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The Undoing – Le verità non dette: Nicole Kidman, Matilda De Angelis e altre piccole grandi bugie su Sky e NOW TV

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Nicole Kidman si muove leggiadra, e vestita di stoffe sottilissime, in eleganti interni borghesi come in Eyes Wide Shut. Siamo invece in una delle prime sequenze di The Undoing – Le verità non dette, la nuova serie tv che va in onda, tutta subito, l’8 gennaio alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV. È un esperimento interessante, che avvicina la tivù cosiddetta lineare a quella in streaming: da questa stessa data, infatti, tutti gli episodi saranno disponibili On Demand su Sky e in streaming su NOW TV a partire dalle 6.00. Il 9 e il 10 gennaio, inoltre, Sky Atlantic +1 (canale 111) si trasforma e diventa Sky Atlantic Maratone, con una programmazione interamente dedicata alla serie.

Abbiamo citato Eyes Wide Shut, e ne parleremo ancora, anche se, ovviamente, non stiamo parlando di Stanley Kubrick. Ma certi temi, i tradimenti, i segreti, le cose non dette, gli ambienti upper class, oltre alla bellezza di Nicole Kidman, ci portano con il pensiero da quelle parti. The Undoing – Le verità non dette, è comunque una serie d’Autore. Dietro alla macchina da presa c’è Susanne Bier, regista danese particolarmente portata per i family drama (Non desiderare la donna d’altri, il sottovalutato Things We Lost In The Fire, da noi uscito con il titolo Noi due sconosciuti, possono essere considerati tali), che ha sempre affrontato con una sensibilità particolare. Ma, soprattutto, The Undoing è la nuova serie firmata da David E. Kelley, sceneggiatore di Ally McBeal e, soprattutto, di quel Big Little Lies che vedeva Nicole Kidman come protagonista. Come quella serie, anche The Undoing è un family drama con delitto, una storia dove le dinamiche familiari, i rapporti tra padri e figli, tra mariti e mogli, si mescolano con il noir. Dove un aspetto serve a svelare l’altro, e viceversa. Entrambe ci raccontano molto dell’America di oggi, e in fondo di tutto l’Occidente, dove le classi sociali esistono ancora, eccome, e dove il mondo dell’alta società e quello delle persone normali non possono mai mescolarsi. Il primo è arroccato nella difesa a tutti i costi dei suoi privilegi, il secondo bloccato dal suo perenne senso di inferiorità e inadeguatezza.

È quello che accade in questa storia, tratta dal romanzo di Jean Hanff Korelitz You Should Have Known (caso letterario del 2014 da dicembre 2020 in libreria grazie a PIEMME) in cui, a New York, si incontrano/scontrano le vite Grace Fraser (Nicole Kidman), psicoterapeuta affermata, sposata con Jonathan (Hugh Grant), stimato oncologo pediatrico, ed Elena Alves (Matilda De Angelis), giovane madre il cui figlio frequenta – grazie a una borsa di studio – la stessa scuola del figlio di Grace, un istituto privato d’élite nell’Upper East Side. Elena ha appena avuto una bambina. Le due donne si incontrano alla riunione di un comitato per un’asta di beneficenza della scuola, dove Elena sembra essere un pesce fuor d’acqua. Ma anche una presenza in qualche modo deflagrante. Quando si scopre il seno per allattare la bambina, con un gesto che potrebbe essere naturale, ma anche di sfida, lascia Grace e le altre madri turbate…

È così che la nostra Matilda De Angelis entra nel firmamento di Hollywood. Nella prima mezz’ora di The Undoing la sua bellezza riesce quasi a mettere in secondo piano quella di Nicole Kidman, così come il corpo della sua Elena riesce a mettere a disagio, in imbarazzo, il personaggio di Grace. Elena è forte di una sensualità sfrontata, giovane, acerba ma irresistibile. Ma nel suo sguardo c’è una sorta di tristezza, di malinconia che la rende insondabile, e misteriosa. Matilda De Angelis, con The Undoing, fa un ulteriore salto di qualità, e si dimostra versatile, tanto da essere credibile sia come un’adolescente, come in Veloce come il vento e Youtopia, che come una giovane madre.

Non è da tutti riuscire a distogliere l’attenzione da una Nicole Kidman che è la grande protagonista della storia. Dire che il tempo, da Eyes Wide Shut, sembra non essere passato, non è ironia. Certo c’è stata la chirurgia a fermare la bellezza, ma per un certo periodo anche la carriera, dell’attrice australiana. Ma questa sembra oggi meno evidente, anche se è innegabile che la Kidman oggi appaia una bellezza senza età. Ma troviamo in lei una nuova maturità, mentre attraversa The Undoing con il volto enigmatico della Gioconda, con quei capelli ricci, ramati e dorati, che la fanno sembrare una bellezza preraffaellita. La regia di Susanne Bier – da sempre attenta ai primissimi piani, ai particolari – indugia spesso sui suoi occhi spalcanti, quegli occhi aperti/chiusi, come recitava il titolo ossimoro di Eyes Wide Shut, stupiti davanti a quello che le succede, ma anche incapaci di vedere cosa dovrebbe vedere, di leggere in sé stessa quello che – da psicologa – riesce a leggere così bene negli altri. Accanto a lei c’è un Hugh Grant sorprendente, ormai cresciuto, invecchiato, con il volto che le rughe rendono più espressivo di un tempo. Guardate il finale dell’episodio 4, in cui ogni ruga, ogni centimetro di pelle che si muove sembra raccontarci qualcosa.

Avrete capito che The Undoing è uno di quei giochi perfetti dove ogni tassello è al suo posto, un film di attori, scelti alla perfezione nei protagonisti come nei comprimari, ma anche un film di sceneggiatura, una bomba a orologeria di emozioni e colpi di scena. Rispetto a Big Little Lies è molto più spostata sulla trama gialla rispetto alla satira sociale, e per questo è una serie che scorre che è un piacere, che incolla allo schermo – qualunque sia quello attraverso cui la state guardando – e non lascia respiro. Patinata, elegante, tesa e misteriosa, è una storia che ci arriva attraverso gli occhi di Susanne Bier, un’artista europea che ci mostra un mondo, la New York dell’upper class, come la vede lei. E, come spesso accade, New York, e l’America, visti da chi viene da fuori sono iconiche, stilizzate, fissate nell’immaginario. Susanne Bier non ha paura di indugiare sugli skyline di Manhattan, sulle luci, sui grattacieli, sulle strade operose e affollate, strette e profonde come canyon, su quei tombini da cui esce il fumo. È uno sguardo che arriva dall’esterno, che ci fa vedere un mondo apparentemente come un cliché. Ma, proprio fissandolo nel suo essere iconico, sembra riuscire a coglierne l’anima. Anche la natura così elegante, laccata, patinata delle immagini non deve essere scambiata per pura forma, per maniera. È perfetta per disegnare il ritratto di un mondo che è proprio così, così ricco e bello da rasentare la perfezione. Come se fosse fatto di ceramica. Scintillante, levigato. Ma anche in grado di incrinarsi molto facilmente.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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