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La moda a Sanremo: il mood della transcultura in Waxewul

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Il mood della transcultura sale sul palco del recente festival di Sanremo andato in onda dal 2 al 6 Marzo 2021. Mai come quest’anno esserci o non esserci sul palco dell’Ariston era importante al fine di testimoniare quanto fosse importante “vedersi nell’altro”, in un mondo ancora fermato dalla pandemia a distanza di un anno. Un pò perché il grande rito della socialità musicale è adatto a questa trasversalità culturale, un pò perchè è da troppo tempo che il mood della musica si è interrotto a causa della pandemia con divieti di spettacoli dal vivo quali concerti o opere musicali, un pò perchè stare insieme e fare gruppo aiuta a farsi coraggio, anche davanti ad una televisione cantando le canzoni in gara,ecco che davanti a questo circo mediatico della musica, fatto di bravissimi cantanti che, come novelli gladiatori si offrono allo spettacolo mentre i presentatori ed i musicisti sul palco, come novelli imperatori, fanno da sfondo; quello realizzato a Sanremo quest’anno è un mix di poesia, arte, cultura e musica in un grande happening “di piazza” in un teatro, come quello dell’Ariston, purtroppo, senza pubblico. A veicolare tutto questo, l’immagine e la bellezza della moda che, come espressione di appartenenza ad un gruppo, han vestito i vari performers, cantanti, calciatori e ospiti della manifestazione più seguita d’Italia in modo trasversale, quasi una sorta di mood della transculturalità della moda che ha accompagnato i partecipanti della gara canora nel corso delle serate combinando elementi di tante culture diverse.

Tra colori energici di chi esibisce, spiccano quelli di Gio Evan targato Waxewul, o quelli evocativi, dal forte impatto simbolico di Dolce e Gabbana per Noemi e Blumarine per Annalisa fino agli abiti classici firmati Armani di chi accompagna il conduttore, come quelli scelti da Beatrice Venzi o Barbara Palombelli.
Tutti però con l’alto potere simbolico degli abiti che diventano espressione di valori personali che si fanno universali.
A titolo di esempio del mood della transcultura sul palco di Sanremo, gli abiti del cantante poeta Giò Evan in gare con la canzone “Arnica”.
Quasi in una sorta di legame-rituale, gli abiti che uniscono il cantante alla canzone diventano specchio, non costume ma quasi esempio della identità che esprime , a cui sente di appartenere. Il cantante ha infatti scelto gli abiti di Waxewul realizzati con gli esclusivi tessuti made in Italy BemBAZIN™ di Brunello, che , come recita il comunicato stampa : ” […]uniscono i vivaci colori tipici dell’Africa all’innovazione responsabile.Bellezza, innovazione, sostenibilità e impegno sociale: insieme nella moda si può, solo se si uniscono tutte le possibili dimensioni: l’arte e la giusta comunicazione da parte di un giovane cantante come Gio Evan, lo stile, grazie a designer di nuova generazione come Waxewul, che alla base ha un processo creativo indipendente, etico e con uno sguardo anche al sociale, mettendo al centro un paese come l’Africa e i suoi preziosi tessuti di indubbia bellezza, e materiali di elevata qualità grazie alla vision e al know-how di aziende impegnate e dalla produzione made in Italy, come Brunello, che utilizza la fibra Bemberg™ di Asahi Kasei, creando prodotti innovativi, creativi e sostenibili“.
Il mood della transcultura in questo modo, sul palco dell’Ariston prende forma e diventa, attraverso tessuti e colori, dal damascato ai colori accesi e vibranti delle stampe, un modo per sottolineare la performance del cantante e renderla ancora più ricca di slanci evocativi.
Ma che tessuto è il tessuto damascato africano BemBAZIN™  utilizzato sia per la camicia, la giacca e la bermuda?  Realizzati dal brand Waxewul di Francesca Cosentinocon i tessuti del marchio Brunello, che dal 1927 è produttore di tessuti e che ha brevettato questa nuova formula di bazin e l’uso del cotone, tra artigianato e tecnologia: grazie alle fibre high-tech e responsabili di Bemberg™ di Asahi Kasei, presenti all’interno dei tessuti BemBAZIN™.
Concludendo, come ha detto Francesca Cosentino, fondatrice di Waxewul, se “Waxewul nasce dall’idea di realizzare artigianalmente in piccola tiratura, una linea di abbigliamento e accessori artigianali dallo style urban-afro che si fondino su principi etici come sostenibilità ambientale e sociale, circolarità e inclusività. La scelta di Gio, che abbiamo incontrato e conosciuto tre anni fa, ci ha onorato perché ci ha permesso di scoprire di condividere gli stessi valori e di avere la stessa volontà di diffonderli”.  E’ nella scelta del materiale ideato da Brunello che si esprime appieno il mood della transcultura. Anche nel modo di creare tessuti nella moda. Perchè, come ha detto Manuela Della Vedova, responsabile Marketing e Comunicazione: “Il nostro impegno è creare tessuti made in Italy che siano sinonimo di eccellenza, sostenibilità e tracciabilità, ricercando sempre la massima qualità del prodotto. Tutti questi valori hanno sicuramente guidato la scelta di Waxewul sui nostri tessuti e quella di Gio Evan sul brand, scelte che ci spingono a procedere verso una direzione di innovazione responsabile. BemBAZIN™ è un marchio registrato da Brunello, che ne è l’unico produttore, unisce la tradizione africana all’innovazione italiana”. Un esempio di come il mood della transcultura possa trovare spazio anche sul palco di Sanremo, tra abiti classici bellissimi, come quello di Carlo Pignatelli per Willie Peyote e sontuosi e divini come quello di Valentino per la Rappresentante di Lista. Moderni guerrieri di un mondo che affronta i cambiamenti con stile ed ironia, voglia di ricominciare e classe. Versioni di tanta umanità differente nel segno della vera transcultura. Come le canzoni di Sanremo di quest’anno, così diverse e così lontane tanto da decretare la vittoria dei Maneskin. 

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

 

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