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The Marvels: Dov’è l’epica dei film degli Avengers? Ma la Marvel tornerà grande

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Ricordate Carol Danvers, alias Captain Marvel? Il primo film standalone di Captain Marvel, eroina con il volto di Brie Larson, era arrivato trionfalmente qualche anno fa, proprio tra i due film finali degli Avengers, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, nel momento più alto raggiunto dal Marvel Cinematic Universe. Era quel momento magico in cui attendevamo ogni film della Marvel come il tassello di un mosaico, come il capitolo di un lungo romanzo che ci avrebbe portato a un entusiasmante finale. Captain Marvel era il penultimo capitolo, e la protagonista era il personaggio che a suo modo avrebbe fatto svoltare la storia, salvare gli Avengers, salvare il mondo. Un Captain Marvel 2, un altro film standalone sull’eroina, non c’è mai stato. E ora Carol Danvers ritorna in un nuovo film, The Marvels, al cinema dall’8 novembre, in cui è inserita in una piccola squadra tutta al femminile. Ma, nel frattempo, i tempi sono cambiati. I grandi personaggi Marvel se ne sono andati, quelli nuovi non hanno fatto breccia e le loro storie sono andate perdute come lacrime nella pioggia. E l’uscita di un film Marvel non è più quell’evento che era fino a qualche anno fa. E anche il box office ne risente.

Che cos’è allora questo The Marvels? Nel nuovo film Carol Danvers alias Captain Marvel (Brie Larson) ha recuperato la propria identità dai tirannici Kree e si è vendicata della Suprema Intelligenza. Ma a causa di conseguenze impreviste, Carol deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City, Kamala Khan, alias Ms.  Marvel (Iman Vellani), e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau (Teyonah Parris), diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Adesso possiamo dirlo. La Fase 4 del Marvel Cinematic Universe non ha funzionato. E anche questo film sembra seguire un filone un po’ stanco. Sembra quasi di non riconoscerla, la nostra Captain Marvel. Era il simbolo dell’empowerment femminile, era la più forte e potente di tutti, capace anche di sconfiggere Thanos, una prima volta, spezzandogli il collo. Qui viene inserita in una storia che, per gran parte della sua durata, procede con dei toni tra la sitcom e la farsa, tra gag, battutine, e un senso continuo di scherzo che, ben lontano da quell’ironia presente nel primo film, fa sì che non si entri davvero mai nella storia

Brie Larson è comunque una sicurezza. È affascinante, sinuosa, atletica e formosa, che sia in canotta bianca o nella sua tuta d’ordinanza che le fascia il corpo. Ha quel sorriso tipico, un po’ a denti stretti, con le labbra sottili che, da serrate, si schiudono appena. Ha la mascella volitiva di un’eroina, ma anche un volto che ha le guance di una bambina. Tutto questo la rende allo stesso tempo un’eroina perfetta, ma anche una persona molto terrena, vicina a noi. Un personaggio capace di empatia. Per questo vederla in un film così ci lascia perplessi. Sia Brie Larson che Carol Danvers, il suo personaggio, meritano di più.

Il film procede così nella storia di questo trio, in realtà un gioco di coppie che si avvicendano sulla scena. I duetti tra Carol e Monica sono quelli di due persone molto vicine, che si vogliono bene, è più intenso. Quelli tra Carol e Kamala sono quelli tra una star e la sua fan, tra maestro e apprendista, tra Jedi e Padawan, e sono più buffi, più comici. The Marvels sembra essere costruito per parlarci di integrazione: il trio è composto da una donna bianca, wasp, un’afroamericana e una ragazza di origine asiatica. E il personaggio di Kamala ci vuole dire che si può essere un supereroe anche con un corpo normale e non da atleta.

Tutto questo avrebbe anche un senso. Ma poi il film si perde tra gag improbabili, farsesche. Il pianeta in cui gli abitanti parlano cantando è una delle cose peggiori viste in un film Marvel, e anche il cattivo è uno dei peggiori villain di sempre del mondo Marvel: Zawe Ashton, per quanto sia truccata, ha un volto troppo buono, pacioso, simpatico. Geniale, invece, inserire Memory, la canzone scritta da Andrew Lloyd Webber per il musical Cats, in una scena con protagonisti i gatti. È una delle cose migliori di un film dove è andata perduta completamente l’epica dei film degli Avengers. Ma attenzione all’ultima scena e alla scena post credits, che come al solito sono una delle chiavi dei film Marvel. Sono in arrivo gli Young Avengers. E gli X-Men. Saranno loro a salvarci, allora. E la Marvel tornerà grande.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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