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La rivoluzione armata delle diete con Dietland nel mood del “curvy couture”

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All’inizio fu Shannon Svingen-Jones, caporedattrice della rivista glamour FabUplus, ad indicare un nuovo stereotipo di donna curvy: fu infatti il “suo corpo perfetto essendo imperfetto” ad ispirarle una rivista di moda, sport e bellezza inedita e rivoluzionaria, FabUplus appunto, rivolto alle donne americane plus-size dove potevano trovare consigli, diete, allenamenti finalmente mirati per loro. Non stupisce quindi che questa rivoluzione sia anche ora sul piccolo schermo, con una serie tv statunitense, sul mondo della moda dal titolo evocativo di Dietland, arrivata anche in Italia dall’inizio dello scorso mese. La rivoluzione delle diete nella serie tv creata e diretta da quella Marta Mills Noxon, già famosa per “Buffy” ha la particolarità di essere al tempo stesso anche un dark-noir. La serie “Dietland” si ispira infatti ad un libro di Sarai Walker che parla di un gruppo di guerrigliere chiamato “Jennifer” che uccide in modo efferato chi maltratta le donne legandolo al tema dell’alta moda e dei media nel suo complesso. Ma la novità su cui riflettere è indubbiamente il punto di vista, che è quello di una donna fortemente in sovrappeso Plum Kettle, ghost writer dell’editoriale della direttrice di un noto giornale di moda. Plum, notata solo perché grassa e quindi spesso giudicata o derisa (o peggio, desiderata in modo ossessivo proprio perché obesa da uomini maniacali) decide di perdere peso attraverso la chirurgia plastica. Il plot è quindi questa “rivoluzione delle diete” in America, dove l’immagine e lo stereotipo emergente della donna curvy si scontra con la ricerca della magrezza non fine a se stessa, ma come di una bellezza stereotipata al femminile, nel mondo del glamour americano più sfrenato.

Un viaggio infernale con omicidi efferati e colpi di scena che, puntata dopo puntata si intreccia con temi importanti come quello dell’industria della moda, della bellezza, del glamour e del fashion, ma attraverso le dinamiche della disuguaglianza tra i sessi o l’ossessione del mettersi a dieta e perdere chili di troppo e vedere sempre di più la donna come un oggetto. Un trend, questo, che si coniuga con il mood che vede sempre più protagoniste le donne ed il loro essere belle, non solo quelle curvy. Le puntate della serie trasmessa , che sono visibili su Prime Video offerto da Amazon, sono visibili anche in Italia e stanno avendo un discreto successo, quasi a dimostrare che il mood non è solo americano, ma universale. La serie infatti, ha sicuramente il pregio di mostrare come la moda in generale, anche se in particolare si parla di quella americana, pare essersi accorta oramai che esistono varie tipologie di “forme” e curve femminili e che è necessario quindi declinarle in modo nuovo, in particolare nel mondo della comunicazione.

Un tema già trattato in altre serie, è vero, come in “Ugly Betty” trasmessa dalla ABC dal 2006 al 2010 per esempio, ma ancora non si era arrivati a questo stretto collegamento con le diete e l’obesità ed il mondo della comunicazione e la moda. Pura estetica della forma fisica? Chissà. Di sicuro, grazie anche alla protagonista obesa della serie ed il suo alter ego, la direttrice quasi anoressica del giornale, si ha una visione a 360 gradi di ciò che avviene in America e forse nel mondo della moda: un profondo scollamento tra salute e la forma fisica, apparenza e bellezza esteriore che dialogano senza comprendersi davvero. Riviste come “FabUplus” e serie come Dietland, sottolineano questo mood ma senza pregiudizi, dando un messaggio interessante: apparire e non essere è il vero “must to have” in qualsiasi taglia venga esso declinato e chissà che forse si diventi un pò tutte delle Miranda Priestley de “Il diavolo Veste Prada“:tentate da un mondo di bellezza assoluta, come solo il mondo della moda riesce , da sempre, a fare.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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