Serie TV

Sex Education 2. I dolori del giovane Otis tornano su Netflix

Published

on

C’è anche Ornella Muti, nei panni della conturbante principessa Aura di Flash Gordon, nella seconda stagione di Sex Education, disponibile dal 17 gennaio su Netflix. La vediamo comparire in un montaggio velocissimo, sulle note di una versione quasi lirica di I Touch Myself, tra le cause di turbamento dell’adolescente Otis (Asa Butterfield). Il suo corpo è in pieno tripudio ormonale e, se Ornella Muti vista al cinema non può non turbare Otis (chi è cresciuto negli anni Ottanta non può essere rimasto indifferente alla principessa Aura) gli basta molto poco per eccitarsi: anche guardare l’immagine di una ragazza su un bagno schiuma, o indossare pantaloni di velluto. Nel veloce montaggio che apre Sex Education 2 c’è tutto quello che rende speciale questa serie: ironia, un’aura fuori dal tempo, protagonisti originali e una scrittura non banale.

Dove eravamo rimasti? Otis ha una relazione con Ola, anche se non hanno ancora consumato, e per questo i suo i ormoni sono in subbuglio. Otis, figlio di una stimata sessuologa, in teoria sa tutto sul sesso, ma in pratica è privo di ogni esperienza. La madre Jean (Gillian Anderson), tra l’altro, ha una relazione proprio con il padre di Ola, e questo non aiuta. Maeve (Emma Mackey), la sua socia delle lezioni di sesso, ha lasciato la scuola. Eric (Ncuti Gatwa), il suo amico del cuore, è ormai conscio della sua identità sessuale, ma non ha ancora trovato l’amore. Mentre Jackson (Kedar Williams-Stirling), l’ex di Maeve, è ormai stressato dal suo ruolo di promessa del nuoto.

Insomma, tutti i nodi della prima stagione di Sex Education non sono ancora venuti al pettine: è sicuro che ne vedrete delle belle. Anche nella seconda stagione, Sex Education conferma la sua particolarità rispetto ai teen drama di oggi. Prima di tutto non siamo in contesti urbani, altolocati ed eleganti, come gli appartamenti e i licei high-tech di Elite e Baby. Ma siamo nella campagna inglese, in case old fashioned immerse nel verde. O, se preferite, dal punto di vista dei teenager, immerse nel nulla. Non abbiamo i look eleganti e perfetti dei protagonisti, ma un look vintage, colorato, casual nel senso di casuale: tutti i ragazzi, nel film, sembrano un mix tra un mercatino delle pulci ed H&M. E, soprattutto, non abbiamo i soliti volti bellissimi e perfetti, ma sono stati scelti attori dai volti particolari, espressivi e anche buffi. Asa Butterfleld, il bellissimo bambino di Hugo Cabret, non è diventato uno strafigo, ma è credibilissimo nel ruolo dell’adolescente un po’ goffo. Emma Mackey, che interpreta Maeve, è stata definita la nuova Margot Robbie, ma è stata scelta per la sua grinta più che per la sua bellezza. E poi c’è Aimee Lou Wood, che è Aimee, che ha un volto dolcissimo, buffo e irresistibile. Tutti quanti, poi, hanno una recitazione sopra le righe, ma non troppo, che fa virare ogni situazione verso il comico, l’ironico, lo slapstick.

E poi c’è Gillian Anderson: sì, proprio lei, esplosa vent’anni fa nel ruolo di Dana Scully, è passata dagli X-Files ai Sex Files. Non indossa più i severi tailleur grigi, ma vestiti coloratissimi, non ha più i capelli ramati ma una tinta bionda. È un personaggio davvero agli antipodi di quello che l’ha lanciata: se pensiamo al controllo di Scully e vediamo la disinvoltura della sua Jean, capiamo che è entrata in un mondo completamente differente. Il suo personaggio è una delle chiavi del film. E nella seconda stagione lo vedremo vacillare e perdere qualche certezza, nel momento in cui dovrà confrontarsi con una platea di liceali.

Non è un caso che, sullo schermo di un cinema, Otis veda Flash Gordon. Sex Education pesca abbondantemente negli anni Ottanta e in quell’immaginario ben preciso. Ma, a differenza dei Duffer Brothers, che hanno deciso di ambientare la storia negli anni Ottanta, i creatori di Sex Education hanno scelto di ambientare la storia al giorno d’oggi (ci sono internet e gli smartphone, e qui non ci sono dubbi), ma di dipingerla con un immaginario che pesca in varie epoche, dagli anni Sessanta, ai Settanta agli Ottanta. Guardando la seconda stagione ci siamo accorti che una delle forze di Sex Education 2 è proprio la sua atemporalità, il suo essere fuori da ogni epoca. Che equivale a dire universalità. Sex Education funziona così bene anche perché, guardandolo, ci rendiamo conto che quei ragazzi potrebbero essere i giovani di oggi, ma potremmo essere benissimo anche noi, che ai nostri tempi eravamo egualmente imbranati, vestiti a caso, e curiosissimi.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending