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Kidding: Jim Carrey, “eroe” della gentilezza

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È come se nuotassimo con le pietre nelle tasche. Dobbiamo toglierle, se no non torneremo più a galla”. Sono le parole di Jeff Pickles, che ha il volto e l’anima di Jim Carrey, ed è il protagonista di Kidding, la nuova serie tv Showtime diretta da Michel Gondry, in onda dal 7 novembre su Sky Atlantic. È un’immagine vivida, profonda, perfetta per raccontare che cosa sia un lutto, e quanto sia forte il bisogno di elaborarlo. Jeff Pickles è un padre in lutto, ha perso il figlio Phil in un incidente stradale, un marito ferito, che è stato lasciato dalla moglie. Ma è anche Mr. Pickles, una star della tv (nella prima scena lo vediamo ospite in un late night show insieme Danny Trejo), il protagonista di uno storico show per bambini che porta avanti da anni insieme a una serie di animali incantati. Ecco, il personaggio e il marito in crisi non devono mai incontrarsi, gli spiega il padre Ben (Frank Langella) che è anche il produttore dello show. Ma Mr. Pickles è Jeff, e vorrebbe esternare il suo lutto, superarlo insieme agli altri, renderli partecipi. Vorrebbe, finalmente, una volta per tutte, togliersi quelle pietre dalle tasche.

Mr. Pickles vorrebbe girare una puntata sulla morte. In uno show per bambini. Vorrebbe far capire loro cosa significa, vorrebbe prepararli, farli stare sereni su quella che è una cosa naturale. Passare a miglior vita è qualcosa di simile a quello che può accadere a un giocattolo che, durante un trasloco, per caso finisce nello scatolone sbagliato e si trova in un’altra casa. È solamente in un altro posto, ma starà ugualmente bene. Mr. Pickles, cioè Jeff, ha bisogno di dire questa cosa soprattutto a se stesso. Quella puntata non andrà in onda. Per ora.

Da queste piccole cose avrete capito che cos’è Kidding, serie tv molto particolare per le nostre abitudini televisive. È qualcosa che non abbiamo mai visto, qualcosa di delicato, che parla di morte e di separazioni, ma anche di gentilezza e cura, aspetti che troppo spesso trascuriamo nella vita di oggi. Ricalca lo stile di alcune sitcom e alcuni show comedy, dal tono leggero e dalla durata breve (un episodio dura 30 minuti, un formato molto particolare), per parlare in realtà di cose molto profonde. Kidding è come un cioccolato ripieno di liquore, dolce fuori e forte, a volte anche troppo, dentro. La confeziona Michel Gondry, immaginifico autore francese che aveva già diretto Carrey in Se mi lasci ti cancello, e che qui crea qualcosa di molto particolare, meno ad effetto rispetto ad altri suoi lavori, ma dove il suo tocco, anche se più lieve, si sente. Kidding ha qualcosa di surreale, di etereo, eppure è tremendamente reale, concreto, vitale.

Tutto questo è possibile soprattutto grazie a Jim Carrey, qui in una delle interpretazioni più intense della sua carriera. L’attore di Man On The Moon è unico nel far convivere dramma e commedia, luce e tenebra, sorriso e lacrima nella stessa scena, nello stesso momento. Quel sorriso stampato sul volto, che vediamo spesso in Kidding, non è finto, è qualcosa di voluto e dovuto, visto il suo ruolo pubblico, e visto il suo non voler pesare sugli altri. È quello di Truman che continua a dire “buongiorno, e se non dovessi rivedervi, buonasera e buonanotte” ai vicini, solamente perché sente il dovere di essere gentile. Oscar Wilde diceva che le maschere servono a rivelare più che a nascondere. Jim Carrey è questo, una maschera che rivela tutto ciò che il suo personaggio ha dentro. Morte e solitudine, dignità ed empatia, fragilità e solidità, deriva e controllo. In una parola: umanità. Ma, vi prego, non confondete la sua gentilezza con la debolezza.

La proverbiale faccia di gomma di Carrey è fatta oggi di una gomma sempre più pregiata, sfaccettata, sottile. Una gomma che fa passare ogni espressione, ogni sfumatura. Che riesce ad essere solcata dalle lacrime. Ma anche a trattenerle. Kidding è l’ennesima sfida di Jim Carrey, ancora una volta un personaggio dall’anima divisa in due. Ricordate? Era uno schizofrenico in Io, me & Irene. In The Truman Show era diviso tra la realtà e la sua percezione alterata, e in Se mi lasci ti cancello era combattuto tra presente e passato, rimozione e ricordo. Anche in Man on the Moon era scisso in due. tra personaggio pubblico e privato, tra palco e vita. Un po’ come accade al suo Jeff Pickles.

Kidding è una serie unica. Perché non avevamo mai visto finora in tv un “eroe” (proprio così, tra virgolette, come scriveva i suoi “eroi” David Bowie) provare a vincere la sua battaglia non con una prova di forza, o con la sua risolutezza, ma con la misura, la disponibilità, la gentilezza. Dovremmo essere tutti Mr. Pickles, oggi più che mai, dovremmo attuare una rivoluzione con la gentilezza. Gentilezza non è debolezza. È forza. È roba da “eroi”.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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