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Il Mood del narrativo: la ricerca e l’innovazione nel nuovo libro sui gioielli presentato a Milano

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Milano e la sua vocazione per il lusso e per la moda attraverso l’arte dei gioielli. Ecco come si apre questo autunno milanese declinato questa volta nella sua essenza più bella: i volumi e le forme dello straordinario repertorio dei gioielli d’autore tra maestri orafi e grandi maison nazionali ed internazionali da quando cominciarono ad essere pensati ed ideati come prodotti “industriali” e la loro naturale innovazione. Per il libro, edito da Skira editoreGioielli: dall’art nouveau al 3d printing” si sono dati appuntamento nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera tutti i più grandi appassionati del mood del gioiello oltre che studiosi,studenti e semplici appassionati forse incuriositi proprio dalla scelta dell’arco temporale che il libro descrive.

Una panoramica unica ed inusuale, nel solco dell’ormai consolidato mood del narrativo nel gioiello, che già in precedenti articoli chi scrive ha definito una vera e propria officina di ricerca di innovazione del gioiello dal gusto narrativo. E cosi, proprio partendo storicamente dalla fine del secolo scorso, che cominciò a trattare i gioielli come prodotti industriali quando la tecnologia li cominciò a rendere anche più accessibili alla classe media, il libro dimostra e mostra che questo non fu un limite o sinonimo di un uso dei materiali preziosi e non, meno attento o curato ( o da uno style dei disegni sempre uguali ripetitivi o fatti male) ma anzi, offrì un ponte per una piccola rivoluzione culturale: far amare i gioielli in quanto tali, non solo nella “essenza” più bella di pietre rare o oro purissimo, ma anche come accessori “di moda” e spesso, creati proprio per la moda stessa a completamento di abiti e di quello che ora si direbbe “outfit”.

Attraverso la presentazione di Alba Cappellieri, professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano, nella sala messa a disposizione dalla Pinacoteca di Brera, quella della Passione -gremita per l’occasione di giornalisti, protagonisti del settore e appassionati di gioielli e bijoux -appaiono nomi noti e grandi studiosi della oreficeria e del bijoux italiano, sia sul palco che in sala con una storia ed una tradizione da condividere. Più di una presentazione del libro,ecco quindi quasi in una sorta di lectio magistralis, una carrellata di gioielli dell’art nouveau fino a quelli in 3d printing, una sorta di “museo del gioiello virtuale“, sull’arte orafa declinata per tecniche e materiali, colori, luci e forme con semplicità (e rigore) che rispecchia molto anche la struttura del libro appena uscito.

Un approfondito saggio storico-critico che introduce l’argomento in modo approfondito ma semplice e con una scelta di immagini ritenute quelle “significative”.
Repertorio di gioielli, quindi ma anche fantastico viaggio emozionale, dove gli orafi e le grandi maison internazionali , come recita il comunicato stampa “che, a partire dagli inizi del Novecento a oggi, hanno interpretato le evoluzioni del gusto in forme preziose […] dalla Francia all’Asia, dagli Stati Uniti all’Italia, dall’Inghilterra alla Germania, dall’Olanda ai paesi del Nord: dai capolavori dell’Art Nouveau di Lalique, Vever e Fouquet all’eleganza dell’Art Déco con le meraviglie di Cartier, Boucheron, Tiffany, Mario Buccellati e Fabergé; dalle invenzioni di Van Cleef & Arpels e di Bulgari negli anni cinquanta alle avanguardie olandesi e al gioiello d’artista degli anni sessanta, fino alle proposte dei designer e degli stilisti della contemporaneità“.

Un modo di viaggiare nell’arte orafa scoprendone tecnologie e manifatture artigianali fino ai processi di stampa 3d con le sue tecnologie “open source” che rendono il gioiello inedito e qualcosa di nuovo, rispetto a prima con scoperte e collaborazioni tra industria, design e artigianato ancora da esplorare.
Concludendo, forse è proprio l’accostamento alle tecniche del moderno 3d che cerca di far emergere questa rivalutazione storica a livello di storia di gioiello nell’era industriale dal periodo del Liberty in poi: non un cliente o appassionato “resistente” a questa rivoluzione ma felice di potersi permettere preziosi che raccontano qualcosa, sia per i costi ridotti ma anche per l’ innovazione e le inedite sinergie che lo creano. Impresa e design per rendere sostenibile l’intero processo produttivo artigianale di un gioiello, con strumenti di altissima tecnologia a cui gli artigiani stessi, in teoria non potrebbero accedere altrimenti a causa dei costi elevati.

Non a caso la curatrice del libro è proprio quella Alba Cappellieri che dirige, come recita il comunicato stampa “i corsi di laurea triennale e magistrale in Design della Moda, direttore del corso di alto perfezionamento in Design del Gioiello, del Master internazionale in Accessory Design e del Master in Fashion Direction: Brand & Product Management presso il Milano Fashion Institute. Dal 2013 al 2016 ha insegnato Design for Innovation alla Stanford University. È membro del Comitato Scientifico dell’École Van Cleef & Arpels a Parigi e della Fondazione Cologni a Milano. Nel 2017 è stata nominata ambassador del Design Italiano per l’Italian Design Day a Osaka. Dal 2014 è direttore del Museo del Gioiello in Basilica Palladiana a Vicenza, il primo museo italiano dedicato al gioiello”.

Un nuovo modo di pensare e di creare il gioiello partendo dalla fine del secolo scorso? Forse. Sicuramente un nuovo modo di raccontarlo e forse chissà, assumendosi anche il rischio di raccontarlo nel suo innovare.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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