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Intervista a Kim Katinis: green mood o mood for food?

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Abbiamo già discusso su DailyMood del “green mood” e di quanto ad Expo questa tendenza fosse rappresentanta, nel bene e nel male, a livello di biodiversità e di architettura. Tutto questo però legato al mondo del cibo ed al tema di Expo: nutrire il pianeta, energie per la vita. Ma questo trend, del green mood esiste davvero? O è solo un modo per declinare al meglio il “mood for food” ad ExpoMilano? Abbiamo fatto queste domande a Kim Katinis. Perchè spesso a livello europeo si trovano esempi dove questa attenzione per il bilanciamento tra estetica e funzionalità ecologica non solo esiste ma permette di stimolare i sensi a tutto vantaggio del ben-essere personale. Ecco quindi l’intervista su questa tendenza al product designer , italo-greco, Kim Katinis che vive ad Atene. Katinis lavora per il Creative Team di Terra-Nation GmbH (www.terra-nation.com) che vanta esportazioni globali ed ha lavorato come interior design e con produttori di attrezzature per la ristorazione. Il suo prodotto di maggior successo sono appunto i “FARI candle holders” , una sintesi perfetta tra materialità e spiritualità. Nato a Roma, si è diplomato in disegno industriale presso la scuola di arte e design “AKTO” ad Atene. E’ stato freelance e modellatore 3D e come disegnatore industriale ha lavorato in modo sia autonomo sia in team su prodotti per le aziende, partecipando anche a concorsi internazionali di design e mostre sviluppando una propria filosofia di lavoro, quasi una “summa” dove l’attenzione ed il bilanciamento tra estetica e funzionalità permettono di” stimolare i sensi” ed amplificarne forse la portata.

Domanda: Bentrovato per Dailymood sig.Katinis, ci racconti della sua filosofia e se è secondo Lei, nel solco del “green mood”, nel design che Expo a Milano sta sicuramente ben esemplificando.

Grazie a Voi per l’invito, la mia filosofia come Product Designer, che vorrei descrivere in questa intervista e che non so se riallacciare ad un “green mood” perchè con questa parola, se non ben spiegata e capita, si puo’ dire tutto o niente; la mia filosofia, dicevo, la spiego per sommi capi così: il principio che giace dietro ogni mio progetto è nel dare all’utente dei prodotti (o meglio degli oggetti) bilanciati tra estetica e funzionalità cercando sempre di stimolare i cinque sensi che ci mettono in contatto con il mondo esterno ma anche un sesto senso, quello del sentimento che con quel “sapore di non so che” ci fà amare un prodotto o meno.

Domanda: Sicuramente uno dei principi cardini del “green mood” è appunto questo mettere in contatto il mondo esterno con i sensi, ma secondo lei è giusto oppure no, parlare allora di “green mood”?

Sicuramente parlare di “green-mood” è molto interessante specialmente quando vediamo questa tendenza esser applicata dai consumatori più giovani che per altro sono la popolazione futura di questo pianeta.

Domanda: Però il “green mood”, riguarda il pianeta in quanto tale; come il suo lavoro si inserisce, se si inserisce, in questo filone?

Oggi non si puo’ più prendere in considerazione solo l’arco di tempo in cui il prodotto viene utilizzato dall’utente, bisogna anche pensare a qualcosa di più grande, di più “globale”. Per questo, durante la progettazione cerco sempre di prendere in considerazione l’impatto che l’oggetto puo’ avere a lungo termine sul pianeta Terra.

Domanda: secondo Lei, prendere in considerazione “l’impatto” significa quindi fare delle scelte differenti, sui materiali?

No, non solo semplicemente attraverso l’uso di materiali innovativi e sostenibili (che sono interessanti da usare a livello di sperimentazione ma a volte non adatti a produzioni di quantità) ma anche inserendo nel disegno degli accorgimenti collegati a quel che si nasconde dietro la produzione, distribuzione e smaltimento di un oggetto.

Domanda: concludendo, come sintetizzerebbe il “mood” di questo impatto?

Cerco sempre di progettare degli oggetti multifunzionali e declinati seguendo alcuni criteri: l’estetica, la funzionalità, il sentimento ed l’impatto sul pianeta in cui viviamo. Quindi attraenti e comunicanti il loro carattere quando inerti (estetica) ed allo stesso momento amichevoli, comprensibili, sinceri e che realizzino il loro compito quando interagiscono con l’essere umano (funzionalità) ma anche espressivi, narrativi (sentimento) e il piu’ possible sostenibili (impatto sul pianeta Terra).

E cosi, il “green mood” ritrovato in Expo, forse è davvero solo un “mood for food” piuttosto che un mood legato davvero alla sostenibilità, un modo per unire eccellenze all’insegna dell’impatto sul pianeta al fine di presentare suggestioni come la biodiversità o i supermercati del futuro . Ma è piacevole pensare che il design vada in questa direzione e che l’estetica degli oggetti, l’architettura e via dicendo, sviluppino sensibilità “green” in favore del nostro amato pianeta.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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