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L’anima dei vestiti nel mood interpretativo di Ugo Masini

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Incontriamo Ugo Masini durante la fashion week milanese e proprio lui ci illustra i capi della sua nuova collezione donna invernale. Classe 1981, Masini nasce a Latina ed a Roma comincia il suo percorso artistico nella moda “etica” approdando poi da qualche anno a Milano.

Grazie per aver accettato la nostra intervista per Dailymood. Ci racconti di Lei e del suo modo di intendere il suo lavoro…
Grazie a voi per la disponibilità. Sono uno stilista che ha cominciato la sua ricerca artistica dapprima a Roma e qualche anno fa questa ricerca, mi ha portato qui a Milano. A Roma ho studiato all’università moda e grazie anche all’esempio di sartoria che avevo in casa, ho cominciato a cucire a mano io stesso le mie creazioni dando vita piano piano, appunto a quella che sarebbe poi diventata la mia collezione “le goute interieur”.

Ci parli appunto della sua collezione. Da dove è partito?
Tutto è già racchiuso nel nome “Le Gout Interieur”, sono partito dal riciclo-style avendo come base la rivistazione di capi usati.

Cercando quindi “l’anima” nei vestiti usati?
Beh, sicuramente mi ha portato a mixare gli stili, vedere come gli stili subiscono una “mutazione” e questo mi ha portato a mescolare pezzi con tagli inediti a pezzi vintage che arrivano fino agli anni ‘80.

Questo le ha permesso di anticipare cambiamenti o scelte della moda etica?
Questo mi ha persmesso di creare una collezione di abiti basati sulla rivisitazione nell’ottica di una ricerca “su misura” riscoprendo tessuti e forme. Nei miei capi gli stili si mescolano a favore del gusto della cliente per esempio, un pezzo può essere abbinato non necessariamente ad un’altro pezzo della mia collezione, ma a quello di un’altra. Per me l’importante è riuscire a lavorare “su misura”, permettendo alla cliente in questo caso, di scoprire la propria identità personale, non il ruolo che deve interpretare indossando degli abiti semplici che valorizzino.

Quindi la sua vera sfida è proprio questo? Poter lavorare facendo emergere l’identità personale delle persone attraverso la tradizione e rivisitazione di tessuti,forme e modelli?
Si. E questo senza pre-giudizi. Uomini o donne che siano. Io prediligo come vede degli stili con delle linee definite, molto ampie e semplici ma mai rigide negli schemi. Volutamente non ho voluto separare la collezione uomo da quella donna e qui ne vede un piccolo esempio. A prescindere dall’essere uomo o donna, la moda deve continuare ad essere creativa per le persone.

Lei quindi si considera un artista?
Assolutamente si. Prima di tutto. Sono un artista e spero di riuscire attraverso questa mia sensibilità a far emergere in ogni persona che veste “le gout interieur” ciò che davvero è, non quello che dovrebbe essere.

Un percorso quindi questo sul senso di identità che ha portato lo stilista a collaborare con Ilaria Parente scegliendo di sfilare con i turbanti “Madame Ilary”.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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