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You, stagione 2. Il lupo perde il pelo ma non il vizio

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E il nostro Joe, nella seconda stagione di You, la serie originale Netflix in streaming dal 26 dicembre, in qualche modo ci prova. Reduce della delusione – chiamiamola così… – della storia con Beck, e spaventato dal ritorno di una storia del suo passato, cioè Candace, Joe decide di cambiare città. Come in tanti film americani (da Io e Annie e Marriage Story) da New York va a Los Angeles, credendola la città ideale per scomparire, non essere notato, essere un uomo nuovo. E – certo non sappiamo completamente se ci è o se ci fa – prova davvero a cambiare, a non comportarsi come faceva un tempo, a dare spazio alle persone, a non ossessionarle e a ossessionarsi. Anche quando incontra una nuova ragazza che gli piace, Love, prova ad andarci piano, a iniziare con un’amicizia…

Il punto è che Joe (Penn Badgley), ormai lo sappiamo, è un pazzo. È squilibrato, ossessivo, violento, un inguaribile stalker. È raro trovare, in una serie televisiva destinata al grande pubblico, un personaggio così negativo, un vero antieroe. Non pensate a House Of Cards e Frank Underwood, lì parliamo di personaggi enormi nella loro cattiveria. Qui invece parliamo di un personaggio meschino, piccolo, al limite dell’anonimo nel suo aspetto fisico. Eppure, in un certo senso, lo stimiamo: perché Joe è un libraio, è brillante ed educato, sa scrutare e capire gli altri. È un personaggio colto che si muove in un mondo che spesso non lo è. Non è possibile, in ogni caso, provare empatia per un tipo così. Il punto è che siamo troppo curiosi di capire cosa combinerà – una ne fa e cento ne pensa – per smettere di guardare la serie.

Ci chiedevamo come sarebbe stata la seconda stagione di You, senza la protagonista femminile della prima stagione, Guinevere Beck, per gli amici Beck (Elizabeth Lail), una ragazza da amore a prima vista, bella, brillante, istintiva, di fatto il motore della storia. Beck, che vediamo in qualche breve flash, ci manca molto. Al suo posto c’è un’altra ragazza, Love, interpretata da Victoria Pedretti: a prima vista meno appariscente di Beck, in realtà intrigante, e dal sorriso irresistibile. Vi chiederete subito dove l’avete vista, guardando le prime puntate di You: Victoria Pedretti era in un’altra serie Netflix, l’horror Hill House, dove era Nell Crain, e dove quel sorriso non si vedeva mai. Aveva anche un piccolo ruolo in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. In maniera meno appariscente di Beck, la sua Love è comunque molto sexy e la chimica tra lei e il protagonista funziona. Se dalla prima stagione ci portiamo in dote anche la misteriosa Candace (Ambyr Childers), non manca anche uno degli elementi chiave della serie, la camera in plexiglass alla Hannibal Lecter…

Se New York era la protagonista della stagione 1, Los Angeles lo è della stagione 2. La città degli angeli è immediatamente evocativa: dai romanzi di Brett Easton Ellis ai film di Tarantino, dalle storie leggendarie su David Bowie e John Lennon a quelle sulla fine di River Phoenix, è un luogo seducente e pericoloso, una madre e matrigna allo stesso tempo. I creatori della serie non risparmiano qualche stoccata ai losangelini, che sembrano essere tutti attori o artisti frustrati e tutti maniacalmente salutisti. Ma, cambiando i luoghi, il risultato non cambia: il gioco di You è sempre lo stesso e, alla seconda stagione, rischia anche di stancarci un po’. Ma You è un guilty pleasure, non si riesce a staccare gli occhi dalla serie in attesa di capire che cosa combinerà il folle Joe. Che, nel frattempo, si fa chiamare con un altro nome, ma questo è il minimo. I flashback della sua infanzia provano a farcelo conoscere di più, a farci capire le sue ragioni. Ma senza riuscire a farci provare empatia con lui, ammesso che fosse questo l’obiettivo.

I punti di forza della seconda stagione di You sono gli stessi della prima: l’ambiguità dei personaggi e una storia con un cuore da thriller e un involucro da commedia sentimentale, il tono leggero unito all’inquietudine che ci accompagna in ogni scena. È una serie minore nel panorama Netflix, ma da gustare tutta d’un fiato, lasciandosi andare con sospensione dell’ìncredulità. Buone vacanze di Natale e buona visione!

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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