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L’essenzialità dello sguardo di Michelangelo Antonioni alla Cripta di San Sepolcro a Milano

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Lo citano spesso come uno dei luoghi più suggestivi della città, ma è soprattutto quello più antico, che si trova quasi esattamente all’incrocio del Cardo e del Decumano di una Milano Romana dimenticata e sicuramente, spesso sconosciuta agli stessi milanesi. Dall’11 Maggio al 15 Settembre 2018, sarà visitabile in modo speciale grazia ad una installazione che è anche un omaggio al grande regista Michelangelo Antonioni ed all’opera del Mosè di Michelangelo Buonarroti vista dal focus che ne dà il fotografo Aurelio Amendola.

Un omaggio nell’omaggio, dunque dal momento che Antonioni stesso dedicata la pellicola al Mosè di Michelangelo Buonarroti, conservato in San Pietro in Vincoli a Roma diventando lui stesso attore del progetto.

Una sfida, di quelle tanto amate dal regista che diventa in questo allestimento possibilità di essenzialità, di poter assistere e fissare lo sguardo su di un’esperienza, molto più che estetica come da citato Mons.Francesco Braschi durante la conferenza stampa quasi come augurio per gli spettatori e i visitatori della Cripta.

Una “essenzialità” che diventa gli occhi stessi di Antonioni che impersona nel protagonista del cortometraggio, insieme allo sguardo di Michelangelo Buonarroti che ha plasmato la statua, quasi a voler dialogare solo con questi sguardi, fatti di marmo, di luce e di piccole ombre attraverso il tocco delle mani sulla statua.

Un cortometraggio che accoglie Lo sguardo di Michelangelo, come si intitola appunto. Un cortometraggio di 15 minuti, come recita il comunicato stampa, prodotto da Istituto Luce e Lottomatica. Il film, realizzato dal regista ferrarese nel 2004, tre anni prima della sua scomparsa, può essere considerato una sorta di suo testamento spirituale. E durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa (curata da Giuseppe Frangi, prodotta da MilanoCard e Casa Testori, promossa dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, col patrocinio dell’Associazione Michelangelo Antonioni e la sponsorizzazione di Analysis), si fissa in un racconto, questa straordinaria esperienza d’arte.

Un incontro nell’incontro tra il grande regista e il Mosè di Michelangelo Buonarroti (conservato nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma).

Uno sguardo in movimento, che accarezza senza parlare, una sintesi perfetta di ciò che il Genio di Michelangelo Antonioni ha saputo produrre quasi come se la parola diventasse “rumore irrefrenabile” in continio dialogo con le spesse pareti della Cripta di San Sepolcro. Le dilatasse, le rendesse immobili, come se la penombra di una chiesa di Roma nel video, si materializzasse in una chiesa antichissima e quasi sconosciuta a Milano rendendo la materia del marmo bianco di Michelangelo Buonarroti come uno scrigno per le parole non dette (perchè impossibilitato a farlo o forse no, chissà) di Michelangelo Antonioni attore di se stesso.
Un marmo che parla, come nella leggenda da secoli tramandata, quella del Mosè, che ora diventa bellezza narrante in un tocco di mani , quasi sospiro di pensieri profondi.
L’esssenziale reso visibile come atto di conoscenza umano. Fenomeno dello spirito ed evocazione cinematografica, chissà per una esperienza da provare da ciascun visitatore.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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