MFW2016

Il salone contemporary di White Fashion

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Gli addetti ai lavori la chiamano “democratizzazione del lusso” e durante questa MFW se ne è avuta la prova: non solo sfilate, ma eventi collaterali, cocktail party, presentazione degli showroom più interessanti ed a volte, più belli delle sfilate stesse. Basti pensare all’evento-sfilata del designer coreano Yohanix che ha debuttato a Milano in uno spazio aperto al pubblico, la centralissima piazza Duomo. Ed in questa direzione, sicuramente anche la nuova edizione di White Fashion a Milano che si è aperta con i suoi 500 espositori di moda, di cui 142 esteri, al fine di rafforzare la presenza dei compratori e della stampa proveniente da tutto il mondo, in un mercato, quello della moda, in continuo confronto con il suo pubblico ed i suoi compratori, al fine di dare vita davvero ad una vetrina della moda contemporanea e della sua ricerca “in postivo dialogo”.

Dialogo che a White Fashion, si ha con le istituzioni in primis e le varie partnership, utili per potenziare una internazionalizzazione di un prodotto che, come le sfilate di New York ed ora quelle di Milano hanno dimostrato appieno, hanno bisogno di dare il via ad un vero e proprio ridelineamento del modello “fashion business”. E cosi, tra complenti di eleganze e arti nobili del sapersi vestire con gusto, ecco che gli espositori di White declinano storie di grandi tradizioni artigiane o brand nuovi emergenti che desiderano offrire ai propri clienti una giusta dose tra creatività, stile ed eleganza senza eccessi. Gli spazi di via tortona divisi in Inside White, White bijoux e Tortona 35 ospitano così le varie eccellenze, declinate per segmenti di mercato negli spazi messi a disposizione dal comune nella fabbrica Ex Ansaldo. Concludendo tra i vari espositori si segnala la “Poliedrica Collection” di Animadverte, i tagli sartoriali di Ritarita, il brand Milano-Italia fondato nel 2008 da Thomas Engel e Yasin Safak che fa un suo punto di forza la moda dinamica e la competenza nello studio e taglio dei dettagli. E cosi, tra tutti questi espositori, la voce corale è sicuramente quella della necessità di richiamare l’attenzione dei clienti su di un mercato effettivamente sofisticato e molto seguito dai media, ma dove deve ricominciare ad essere non il brand ma il dettaglio di taglio e tessuti, ad essere sinonimo di qualità e non viceversa.

di Cristina T.Chiochia per DailyMood.it

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