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Dietro i suoi occhi: Dentro gli occhi di Eve Hewson. Su Netflix

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Vi diciamo la verità. Ci siamo avvicinati a Dietro i suoi occhi, la serie tv dal romanzo bestseller di Sarah Pinborough, disponibile in streaming su Netflix dal 17 febbraio, perché tra i protagonisti c’è Eve Hewson, la figlia di Bono, il leader degli U2. Dopo averla vista per la prima volta in This Must Be The Place di Paolo Sorrentino, l’abbiamo vista crescere come attrice. E non volevamo perderci questo suo nuovo ruolo. Storia d’amore e di bugie con risvolti soprannaturali, Dietro i suoi occhi è prodotta da Left Bank Pictures (The Crown) e sceneggiata da Steve Lightfoot e Angela LaManna.

La storia la seguiamo però dal punto di vista di Louise (Simona Brown): è una madre single, vive con il figlio Adam, a cui è legatissima. Una sera lo lascia con la babysitter per uscire con una sua amica, che però ha un contrattempo e non si presenta. Ma in quel bar, in cui è comunque andata, incontra un uomo affascinante, David (Tom Bateman). I due scherzano, si trovano bene l’uno con l’altro. Usciti da quel bar, David prova anche a baciare Louise, ma poi ha un ripensamento. Il giorno dopo, arrivata allo studio di psichiatria dove lavora come segretaria, Louise scopre che David è il suo nuovo capo, è diventato uno dei soci dello studio. E scopre anche che è sposato. Per caso, per strada, si imbatte proprio in sua moglie, Adele (Eve Hewson). Le due prendono un caffè, scambiano due chiacchiere, sembrano trovarsi bene. Entrambe hanno bisogno di un’amica, e così le due donne cominciano a frequentarsi. Ma Louise è anche terribilmente attratta da David. Che non sa che le due si conoscono…

D’accordo. È una trama un po’ da soap opera, ma, credeteci, è la cosa che funziona di più nella struttura drammaturgica di Dietro i suoi occhi. Perché, nella trama sentimentale di Dietro i suoi occhi, c’è qualcosa di intrigante. Ci si affeziona subito alla figura di Louise, alla sua vitalità, alla sua sensualità, alla voglia e al bisogno di innamorarsi. E si resta anche affascinati dalla chimica che si crea tra lei e David. Almeno per le prime puntate, Dietro i suoi occhi, che mescola la commedia sentimentale al thriller, sembra essere uno di quei guilty pleasures, come You (altra serie in onda su Netflix), che non brillano per originalità e plausibilità ma si lasciano guardare. Oppure sembra un po’ quei thriller sexy che andavano tra gli anni Novanta e i primi Duemila, cose come Mai con uno sconosciuto, Killing Me Softly e così via. Racconti dove la storia d’amore, e i dubbi che rischiano di minarla, vanno di pari passo con dubbi più grandi, quelli sull’identità e la pericolosità di chi ti sta vicino. E sia David che Adele di segreti sembrano avercene molti.

Dietro i suoi occhi ha senso fino a che la trama resta su questi binari. Quando decide si spostarsi sul soprannaturale comincia a mostrare la corda. Non abbiamo letto il libro da cui è tratta e, probabilmente, sulla pagina scritta questa storia potrebbe essere raccontata in maniera più suggestiva, evocativa, lasciando spazio alla nostra immaginazione. Ma quando si comincia a parlare della possibilità di uscire dal nostro corpo, per spostarsi altrove (non vogliamo dirvi di più) la sospensione dell’incredulità – che, sia chiaro, è alla base del racconto cinematografico e televisivo – che si chiede allo spettatore è davvero troppa. Ripetiamo, forse sulla pagina scritta la cosa funzionava, ma rappresentare il tutto con quelle nuvolette colorate non aiuta. Se vi piacciono i colpi di scena, guardate la serie (sei puntate) fino alla fine, e ce ne saranno due che ribalteranno completamente la storia. Ma, allo stesso tempo, la poteranno davvero da un’altra parte. Messa così, insomma, la storia non sta in piedi.

E allora il motivo per vedere Dietro i suoi occhi è proprio quello per cui ci eravamo avvicinati. Eve Hewson (insieme a Simona Brown e alla sua gioiosa sensualità), è davvero l’anima del film, e la sua interpretazione è un salto in avanti nella sua carriera. Dopo averla vista nel ruolo della ragazzina dark e ribelle di This Must Be The Place di Claudio Sorrentino, in quello dell’infermiera di The Knick e in quello di Lady Marian in Robin Hood – L’origine della leggenda, ora nel ruolo di Adele la troviamo diversa. Per la prima volta affronta un ruolo più adulto, quello di una donna sposata, e più controllata. In quei colpi di scena finali capiremo il perché. Ma quello che conta è che Eve Hewson si allontana da quei ruoli da ribelle, da ragazza più istintiva e selvaggia che le sono consoni. Taglia i suoi lunghi capelli castani e li ferma in un caschetto nero corvino, che le incornicia il volto diafano, e allo stesso tempo lo ingabbia in delle espressioni più controllate, frenate, spente. Per lasciare la sua vitalità nei tanti flashback che ritraggono la sua Adele da giovane. Rimangono quei suoi occhi azzurri, grandi, profondi. Lungo la storia è capace di accenderli e spegnerli a seconda delle necessità del copione. E allora il miglior motivo per vedere la serie è viaggiare non “dietro i suoi occhi” ma dentro gli occhi di Eve. La ragazzina che ballava su Misterious Ways sul palco degli U2 allo Slane Castle, o che festeggiava il compleanno sulle note di Party Girl sul loro palco a Milano è cresciuta. Ed è diventata una brava attrice.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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