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White in the city ovvero il salone in bianco di Oikos

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Si è svolta il 25 Gennaio a Brera la presentazione del progetto e la conferenza di “White in the city” ovvero il salone in bianco proposto da Oikos per la prossima Design Week di Milano. Le idee spesso mettono insieme esperienze ed è proprio quello che si propone per quest’anno Oikos coinvolgendo attivamente anche il “tempio” dell’arte e dell’architettura, ovvero proprio l’Accademia di Brera. E tutto questo, lo propone attraverso un colore, il bianco appunto che non sarà semplice sfondo, ma sintesi di quello che la settimana del design milanese si propone quest’anno. Cogliere i momenti di arte, architettura e design è stato detto in conferenza stampa, nel segno del colore bianco. Il “non” colore per eccellenza, che diventa sintesi di tutti i colori, scomponendoli. Esattamente come il sapere dell’arredamento, del design ed in generale, della creatività in una città in continuo fermento, come Milano.
Il progetto, ideato e seguito da Claudio Balestri, Presidente di Oikos sarà quindi l’occasione per riscoprire il colore bianco come elemento vitale e innovativo di una società ecosostenibile.
White in the city” diverrà quindi un’esposizione diffusa, come recita il comunicato stampa, e che coinvolgerà alcuni dei nomi più autorevoli del panorama creativo e artistico internazionale.
Interessante segnalare che sarà sviluppata come una rete, con tante location differenti, in punti cardinali della città.
Il progetto verrà curato dall’architetto Giulio Cappellini e vedrà la partecipazione di molti altri nomi noti tra cui: Patricia Urquiola, Stefano Boeri, di David Chipperfield, Marco Piva , lo studio Zaha Hadid, di Daniel Libeskind e Aires Mateus.
L’idea di fondo è qulla di unire in modo particolare nell’arredamento, le tante creatività nella città nelle diverse location ed architetti che “interpreteranno” il bianco come idea, qualsiasi essa sia, in totale libertà.
E’ proprio questo l’aspetto interessante da sottolineare perche’ pienamente nel recente “design mood”: privilegiare l’aspetto forse un po’ piu’ culturale e non commerciale utilizzando però gli ottimi prodotti di grandi aziende come “sceneggiatura”. Non il prodotto fine a se stesso ma nel prodotto, ritrovare la sintesi culturale del progetto. Uno sforzo? Sicuramente si. Perche’ il “design mood” mette sicuramente in evidenza il prodotto di qualità in sè, ma in modo del tutto nuovo. Una piccola rivoluzione copernicana anche per le aziende, quindi che si sforzeranno di mettere insieme una cultura ed un modo differente di presentare il prodotto. Da segnalare infine, la presentazione del progetto in collaborazione con la Pinacoteca di Brera che ha portato a cercare un colore per le pareti che fosse già all’interno del quadro in esposizione e che poi è stato riprodotto nella parete stessa, al fine di generare una sorta di “armonia” nella fruizione dell’opera d’arte da parte del visitatore della Pinacoteca (che vedrà la profondità di quel quadro cogliendone l’armonia con il colore delle pareti). Imperdibile quindi l’appuntamento di White in the city che avrà inoltre prestigiose location tra cui : la Pinacoteca di Brera con White Architecture e White Behond Blank per l’Accademia di Brera, la Chiesa di San Carpoforo con White Ben-Essere e Palazzo Cusani per White on White oltre all’orto in città del loft Class.

di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

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