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Chi Segna Vince: nella vita non conta vincere, ma essere felici, parola di Taika Waititi

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Chi Segna Vince. Era questa la regola che spesso ci davamo, a un certo punto del gioco, nelle partitelle di calcio che giocavamo da ragazzini. Eravamo felici e non lo sapevamo. E forse la chiave era proprio quella. Ed è anche la chiave di Chi segna vince, che è il titolo del nuovo film di Taika Waititi, tratto da una storia vera, un film da non perdere che esce al cinema l’11 gennaio. È la storia di un allenatore in crisi e della squadra peggiore del mondo, quella delle Samoa Americane, piccola isola di 57mila abitanti che è territorio americano, ma di fatto un mondo a parte, nell’Oceano Pacifico. Dall’incontro tra due perdenti non può che scaturire qualcosa. E infatti nasce una storia di riscatto e redenzione, di accettazione della vita e di ricerca della felicità. A dirigere il tutto c’è Taika Waititi, con il suo tocco unico da tragicommedia.

Chi Segna Vince segue la nazionale di calcio delle Samoa Americane, tristemente nota a causa della brutale sconfitta 31 a 0 subita nel 2001. Mentre si avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo, la squadra ingaggia l’allenatore sfortunato e anticonformista Thomas Rongen (Michael Fassbender) sperando che possa riuscire a cambiare le sorti della peggiore squadra di calcio del mondo in questa toccante commedia su un gruppo di outsider.

Come il Woody Harrelson di Campioni di Bobby Farrelly, Rongen è un allenatore in crisi, alcolizzato e non in grado di controllare la propria rabbia. Come il protagonista di Campioni, altra storia di sport, accettazione e redenzione, anche lui si trova ad aver a che fare con la più improbabile delle squadre (lì era una squadra di basket di ragazzi con disabilità), un gruppo di atleti rispetto ai quali, all’inizio, si sente superiore. Per vincere – vincere il loro rispetto prima che le partite – dovrà arrivare al loro livello, ascoltarli, conoscerli e farsi conoscere. E aprirsi. Solo dopo averlo fatto entrerà in sintonia con loro e verrà ascoltato.

È così, è nel momento in cui Thomas si apre, con una sorprendente confessione dal suo passato che, in Zona Cesarini (per usare un termine calcistico), cambia tutto il tono e il senso del film, che capiamo tutto, che la storia acquista spessore. E capiamo in che cosa sia davvero unico e forte Taika Waititi. Come nel suo film più importante, Jojo Rabbit, ma in fondo anche come in Thor: Love And Thunder, la risata si mescola al pianto, la farsa alla tragedia, la vita alla morte. Taika Waititi, colui che si è preso gioco di Hitler come di Thor e Hulk, sa tirare giù chi è su un piedistallo, e sa far salire in alto chi non ci è mai salito. In fondo, ci fa capire ogni volta qual è il senso della vita: quello di una tragicommedia.

È stato spesso tragico, invece, Michael Fassbender, uno dei grandi attori e dei grandi divi del cinema di oggi. E qui, per la prima volta, o quasi, è comico, anche se non completamente. Il divo irlandese di origine tedesca entra in scena in modo grottesco, spassoso, con un personaggio che stride con la sua allure di divo e la sua statuaria bellezza, e anche con tutti i personaggi che gli stanno attorno, una serie di caratteri tanto imperfetti quanto umani e per questo bellissimi. Dal suo sbarco a Samoa, tutto sembra ridicolo, improbabile. E invece tutto è vero, perché la vita è fatta di persone così.

La filosofia tutta particolare del popolo samoano è nel modo unico di prendere le cose, da un certo distacco dalle cose materiali e da alcuni valori. È la filosofia di Waititi, che viene dalla Nuova Zelanda e da una cultura vicina a quella dei samoani. E vedere questo film aiuta anche a capire da dove venga il suo approccio tutto particolare alle storie che racconta. Tra citazioni pop, da Karate Kid a Matrix, Chi Segna Vince è un film spassoso, poi dolce, poi amaro e poi epico. Chi Segna Vince è un film che ci può insegnare molto. Ad esempio che nella vita non conta vincere ma essere felici, e che se si è felici alla fine si ha vinto comunque. E che nella vita c’è sempre un secondo tempo. Per tutti.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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