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Fino All’Ultimo Indizio: È dalle piccole cose che si vede un gran film. E da Denzel Washington

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Sono le piccole cose che contano. Sono le piccole cose che ti fanno beccare. Sono le piccole cose che ti fanno a pezzi”. Le piccole cose, Little Things, è il titolo originale di Fino All’Ultimo Indizio, il thriller con Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto, che per la sua interpretazione in questo film ha ricevuto la nomination ai Golden Globe come Miglior attore non protagonista. Le piccole cose sono anche quelle che ti permettono di capire il carattere di un film, e in Fino All’Ultimo Indizio ce ne sono tante. È uno di quei film che saremmo andati a vedere volentieri al cinema, e che ora arriva in Italia in esclusiva digitale da venerdì 5 marzo, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity. E, siccome parliamo di acquisto o noleggio, ve lo diciamo: è un film che vale il prezzo del biglietto. A dirigere c’è John Lee Hancock (The Blind Side, Saving Mr. Banks, The Founder) che ha anche scritto la sceneggiatura originale.

Il Vice Sceriffo della Kern County, Joe “Deke” Deacon (Denzel Washington) viene mandato a Los Angeles per un veloce incarico di raccolta di prove. Ma finisce per essere coinvolto nella caccia a un serial killer che sta uccidendo una serie impressionante di giovani ragazze. L’indagine è del Sergente Jim Baxter (Rami Malek), che chiede a Deke di aiutarlo, anche se in maniera non ufficiale. Deke è uno di quei poliziotti che hanno un istinto innato. Ma è anche tormentato da fantasmi, traumi, da alcune situazioni vissute in passato. Ha dei segreti scomodi che potrebbero mettere a repentaglio il caso, ma anche la carriera stessa dei poliziotti.

Se vi piace il thriller, saprete che ormai c’è un sottogenere – in bilico tra il thriller e l’action – che potremmo chiamare proprio genere Denzel Washington. Chi ha imparato a conoscere e ad amare questo attore, sa che ogni suo film di questo tipo (che sia Man On Fire, o Déjà Vu, o The Equalizer) la sua presenza riempie lo schermo, e invita lo spettatore a entrare nella storia grazie all’empatia che riesce a creare. Al centro di questi film c’è sempre un cavaliere solitario, duro, ma estremamente umano. Denzel è incorruttibile, è deciso, ha doti fuori dal comune (l’abilità nel combattere, o nella deduzione, come qui), sai che è dalla tua parte, ti affidi a lui perché sai che ti porterà al di là del guado. È così anche in questo film, dove Washington aggiunge altre sfumature di colore alla sua tavolozza, con un personaggio che ha fatto anche degli sbagli, e in qualche modo sa che li farà ancora. Un personaggio imperfetto, fallibile, non allineato. E per questo molto vero.

In quello che è un film di sceneggiatura e un film di attori, accanto a lui ci sono altri due cavalli di razza. Uno è Rami Malek che, passati alcuni minuti per toglierci dalla testa che sia Freddie Mercury (tanta è stata l’identificazione della star con quel ruolo in Bohemian Rhapsody) ci conquista pian piano con un personaggio molto particolare, un personaggio freddo, elegante, apparentemente impeccabile che però finirà per mostrare qualche crepa. Con Washington forma una strana coppia in cui gli opposti finiranno per attrarsi: il vecchio e il giovane, il poliziotto messo da parte e quello in carriera, il dimesso e l’elegante, l’emotivo e il freddo. L’altro grande attore è Jared Leto (che vedremo presto come Joker nella Snyder’s Cut di Justice League), che aggiunge un altro tassello alla sua galleria di personaggi borderline della sua carriera. Il suo personaggio, uno degli indiziati per i delitti, è smunto, unto, ha lo sguardo folle e affebbrato. Ed è irridente, indisponente. Uno di quei personaggi che ami odiare. Un po’, con modi e aspetto molto diversi, come il John Doe di Kevin Spacey in Seven.

E in effetti ha qualcosa del film di David Fincher, Fino All’Ultimo Indizio, pur senza la sua malattia e i toni estremi. Perché, come accadeva con Kevin Spacey, dal momento in cui Jared Leto entra in scena, e da quando resta da solo con un poliziotto, c’è un’aria di attesa, di paura che qualunque cosa possa accadere da un momento all’altro. Anche quello che crediamo sia il finale (e invece è uno dei sottofinali, che sono tutti riusciti e funzionali alla storia), in quel trovarsi isolati, soli, in una distesa deserta, abbiamo trovato molto di Seven. Come abbiamo trovato qua e là tracce di True Detective, per l’attenzione ai fantasmi degli investigatori e il senso di ossessione che permea tutto il film.

Una delle chiavi di Fino All’Ultimo Indizio è proprio questa. L’ossessione. L’impossibilità di lasciarsi alle spalle un caso. “Diventa la tua responsabilità. Le vittime diventano tue. Diventi il loro angelo. E ti fai in quattro per far tornare i conti”. In queste parole del Deke di Denzel Washington c’è tutto il senso del lavoro di un poliziotto, un lavoro da cui non si può uscire, che ti avvolge e non ti lascia più. In quello che è un thriller malinconico e crepuscolare, disturbante e ipnotico, ci sono, sì, tante piccole cose che ci hanno conquistato. Come la scena in cui Deke, all’obitorio, parla con il cadavere di una vittima perché, come ci spiegherà in quel monologo, è sua. E lo capiremo da un’altra scena in cui, nel buio della sua camera, le vittime si materializzano, perché non possono lasciarlo, e lui non può lasciarle. Tra le piccole grandi cose c’è il confronto diretto tra i due poliziotti e l’indiziato, carico di tensione, rabbia, fastidio. E quell’uso delle musiche, spesso il soul degli anni Sessanta, che ricorda a Deke quando in macchina ci usciva per spassarsela, mentre ora la macchina per lui vuol dire solo appostamenti e pedinamenti. Ascoltiamo, in maniera ironica, I Will Follow Him, quella vecchia canzone soul cantata da Little Peggy March, Petula Clark e Betty Curtis. Una canzone d’amore che recita “Io lo seguirò, lo seguirò ovunque vada, e gli starò sempre vicino, perché niente può tenermi lontana, lui è il mio destino”, se la ascolti nel momento in cui stai pedinando un potenziale serial killer, cambia immediatamente significato. È anche da queste piccole cose che si vede un grande film.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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