Style & Luxury

Judy, Renée Zellweger è una Garland da Oscar

Published

on

Dorothy, quella bambina con le scarpe rosse che si ritrova catapultata nel mondo di Oz. Una figura indelebile, che ha fermato il tempo all’innocenza della sua infanzia. Per tutti Judy Garland sarà per sempre lei, quella ragazzina dalla voce soave che intona Over the Rainbow, quella ragazzina dal volto dolce e rassicurante. Eppure la sua vita ha avuto un’altra faccia. Dolorosa, amara, difficile. Segnata negativamente dall’industria hollywoodiana, dal successo, dal ruolo costruitosi nell’immaginario collettivo, l’attrice è caduta in un vortice che l’ha condotta velocemente alla morte, all’età di 47 anni. Ed è proprio questo vortice ad essere raccontato da Judy, nelle sale da gennaio grazie a Notorious Pictures.

Non ci troviamo di fronte al classico biopic, che ripercorre la vita della sua protagonista, ma un film che indaga sul disagio interiore di una star in declino, un’opera che si concentra sul dolore di una donna incapace di rialzarsi, di una diva schiava della sua immagine, di una madre insoddisfatta preda di una dinamica autodistruttiva. Il film di Rupert Goold, interpretato splendidamente da Renée Zellweger, racconta dell’ultima tournée londinese di quella che fu l’enfant prodige per eccellenza di Hollywood. Un canto del cigno drammatico e straziante, che vede la Garland inizialmente riprendersi dal turbine di tristezza e depressione in cui era caduta, soddisfacendo la sua fame di amore dei fan, ma che poi si lascia nuovamente trascinare nella sua incapacità di gestire vita pubblica e privata.

Tratto dall’opera teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter – in Italia portato in scena con la splendida Monica Guerritore nei panni della Garland Judy segue dunque il percorso verso la morte della diva americana, costretta a spostarsi a Londra per rialzare la propria carriera, e ci mostra una star in grado di rovinare i suoi ultimi momenti di gloria, e la sua intera esistenza, con alcol e medicine, eccessi e follie. Nonostante Goold scelga una strada narrativa troppo patinata per il dolore che porta sullo schermo, giochi in modo troppo sfacciato con la lacrima facile e insista oltre misura nel rintracciare l’origine del tormento della diva nell’infanzia “negata” dalla gabbia di Hollywood, il film prende, commuove e avvolge il pubblico in un crescendo emotivo. Un risultato raggiunto grazie al giusto utilizzo del repertorio musicale della Garland e soprattutto grazie alla sontuosa performance della Zellweger. L’ex Bridget Jones si cala completamente nel personaggio, si concede anima e corpo alla sua Judy. Il film è lei, lo porta sulle sue spalle dalla prima all’ultima scena. Domina lo schermo, con le sue mille sfumature, con i suoi innumerevoli cambi di tono, con i suoi nervosismi, i suoi pianti, i suoi isterismi, la sua rassegnazione. Con la sua voce rotta, il suo fisico smunto, il suo volto scavato. Puntando dritto all’Oscar, il secondo della sua carriera.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending