Eventi

Il mood dell’essere donne nella nuova mostra su Margaret Bourke- White. Una riflessione nella città del secondo lockdown

Published

on

Prima, donna. Margaret Bourke-White è una mostra che si sta volgendo a Milano sul tema dell’essere primi, dal 25 settembre 2020 al 14 febbraio 2021 ( e che in ottemperanza del decreto sarà chiuso dal 5 novembre al 2 dicembre 2020). E parla di una donna fotografa un pò speciale, come la identifica il titolo appunto. Coraggiosa e forte di fronte alle difficoltà della vita e probabilmente non è un caso che la mostra si svolga proprio a Milano, durante il secondo lockdown a causa della pandemia. Prima in assoluto dunque , chiara in quello che mostra e non perchè fosse una donna. Per questo invita a riflettere sul mood dell’essere donne ancora una volta, dopo la mostra su Frida Khalo, citando ora questa mostra che sembra una vera e propria riflessione nella città più colpita di questa fase della pandemia. Infatti, come recita il comunicato stampa del volume che la completa :”ripercorre le vicende e il lavoro di una delle figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo internazionale. Una donna che, con le sue immagini, le sue parole e tutta la sua vita, è stata in grado di creare un personaggio forte e invidiabile costruendo il mito attraente di se stessa. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate, fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale, ai celebri ritratti di Stalin prima e poi di Gandhi (conosciuto durante il reportage sulla nascita della nuova India e ritratto poco prima della sua morte); dal Sud Africa dell’apartheid, all’America dei conflitti razziali  fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. E a un certo punto sarà Margaret Bourke-White stessa che accetta di porsi davanti e non dietro all’obiettivo, diventando a sua volta il soggetto di un reportage in cui il collega Alfred Eisenstadt documenta la lotta della fotografa contro il morbo di Parkinson, malattia che la porterà alla morte. Una battaglia in cui non avrà paura di mostrarsi debole e invecchiata, nonostante un’eleganza e un buon gusto a cui non rinuncerà mai, confermandosi ancora una volta la prima in tutto“.

La Riflessione sul mood della donna parte quindi da questa “unicità” di essere “prima in tutto”, in tantissime sfide, perchè essere umano. La sua fotografia densa e particolare (così reale da diventare astratta) tanto da essere particolarmente riconoscibile ancora oggi, per le sfide che rappresenta. L’essere donna quindi come testimonianza del coraggio che ci vuole nell’affrontare la vita e le particolari situazioni e sfide che offre ed offrirà sempre, semplicemente perchè è la vita e bisogna affrontarla: come una sfida che bisogna affrontare, imparando a compiere quella che è una vera scelta sulla “giusta distanza”, in una modalità che a tratti diventa “aerea” (salendo sui cornicioni dei grattacieli) a tratti giocando sulle dimensioni micro e macro del formato e poi, occupando un posto di primo piano come “cronista”, nell’accezione piu’ bella del termine: come testimone degli avvenimenti che accadono, per documentarli.

La mostra suddivisa per stanze tematiche quasi una sorta di percorso biografico per immagini, infatti sono 11 e permettono di spaziare dalle foto più piccole a quelle di grande formato, dalle acciaierie a quelle piu,’ documentaristiche con forte impatto sociale, come quelle sulla grande depressione a quelle delle foto prodotte con le riviste Life e Fortune, sino a quelle che si inseriscono in modo magnifico nel “mood delle donne” del coraggio, come testimonianza della svolta fotografica dove documenta gli anni della seconda guerra mondiale come fotoreporter (per lei fu disegnata la prima divisa militare per una donna corrispondente di guerra) e che la porto’ al seguito dell’esercito americano Nord Africa, Germania e Italia, in quel di Cassino e la sua tragedia, dove si scontra con la realtà delle persone. Vere, affamate. Disperate. E delle loro vite nella miseria della disperazione. E da lì la svolta fotografica. I bellissimi reportage sulle persone e non solo al vero e proprio lavoro di documentazione: dall’India di Gandhi (sua la foto al celebre arcolaio con il Mahatma che, prima di fargliela fare, le chiese di imparare ad usarlo ed il Sud Africa dell’aparthaid ed infine, la sua stessa fragile vita, segnata dalla malattia invalidante per antonomasia. Fotografa composta e coraggiosa, per comprendere il valore di “avere una macchina fotografica” , in particolare nelle fotografie in germania, nei campi di concentramento. Con avvenimenti difficili da raccontare. Con l’obbligo morale pero’, di raccontarlo agli altri. Concludendo quindi, il mood delle donne segna un vero e proprio intuito del riuscire a “mettere a fuoco” la vita, quando tutto diventa entropico e veloce, affidandosi ad un particolare intuito che fa da “zoom”, piuttosto che l’esperienza in sè. Imparando a “tenersi stretta” la realtà, per come è, non per come dovrebbe essere, come modo di vedere il mondo per sopravvergli, in tutti i modi (celebre l’aneddoto che lei stessa racconta in un documentario sulla sua vita ed esposto in mostra dove parla dei tempi della guerra, del bombardamento della nave su cui era e di una scatoletta di carne che le consegnarono in scialuppa, l’unico sostentamento li, dispersi, in mezzo al mare, ma che lei non aprì a differenza di molti altri ed usò, per tutta la vita come fermacarte sulla scrivania del suo lussuoso appartamento perchè ne avrebbe potuto , chissà, averne bisogno). E non averne paura. Ecco. Non avere paura. Ecco il vero mood delle donne che testimonia Margaret Bourke White. Per catturare, con coraggio, la possibilità di essere e di sentirsi vivi pur in una realtà inumana, difficile da vivere e da comprendere. Caratteristiche importanti anche ora, per restare umani, aspettando che tutto finisca per riprendere le proprie vite, proprio come un lungo lockdown.

di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending