Mood Your Say

Il valore aggiunto della fotografia come set delle emozioni: intervista a Claudio Argentiero

Published

on

Il valore aggiunto della fotografia come set delle emozioni, all’epoca dei Selfie esiste ancora? Si è cercato di scoprirlo con il fotografo Claudio Argentiero, che è anche ideatore e curatore del Festival Fotografico Italiano, dal 2013 Europeo, e di molte altre rassegne tra cui quella storica a Villa Pomini di Castellanza, dove è stato istituzionalizzato lo stesso archivio fotografico italiano e che oggi è sede del FIF (Fondo Italiano Fotografia). Affermare quindi la centralità della cultura “quale potente dispositivo in grado aprire confronti tra i popoli e tra le generazioni in una prospettiva di crescita, riflessione e dialogo guidati dall’impegno sociale, dallo studio, dalla voglia di abbattere le frontiere e insieme in percorso comune di crescita e di responsabilità collettiva”. Lo incontriamo sul set fotografico di sabato scorso per l’evento collaterale della mostra a Palazzo Sormani, curata da Roberto Mutti e realizzata in collaborazione con Archivio Fotografico Italiano, Casa Museo Luigi Capuana di Mineo, Fondazione 3M, Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina-Società del Giardino, Fondazione Verga di Catania e Università degli Studi di Milano dal titolo “SCRITTURE DI LUCE: la Sicilia di ieri e di oggi“.

DailyMood. – Buonasera e grazie per questo tempo concesso, tra uno scatto e l’altro, durante questa bella iniziativa collaterale della mostra e che avete chiamato “Cittadini in posa” come mai?

Claudio Argentiero. – Grazie a voi per l’interessamento. Sicuramente perché le persone saranno tenute a”posare” in un set fotografico da soli, con la famiglia o con gli amici davanti a un fondale dipinto ed in uno stile inusuale come questo, di tipo ottocentesco significa regalarsi un’esperienza e portarsi poi a casa attraverso lo scatto, tutta la magia di quella esperienza che ai giorni nostri se non viene fatta dice poco, proprio perché ha una dimensione sociale e non personale.

DM. – Uno scatto avvolto dal fascino “d’altri tempi” e la gente è accorsa numerosissima con lunghe file ed attese per avere le foto, come ha fatto?

C.A. – L’ho reso attuale. Certo, anche il fatto che è tutto gratis in una giornata festiva come questo sabato e con un fotografo ed un set professionale ha fatto la differenza.Inoltre si può anche richiedere subito la stampa della fotografia gratuitamente e, portando la chiavetta usb, trasferirla in formato digitale.

DM. – A ritrarre tutti questi “cittadini in posa” ecco infatti Lei, il fotografo Claudio Argentiero, co-protagonista insieme a Giovanni Verga e Luigi Capuana anche della mostra al piano superiore ed ideatore di festival fotografici di successo in modo particolare quello europee. Un felice caso?

C.A. – Questo evento collaterale di “Scritture di luce. La Sicilia di ieri e di oggi nella visione fotografica di Capuana, Verga e Argentiero” è il proseguimento logico dell’esperienza fotografica che ho fatto durante l’allestimento di questa mostra. Proporre attraverso questo set come un’esperienza unica che un “selfie” moderno non dà e non potrà mai dare: entrare in contatto con la sensibilità delle persone e costruire insieme la fotografia da fotografo a modello. Non è quindi un semplice scattare una foto, ma costruirla insieme durante un rapporto profondo, anche se solo di qualche istante, con il soggetto ritratto in più come si faceva “una volta”, addirittura nell’ottocento. Per questo il set fotografico che è stato allestito (realizzato in collaborazione con l’Archivio Fotografico Italiano) è qui negli spazi della mostra, come parte integrante di essa, per sviluppare una sensibilità e regalare un’esperienza in più, forse l’unica che molti protagonisti delle foto faranno in vita loro con un fotografo professionista su di un set vero, con luci vere: un’occasione unica insomma.

DM. – Ma perché “cittadini in posa”?

C.A. – Siamo a Milano e l’esposizione della mostra, visitabile gratuitamente fino al 5 gennaio, si snoda proprio lungo lo Scalone monumentale della Sala del Grechetto nella Biblioteca Sormani, nel cuore di Milano quasi a rappresentare un viaggio. Non solo nella Sicilia ottocentesca degli scrittori veristi (Luigi Capuana e Giovanni Verga) ma anche nella società di quegli anni e negli stili di vita di quei tempi. In quelle fotografie, scattate dagli stessi famosi e grandi romanzieri italiani e che immortalano una dimensione quotidiana della loro vita e le lettere (frutto del loro rapporto epistolare e numerosi manoscritti) le mie fotografie costruiscono parallelamente un ponte ideale tra presente e passato. Questo set fotografico per i cittadini milanesi voleva essere un omaggio a questo senso forte di appartenenza ad una società: tra 100 anni chi guarderà le nostre foto, lo farà con gli stessi occhi con cui noi, ora guardiamo quelle esposte nella mostra.

Farsi fotografare come un tempo, almeno una volta nella vita: esperienza più unica che rara ai tempi del selfie-mood.

Di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending