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ll fashion suggestivo dei nuovi talenti: intervista a Giorgia Fiore

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Giorgia Fiore è una giovane designer napoletana talentuosa, non solo perchè è stata annoverata tra le proposte di “Vogue Talent” nel 2013 ma anche perchè è spesso ricordata per essere stata in finale con altri due partecipanti, alla prima edizione italiana del talent americano Project Runway nel 2014, che prevedeva tra l’altro, la partecipazione di 12 stilisti e 12 modelle. Da quella esperienza nacque la sua prima collezione, chiamata Giamburrasca e che venne realizzata con delle stampe molto particolari e colorate che la resero riconoscibile ed apprezzata anche in seguito. L’idea era un felice connubio tra braccia e gambe di bambole ottocentesche che ricordavano quelle del celebre “ospedale delle bambole” ed il suo ambulatorio che ha proprio sede a Napoli, mixati su una base di colore “pulp”. Con un effetto dirompente che hanno influenzato con altre stampe anche le successive collezioni, presentate entrambe nelle ultime edizioni di White Milano.

Benvenuta e grazie per aver accettato la nostra intervista. Lei una stilista che da sempre ha dimostrato un chiaro progetto personale per una possibile collezione-donna. Ci racconti di Lei: come mai ha deciso di comunicare per immagini con delle stampe cosi particolari?
Partendo dal presupposto che il mio è un lavoro fatto di immagini; perché è più facile essere guardarti che essere ascoltati. Il concetto è molto semplice quante parole si sentono in un giorno e quante se ne ascoltano? Invece se si guarda un immagine e questa ci colpisce, ci rimarrà in mente. Quando c’è una collezione fondamentalmente si parla sempre di vestiti ed è giusto che quello che conti sia l’immagine e non il concetto che ha portato ad elaborarlo.

La sua ultima collezione a White (Welcome to pigiama party) ha riscosso un buon successo. Vincendo anche un premio. Quanto parla di Lei?
Non parla di me, parla di un immaginario. Mi sono ispirata ad un immaginario estremamente femminile intimo come la camera da letto; Il comfort del pigiama che incontra la sensualità raffinata della donna.

Lei ha partecipato ad un talent show che le ha permesso di avere contatti diretti con professionisti eccellenti, tra cui a titolo di esempio, Alberta Ferretti. Cosa ha imparato da questa esperienza sugli stilisti italiani affermati?
Da quell’esperienza ho imparato a lavorare in maniera molto veloce, e sopratutto ho imparato a conoscere i miei limiti e a raggirarli, così come ho capito quali erano i miei punti di forza e come metterli in risalto. Essere giudicati da professionisti di quel calibro è una possibilità unica che ti serve per capire la complessità degli aspetti da valutare per rappresentare un idea, renderla reale in un abito.

Le sue collezioni paiono adatte a donne simili a novelle Lolite. E’ cosi? Sono Lolite con o senza malizia?
Sicuramente Lolita è una delle figure che più mi ispira in ogni collezione, ma come immaginario non con riferimenti ai film, che danno un immagine retrò. La malizia in lolita è sicuramente una componente fondamentale, altrimenti sarebbe solo una bambina che attraversa la fase della pubertà.

Secondo la sua esperienza, incontrare il gusto dei compratori è differente che incontrare il gusto del pubblico delle fashion blogger o delle influencer o è la stessa cosa?
Ovviamente è diversa l’ottica con cui blogger o buyer guardano aspetti diversi. Uno pensa in primis all’immagine, alla resa fotografica ed in ottica magari di uno streetstyle al catturare l’attenzione dei fotografi. Mentre il buyer pensa ad un aspetto commerciale dei vestiti, dalla vestibilità alla vendibili in base alla clientela che ha e il gusto che sceglie di avere nello store. Bisogna quindi mediare i due aspetti, bilanciarli all’interno di una collezione, non ha a caso a volte i pezzi che interessano alla stampa non vengono presi in considerazione dai buyer.

Pensa ci sia differenza tra le blogger e le influencer che indossano un suo capo? Cosa ne pensa dei total look che spesso propongono?
Non tutte le influencer sono giuste per tutte le collezioni, donano un immagine e una visione diversa di un capo interpretando o mirandolo a proprio gusto. Scegliendo magari un total look dichiarano solo che tutto era di loro gusto, o semplicemente hanno preferito non mixarlo con altri brand.

In conclusione, la donna a cui si ispira è un’icona di stile o un immaginario di donna moderna?
Non ho un icona ben precisa, mi sembrerebbe di limitarmi. Ci sono certamente donne che magari compaiono nei miei moodboard, ma non sono sempre le stesse e magari mi piacciono per certi aspetti ma non per altri. Ma quello che mantengo è sempre un immaginario di donna che di stagione in stagione mostra solo aspetti diversi di se stessa.

 di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

Photo Credit: https://www.instagram.com/giorgiafiore.collection/

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