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The Favourite. Yorgos Lanthimos conquista il Lido con Stone, Colman e Weisz.

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Al termine della prima proiezione stampa di The Favourite una sola domanda risuona nella testa: perché questo film non ha aperto il Festival del cinema di Venezia? Un quesito in netto contrasto con quello che tutti – o almeno la maggior parte – dei presenti in sala devono aver pensato durante i primi minuti della pellicola ovvero “stiamo davvero guardando un film di Yorgos Lanthimos”? Ma procediamo con ordine.

Inghilterra, inizio XVII secolo. La regina Anna (Olivia Colman) ultima e poco nota discendente di casa Stuart siede sul trono mentre il paese viene guidato di fatto da Lady Sarah (Rachel Weisz) da sempre consigliera e amica della sovrana. Tra gare di corsa delle anatre e lotte con le arance, gli equilibri interni della corte vengono sconvolti dall’arrivo di Abigail (Emma Stone), cugina di Sarah la cui famiglia è caduta in disgrazia. Per questo motivo la giovane cerca lavoro sperando nel buon cuore della parente, la quale infatti decide di accoglierla dapprima come semplice cameriera e poi di farla diventare la sua governante personale. Questo passaggio di ruolo permetterà ad Abigail di avvicinarsi alla regina mettendo a rischio la posizione privilegiata da sempre occupata da Sarah. Tra le due si scatenerà una vera e propria rivalità al fine di diventare l’unica favorita (da qui il titolo il titolo della pellicola) della monarca.

Con trailer, sinossi e dettagli vari trapelati nei giorni scorsi sapevamo prima della visione in sala che con il suo nuovo film Lanthimos avrebbe portato grandi novità all’interno della sua filmografia. Se già con i suoi ultimi lavori – The Lobster e The Killing of a sacred deer – il regista greco si era aperto ad una produzione internazionale in lingua inglese, con The Favourite Lanthimos non solo dirige per la prima volta una sceneggiatura non scritta da lui e dal fidato collaboratore Efthymis Filippuo ma porta sullo schermo un film storico con eventi e personaggi realmente accaduti ed esistiti. Cambiamenti notevoli quindi che avevano incuriosito e al contempo messo in allerta chi da sempre segue ed ammira l’autore che con le pellicole precedenti è stato in grado di sbalordire grazie alla sua capacità di creare atmosfere asettiche e letteralmente angoscianti in bilico tra reale e surreale.
Proprio a causa di questi “mondi” a cui ci eravamo tanti abituati l’inizio di The Favourite lascia perplessi gli spettatori, perché da subito ci si ritrova a ridere di gusto delle immagini che si susseguono sullo schermo. Una reazione del tutto inaspettata in un film di Lanthimos la cui firma però emerge e riesce come sempre a conquistare scena dopo scena.

Con The Favourite bisogna accantonare l’idea del tradizionale dramma in costume. La Storia – in questo caso quella della guerra tra Francia ed Inghilterra – viene citata e al contempo lasciata in disparte perché sono le dinamiche racchiuse tra le mura della corte della regina Anna a catturare l’attenzione. La lotta di potere tra i personaggi della Stone e della Weisz si risolvono all’interno di poche stanze – specialmente la camera da letto della regina –, il climax della narrazione è in continua crescita e i risvolti sono talmente inaspettati che per tutta la durata del film non si ha idea di come potrebbe finire.
Punto di forza della pellicola è la perfetta caratterizzazione dei personaggi. Le tre protagoniste reggono la narrazione sulle loro spalle e a tutte viene conferita una specifica personalità carismatica dalle mille sfacettature. Inoltre, come sottolineato sia dal regista che dallo sceneggiatore Tony McNamara, tra le tre non viene a crearsi solo un rapporto di dipendenza e persuasione ma anche di amore. La regina Anna, presentata come una donna fragile a causa della sua malattia (la gotta le dà il tormento) e dal carattere volubile, se all’inizio sembrava infantile ed ingenua in un secondo momento si scopre ben consapevole delle attenzioni (seppur con doppi fini) sia di Lady Anna che di Abigail, e per una donna che nella vita non è riuscita a raggiungere nessun successo da sola, riconoscersi come origine della rivalità tra le sue contendenti diventa per lei come un motivo di orgoglio. Lo stesso cambio di rotta coinvolge anche le due “favorite”: da una parte c’è Sarah, donna intelligente e superba talmente sicura di sé che sottovaluta e si lascia superare dall’ultima arrivata e dall’altra c’è Abigail, una sorta di Cenerentola che nasconde dietro i suoi occhi da cerbiatto un’anima machiavellica, tanto da incarnare in sé il detto dell’alunno che supera il maestro.

The Favourite è una pellicola sarcastica, irriverente e magistralmente scritta, diretta e interpretata. Nonostante affronti un tono inusuale rispetto a quello visto in Dogtooth e negli altri film di Lanthimos la sua firma rimane riconoscibile e impeccabile e alcune scelte registiche – in particolare il rallenty, il cui utilizzo serve a sottolineare in maniera grottesca gli eccessi dell’epoca – rendono evidente la continua evoluzione stilistica dell’autore.
Ritorniamo quindi al quesito posto all’inizio: The Favourite sarebbe stato il perfetto film di apertura del Festival di Venezia non solo per l’ottimo livello qualitativo che offre a 360 gradi ma anche perché ben rappresenta lo spirito di cambiamento e di congiunzione tra autorialità ed essenza “pop” che Alberto Barbera vuole portare alla sua manifestazione.

Photo Credits: @MatteoMignani

di Marta Nozza Bielli per DailyMood.it

 

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