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Venezia 75, giorno 2: Emma Stone, Jeff Goldblum e la magia del cinema di Alfonso Cuaròn

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Se Ryan Gosling e Damien Chazelle hanno aperto la Mostra, con la seconda giornata di Venezia 75 si chiude perfettamente il “quadretto” di La La Land. Protagonista qui al lido è stata infatti Emma Stone, un vera habituée di Venezia, dopo l’apertura con il fortunato musical due anni fa e quella del 2015 con Birdman.
Quest’anno l’attrice americana l’abbiamo apprezzata qui al festival in tutt’altra veste rispetto al passato. E non è solo un modo di dire, dato che The Favourite, il film del greco Yorgos Lanthimos che la vede tra le interpreti principali, è ambientato agli inizi del ‘700, alla corte della regina Anna d’Inghilterra. Una pellicola che ci restituisce ancora una volta la bravura della giovane attrice e che ci regala un terzetto di interpreti femminili di assoluto valore: accanto a lei, infatti, troviamo il premio Oscar Rachel Weisz e Olivia Colman (The Crown). Presentato in competizione, The Favourite si allontana molto dalle narrazioni firmate sin qui da Lanthimos (vedi The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro), ma mantiene sempre il suo stile controverso che sa scavare con profondità nella psiche umana, in questo caso quello di una folle regina e delle due donne che si contendono il ruolo di sua favorita. Regia avvolgente, sceneggiatura solida, interpretazioni attoriali notevoli, scenografia, costumi e fotografia impeccabili: tutti elementi che candidano seriamente il film a qualche premio.

Non ci sentiamo di parlare di Leone d’Oro per il film di Lanthimos, perché proprio in questa seconda giornata è stato proiettato un altro film del concorso che, per quanto visto finora, si attesta come candidato numero 1 per il premio più ambito. Ci riferiamo a Roma del premio Oscar Alfonso Cuaròn, che dopo l’avventura spaziale di Gravity, è tornato nel suo Messico per raccontarci la storia intima di una famiglia e della loro governante a Città del Messico negli anni Settanta. Con sullo sfondo i drammi e le violenze che regnavano in quel periodo nel paese, Cuaròn firma un film potentissimo, emozionante, commovente e pregno di autobiografismo (la Colonia Roma, che dà il titolo al film, è il quartiere in cui è cresciuto lo stesso regista) che certamente toccherà il cuore del suo connazionale Guillermo Del Toro, presidente di Giuria. Il film è una produzione Netflix e ancora non si hanno con certezza le date di uscita. “Il rapporto con Netflix è stato un grande regalo, le persone potranno scegliere come vederlo”, ha dichiarato Cuaròn. “L’importante è che il film abbia un certo impatto e che rimanga nel tempo. Verrà distribuito anche sul grande schermo in molte nazioni. La complessità della realtà della distribuzione e delle proiezioni deve farci considerare che il film avrebbe avuto difficoltà solo nelle sale, perché è in bianco e nero, perché è girato in spagnolo e non inglese, e per la storia che racconta”.

Applausi e lacrime per Roma, indifferenza invece per l’altro film presentato in concorso, The Mountain di Rick Alverson. Il film tratta la spinosa tematica della lobotomia ma, nonostante il regista sia stato definito “un genio” da parte del suo protagonista Jeff Goldblum, la pellicola non convince fino in fondo.

E ancora applausi per Nessuno è innocente, il cortometraggio del talentuosissimo Toni D’Angelo che ha aperto la Settimana della Critica. Il film punta a smontare l’immagine stereotipata di alcuni luoghi che nell’immaginario collettivo sono legati solo alla malavita, un nome su tutti: Scampia. Grazie all’ottima interpretazione di Salvatore Esposito – uno dei volti protagonisti della serie tv Gomorra –, il corto ci restituisce un’immagine completamente diversa di Napoli. Un’opera quanto mai essenziale.

Photo Credits: @MatteoMignani

di Antonio Valerio Spera

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