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Arriva nelle sale l’ate di “MUNCH. AMORI, FANTASMI E DONNE VAMPIRO”

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Arte al cinema. Al cinema, dal 7 al 9 Novembre 2022 arriva il secondo film della rassegna “La Grande Arte al Cinema”,  progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. e distribuita con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei. Dopo Tiziano, ecco Munch, nato a Laten nel 1863 e la sua psicologia dei colori che il colore usato in modo psicologico in pittura, ha significato, Infatti, come in una sorta di piani sequanza nel film si parla dei suoi capolavori più famosi, offrendo al pubblico delle sale cinematografiche un viaggio nella passione e nei suoi colori non come un documentario, ma un vero e proprio show movie, tra malattia, morte e grande infelicità di una intera generazione,
Boemiehm norvegese, Munch ha segnato con la sua pttura molto di quello che ul colore ha significato lo scorso secolo. Grazie anche alla collaborazione con altri artisti appartenenti al circolo del movimento in novergia, il film su Munch dal titolo accattivante “Munch, amori fantasmi e donne vampiro” sviluppasui temi dei colori il rosso della sua passioe, il giallo della sua pazzia il verde della sua rabbia ed il blu della sua calma testimoniando cosi, forse cosi una linea di successione su quello che i colori sono diventati proprio nella settimana arte.
Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, quindi non è solo un docufilm MUNCH.  AMORI, FANTASMI E DONNE VAMPIROdiretto da Michele Mally che firma la sceneggiatura con Arianna Marelli, ma “si impegna a gettare nuova luce su Edvard Munch, un uomo dal fascino profondo e misterioso, un precursore e un maestro per tutti coloro che vennero dopo di lui”, come recita la presentazione.
Ed è così. Fin dalle prime scene. Tutta la sua infelicità esplode già dalla ambientazione: la sua casa e si trasforma con l’analisi del colore nelle sue opere per tutto il film evidenziando come lui sperimentasse sulla tela tutto il suo mondo interiore: raschiasse, grattasse, aggiungesse e togliesse nervosamente colore e diluenti (motivo per cui le sue opere sono anche tanto fragili). Tra le pareti del lutto e della sofferenza dove l’artista a ricamato le scene più belle della sua poetica pittorica (basti pensare che le varie versioni del quadro de “La bambina malata” è spesso usato come manifesto per esprimere in tutto il mondo il dolore dei caregiver, ovvero dei parenti che si occupano delle persone malate gravemente).
Vita e morte che si inseguono. Sino a non toccarsi mai. Come recita il comuicato stampa: “non esiste al mondo pittore più celebre, eppure meno conosciuto di Edvard Munch. Se il suo Urlo è diventato un’icona dei nostri tempi, il resto della sua produzione non è altrettanto famoso. Ora invece Oslo, l’antica Kristiania, segna una svolta per la conoscenza dell’artista: il nuovo museo MUNCH – inaugurato nell’ottobre 2021 – è uno spettacolare grattacielo sul fiordo della capitale norvegese, pensato per ospitare l’immenso lascito del pittore alla sua città: 28.000 opere d’arte tra cui dipinti, stampe, disegni, quaderni di appunti, schizzi, fotografie ed esperimenti cinematografici. Tutto questo straordinario patrimonio ci offre una visione d’eccezione della mente, delle passioni e dell’arte di questo genio del Nord”. Eppure, come testimonia il film  MUNCH.  AMORI, FANTASMI E DONNE VAMPIRO che ripetiamo si apre nella casa di Edvard Munch ad Åsgårdstrand. In una notte d’inverno, non c’era artista piu’ solo.
Seppur l’attrice del documentario e voce narrante ci provi , non basta  Ingrid Bolsø Berdal  che molti ricordano per la serie Westworld   per esorcizzare nella narrazione del film appunto gli amori, i fantasmi e le donne “vampiro” di questo pittore.
Uomo fragile, cruciale, tormentato  da una presenza femminile che diventava sempre più moderna e indipendente nella società a lui contemporanea e dannata nella sua fantasia di artista.
Concludendo, è forse la narrazione della sua stria con Tulla Larsen, l’amante che sparò a Edvard Munch e nella concezione pittorica del colore rosso che ritroviamo tutto il suo spirito artistico fatto di arte, desiderio e tormento.
Senza estasi.
Senza approdo sicuro. Lui che era discendente di generazioni di sacerdoti. Lui che in quel “Grande Nord” conviveva con elfi del bosco e sirene e sfingi dal corpo femminile ma senza anima .
Lui che era tutto colore, movimento e dinamica.
E forse per questo è interessante l’uso della musica in questo docufilm: dall’uso dello strumento del piano di Leif Ove Andsnes , alla colonna sonora del film, che comprende brani di repertorio, vanta anche quelli del compositore e organista norvegese Iver Kleive . fino alle musiche del compositore Maximilien Zaganelli (autore anche di quelle di “Hermitage. Il potere dell’arteMaledetto Modigliani”) contenute nell album Munch. Love, ghosts and lady vampires – Music insipired from the film in uscita su etichetta Nexo Digital  (distribuzione Believe Digital).

Un viaggio nella vita e nelle opere non solo di Munch, ma di un movimento, quello dei Boehminen norvegesi ( pittori, scrittori, artisti, medicie letterati) che spesso non vengono collegati tra di loro ma che hanno fatto la storia europea in vari ambiti e che si comprende sicuramente appieno con la visione di questo film.

di Cristiona T. Chiochia per DailyMood.it

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