Botto Giuseppe e le sustainable collection

Tra gli appuntamenti della moda di Gennaio a Pitti Uomo Mostra della Lana al Belvedere del Palazzo dei Congressi di Firenze e al White Italian DNA exhibition nella special area di via Tortona a Milano, quello dell’azienda Botto Giuseppe si rivela un bell’esempio del mood che avevamo già avuto modo di definire in precedenti articoli “eco-mood“, ma che qui potremmo dire della “sustainable fashion” in generale nella piena trasparenza e tracciabilità del processo, nel rispetto degli animali, dell’ambiente e, in generale, dell’essere umano. Alla base di tutte le collezioni di tessuti della Botto Giuseppe c’é la lana, che viene declinata per tipologie e caratteristiche specifiche: ci sono le stratorte (con le crepe) , che enfatizzano l’effetto “opacizzato delle superfici” e quelle con lo “scatto” del tessuto. Ma sono poi quelle che creano i tessuti femminili, più stretch, a farsi riconoscere, per quell’essere compatte e confortevoli quasi ingualcibili.
Il progetto presentato in questi giorni, dal titolo “Naturalis Fibra” esemplifica, quindi, in modo eccellente, come la moda possa essere “sostenibile”, partendo da una parte dalla filosofia del design più puro dell’uso della lana, con alcuni capi realizzati ad hoc con tessuti della Botto Giuseppe dal designer Maurizio Miri e, al tempo stesso, con una maglieria arricchita dai filati di Naturalis Fibra per far emergere come il loro uso di materie prime eccellenti, di lane superfini e del cashmere più pregiato e nel rispetto degli animali, faccia poi la differenza.
Sino ad arrivare alla tendenza (in crescita) della sostenibilità per cui questa azienda di Valle Mosso (Biella) si è tra l’altro, sempre distinta in 140 anni di storia. Se infatti l’ eco mood nella moda ha da sempre l’obiettivo di creare un sistema che può essere sostenuto a tempo indeterminato per impatto umano, sull’ambiente e riguardo alla responsabilità sociale, il progetto NATURALIS FIBRA, filati e tessuti sostenibili a Pitti Uomo alla mostra della Lana e a White ospite speciale nella sezione “Italian Dna Exhibition“, può essere visto come una nuova tendenza di questo mood che va oltre, nel rispetto anche degli animali. Sarà perchè proviene dalla tradizione italiana di 140 anni di attività e l’uso sapiente dei telai e delle lane, ma combina perfettamente, come dice il comunicato stampa “i valori di qualità e sostenibilità in cui l’azienda crede“. E’ insomma, la “sua” lana (e la sua grande qualità) proveniente da allevamenti ben curati e selezionati a permettere poi una lavorazione di tutte le fibre fini con la duttilità della materia prima e le lavorazioni speciali o i chiari effetti fantasia. La lana infatti, proviene da pecore non sottoposte alla pratica del mulesing dove vengono allevate si in Australia, dove questa pratica è stata per prima introdotta, ma da una azienda, la Congi che svolge un attento controllo dell’allevamento e del territorio, con cui Botto Giuseppe, lavora in esclusiva. Come ha affermato Silvio Botto Poala, AD dell’azienda: “la nostra partecipazione per la prima volta in esposizione di prodotti finiti […] rappresenta un’interessante opportunità per presentare il progetto Naturalis Fibra ad una platea di operatori internazionali che condivide con noi gli stessi valori di sostenibilità. Oggi come nel futuro sarà sempre più necessario accostare ad una elevata qualità di prodotto una trasparenza e tracciaibilità del processo che permetta di produrre quest’ultimo nel pieno rispetto degli animali, dell’ambiente e conseguentemente dell’essere umano“.
Il risultato? Un filato di ottima qualità, sostenibile, etico e cosa più importante, rigorosamente naturale.
Da provare.

di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it