Sfilate

MFW – VIVETTA Fall/Winter 24

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Un’atmosfera intima. Voci di donne che si rincorrono, mentre creature magiche, di raffinata vanità, si aggirano tra le sale. Interno non più giorno, quasi notte. In un tempo sospeso, sono il momento di preparativi che precede una festa, una sala nascosta da trucco e l’eleganza segreta di un ballo privato dai tratti surrealisti a definire il mondo di fascinazioni di Vivetta. Muovendosi per le stanze di Cavoli a Merenda, suggestivo spot milanese eletto a location, la FW24 firmata Vivetta pensa a una palette pulita che dai neri profondi indaga nuance crema e accenti scarlatti. Per una collezione di corte silhouette che si allungano appena per rifiutare ogni omologazione, pur non rinunciando a un’allure senza tempo. I tessuti sono ricchi, l’effetto rasato della duchesse dà nuova interpretazione della raffinatezza squisita delle sartorie d’antan, tra applicazioni luminose di pietre e cristalli. Ecco un mood lingerie di chiffon trasparenti che lasciano immaginare graziosi pagliaccetti. Top e shorts in crêpe de chine scivolano sul corpo, rifiniti da pizzi preziosi. Gli stessi che corrono come rouches inaspettate nei suit dal gusto classico. Riprendendo l’esercizio di dualismi caro alla stilista, compaiono infatti elementi a contrasto, declinati anche in forme e materiali tipici del guardaroba maschile, come l’abito giacca-pantalone e il pied-de-poule di lana. Che poi abbracciano quel decorativismo romantico di fiocchi e rose che eleva l’ordinario.

Una rosa è una rosa è una rosa. L’idea è nella tautologia vestimentaria come ripetizione ipnotica della rosa che Vivetta trasforma in diafora e mentre ripete il fiore come oggetto, ne amplia il significato. Quando sfilano boccioli selvatici da herbarium e ramage come ricami, a ogni nuova rosa compare l’idea che il senso del discorso si faccia più grande, misterioso. La prima rosa è il petalo e la sua spina. La seconda forse è già il delicato e il femminile, il puro e il lezioso. Ma Vivetta scrive soltanto “rosa”, offrendo alle sue donne la libertà di riempire quell’immagine di letture e sentimenti a loro vicini. Nel viaggio della rosa, un print come firma di Vivetta flirta con il collage. È una stampa che gioca con il suo tradizionale percorso di “making of” elevandolo a prodotto finito, perché la preparazione è un’arte, è già arte. E nell’accostare e incollare elementi figurativi tra loro diversi nel tempo e nello spazio, disegni a mano e fotografie, Vivetta scatena le facoltà visionarie. Rosa è la gentilezza di una mano che trattiene uno stelo e la sua corolla. Rosa è una bocca, una farfalla, la sensualità di una ciliegia, il nodo morbido di un fiocco dolce.

Fanno eco alla FW 24 i nuovi preziosi. Realizzati a mano da esperti artigiani, moderni monili riprendono il tema di mani intrecciate che diventano persino occhiali dal realismo magico. Maliziosi con garbo e ironia, i gioielli ritornano poi, senza soluzione di continuità, a quell’emblema di prosperità e forza generativa rappresentato dall’elemento fallico come portafortuna su pezzi apotropaici. Ai piedi, l’ode è al bon ton del fiocco come elemento femminile e retrò. Moltiplicato nei bijoux e negli headpiece, il decoro arriva doppio in Mary Jane, slingback e modelli flat. Come fosse un piacevole errore di un prototipo lasciato sfilare, di una scelta ancora aperta su quale dimensione del bow prediligere. E soprattutto, trasposizione di quel momento speciale di ‘making of’ su cui Vivetta accende oggi i riflettori.

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