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La moda solidale ai tempi del Covid-19

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Nel mondo della moda è gara di solidarietà. Da quando il Coronavirus ha paralizzato le nostre vite, il mondo del fashion ha annullato tutti gli eventi e le sfilate in programma ma non si è fermato. Anzi. A dare il via a questa straordinaria campagna solidale è stato in primis il mondo del beauty, con i grandi colossi Lvmh, Davines e Menarini che si sono dati alla produzione di gel disinfettanti.

A fargli eco i giganti della moda che hanno deciso di investire nelle mascherine, di cui c’è sempre enorme bisogno. Il gruppo Miroglio (Oltre; Motivi) che è stato tra i primi a rispondere all’emergenza sanitaria, per esempio, si è dedicato alla fabbricazione di mascherine in cotone riutilizzabili fino a dieci volte.

Stessa cosa per BC Boncar, che si è reinventato come produttore di mascherine.

Miroglio, Zara ed Ermanno Scervino invece hanno convertito gran parte della propria produzione direttamente in mascherine chirurgiche.

Ma l’elenco è straordinariamente lungo. Da Armani a Manila Grace, da Ermanno Scervino a Zara, da Elisabetta Franchi a Prada, solo per citarne qualcuno.

Giorgio Armani, che già alla Fashion Week di Milano aveva deciso di sfilare a porte chiuse, è stato uno dei pionieri delle donazioni, devolvendo 1 milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, allo Spallanzani di Roma e alla protezione civile.

Anche il gruppo francese Kering (Alexander McQueen; Balenciaga; Saint Laurent; Gucci; Brioni; Pomellato; Kering Eyewear; Bottega Veneta) ha devoluto 2 milioni di euro alle strutture sanitarie site nelle località in cui i suoi marchi sono presenti (Lombardia, Veneto, Lazio e Toscana).

Donatella Versace, invece, ha donato 200.000 mila euro alla terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, già da tempo al collasso. Mentre l’amministratore delegato di Gucci Marco Bizzarri ha devoluto 100.000 euro all’Ausl-Irccs di Reggio Emilia, un’altra delle zone italiane maggiormente colpite.

E ancora Benetton che, attraverso una holding, ha fatto una donazione di 3 milioni di euro agli ospedali Ca’ Foncello di Treviso, Luigi Sacco di Milano, Spallanzani e Policlinico Gemelli di Roma.

Prada, invece, ha donato due intere postazioni di terapia intensiva e rianimazione agli ospedali milanesi Buzzi, Sacco e San Raffaele di Milano.

Bulgari ha donato allo Spallanzani di Roma un sofisticatissimo sistema di acquisizione di immagini microscopiche, necessario alla prevenzione e alla cura del virus.

Non ci scordiamo poi dei Ferragnez. La coppia Chiara Ferragni e Fedez, infatti, hanno lanciato sul web una campagna di raccolta fondi, grazie alla quale hanno raccolto ben 4 milioni di euro, devoluti interamente all’ospedale San Raffaele di Milano per la costruzione di un nuovo reparto di terapia intensiva.

Ma ogni giorno la lista dei designers e dei brand che si aggiungono ai nomi del fashion system che si mobilita per la più grande emergenza sanitaria dai tempi del secondo dopoguerra si allunga sempre di più.

D’altronde, l’unione fa la forza. #andràtutobene

di Francesca Polici per DailyMood.it

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