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Dentro il guardaroba reale: il mood della moda vintage per il matrimonio a porte chiuse della Royal Family inglese

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Lo si è detto in precedenti articoli riferiti alle varie Digital Fashion Week: la moda post confinamento è diventata anche una pratica di stile legata al tempo. Ne sono esempi ottimi esempi nell’haute coutere ,nomi quali Dior, Valentino. Ma quello che è successo al matrimonio post confinamento, a Royal Chapel of All Saints, in forma privata della Principessa Beatrice di York in Inghilterra (il primo in 235 anni e con soli 20 invitati) va oltre.
E se la pratica di stile nel “mood della moda vintage”è molto sentita nel Regno Unito (si ricordi infatti nel 2016 la mostra dei 150 outfit piu’ noti della Regina -quasi un secolo di abiti in esposizione- ed il successo del libro “Le ricamatrici  della Regina” , sul suo abito piu’ noto, quello del matrimonio del couturier “made in england”  più amato  -lo stesso di questo vestito usato per il matrimonio-), esso serve soprattutto per esprimere non solo l’eleganza ed il gusto personale, ma anche il significato “pubblico “che la scelta dell’abito ha. Tanto che forse è proprio questa passione per gli abiti della Regina, a caratterizzarla spesso e che, addirittura, a titolo di esempio, il suo abito nuziale è stato riprodotto per una lavorazione tv, la serie The Crown, sulla vita della regina  ad un costo folle di quasi, pare, 37.000 dollari per vederlo nella serie poco meno di 10 minuti: il piu’ caro di sempre nella storia delle serie tv.
La Principessa Beatrice quindi in un questi tempi così confusi, ha deciso di dar voce al coro “pubblico”delle tante spose che si sono viste rinviare, come novelle Lucie dei Promessi Sposi, il “si” nel loro giorno più bello, con la scelta di un abito (e di una tiara reale) del tutto particolare: un abito vintage (ed una tiara, forse la più bella) della nonna, la regina Elisabetta II dal forte valore simbolico e pubblico.
Guardarla quindi, nelle foto ufficiali, è quindi come entrare dentro il guardaroba reale in una sorta di viaggio di stile legato al tempo diventato imprescindibile in questi tempi post confinamento fatto di rinunce in fase di pandemia e riinvii di nozze subito dopo. Per dare valore alla semplicità, come nuovo must della moda.
La moda degli abiti della Regina in Regno Unito, in questo caso, che è stata spesso complice e non solo testimone degli avvenimenti storici.
E la scelta dell’abito per queste nozze reali, lo dimostra nuovamente: modello esclusivo dello stilista inglese piu’ amato di sempre dalla regina, Norman Hartnell, colui che ideò l’uso di quel ricamo costoso e spesso molto sontuoso, che in tempo post bellici decretò lo stile delle cerimonie e degli avvenimenti piu’ importanti , facendolo diventare famoso in tutto il mondo ed amato da donne di forte personalità espressiva (sue alcune creazioni anche per Evita Peron, per esempio).
Il mood della moda vintage si diceva, che diventa quindi passione per i dettagli in un abito avorio della Regina, famoso, perché indossato per la cerimonia di apertura del Parlamento inglese del 1966, ma dalla riconosciuta sartorialità con cui il taffeta “peau de soie”o raso duchesse (che tra l’altro è il tessuto piu’ usato per gli abiti nuziali), è stato lavorato, con l’aggiunta per il matriomonio della personalizzazione delle maniche (in organza).
L’effetto è straordinario: un abito che fa ricordare nella sua lavorazione del raso di seta, anche tutto il valore del tessuto , nella sua lucentezza: un tessuto molto lucido ma anche liscio che si presta perfettamente a dare quella eleganza, del tutto particolare, cosi’ necessaria agli abiti da sposa.
Un tessuto che ha molto del carattere del popolo inglese: è un tessuto molto liscio ma con una sua struttura che non gli permette di scivolare, ma lo “incornicia” dando forma e sostanza, ma in modo da addolcire e rendere delicate le forme.
E poi la tiara, realizzata nel 1919 ed indossata nel giorno del suo matrimonio dalla Regina Elisabetta stessa, è un gioiello che si sa essere molto amato per la sua storia familiare e che rende questo matrimonio post -covid, un simbolo di un vero e proprio augurio di felicità.
In un paese quindi che ha usato spesso il linguaggio della moda del tailoring della Regina, con i suoi outfit come non solo scelta dell’alta moda che rappresenta nel “dressmaking” inglese, ma del messaggio che voleva sottintendere in quel particolare momento storico: la passione per l’alta sartoria declinata per gusto ed eleganza legata ai tempi che si devono affrontare.
Quasi in una sorta di complicità tra la nonna regina e la nipote Principessa, la scelta della tiara e di questo abito, fanno di una “semplice” cerimonia di nozze privata, sintesi reale di esperienze difficili comuni in tempi storici diversi, sia legate alla celebrazione del matrimonio stesso, sia per avvenimenti in tempi differenti: svolti entrambi in momenti di difficili, dopo la guerra il primo, dopo il post -lockdown il secondo, tra la paura e per il secondo anche alcuni rinvii, ecco che la rinuncia ad una cerimonia sfarzosa, diventa la sintesi del sogno romantico del matrimonio che attraverso la scelta di un semplice abito, cosi’ ricco di storia, diventa sogno e speranza per tutti coloro che hanno dovuto rinviare le nozze a causa della pandemia.

Immagini di repertorio

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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