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I nuovi immaginari collettivi e di identità di Nàstio Mosquito

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Tanti colori ed un’unico colore, il nero, quello che propone Fondazione Prada a Milano, con i suoi artisti, per questa estate ed autunno 2016. Il nero che non solo è colore della pelle degli artisti in mostra, ma anche un bellissimo solco, una massa magmatica creativa, essenza stessa della creatività umana che si espande ed amplifica tutto, per esplodere in due toni: il bianco e nero o l’esplosione di tutti i colori messi insieme. Ne è un bell’esempio, dopo quello di Theaster Gates, la mostra Template Temples of Tenacity dell’artista angolano, classe 1981, Nàstio Mosquito. E già dal titolo della mostra contenitore nello spazio(2) del podium, “WEorNOT (Nastivicious Temple #1)”, creato in collaborazione con Vic Pereiro e l’illustratrice Ada Diez è interessante infatti notare proprio l’uso dell’arte antica delle vetrate colorate e lo spazio nero nel vuoto che circonda la grande stanza cubica.

Photo Credit @ www.fondazioneprada.org/

E’ interessante far notare l’enorme differenza infatti, nel vedere la mostra di giorno e poi di sera, con le vetrate multicolor illuminate che diventano da un puro “set” a un raccontarne la storia riprodotta attraverso la luce e le sedute, dove è possibile approcciarsi con il movimento (sedendosi, stando in piedi, saltando dentro la struttura), quasi a se stessi come in un tempio ateo urbano, ma mai blasfemo. Cosi, come un giudizio sospeso sulla propria umanità, il pubblico può aggirarsi tra le lunghe sedute, nere, ascoltare musica, scarabocchiare quaderni, appropinquarsi ad un palco per arringare invece che una folla inesistente, se stesso. Nella seconda sala, la sala cinema, la novità più cruda invece del progetto introdotta nel mese di settembre: il video “Synchronicity is my bitch”.

Photo Credit @ www.fondazioneprada.org/

Come in un sogno in bianco e nero che viva via anche qui diventa più opaco o luminoso, quasi seguendo il ritmo di un ipotetico tempo di cronobiologia e cronopsicologia, ecco, come recita il comunicato stampa “un’opera composita, nella quale l’artista ha dato forma a un immaginario visuale assemblando frammenti di film, video, varie forme di programmi televisivi vernacolari africani accompagnandolo con suoni e ritmi del suo nuovo album inedito […]”.

Scavando profondamente nella propria identità, questo giovane artista angolano, calandosi quasi in una nuova identità collettiva, avvicina lo spettatore che avrà poi modo di decidere se“assaporare” con empatia o alienazione quasi, questo “modello di tempio di tenacia”. Completa la mostra il nuovo ciclo di performance live di I Make Love To You. You Make Love To Me. Let Love Have Sex With The Both Of Us (Part 1 – The Gregorian Gospel Vomit) che si svolgeranno venerdì 23 settembre (ore 18.30 e 19.15), sabato 24 settembre (ore 18.30 e 19.15) e domenica 25 settembre ore (ore 16.30, 17.30, 18.30 e 19.15).

di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

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