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Il mood delle suggestioni nella mostra di Hokusai, Hiroshige e Utamaro a Milano

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Questa mostra, poteva essere ricordata anche solo per la possibilità di mostrare ad un pubblico occidentale, in modo particolare quello italiano, delle opere che sono entrate volenti o nolenti, nell’immaginario collettivo. Come quello de “La Grande Onda” o le 36 vedute del monte Fuji. In occasione della presentazione alla stampa della mostra, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, l’aveva detto: “sono immagini che immergono nelle atmosfere dell’epoca, ricostruendo la visione di un mondo e un immaginario raffinati, che ha affascinato ed influenzato gli artisti europei di fine Ottocento in ambito figurativo pittorico e non solo é[…]“.

“Anche se da fantasma | me ne andrò per diletto | sui prati d’estate”
Haiku di commiato composto da Hokusai nel 1849, all’avvicinarsi della morte, come da antica tradizione.

Ecco in estrema sintesi perchè la mostra Hokusai Hiroshige e Utamaro che fino al 29 Gennaio 2017 animerà le sale di Palazzo Reale a Milano è degna di essere visitata; inserita nelle manifestazioni Italia-Giappone per il 150°anniversaro delle relazioni tra Giappone e Italia, la mostra segue un cammino-itinerario che parte dall’immaginario collettivo che attraverso le stampe popolari di questi grandi maestri giapponesi portarono, come recita il comunicato stampa del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, “fini al confine del sublime” esemplificando ben due secoli di storia. Ed è lungo questo confine grazie alle 200 silografie policrome e libri illustrati provenienti dal museo di Honolulu, che si sviluppa a pieno titolo il “mood delle suggestioni” di questa mostra, tanto attesa quanto amata da un pubblico vario e molto attento.

Un modo per approcciarsi al modo di una bellezza proposto dal Giappone senza mai dimenticare l’importanza dell’essere divenute delle opere, vere e proprie icone di trasformazioni culturali profonde. Tra le immense sale di cui è composto il percorso, da segnalare proprio questa attenzione ai vari periodi culturali: l’avvento della borghesia con i “chonin”, l’epoca d’oro dei “joruri” e del kabuki, la poesia deliziosa degli “haiku” e la pittura a stampa, descritta in un bellissimo ed approfondito cortometraggio proiettato nell’allestimento di una piccola sala video, della stampa “ukiyoe” appunto. Le nuove classi borghesi hanno nella cultura degli “chonin” una bella sezione dedicata con la serie “cento poesie per cento poeti in racconti llustrati della balia” e, più in generale, è degno di ammirazione la capacità di astrarre per immagini questo “Mondo fluttuante” che parla davvero a tutti e riesce ad essere estremamente popolare nonostante il suo modo raffinato e colto di porsi. Tra le siligrafie esposte da segnalarne 4 : “Okitsu -Veduta della baia i Tago” del 1843/47 di Hiroshige, di Hokusai “Yui 53 stazioni di posta del Tokaido” del 1848/1849 e “Campanule e libellula in gran fiori” del 1833/1835; inoltre, di Utamaro “Godendo della brezza in giardino primo e secondo foglio di un trittico” del 1789/1800.

Non perchè siano qualitativamente più espressive delle altre ma perchè esemplificano appieno tutto ciò che il pittore desiderasse disegnare e quindi intagliare in un infinito campionario di azioni, luoghi, fantasie ed oggetti pronti per essere poi raccontati.

 di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

Photo Credit: Pagina Facebook Hokusai, Hiroshige, Utamaro

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