l’incanto dei borghi ritratti da “Mary e lo spirito di mezzanotte”.

Il primo punto in cui fermarsi è Wexford, cittadina orgogliosa del proprio passato, ha un cuore medievale che mostra le influenze delle invasioni vichinghe, normanne e cromwelliane. Tra i luoghi di maggiore interesse, l’Abbazia di Selskar, dove Enrico II trascorse sei settimane di penitenza nel 1172 per il suo coinvolgimento nell’assassinio di Thomas Becket. In evidenza, la modernissima Wexford Opera House, in pieno centro, che dal 1951 ospita il Wexford Festival Opera. Una curiosità cinematografica, nella contea di Wexford, un po’ più a nord del capoluogo, Spielberg scelse l’immensa Curracloe Beach, Bandiera Blu, per le scene dello sbarco in Normandia de “Salvate il soldato Ryan”.

Puntando un po’ verso l’interno, lungo la M11, la seconda località da vedere, sempre nella stessa contea è Enniscorthy. Non c’è il mare, ma è comunque sull’acqua, quella del fiume Slaney, in cui si specchia. Come Waterford, è ricca di storia, ospita un castello del XIII secolo e vale la pena programmare lo stop di sabato, perché in Abbey Square, c’è l’Enniscorthy Farmers Market, in cui incontrare produttori e autentiche delizie locali, quali la stilosa Yola Sourdough Bakery o le prelibatezze marine di Kilmore Seafresh.

Sempre di sabato, per un viaggio legato al gusto, il mercato c’è anche in un’altra località che appare nel film, Gorey. È molto piccola, ma anche qui i produttori locali sono interessanti e per una birra artigianale, una colazione (sono molto attenti al caffè e collaborano con il marchio irlandese, particolare anche nel packaging, New Kid Coffee), un brunch o una cena, il posto giusto è Folk (www.myfolk.ie), nuovo locale, con una cifra stilistica informale, ma molto raffinato.

Dopo Gorey, uscendo dalla contea di Wexford, l’itinerario torna sulla costa, a Arklow, altro borgo dalle antiche origini vichinghe, nella contea di Wicklow. D’effetto la sua posizione sulla foce del fiume Avoca, con un bel museo marinaro, l’Arklow Maritime Heritage Museum, impreziosito da una collezione imperdibile per gli amanti del genere.

Ultimo stop prima di arrivare a Dublino, Wicklow, capitale dell’omonima contea, definita il Giardino d’Irlanda, nonché parte del cosiddetto triangolo vichingo, che è una vera e propria miniera di tesori da scoprire. Vale la pena fermarsi un paio di notti ed esplorarla un po’, anche per trovare un bel punto panoramico sulle morbide pendici delle Wicklow Mountains o fare un trekking lungo i sentieri che le percorrono. Fiore all’occhiello è Glendalough, un insediamento monastico fondato da St. Kevin nel VI secolo: incastonati in un paesaggio naturalistico da puro idillio, movimentato da laghi e montagne, si trovano i suoi suggestivi resti, con la famosa torre rotonda. Per acquisti di gusto, da segnare in agenda, la pluripremiata Glendalough Distillery (www.glendaloughdistillery.com). Tra le antiche tenute, interessante per l’artigianato locale è Russborough (www.russborough.ie), che si sviluppa su 80 ettari di verde, esplorabili anche a piedi, tra sentieri, rigogliosi giardini e una dimora storica-museo: la comunità di artigiani (fabbri, ceramisti, scalpellini) che ospita è molto attiva e crea opere originali, piene di carattere.

Il viaggio finisce a Dublino, dove Mary attraversa St.Anne’s Park per andare da casa sua a quella di Ava e nell’appartamento della nonna Emer. Questa vivace area verde, a ridosso della baia di Dublino, che si vede anche nel film, è la seconda della città e fa da scorciatoia per gli spostamenti di Mary. Appena fuori dal centro cittadino, a nord, tra i sobborghi di Raheny e Clontarf, è un polmone verde di 97 ettari, attraversato da un piccolo corso d’acqua. Oltre a una rete di sentieri, perfetti per piacevoli passeggiate anche vista mare, ospita l’arboretum cittadino con oltre 1000 specie di piante. Tra le cose curiose: gli “scherzi” (tempietti, torri, archi…) voluti dalla famiglia Guinness, in passato proprietaria della tenuta. Una chicca gastronomica: Olive’s Room (http://olivesroom.ie), nata nelle antiche scuderie Red Stables: gli ingredienti sono locali, le ricette originali e gustose, i dettagli curati, la vista sul verde molto piacevole. Per momenti sontuosi, non lontano dal parco, c’è Clontarf Castle (/www.clontarfcastle.ie), con i magnifici Fahrenheit Restaurant (ospitato dalle mura del XII secolo) e Knights Bar: vale la pena anche solo per una pinta o un caffe, tra morbidi velluti e arredi in stile Tudor.

www.irlanda.com

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