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La fotografa e ritrattista americana Annie Leibovitz in mostra a Milano

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Il gruppo UBS è una banca privata svizzera che, da circa 150 anni, è presente un pò ovunque nelle piazze finanziare mondiali. Ed esattamente come farebbero con i loro clienti, nella nuova bella mostra itinerante mondiale della fotografa Annie Leibovitz, di cui sono partner, svelano e scoprono quello di cui le donne (e non solo) hanno bisogno; dando quella forza, tipicamente femminile, di saper capire, anche solo attraverso uno sguardo, di vedere, parlare e fare, interpretare insomma, chi sono i soggetti ritratti realmente, senza distinzione di genere. E tutto questo avviene in questi giorni e fino al 2 ottobre 2016, nella tappa milanese del tour, nello spazio Fabbrica Orobia 15 a Milano.

Misty Copeland, New York City, 2015
© Annie Leibovitz from WOMEN: New Portraits

Annie Leibovitz fotografa storica della rivista Rolling Stone (sua la foto icona di John Lennon nudo abbracciato alla moglie vestita), invita ad una stretta relazione tra i partecipanti con il contenuto della mostra, attraverso il “cerchio magico” della tecnica psicologica americana del “circle time” dove si racconta e si viene raccontati. ‘WOMEN: New Portraits, è proprio una mostra intensa, dove la fotografa (che aiuta a collegare esperienze di vita e personali con il mondo della fotografia) propone un percorso emozionale di tutto rispetto: una sala per il cerchio di sedie, i maxi schermi ed il lungo pannello di foto, in una sala attigua poi, come volesse ricreare il suo studio, a disposizione invece libri fotografici, comodi divani, luci soffuse ed un album fotografico enorme con i suoi lavori da sfogliare rilassandosi. Ritratti dunque, un invito a voler guardare e non solo vedere, con quel bel modo di fare fotografia su di un tema, quello delle donne non facile. Ecco cosa ha commissionato UBS: un tour intorno al mondo, con 10 città in 12 mesi, per permettere ai visitatori di tutto il mondo, di osservare gli stessi volti delle donne e personaggi ritratti nelle fotografie e ricreare poi, forse, un proprio personale album mentale. Ed a fare da stimolo per questa ricerca di una foto “preferita” dietro il circle di sedie ed i maxi schermi in cui le foto cambiano -quasi in sink- ecco quell’unico maxischermo che resta ad immagine fissa. Immobile: la foto della Regina inglese Elisabetta a palazzo. Ritratta dalla fotografa americana in più di un’occasione.

Il fermo immagine della foto, non è affatto in antitesi con lo scorrimento delle altre sugli schermi anzi; essa offre una continuazione alla scelta del muro-bacheca al lato lungo della fabbrica, su cui si trovano quelle cartacee. Quasi che fosse lì a ricordare al pubblico, la domanda che pare alla base della mostra: cosa “si vede e perchè?”. Cosa si vede guardando un ritratto di donna, il suo ruolo o la sua identità? E cosa si vede o si vuole vedere nelle foto che scorrono sui display, nei cataloghi cartacei? Proprio quelli, sempre gli stessi in tutte le tappe del tour mondiale, messi a disposizione dalla fotografa ed il suo staff? Le donne che si vedono sono madri, scrittrici, ballerine,attrici, regine o scrittrici o qualcosa che fa oltre? Ma chi si vede realmente? In quello che la stessa fotografa chiama un work in progress (che è nato e si nutre di altri lavori precedenti e non solo delle nuove opere commissionate dalla banca), la scelta di offrire uno sguardo su nuove biografie di donne di successo, permette di andare ulteriormente oltre questa ricerca, oltre anche la moda dei selfie e dello scatto fotografico in sè. Forse, proprio per questo, la foto che pare un pò il simbolo di questa mostra è l’autoscatto di famiglia con una madre, le tre figlie ed il cane di casa. Un ritratto in bianco e nero di donne e niente più. Anche se si tratta della famiglia di Annie Leibovitz. Un selfie? Uno scatto fotografico? Chissà.

 di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

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