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Il carattere delle opere di Arnaldo Pomodoro negli incontri sulla mostra antologica

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Arnaldo Pomodoro, in mostra antologica dal 30 novembre al 5 Febbraio 2017 a Milano; una bella mostra “diffusa” ed in tutta la città per un artista poliedrico, uno scultore nato come orafo e considerato uno dei più grandi, a livello mondiale. Insieme al fratello, Giò Pomodoro, ha segnato un’epoca ed ha saputo scorgere, nelle potenzialità dei materiali, linee e forme del tutto nuove dove il micro ed il macro si fondono in modo nuovo e, per questo, celebrato in tutto il mondo. Il percorso della mostra milanese, che ha come centro nevralgico la piazzetta reale accanto al Duomo che ospita, all’esterno, il gruppo “The Pietrarubbia” ed all’interno, nella Sala delle Cariatidi, la mostra antologica, ha anche altre locations: la Triennale di Milano, La fondazione Arnaldo Pomodoro, il Museo Poldi Pezzoli, le Gallerie d’Italia e L’edificio ex Riva Calzoni con l’ingresso nel labirinto oltre ai molti spazi pubblici dove si trovano collocate da anni opere del grande scultore. Ma non solo. Anche le parole trovano spazio in questa mostra diffusa, con tre importanti ed interessanti incontri aperti a tutti. Giovedì 19 gennaio 2017, alle ore 18.00, il Museo Poldi Pezzoli di Milano ha ospitato la seconda delle tre conversazioni su Arnaldo Pomodoro, con lo scultore presente in sala. Un’occasione per ripercorrere con lui, che festeggia i 90 anni con questa mostra antologica diffusa. Come tema, il teatro.
L’incontro, a ingresso libero, con il titolo accattivante de: “L’invenzione dello spazio scenico” ha avuto come protagonisti Antonio Calbi l’attuale direttore del Teatro di Roma ma per anni impiegato nella dirigenza del comune di Milano proprio del settore spettacoli e che nel 2012 per Feltrinelli, con Pomodoro ha pubblicato il volume ricco di scritti, con 900 illustrazioni a colori, di tutti i 44 progetti scenici realizzati da Arnaldo Pomodoro dal 1972 ad oggi. Emilio Isgrò l’artista a cui Milano lo scorso anno ha dedicato un’altra importante mostra diffusa nella città e con cui Pomodoro ha lavorato, Ferdinando Bruni un attore e regista noto nel territorio per aver fondato con un altro noto gruppo tra cui il regista Gabriele Salvatores, il Teatro Elfo di Milano.

Ma è la presenza di Arnaldo Pomodoro ad aver fatto la differenza, non solo per i molti aneddoti raccontati sugli spettacoli teatrali realizzati negli anni da tutti i partecipanti all’incontro, ma per aver testimoniato in prima persona, molto di quelle che sono le sue “opere ambientali” dove sono le campagne, le terre, i contrasti ed i problemi locali a fare da sfondo alle opere. Memorabili infatti i progetti ambientali tra cui Il progetto per il cimitero della città di Urbino ,del 1973,che doveva essere scavato dentro la collina urbinate e poi non realizzato, il progetto Moto terreno solare , un lungo muale di cemento per il Simposio di Miona a Marsala, il noto labirinto sotterraneo a Milano, completato dal 2011 ed oggi visitabile sia materialmente sia virtualmente con l’installazione nella mostra ed infine la bella Sala d’Armi per il Museo Poldi Pezzoli di Milano, appunto, dove la guerra fa spazio alla pace “sospenendo” quasi in aria armature ed armi e, come volta, la scultura di Pomodoro. Ma sono le sue “macchine spettacolari” come scenografo, ad incantare il pubblico durante l’incontro. Mentre lui, racconta, espone ed illustra questa sua passione per la scenografia .
A conclusione dell’incontro poi, la nostra domanda:
DailyMood –  Personalmente, guardando le Sue sculture mi torna spesso in mente una frase del libro “il Fu Mattia Pascal” di Pirandello, quando fece dire ad un suo personaggio che trasformo’ una acquasantiera riciclandolo in un posacenere che i papi di Roma ne avevano fatto, a modo loro, un acquasantiera e noi italiani ne abbiamo fatto, a modo nostro, un posacenere. Nelle sue opere c’è più acquasanta o cenere: più riciclo o ricerca?
Risposta – posso solo dirLe che la cenere l’ho usata una sola volta e riciclando un oggetto che mi fu regalato. Una sola volta. La mia tecnica invece, da sempre, e non mi chieda il perchè perchè non saprei ma è così, è il lavorare sempre “in negativo”: io ho sempre lavorato in negativo.

E così, questo momento di conversazione collettiva si chiude con la testimonianza dell’antichissima tecnica della fusione, quella scavata in negativo. Tecnica degli Dei? Forse. Prossimo appuntamento ore 18.00 di giovedì 26 Gennaio 2017 alla Triennale di Milano dal titolo “dalla scultura all’architettura e viceversa”.

di Cristina T. Chiochia per dailyMood.it

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